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Siamo a Cosenza in località colle Mussano. Scoppia uno dei tanti incendi. Intervengono i Vigili del Fuoco di Cosenza che lo spengono e scoprono due aree di discarica.

Il comando provinciale dei Vigli del Fuoco segnala la vicenda alla Polizia provinciale che rileva trattarsi di due siti per una superficie di circa 2500 mq

C’è di tutto dice la Polizia provinciale che li sottopone a sequestro: materiale plastico, vetro, imballaggi primari e secondari, parti di autoveicoli, pneumatici fuori uso, materiale ferroso, rifiuti da demolizione, lastre di eternit, cumuli di guaina bituminosa, barattoli e bidoni in latta contenenti solventi chimici, in violazione agli artt. 255, 256, 192 del D. lgs 152/06 e s.m.i.

Una storia infinita e vergognosa.

Nessuno mai rileva alcunché, nessuno ferma gli automezzi pieni di rifiuti speciali e pericolosi che poi danno luogo a queste discariche.

Non è un solo viaggio. Sono tanti, fatti sempre dalle stesse persone certe che tanto nessuno mai li scopra.

Difficile scoprire gli autori di queste condotte illecite

E serve anche poco sequestrare l’area per evitare che “ la libera disponibilità delle cose pertinenti al reato possano aggravare o protrarre le conseguenze di esso” come si usa scrivere.

E’ una guerra nella quale vince sempre il “malfattore” e perde sempre “la natura”.

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E’ una storia da film. Se vivesse Totò potrebbe uscirne un film come il famoso “Totòtruffa 62” nel quale egli vende la Fontana di Trevi.

Ecco cosa è successo.

Un cinquantenne con una lunga carriere di imbrogli si rivolge ad un noto avvocato per esser difesa in un processo.

Lui principe del foro lo fa assolvere in tutti i gradi di giudizio

Alla fine il conto. 13000 euro. Ma il cliente non li ha. Eppure deve trovare un modo come pagare l’avvocato: non si sa mai.

Ed ecco come ha fatto.

Si rivolge ad una finanziaria con le generalità dell’avvocato tratte dalla laurea collocata nello studio legale  cambiando la professione in quella di operatore ecologico.

Ottiene il finanziamento e paga il legale.

I problemi quando alla finanziaria non vengono pagate le rate.

All’avvocato cominciano ad arrivare intimazioni di pagamento.

Da qui la querela contro ignoti presentata dall’avvocato, le indagini, la scoperta.

Truffato dal proprio cliente che aveva difeso.

Ora il truffaldino deve trovare un altro legale.

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Arrestateli tutti. E’ prepotente la voglia di gridarlo, usando il leit motiv del movimento antimafia dei giovani calabresi “ E adesso ammazzateci tutti “.

E’ prepotente la voglia di gridarlo perché uccide più la sanità che la ‘ndrangheta!!

E’ prepotente la voglia di gridarlo quando si viene a sapere che comunque l’ispezione svolta nel settembre 2012 aveva segnalato “Ben 65 irregolarità, 17 delle quali gravi, «con potenziale impatto diretto negativo sulla sicurezza del donatore o del paziente».

E’ la sintesi della relazione del 10 ottobre del 2012 che “fotografava” la realtà del servizio trasfusionale dell'Azienda ospedaliera “Annunziata” di Cosenza, ai cui vertici erano stati dati dai 15 ai 30 giorni di tempo per sanare le «criticità rilevanti riscontrate».

Ora la morte di Cesare Ruffolo, il 75enne deceduto a causa di una trasfusione di sangue contaminato da germi.

Possibile si chiede l’intera Italia che si sapesse e nessuno abbia fatto quanto dovuto?

Ed allora questo è il momento in cui la procura della repubblica indaghi ed arresti i responsabili di questa vicenda, cominciando da coloro che dovevano esercitare i controlli e da coloro che dovevano eseguire gli interventi sanatori.

Basta forse… E’ il caso di toccare anche i vertici di un sistema sanitario che non può curare perché lui stesso ammalato. Toccare ed arrestare, per arrestare le morti di incolpevoli calabresi che non possono sempre emigrare nel resto d’Italia per curarsi!

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