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Redazione TirrenoNews

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Il numero di morti in Cina causato dal nuovo ceppo di influenza aviaria e' salito a nove. Il ceppo H7N9, contro il quale le autorità cinesi hanno annunciato un vaccino che dovrebbe essere pronto in pochi mesi, ha già contagiato 28 persone, tutte nella parte orientale del Paese. Quattro nuove persone sono state contaminate dal virus, due a Shanghai e due nella provincia di Zheijiang, uno dei quali sarebbe in gravi condizioni.

La fonte del contagio ancora non e' chiara, anche se le autorità sanitarie cinesi hanno fatto dei test che hanno avuto risultato positivo in alcuni mercati di pollame.

L'Oms per ora ha detto che non c'e' stato alcun caso di contagio interumano, ma sta facendo accertamenti su due gruppi famigliari che potrebbero esseri contagiati tra di loro, e nel caso si tratterebbe del primo caso di trasmissione del virus da uomo a uomo. (AGI)

Attualmente gli infettati in Cina sono 13 a Shanghai, 8 a Jiangsu, 5 a Zhejiang e 2 ad Anhui. Come si può notare rispetto alla precedente notizia l’aviaria si è diffusa anche alle ultime due città.

Il virus non pare comunque molto infettivo. Le autorità sanitarie cinesi lunedì hanno reso noto che 621 persone sono state in contatto diretto con gli infettati, ma non hanno riportato alcun sintomo anomalo.

Sempre secondo l’AGI, il Washington Post cita il colonnello cinese dell'Esercito di liberazione del popolo, Dai Xu, il quale ha affermato che il nuovo ceppo di influenza aviaria che ha colpito la Cina e' opera di un complotto americano, e che si tratta di un'arma bio-psicologica che ha lo scopo di destabilizzare il Paese

Le affermazioni di Xu, pubblicate su un social network, sono state condivise da più di 30mila utenti e ora i profilo dell'ufficiale e' seguito da 250mila persone, tanto da attirare l'attenzione dei media cinesi.

Il colonnello e' un docente della National Defense University

Lunedi' 8 aprile, la vice premier Liu Yandong, ha effettuato una vista al Centro Cinese per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie da dove ha ribadito l'attenzione con cui il Presidente Xi Jinping e il vice premier Li Keqiang stanno monitorando il contagio del virus. Liu ha poi esortato le autorità competenti e il personale medico ad intensificare gli sforzi per il trattamento dei pazienti contagiati e a prendere misure concrete per evitare il diffondersi dell'epidemia.

 

Nell’immaginario collettivo acqua e rifiuti stanno proprio agli antipodi: mentre la prima richiama alla vita, alla pulizia, a un bene di cui non si può assolutamente fare a meno, quando invece dobbiamo pensare ai rifiuti immediatamente ci viene in mente la sporcizia, il marciume e il fetore.

Eppure acqua e rifiuti, o meglio le loro gestioni, sono due settori che nella nostra regione hanno spesso seguito un percorso comune, fatto di inchieste, di truffe, di sperperi, di incapacità di affrontare e risolvere le tante problematiche che negli anni si sono prodotte.

A confermare questo stretto legame basterebbe solamente citare la Veolia, la multinazionale francese che per anni ha fatto il bello e il cattivo tempo nella gestione dell’acqua, in qualità di partner privato nella Sorical SpA, e dei rifiuti, con la gestione dell’inceneritore di Gioia Tauro e degli impianti del distretto Calabria Sud.

La Veolia, travolta dagli scandali, ha praticamente abbandonato la Calabria, naturalmente con le tasche belle piene e senza aver pagato nulla per le tante nefandezze combinate, a partire dalla vergogna dell’invaso dell’Alaco per arrivare agli impianti di trattamento RSU che funzionano a singhiozzo.

La giunta regionale, piuttosto che apprendere dagli errori commessi, non riesce a proporre altro che le stesse pseudo-soluzioni che fino ad oggi non hanno prodotto un solo risultato positivo, ma hanno accumulato criticità su criticità. A nulla pare sia servito neanche lo schiacciante pronunciamento della maggioranza della popolazione italiana che, nei referendum del 2011, si è schierata per la gestione pubblica dei servizi locali.

L’abbandono della Veolia, insieme alla chiusura della lunga stagione del Commissariamento per l’emergenza ambientale, possono rappresentare un momento di svolta per questa regione, mettendo finalmente e definitivamente da parte logiche “prenditirici” nella gestione dei servizi locali, per puntare a gestione pubbliche, trasparenti, partecipate. Ma così non è, e lo dimostrano i vari interventi degli assessori regionali che insistono ancora sullo stesso modello gestionale.

