
Tutti e sei dovranno rispondere per il delitto di inquinamento ambientale, a seguito dello sversamento di liquami non depurati nel fiume Crati.
Il Nipaaf di Cosenza con il supporto di militari delle Stazioni carabinieri Forestali e del Comando provinciale di Cosenza, hanno questa mattina dato esecuzione al decreto, emesso dal gip del Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura della Repubblica, di sequestro preventivo del depuratore consortile Valle Crati in contrada Coda di Volpe a Rende.
Le indagini, condotte mediante intercettazioni telefoniche e videosorveglianza, hanno permesso di accertare che, in concorso tra loro, gli indagati, dipendenti della Geko Spa, società incaricata della gestione dell’impianto di depurazione, scaricavano illegalmente un ingente quantitativo di liquami direttamente nel fiume Crati.
Gli operai, seguendo le direttive impartite, usando due bypass, uno generale in testa all’impianto e uno posto a monte della sezione ossidativa, sversavano ripetutamente quantitativi di liquami, senza effettuare alcun tipo di trattamento depurativo.
L’operazione è frutto di una attività investigativa condotta dal Nipaaf di Cosenza, Nucleo investigativo dei carabinieri forestali, scaturita nei mesi scorsi da un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Cosenza.
Un esposto senza il quale, probabilmente, non si sarebbe riusciti ad arrivare alla verità.
Durante alcuni controlli, gli stessi operanti nell’impianto, hanno nascosto la modalità illecita della gestione del depuratore, simulando il normale funzionamento della linea depurativa, per poi, una volta terminato il controllo, azionando il sistema illecito, ritornare a scaricare direttamente nel fiume consapevoli che alcune sostanze non fossero in linea con i valori tabellari previsti dalla normativa e falsificando inoltre gli esiti delle analisi inviate alla Provincia di Cosenza.
Il livello di compromissione ambientale è stato confermato dai dati dell’Arpacal che evidenziano come il livello di escherichia coli nel punto di sversamento è superiore di quasi cento volte rispetto a quello misurato più a monte.
Molto alti anche i paramenti relativi all’azoto ammoniacale, tensioattivi anionici B.o.d. e C.o.d.
L’impianto dopo il sequestro è stato affidato ad un custode giudiziario nominato dal gip, il quale ha ricevuto incarico di gestirlo senza causare alcuna interruzione del servizio.
Lo sversamento ha provocato una compromissione e un deterioramento, significativo e misurabile, delle acque del Fiume Crati e del relativo ecosistema alterandone composizione chimica, fisica e batteriologica nonché l’aspetto e l’odore.(dal web)
Questo il comunicato stampa
Acri: (cs) 31 gennaio 2018 - Nei giorni scorsi i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Acri durante una attività di controllo del territorio volta al contrasto degli illeciti in
materia di utilizzazioni boschive, hanno posto sotto sequestro un’area di 17.000 mq sita in località “Apriglianese” nel Comune di Acri (CS) e denunciato due persone, per reati che vanno dalla distruzione e deturpamento di bellezze naturali al falso in atto pubblico.
L’intera superficie era stata interessata da un taglio raso, contrariamente ad ogni normativa regionale.
Inoltre, dalle indagini è emerso che il bosco sarebbe stato falsamente classificato come un bosco ceduo di castagno in modo tale da poter effettuare il taglio presentando una semplice comunicazione anziché richiedere l’autorizzazione da parte della Regione Calabria.
Gli scrupolosi accertamenti eseguiti all’interno dell’area boscata hanno condotto i militari a constatare che il bosco in questione era caratterizzato da una fustaia costituita in prevalenza da conifere.
Tutti i tagli boschivi relativi ai boschi di alto fusto sono soggetti a preventiva progettazione ed autorizzazione regionale rilasciata dal competente “Settore Area Territoriale Settentrionale” della Regione Calabria e non di una mera comunicazione.
Tale complessità normativa è dovuta al fatto che i boschi di alto fusto, condizione spontanea di sviluppo dei boschi naturali, sono ecosistemi complessi che svolgono moltissime funzioni benefiche per l’uomo legate alla stabilità dei terreni, al clima ed alla biodiversità, con cicli di vita di alcuni secoli.
