
La Polizia di Stato ha eseguito 15 ordinanze di custodia cautelare ed effettuato numerose perquisizioni domiciliari.
Le misure cautelari sono state emesse dalla Procura della Repubblica di Cosenza a carico di altrettante persone dedite allo spaccio di eroina, cocaina e hashish.
Gli spacciatori si approvvigionavano della droga dal clan di 'ndrangheta ''degli zingari'' pur non essendo organici a gruppi criminali.
L'inchiesta denominata “Operazione spada” ha avuto inizio con l'arresto di Delphine Perrone, 33 anni, avvenuto il 4 ottobre del 2012.
Da una lunga ed accurata serie di accertamenti svolti dalla squadra mobile della Questura cosentina diretta dal Questore dott. Alfredo Anzalone un quadro che lasciava emergere una struttura articolata, che aveva il centro storico cosentino come cuore dell’attività di spaccio finalizzata a rifornire a vari assuntori eroina, cocaina, hascisc e marijuana
Il dirigente della Squadra Mobile, Antonio Miglietta, ha sottolineato. “C’è una controtendenza a Cosenza che inizia a diventare una costante, che è l’utilizzo di eroina che sembrava negli ultimi anni andata in desuetudine, ma che ora, anche per il prezzo basso del mercato sta rientrando e dunque aumenta il numero dei suoi consumatori”.
Un applauso “ironico” dei parenti degli arrestati ha accolto gli agenti al momento dell'arrivo in questura, i parenti degli arrestati.
Preoccupante il quadro presentato dal sig Questore .
Da un lato spacciatori che cedevano la droga per comprare il motorino piuttosto che abbigliamento firmato.
Ma ha sottolineato il dirigente "Spacciavano a gente che è disperata che si bucavano dovunque, davanti alle scuole, all'ospedale, senza alcuna precauzione igienica, con la stessa siringa si bucava più di uno, e qualcuno aveva anche l'Aids....una situazione di disperazione totale e assoluta. Questa operazione è servita per tutti poveri ragazzi che sottostanno a questa malattia, che è la tossicodipendenza".
Allarmante è che l’uso di eroina tra le donne
Ecco gli arrestati:
Le persone arrestate:
- Filice Walter - nato a Cosenza l'11.05.1993 (custodia in carcere)
- Sacco Mario detto Murizio - nato a Cosenza il 12-09-1962 (custodia in carcere)
- Paura Marco - nato a Cosenza il 02-10-1988 (già detenuto agli arresti domiciliari)
- Aiello Michele - nato a Cosenza il 20-06-1989 (custodia in carcere)
- Presta Angelina - nata a Cosenza il 30-09-1986 (obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria)
- Lorenzo Italo Luigi alias u' nasone - nato a Simeri Crichi (Cz) il 14-10-1962 (custodia in carcere)
- Anzillotti Carmine - nato a Cosenza il 309-08-1989 (arresti domiciliari)
- Liguori Rolando - nato a Rose (Cs)il 01-06-1974 (arresti domiciliari)
- Ritacco Agostino - nato a Cosenza il 15-08-1980 (custodia in carcere)
- Cardellicchio Salvatore - nato a Cosenza il 25-12-1974 (arresti domiciliari)
- Mastroianni Francesco detto Gianfranco - nato a Cosenza il 02-08-1972 (arresti domiciliari)
- Di Fino Antonio alias u' cinese - nato a Cosenza il 31-03-1988 (custodia in carcere)
- La Ratta Andrea - nato a Cosenza 30-03-1977 (arresti domiciliari)
- Iulianelli Aldo - nato a Cosenza il 21-07-1988 (già detenuto - custodia in carcere)
- Perri Daniele - nato a Cosenza il 10-10-1988 (arresti domiciliari)
Pietro Citrigno è l’ex editore di Calabria Ora oggi diventato L’Ora della Calabria , il quotidiano che versa in stato di crisi e che rischia di chiudere .
Alessandro Bozzo è il giornalista dello stesso quotidiano che si suicidò nel marzo scorso all’eta di 40 anni nella sua casa di Marano Principato.
La Procura di Cosenza in conseguenza del suicidio iniziò accurate indagini
Ora, a conclusione di tali indagini condotte dal sostituto procuratore Domenico Airoma e dal pm Maria Rosa Cerchiara la Procura di Cosenza ha chiesto la citazione diretta a giudizio per l'ex editore di “Calabria Ora” Piero Citrigno.
L’accusa che viene formulata nei confronti del Citrigno è quella di violenza privata nei confronti del giornalista.
La richiesta avanzata dagli uffici giudiziari sotto il profilo tecnico equivale a una richiesta di rinvio a giudizio e dovrà essere vagliata dal Tribunale di Cosenza, che dovrà fissare la data del processo.
Per questo reato è prevista una pena inferiore a quattro anni.
La chiusura delle indagini preliminari fu notificata a Citrigno nello scorso mese di novembre.
Secondo l’accusa l'ex editore avrebbe costretto Bozzo a sottoscrivere atti nei quali «dichiarava, contrariamente al vero, di voler risolvere consensualmente il contratto di lavoro a tempo indeterminato con la predetta società, senza avere nulla a pretendere e rinunciando a qualsiasi azione e/o vertenza giudiziaria».
Successivamente, secondo i pm, a Bozzo sarebbe stato in qualche modo imposto di firmare un contratto di assunzione a tempo determinato «quale unica alternativa alle dimissioni».
E il giornalista, che era sposato e padre di una bambina, secondo alcune testimonianze rese dai suoi colleghi, avrebbe definito la sigla di questo accordo come «un'estorsione».
Riceviamo dal Corpo Forestale dello Stato di Cosenza il seguente comunicato.
Cosenza, 15 Gennaio 2014 – Il personale del Comando Stazione Forestale di Trebisacce, dipendente dal Comando Provinciale di Cosenza, impegnato in un servizio di vigilanza ambientale nei territori dell’Alto Ionio Cosentino, ha sorpreso un uomo mentre si disfaceva delle acque di vegetazione provenienti dall’attività di molitura delle olive di un frantoio locale, riversandole sul suolo all’interno di un bosco di querce, nel comune di Oriolo.
L’uomo di Trebisacce operaio del frantoio, con un’autocisterna appositamente allestita e documentazione di accompagnamento del carico, destinato all’utilizzo agronomico mediante spandimento superficiale su terreni agricoli, si è invece disfatto delle acque di vegetazione riversandole all’interno dell’area boscata grazie ad un grosso tubo direttamente collegato alla cisterna contenente i reflui.
Le acque reflue di frantoio sono note per i loro effetti tossici sulle piante e altamente inquinanti per il suolo, pertanto il loro riutilizzo in agricoltura è regolamentato da rigide norme di carattere tecnico e amministrativo proprio per scongiurare gli effetti tossici che possono causare all’ambiente. Il tempestivo intervento del personale forestale ha interrotto l’attività illecita in atto, il mezzo è stato posto sotto sequestro e l’autore è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Castrovillari, in concorso con il titolare del frantoio.
CORPO FORESTALE - Piazza XI Settembre, 87100 Cosenza – email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; tel. 0984 791682 – fax 0984 793007