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La domanda si impone alla luce di quanto sta accadendo nel comune di Rossano

 

Il comune di Rossano è, come noto, attualmente gestito dal Commissario Prefettizio, Aldo Lombardo.

Il commissario prefettizio è alle prese con il bilancio: per tutti i comuni una operazione difficile

 

Anche a Rossano dove “la situazione dei conti pubblici ha imposto, all’atto dell’insediamento commissariale, una severa ricognizione delle entrate ed una valutazione, tutt’ora in atto, delle uscite.

Per come hanno sottolineato i Signori Revisori dei Conti nella loro relazione al Commissario Straordinario, sono indifferibili ed urgenti misure di correzione della spesa, maggior recupero delle entrate, per evitare che il Comune possa finire in dissesto con le conseguenze  catastrofiche e con la cancellazione di servizi oggi in essere.

È bene partire da queste considerazioni per evitare suggestive rappresentazioni su come erano i conti pubblici fino a qualche mese fa e su come sarebbero diventati improvvisamente di segno negativo. Il Commissario ed i Dirigenti tutti si stanno adoperando per un risanamento, pur nella brevità dei termini temporali a disposizione.

 

Certamente non verranno tagliati servizi primari, non si toccheranno le categorie più deboli, ma nemmeno è più pensabile che il Comune possa erogare tutto e gratuitamente.

Necessitano le giuste correzioni in termini di tariffe, di esazioni di crediti mai riscossi, di modifiche tariffarie che tengano conto delle fasce sociali meno abbienti ma che rispettino i principi di recupero contributivo propri, in specie dei servizi a domanda individuale, per come già segnalato dalla Corte dei Conti nel 2013. Ecco quindi la necessità di evitare allarmismi in questa o in quella categoria, consapevoli che in ogni servizio erogato sono coinvolti soggetti che traggono il loro sostentamento economico da quel lavoro. Nei pochi mesi che rimangono verranno portati avanti programmi di risanamento economico-finanziario, sempre compatibili con i principi sopra indicati”.

 

Al di la delle affermazioni teoriche sembra invece che siano stati ridotti i servizi scuolabus, al punto che il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo Rossano 1, Prof. Antonio Franco Pistoia, lamentando l’incompleto ed insufficiente funzionamento del servizio scuolabus si è rivolto al Prefetto di Cosenza dott. Gianfranco Tomao.

Un vero e proprio esposto.

Vi chiederete a chi , allora si poteva , e doveva, rivolgere, mancando il sindaco se non al superiore gerarchico del commissario prefettizio, come se egli fosse una estensione della Prefettura ?

 

Il dirigente sostiene che gli scuolabus sono un diritto per gli studenti ed anche un obbligo per il comune per garantire ai tanti alunni, residenti in zone di montagna e in alcune frazioni della città bizantina, di frequentare regolarmente le lezioni..

Il sindaco, e nel caso il commissario, sa che se non si corregge il bilancio si rischia il dissesto, con gravi ripercussioni proprio sui servizi.

Aspettiamo che il prefetto Tomao si pronunci.

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ROTONDA, 5 aprile 2016 – Due uomini di Orsomarso (cs) sono stati  deferiti alla Procura della Repubblica di Paola per danneggiamento e furto di piante.

 

Il provvedimento arriva al termine di una accurata indagine del Comando Stazione del Corpo Forestale di Campotenese a seguito di alcuni tagli furtivi rinvenuti in c.da Armarotonda del Comune di Orsomarso, area questa ricadente in “Zona 1” del Parco Nazionale del Pollino e di difficile accesso per la morfologia del territorio.

 

Nei pressi di questa area è stato trovato al’interno di un piazzale della legna depezzata le cui indagini, a cui hanno partecipato anche i reparti di S.Agata D’Esaro ,Morano e Saracena,  hanno confermato provenire dalla località oggetto del taglio furtivo.

In particolare questo piazzale veniva usato per depositare il materiale trafugato prima di essere trasportato con un mezzo presso la destinazione finale.

 

Dai controlli effettuati sono stati posti sotto sequestro circa 35 quintali di legna già depezzata e tutta l’area interessata al taglio abusivo di 376 piante di Leccio di proprietà del Comune. 

 

Area demaniale nella quale è stata rinvenuto anche diverso legname giacente sul letto di caduta ancora non lavorato e recuperato (circa 200 quintali).

Il taglio furtivo ed irrazionale delle piante ha denudato il soprassuolo creato degli spazi che potrebbero compromettere  l’integrità idrogeologica della zona topografica a causa della pendenza elevata.

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Scoppia il caso Rende e la commissione parlamentare antimafia scende a Reggio Calabria.

 

Per fortuna (e non si sa fino a quando) esiste una stampa ancora libera che insiste nelle domande.

Claudio Fava va dritto al nodo del rapporto perverso fra 'ndrangheta e politica che contamina non solo l'intero tessuto amministrativo regionale, ma anche i partiti incluso il suo Pd ed afferma :«Non c'è solo un caso Rende, c'è un caso Calabria».

 

Come a dire : “ Così fan tutte”.

Rosy Bindi , invece, cerca di glissare «Siamo nella Calabria di sotto, quando saremo nella Calabria di sopra ne parleremo».

Ma i cronisti insistono e sollecitano le sue risposte.

Ed allora la Bindi rivendica l'operato della commissione parlamentare, che prima dell'arresto di Principe aveva esaminato il caso Rende e le conclusioni di quella commissione d'accesso che ha deciso di non sciogliere il Comune.

E dice : «Non avevamo torto noi. Eventualmente c'erano state delle carenze da parte di chi ha fatto il lavoro di accertamento».

Poi continua Fava: «La vicenda di Rende non è lontana da altre cronache che da tutta la Calabria ci sono arrivate. C'è un tema complessivo, che affronteremo nei due anni di legislatura che ci restano, che è il rapporto fra mafia e politica».

 

Ovviamente, insiste “bisognerà vedere cosa tireranno fuori i magistrati, però è una vicenda che pretende particolare attenzione. C’entra anche il Pd e un dirigente che aveva, ha avuto, ha pesi, responsabilità e ruoli di particolare rilievo. Per questo, non possiamo limitarci all'analisi della vicenda in sé ma il modo in cui una stagione di governo è stata inaugurata anche attraverso l'ombra di un sospetto pesante”.

E poi insiste : «confinare il problema del rapporto fra 'ndrangheta e politica esclusivamente alla vicenda di Rende sarebbe un errore di prospettiva, perché è una questione che riguarda tutte le province . Ovunque c'è capacità di infiltrazione, di controllo, di condizionamento delle amministrazioni. È particolarmente imbarazzante quando scopriamo che in un Comune viene rieletto il sindaco, il cui Consiglio comunale era stato sciolto due anni prima, che era considerato incandidabile, ma nonostante questo si ricandida, viene rieletto e con grande senso di impunità ritiene che quel paese sia cosa sua”.

 

Due le domande:

-le commissioni di accesso sono ancora utili?

-la politica in Calabria è autonoma rispetto alla ,ndrangheta, alla massoneria, alle lobby varie?

Una la riflessione:

-e’ corretto dire che si tratta di un effetto del renzismo se le date scendono a quando Renzi era sindaco di Firenze?

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