Di fatto i diametri di notevoli dimensioni rilevati nell’area fanno giustamente supporre che siano stati tagliati esemplari di pino secolari.
Le ceppaie erano state ricoperte da terreno e ramaglie per essere occultate e nascondere in tal modo il taglio illecito, ma un’accurata ispezione dei luoghi ha permesso comunque l’individuazione delle stesse.
I Carabinieri Forestali hanno rilevato il taglio abusivo di 500 piante di essenze varie in prevalenza pino nero.
Nell’area sono stati eseguiti inoltre movimenti di terreno per la realizzazione di una pista forestale utilizzata per lo smacchio lunga 150m.
Oltre al deferimento all’Autorità giudiziaria sono state elevate sanzioni amministrative per 57.000 Euro.
Ndr. Mah ! Ancora una volta la Forestale arriva, ma arriva tardi. Arriva, cioè, DOPO che il danno è stato fatto e gli alberi sono stati tagliati .
Il 4 marzo andremo a votare per il rinnovo del Parlamento Italiano e nel Collegio maggioritario di Cosenza troveremo, grazie a Renzi, il nome di Giacomo Mancini che corre con il Pd e se dovesse vincere entrerebbe in Parlamento non per meriti propri ma grazie a una storia di cambi di casacca e giravolte inimmaginabili.
Giacomo è nipote dell’On. Mancini, già Sindaco di Cosenza, tante volte Ministro e Segretario Nazionale del glorioso Partito Socialista Italiano.
E’ nato, dunque, Socialista.
Viene eletto Deputato la prima volta con i DS, rieletto con i radicali con la Rosa nel Pugno, Assessore Regionale in Calabria nella Giunta di Scopelliti (centro destra), sostenitore di Denis Verdini nelle elezioni amministrative di Cosenza in opposizione ad Occhiuto, ora, 2018, candidato col Pd.
Ne ha fatta di strada il giovanotto. Caspita!
Ora aspetta un altro miracolo.
Sarà difficile che venga eletto nella sua Cosenza, troppi candidati eccellenti concorrono per l’unico seggio. Però non è detto.
Un nuovo e strano miracolo potrebbe avverarsi.
Dovrà aspettare ancora un po’ e sperare che un suo ex amico o compagno venga eletto Deputato, guarda un po’ il caso, nel medesimo collegio: Orsomarso, Consigliere Regionale in carica con Forza Italia.
Se venisse eletto Deputato Orsomarso che tutti lo danno quasi certo, dovrebbe lasciare la carica che occupa e così Giacomo Mancini potrebbe entrare, e questo sì che è culo, grazie a Berlusconi, nel Consiglio Regionale della Calabria con Forza Italia, essendo il primo dei non eletti nella tornata elettorale di alcuni anni fa.
Che destino crudele.
Quante giravolte deve fare questo pargolo per campare.
Ma chi è veramente costui?
E’ un socialista, è un renziano, è un berlusconiano, è un verdiniano, è un pdiota, è un meloniano.
E’ tutto e nessuno.
Aspira ad essere Deputato o Consigliere Regionale e sedersi nelle comode poltrone di Montecitorio o di Palazzo Campanella.
Il resto non conta.
In questa tornata elettorale, dunque, giocherà su due fronti consapevole che se non andrà a Roma con il centrosinistra andrà verso Palazzo Campanella col centro destra.
La passione politica che gli ha trasmesso il nonno è rimasta, la coerenza no.
Gian Antonio Stella alcuni anni fa così ha intitolato un suo articolo sul Corriere della Sera:-Il rampollo volubile cambia sempre bandiera –
Il riferimento, ovviamente, era rivolto all’ultimo cambio di casacca del nipote dell’illustre e compianto Ministro e Sindaco di Cosenza On. Mancini, passato in pochissimo tempo dal centro sinistra a Forza Italia per far attracco oggi verso il porto renziano, ritenuto più sicuro, visto il vento che spira.
Indimenticabile – concludeva Stella – il giudizio di Mancini Junior su fedelissimi che non l’avevano seguito nell’addio al partito di Berlusconi (voltagabbana) e una pagina Facebook in cui incitava a voltare pagina:- A casa i faccendieri, i saltimbanchi, i collezionisti di incarichi e prebende-
Un gigante, non c’è che dire.