Per questo abbiamo deciso di proporre una legge di iniziativa popolare che punti a una gestione pubblica del Servizio Idrico Integrato, a partire dall’affidamento delle attuali competenze della Sorical a un’azienda speciale pubblica: l’ABC Calabria.

Con lo stesso spirito abbiamo deciso di aderire alla campagna nazionale per la legge di iniziativa popolare “Rifiuti Zero”, che riteniamo un primo passo necessario per mettere fine alla logica fallimentare della gestione dei rifiuti attraverso il binomio discariche-inceneritori. Un primo passo che, soprattutto in una regione come la nostra dove gestione dei rifiuti è stato spesso sinonimo di ‘ndrangheta o multinazionali, deve proseguire obbligatoriamente nel rivendicare una gestione pubblica del sistema di raccolta e delle discariche di servizio.

Domenica 14 aprile, in concomitanza con il resto del Paese, saremo in piazza per il Firma Day, ossia l’apertura ufficiale della campagna per la legge “Rifiuti Zero”. Nei nostri banchetti proporremo entrambe le campagne di raccolta firme, convinti che la realizzazione di una società migliore passi attraverso la ripubblicizzazione di tutti quei servizi locali affidati ai privati in anni di ubriacatura neoliberista. A tutti i comitati e le realtà locali impegnate nell’una o nell’altra campagna, chiediamo di fare altrettanto.

Riceviamo dal Comitato Ricostruiamo il ponte sul Savuto e pubblichiamo la seguente LETTERA APERTA

All Sig. Giovambattista Romano

C/o Gazzetta del Sud

Egr. Sig. Romano, Le scriviamo in merito al suo articolo (Gazzetta del Sud, 8 aprile u.s.), in cui espone le ragioni del Presidente Ruperto nel voler sciogliere il Comitato “Ricostruiamo il ponte Savuto”.

Sinceramente non comprendiamo né il senso e né la necessità di un simile intervento, né da parte sua né da parte del Presidente Ruperto.

A parte il taglio fiabesco, e le innumerevoli imprecisioni, che denotano una scarso approfondimento della vicenda, ci saremmo aspettati dalla stampa meno metafore e più ciccia: la questione è il PONTE o l’attribuzione di un titolo di PRESIDENTE? Forse i signori con cui Lei ha parlato hanno trascurato di dirle che il comitato non si è mai dato un presidente, ma un semplice ufficio di coordinamento.

Chissà perché dopo tanto tempo dallo scioglimento del Comitato, da noi annunciato immediatamente, Lei ritiene giornalisticamente interessante porre tanta attenzione su ciò usando poi un lessico così pittoresco, prestandosi, ci consenta, ad una vera e propria operazione di killeraggio nei riguardi di chi dedica il proprio tempo nel perseguire una causa comune conducendo una battaglia di civiltà. Questi metodi riportano la memoria ad antichi retaggi di una politica becera e arcaica, basata sul tentativo di screditare l’avversario e non di esporre le proprie legittime ragioni ed opinioni, che evidentemente sono inconsistenti o non argomentabili.

Una simile vicenda era già avvenuta tempo fa, ed è proprio da li che Lei dovrebbe partire se veramente interessato a capire le ragioni di scioglimento del Comitato.

Noi crediamo che un giornalista, specie se di prestigio, come Lei è, debba sempre verificare le proprie fonti e non lasciarsi incantare da sirene, falchi, colombe, o tantomeno da iene.

Detto ciò, la invitiamo ad un confronto dialettico presso la tana dei lupi famelici, cioè nei pressi del ponte. Non fraintenda, sarà un confronto civile, niente più di una chiacchierata tra amici, nel corso della quale potrà verificare di persona la ferocia di chi Le scrive e ascoltare le argomentazioni per le quali intendono spendersi e non i pettegolezzi di chi non sa, o non ha, nulla da dire o teme di essere oscurato da altri.

Speriamo non Le dispiaccia se per l’occasione estendiamo, sin da ora, l’invito ad alcuni suoi colleghi. Non ci dispiacerebbe la presenza del PRESIDENTE Ruperto a cui Lei, se lo vorrà, potrà accompagnarsi, sarà per noi l’ennesima occasione per accoglierlo fraternamente come sempre avvenuto in passato.

Noi VOGLIAMO IL PONTE e non partecipiamo a squallide risse da bettole di quarto ordine, anche perché non siamo avvezzi a simili frequentazioni.

L’aspettiamo giorno 12 aprile alle ore 15 e 30 nei pressi del ponte (sponda lato Nocera).

Saverio Rocchino e Filippo Motta

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