
Erano le 22.00 di ieri sera 17 gennaio quando alcuni passanti notano due trolley da viaggio abbandonati in via Caloprese, a due passi da Piazza Loreto.
E correttamente hanno avvertito le forze dell’ordine.
Le Forze dell’ordine hanno immediatamente chiuso le strade ed hanno allertato Vigili del Fuoco di Cosenza, carabinieri e 118.
Sul posto sono stati fatti inteveniregli artificieri che con un robot radio controllato a distanza, hanno prima neutralizzato le due valigie e poi verificato il contenuto.
Nessuna bomba o esplosivo al loro interno.
Una valigia era totalmente vuota, mentre nell’altra era presente solo qualche vestito e nulla più.
Poi le valigie sono state prese in custodia dalle forse dell’ordine che dovranno per prima cosa verificarne la paternità, poi accertare anche se qualcuno le abbia volutamente lasciate incustodite di proposito per creare allarmismo.
Intorno alle 00.30 di stamattina 18 gennaio Via Caloprese è stata riaperta al traffico.
La notizia della morte di Patrizia Schettini di anni 53 aveva fatto rapidamente il giro di tutta Amantea
Non solo per la presenza dei suoi congiunti nella cittadina cosentina, ma anche per la particolarità della sua morte.
Il giorno del decesso la donna venne trovata riversa ai piedi delle scale che conducono alla villetta di famiglia.
Si pensò ad un incidente domestico ma questa tesi non convinse gli investigatori, insospettiti da un graffio sul braccio della Schettini e da segni di strangolamento poi accertati dall'autopsia.
Saranno le indagini a portare verso il figlio più piccolo, che nel frattempo si era fatto tatuare sul braccio la frase «Nemmeno la morte ci potrà separare. Ti amo mamma».
Secondo la ricostruzione dei fatti, dopo un litigio dovuto al rendimento del ragazzo al conservatorio, l'allora 17enne, dopo uno schiaffo subìto, avrebbe avuto un raptus e avrebbe aggredito la madre.
I poliziotti della squadra mobile di Cosenza non trovarono segni di effrazione e quindi l’ipotesi del furto fu subito accantonata.
Quel decesso aveva, però un qualcosa di strano e così i poliziotti decisero di andare a fondo e piazzarono microspie.
E così la intercettazione.
Al genitore che gli chiedeva quello che era accaduto veramente la mattina del primo aprile scorso, il giovane si è lasciato andare: «Si, papà, l’ho uccisa io la mamma».
Il dialogo venne intercettato dalla polizia che aveva piazzato delle microspie dentro la casa.
La procura di Cosenza allora ordinò l’arresto del ragazzo con l’accusa di omicidio volontario.
Ed il giovane venne portato nel carcere minorile di Catanzaro.
Poi la condanna in primo grado, con rito abbreviato.
Una condanna a 14 anni e otto mesi.
Ora l’appello e la pronuncia della corte d'appello di Catanzaro.
E la pena è stata ridotta a 12 anni
Questo il comunicato stampa di Franco Iacucci, candidato alla presidenza della Provincia di Cosenza
Franco Iacucci, sindaco di Aiello Calabro e candidato alla presidenza della Provincia di Cosenza, a margine della presentazione delle liste, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“E' un grande onore per me concorrere alla presidenza della Provincia di Cosenza.
Abbiamo costruito una grande e forte coalizione per vincere l'ambiziosa sfida del rilancio del ruolo di questo ente, e di raccordo con i territori, anche con l'idea di rafforzare il rapporto tra i comuni della provincia ed il governo regionale.
Insieme a noi sono in campo tanti validi amministratori.
Abbiamo dalla nostra parte sindaci e consiglieri comunali, anche espressione di liste civiche, con una storia politica differente, una formazione culturale diversa, ma uniti in questo progetto che punta all'aggregazione ed alla inclusione.
Desidero ringraziare tutti coloro che hanno espresso interesse ed apprezzamento per la mia candidatura”.