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A 30 dei 92 operatori è arrivata la lettera di licenziamento. La denuncia dei lavoratori: “non è stata rispettata la proroga fino al 31 dicembre.

Senza nessun criterio di scelta sono state licenziate 30 persone con effetto immediato”.

Scoppia nuovamente la grana degli 92 operatori socio sanitari esternalizzati della Coopservice. O per meglio dire una parte di loro, 30 lavoratori che si sono visti recapitare a casa la lettera di licenziamento con effetto immediato.

 

Il caso degli Oss dell’Annunziata era scoppiato un paio di mesi fa quando l’azienda di Reggio Emilia aveva comunicato l’attivazione delle procedure di licenziamento collettivo entro il 30 settembre per gli operatori socio sanitari, tutti lavoratori in servizio presso la struttura sanitaria dell’Annunziata di Cosenza, con l’impossibilità di una ricollocazione.

Dopo le dure proteste dei lavoratori, anche con azioni eclatanti e sit-in alla cittadella regionale.

Il commissario Cotticelli, il dirigente Belcastro e il prefetto di Cosenza Galeone aveva provato una mediazione con la ditta provando ad annullare i licenziamenti, ma senza esito.

Ma in soccorso dei lavoratori (alcuni anche da oltre 20 anni) era arrivata la Regione Calabria approvando la legge “salvaprecari” che manteneva salvi i posti di lavoro fino al 31 dicembre.

Ma oggi, a 30 dei 92 Oss, è arrivata ugualmente la lettera del licenziamento della Coopservice con effetto immediato.

I lavoratori protestano sia perché non è stata rispettata la proroga al 31 dicembre, ma anche perché non si sa quale sia stato il criterio scelto dall’azienda nella scelta dei 30 lavoratori licenziati a casa a cui, sottolineano gli operatori, è stata pagata anche l’indennità di preavviso. I lavoratori si sono spostati in Prefettura.

Alcuni di loro, insieme ai rappresentanti sindacali, saranno ricevuti e chiederanno di mettersi subito in contatto con l’azienda e con il Commissario dell’AO di Cosenza, la Dott.ssa Panizzoli, che dovranno fornire delle risposte immediate.

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Luzzi.27 novembre 2019 – Circa 300 metri cubi di rifiuti sono stati posti sotto sequestro dai militari della Stazione carabinieri Forestale di San Pietro in Guarano a seguito di un controllo svolto su un cantiere interessato ai lavori di ristrutturazione per la messa in sicurezza della scuola comunale in disuso in località Gidora nel comune di Luzzi (CS).

 

 

 

 

I militari hanno constatato che i rifiuti generati da un intervento di demolizione erano stati depositati in parte in un piazzale e parte all’interno di locali della stessa struttura.

Rifiuti che sono stati depositati direttamente sul suolo nel piazzale, senza alcuna copertura e senza alcuna precauzione atta a ridurre rischi per la salute e per l’ambiente. In particolare vi erano depositati rifiuti in vari cumuli quali inerti di calcestruzzo, plastica e pannelli di cartongesso.

Oltre a tali rifiuti speciali vi era anche della lana di vetro classificata come rifiuto speciale pericoloso.

Dagli accertamenti effettuati si è constatato inoltre come questi rifiuti non siano stati smaltiti in tempi utili previsti, ossia con cadenza almeno trimestrale in quanto questi hanno superato il limite quantitativi previsto per legge prefigurando pertanto uno stoccaggio di rifiuti non autorizzato.

Inoltre i rifiuti speciali non pericolosi prodotti, erano depositati in modo incontrollato non rispettando l’omogeneità degli stessi, infatti, nei cumuli di rifiuti rinvenuti si constatava all’interno di essi il miscuglio di vari rifiuti.

Si è pertanto posto sotto sequestro i rifiuti e ipotizzato per due persone, ditta e subappaltatrice, il reato di gestione non autorizzata di rifiuti e deposito incontrollato.

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Cosenza 16 novembre 2019 – I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano hanno nei giorni scorsi sottoposto a sequestro una area di 2200 metri quadri con all’interno 300 metri cubi di rifiuti nel Comune di Caloveto, denunciando quattro persone a vario titolo per gestione illecita di rifiuti, falso, omissione di atti d’ufficio e contestuale realizzazione di discarica abusiva.

In particolare, durante un controllo sui rifiuti provenienti dai lavori edili effettuati in una Piazza di Caloveto è emerso che gli stessi venivano gestiti al fine dello smaltimento come terre e rocce da scavo falsificandone gli atti in modo tale da evitare il recupero o lo smaltimento in discarica autorizzata.

L’area oggetto del sequestro è risultata essere una vecchia discarica per rifiuti solidi urbani dismessa da diversi anni per il quale l’Amministrazione Comunale ha attivato una procedura di bonifica ricevendo la comunicazione di ottenimento di un finanziamento da parte della Regione Calabria al fine di procedere al “ripristino ambientale” della stessa.

A seguito di tali accertamenti i militari hanno deferito alla Procura della Repubblica di Castrovillari, amministratori, tecnici comunali, direttori dei lavori e responsabile del procedimento.

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