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Redazione TirrenoNews

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Come dichiarato, la Nuova Primavera sta per iniziare gli incontri con le associazioni , gli organismi sindacali e quanti altri soggetti collettivi abbiano interesse ad essere auditi per contribuire alla formazione di un progetto programmatico condiviso.

Gli incontri cominceranno stasera e continueranno nei prossimi giorni.

Si tratta, come intuibile, di un processo fortemente democratico ed oggettivamente poco praticato dai partiti e pseudo partiti amanteani.

Oggettivamente, le liste civiche alla ricerca in primis della formazione propria identità , quale sintesi di visioni, interessi e quant’altro utile alla città, sono fortemente inibiti a processi similari, così che quello da porsi in essere da parte della Nuova Primavera potrebbe essere se non l’unico elemento di democrazia quanto meno una rarità nelle prossime competizioni elettorali.

L’occasione è stata offerta dall’interessante convegno sulla “Case sciullate” promosso ed organizzato dalla Fidapa nepetina e che ha visto un deciso orientamento di contestazione delle omissioni delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi decenni.

Un convegno per parlare del centro storico abbandonato.

Un convegno per parlare della incredibile e vergognosa situazione delle “Case sciullate” .

A promuovere la attenzione della Fidapa la signora Santa Gallo che da anni è difficoltata ad andare nella propria abitazione sita in via Duomo, una strada pubblica chiusa per i crolli e l’ulteriore pericolo di crollo di una casa bombardata il 20 febbraio 1943, cioè 71 anni fa.

Eppure la signora Gallo le ha provate tutte.

Ha sollecitato il comune di Amantea, ma inutilmente

Ha sollecitato la soprintendenza ai beni storici, ma inutilmente

Ha sollecitato la Protezione civile, ma inutilmente

Ha sollecitato perfino la procura della repubblica presentando un preciso esposto, ma ( lei ha dichiarato) inutilmente

È perfino andata da Lubrano che è l’unico ad essere intervenuto( in sala è stato proiettato in dvd della trasmissione).

Ha interessato Striscia la notizia, ma inutilmente

Sembra si tratti di un fatto civilistico ricadente nell’alveo dell’Art. 2053 del codice civile al titolo. Rovina di edificio il quale recita che “Il proprietario di un edificio o di altra costruzione è responsabile dei danni cagionati dalla loro rovina, salvo che provi che questa non è dovuta a difetto di manutenzione o a vizio di costruzione”

Il problema è che la rovina dell’edificio ha interrotto una strada pubblica ed il comune aveva ed ha l’obbligo da un lato di chiuderla inibendone l’uso ma di tal fatta che non avendo imposto al proprietario dell’immobile la sua messa in sicurezza concorre ai danni a tutti coloro che da anni non possono utilizzare la strada pubblica.

GB Morelli consigliere provinciale presente al convegno ,salutato dalla presidentessa della Fidapa e chiamato in causa per il problema delle “Case Sciullate” non si è sottratto ad un intervento ( pensava di passare un sereno sabato, tranquillo) e dopo aver fatto notare la assenza dell’amministrazione comunale ( non c’è nessuno dell’amministrazione, sono andati via, intelligentemente) ha precisato che lui non intende candidarsi quale sindaco di Amantea. Le esatte parole sono state “ Non sono candidato a sindaco e quindi non parlo per interesse”.

Ora la signora Gallo aspetta la soluzione al suo decennale irrisolto problema ma stavolta la Fidapa è con lei.Giovanni Battista Morelli

Dalla miniatura di Skylitzes di Madrid dell’assedio di Amantea la occasione unica di conoscenza di una parte della storia poco nota della nostra città

Tra i tanti dominatori del territorio amanteano come dimenticare i Bizantini ed in particolare la storia della “reconquista” della città da parte di Niceforo Foca il vecchio che nell’885-886 espugna la città?.

Hanno fatto bene il dr Aldo Andreani e gli altri amici di “Prospettive” a chiedere a Roberto Musì di ricordare o meglio di far conoscere questa parte di storia locale indagata e conosciuta da pochi.

E questo non soltanto per le qualità storiche del relatore, ma anche per il fatto che Musì sembra un “poeta” della storia, un poeta che incanta le platee, e non fa mai venir meno la sua e la altrui attenzione, che affascina per la vastità del suo discettare su fatti antichi del nostro territorio.

Puntuali i suoi richiami storici, puntuali e completi , organica a sua trattazione.

Tutto inizia con “l’immagine raffigurante Amantea assediata, dipinta a colori e per nulla sbiadita, molto bella artisticamente e ben disegnata ……con a sinistra i bizantini del generale Foca, armati fino a denti con lance e spade e schierati in battaglia contro le mura della città. Più avanti poi un altro gruppo di soldati più audaci sta per scalare le mura fortificate, mentre a destra gli assediati come intimiditi e in preda alla paura, stanno per soccombere”. Una descrizione che permette anche senza vederla di capire la piena e profonda bellezza dell’immagine di Skylitzes .

E via di seguito con una ricchezza di informazioni come la probabile costruzione del primo approdo e delle prime robuste fortificazioni proprio a cura dei bizantini che in questa collina invasa dalle acque del tirreno videro “un luogo , posto nelle estreme vicinanze dei Longobardi (vedi Tarife di Longobardi) , che aveva la possibilità ed opportunità di essere un avamposto.

E poi di seguito l’epoca dell’arrivo 535-553 quando Narsete caccia i Goti, poi la elevazione di Amantea a sede vescovile ( 730) come consta dalla lista delle diocesi nota come Diatyposis dell’imperatore Leone VI° composta al principio del X secolo.

Ed ancora l’arrivo dei saraceni che dall’839 si assicurano la conquista della Sicilia e che sotto la guida di Al-Abbas Ibn-al-fad si lanciano alla conquista del continente fino a che nell’846 sembra prendano la città di Amantea riconoscendone la sua importanza quale approdo ed avamposto insediandovisi ed elevandola ad emirato.

E di seguito nell’885-866 dopo 40 anni, e successivamente al fallimento dell’assedio da parte delle truppe bizantine guidate dal generale Massenzio, la riconquista a cura di Foca.

Non finisce qui perché sembra che intorno al mille , 970-1020, le truppe dell’emiro Ibrahim Ibn Amhed rioccupano Amantea e vi si insediano per altri 50 anni

Ed infine ancora una volta la loro cacciata da parte delle truppe del generale Thema tra il 1025 ed il 1032.

Date, nomi, richiami di storici locali (tra tutti Cenzino Segreti , Enzo Fera e Gabriele Turchi) e non(tra tutti Giosuè Musca, Angelo Arioli, Al-Idrisi, Michele Amari, Cristina Tonghini,Luigi Maria Ugolini, Giovanni Battista Moscato, eccetera), una finestra aperta su un pezzo importante della nostra storia locale e regionale, una opportunità per la sua conoscenza.

Pregevole, per concludere , la introduzione della professoressa Pina Ferraro Perciavalle che ringraziamo in uno alla associazione Prospettive, ed all’amico Roberto Musì.

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