
Decine di migliaia di calabresi in attesa da mesi e per mesi di una visita specialistica sono saltati sulle sedie quando hanno letto del miracolo annunciato da Raffaele Mauro, direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.
Mauro su La 7 ha annunciato che saranno azzerate le liste di atteso e che “Entro sei mesi rientreremo nei tempi previsti dalla norma”
Incredibile!
In Calabria, poi!
Non è noto quali e quanti santi siano intervenuti in favore dei diritti dei calabresi
Santi che- speriamo- assistano Mauro &c in questa iniziativa facile da raggiungere se solo si fossero seguiti i suggerimenti delle Asp di certe regioni del centro e nord Italia.
In molte regioni hanno fatto lavorare gli specialisti –in specie ospedalieri- anche di notte per abbattere le liste.
Ma ancora più incredibile è che a sostegno di questa sua affermazione e di questo impegno Mauro abbia chiarito che questo miracolo discende da un progetto approvato dal Commissario alla sanità calabrese, Massimo Scura, che prevede la possibilita’ di impiegare nuovi specialisti.
Il che tradotta sembra voler dire “La colpa non è stata mia” “”La colpa è stata di Scura”.”Vedrete, ora, come la nostra ASP diventerà efficiente ed organizzata”. E forse perfino “ Vedrete come finirà la pacchia degli specialisti privati , magari anche pubblici, che svenavano i malati, magari i più anziani ed ammalati che no potevano aspettare mesi e mesi per un esame!”
Lui sa che se si fosse vietata l’attività congiunta pubblica e privata agli specialisti …….
Lui sa che in Calabria gli specialisti fanno gli amministrativisti od i dirigenti ( e magari poi fanno gli specialisti privatamente!)
Poi aggiunge una finale vergogna sostenendo che “ l’attuale situazione di lunghe liste d’attesa e’ determinata dal blocco del turnover dei medici e quindi “non e’ stato possibile sostituire molti professionisti andati in pensione”.
Poi conclude che “Altrove le varie indennita’ contrattuali non sono al minimo come in Calabria e ci sono fondi di risultato che consentono di rimpinguare lo stipendio del professionista”.
Noi pensiamo che sia solo propaganda politica!
Scommettiamo?
Eccovi l’Italia dai 22 pesi e 22 misure
Si, si. Non 2 pesi e 2 misure, ma 22.
Il giorno dopo che ci viene detto che un calabrese su tre( circa) sceglie università fuori regione, leggiamo che la Unical stabilizza 50 precari.
E lo fa “ Dopo un lungo percorso fatto di confronti, interlocuzioni con il Ministero e impegno del rettore e dell’amministrazione, arrivano le assunzioni per 50 precari dell’Università della Calabria. Un traguardo atteso e a lungo inseguito, che ora approda alle fasi finali.
Ad annunciare le stabilizzazioni, rese possibili grazie al decreto Madia, è stato il rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, che nei giorni scorsi ha riunito il Cda che ha approvato la delibera.
I nuovi contratti, che saranno firmati i prossimi giorni, riguarderanno la quasi totalità del personale finora assunto a tempo determinato dall’università.
Restano fuori, perché privi dei requisiti, solo alcune unità di persone per le quali il rettore spera di poter intervenire, non appena si presenteranno le condizioni di legge.
Molto soddisfatto il rettore Crisci che ha commentato: «Siamo felici di poter garantire stabilità a cinquanta lavoratori e alle loro famiglie, in tempi non facili per l’occupazione.
Penso che la nostra sia una delle poche università in Italia che sia riuscita a stabilizzare un numero così alto di personale precario.
Con queste ultime assunzioni, passa a 108 il numero di personale assunto a tempo indeterminato dal momento del mio insediamento e del Consiglio di amministrazione in carica.
Da questo si evince l’enorme attenzione che riserviamo al personale tecnico amministrativo, che ho sempre ritenuto un pilastro per la crescita della nostra università.
Il raggiungimento di un traguardo del genere fa parte di una strategia complessiva di rafforzamento del capitale umano dell’ateneo, pur nelle ristrettezze economiche imposte dalla politica di blocco che penalizza, da diversi anni, il mondo universitario, specialmente al Sud».
«Il prossimo passo – ha concluso Crisci – sarà lo sblocco delle progressioni di carriera, ferme ormai da troppo tempo.
E’ grazie al lavoro del personale tecnico amministrativo che la macchina amministrativa dell’Unical funziona correttamente ed è giusto che ognuno di loro veda riconosciuto il frutto della propria competenza e dei sacrifici».
Una domanda allora.
Perché il decreto Madia si applica per le università( tra cui l’Unical), per le province (tra cui Cosenza) e non per i comuni?
Ma che razza di nazione è la nostra?
Scrive il GRUPPO CONSILIARE “CARIATI UNITA”
“Leggiamo stupefatti il comunicato apparso sugli organi di stampa locali e, ancor di più, la delibera di Giunta con la quale si diffidano i consiglieri comunali di “Cariati Unita” per aver leso l’immagine dell’Ente con affermazioni “Diffamatorie, false e calunniose”.
Tutto ciò solo per aver, nelle funzioni del nostro mandato, partecipato, con un manifesto, alla cittadinanza un fatto POLITICAMENTE NON CONVENIENTE: l’affidamento diretto al FRATELLO di un neo CONSIGLIERE DI MAGGIORANZA della somma di Euro 11.278,90!
Ricordiamo a noi stessi che la determina è un atto amministrativo il quale, seppur adottato da un funzionario, fa capo all’amministrazione comunale di cui il Sindaco è rappresentante legale.
E’ scorretto non assumersi le RESPONSABILITA’ POLITICHE facendo ricadere tutte le “colpe” sulla dirigente firmataria.
La sindaca e la sua giunta dovrebbero giustificarsi con gli operatori del settore informatico che avrebbero potuto partecipare ad una trattativa privata dalla quale si sarebbe prodotto un risparmio per le casse comunali.
Considerate le condizioni di disagio in cui versa il nostro comune, appare ECCESSIVO ED INTIMIDATORIO nominare un Avvocato per “valutare eventuali azioni legali” da intraprendere contro chi ha, semplicemente, informato la cittadinanza, gravando sempre sulle tasche dei cittadini.
La sindaca, invece di arrampicarsi sugli specchi, avrebbe fatto meglio ad assumersi le proprie responsabilità politiche.
O a rimediare ad eventuali “sviste” dei dirigenti di turno.
Nel merito di quanto affermato nel manifesto, ci saremmo aspettati un atteggiamento meno ostile, atteso che il contenuto dello stesso riportava cifre e dati pubblicati sull’Albo pretorio che non possono essere smentite da FARLOCCHI E TENDENZIOSI comunicati stampa.
Noi restiamo aperti ad dialogo e alla collaborazione, pur continuando ad informare correttamente la cittadinanza: L’INFORMAZIONE NON E’ DIFFAMAZIONE.
GRUPPO CONSILIARE “CARIATI UNITA”