
Redazione TirrenoNews
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Amantea. Continuano le ricerche degli altri ladri . Recuperata la refurtiva e news.
Domenica, 12 Luglio 2015 19:18 Pubblicato in Primo PianoContinuano le ricerche dei complici dei due ladri serbi arrestati ad Amantea dai Carabinieri.
Un arresto che è figlio del lavoro di intelligence dell’Arma e del controllo mirato del territorio.
Intanto la notizia del sequestro dell’Audi a4 SW grigia che i ladri usavano per i propri raid , un’auto potente che era stata segnalata e filmata e che è stato l’elemento indispensabile per la loro ricerca.
Poi la multipla dotazione di targhe di cui l’auto era dotata; un accorgimento che non è servito alla banda di serbi per sfuggire alla cattura
Infine la notizia del recupero della refurtiva che era stata appena trafugata dalla abitazione da poco visitata
Per ultimo la condanna da parte dei Giudici di Paola a “soli” 14 mesi ed a 400 euro di multa , una condanna che la società civile amanteana ha giudicato molto lieve se davvero questi due ladri sono corresponsabili della serie di furti perpetrati nella cittadina ed in uno dei quali venne malmenata anche la signora che li aveva trovato nella propria abitazione.
Ma gli amanteani comunque esprimono il loro forte apprezzamento per i carabinieri che hanno attuato la carambolesca cattura dei due ladri e la sicurezza che Amantea sia in buone mani .
Lo dimostra anche la sinergia tra caserme dei CC mostrata in questa occasione.
Al bisogno e con immediatezza alla ricerca hanno partecipato oltre i carabinieri della caserma di Amantea insieme al comandante Cerza, anche alcuni carabinieri ed il comandante della caserma di Fiumefreddo Bruzio Domenico Lio ed alcuni carabinieri della compagnia di Paola.
Abbiamo notato anche la partecipazione corale della comunità alla cattura alla quale hanno partecipato anche due Vigili Urbani della città che hanno battuto la zona dell’ex Giudice di Pace.
La brillante operazione di polizia, invero e per fortuna inusuale per la città, offre la conferma che gli uomini del Comandante Cerza, già guidati dal maresciallo Diamanti, insieme con gli altri CC della zona ove necessario sono in grado di attendere ad ogni intervento per la tutela della sicurezza della cittadina tirrenica.
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Biagio Miraglia mette all’angolo Caterina Ciccia
Domenica, 12 Luglio 2015 08:03 Pubblicato in CronacaL’incomprensibile silenzio della minoranza amanteana , al quale in alternativa fanno da sponda i numerosi comunicati stampa dell’amministrazione comunale sempre accompagnati dalle foto segnaletiche dei protagonisti , ormai, viene interrotto solo da pochi politici non consiglieri che accendono l’attenzione su tematiche varie , tentando di scuotere il grigiore delle umane genti amanteane.
Ed ecco Biagio Miraglia che punta Caterina Ciccia rea di criticare “solo” gli altri.
Ecco cosa scrive Miraglia scuotendo come un venticello fresco l’afa di luglio:
“Alcune settimane fa, Siti e Giornali locali, riportavano le critiche della Consigliera Ciccia sulla gestione del Campus da parte dell'ex Assessore Mazzei.
Mi viene da pensare che la Consigliera (attualmente incaricata della delega al Campus) sembra non aver chiaro o, peggio ancora non comprendere, la delicatezza dell'incarico che le è stato affidato.
In quanto a rilancio della cultura, coinvolgimento della cittadinanza e trasparenza direi che abbia ancora tanto da imparare se i cittadini,gli spettatori e gli artisti che frequentano la struttura non sanno :
- quanto abbia incassato il Comune di Amantea per l'utilizzo del Campus.
- quanto abbia speso il Comune di Amantea per la gestione delle serate.
- quanto costi la manutenzione ordinaria della struttura.
- ...e quella straordinaria?
- se le aziende o le cooperative che lavorano all'interno del campus vengono scelte con affidamento diretto o bando pubblico.
- ...a prescindere da come siano state selezionate, a quanto ammontano i crediti che le stesse cooperative/aziende vantano verso il comune?
- se, la Consigliera Ciccia, forte del suo ruolo, abbia mai pensato di proporre una delibera per rendere trasparente una volta per tutte la gestione della struttura.
- se, la consigliera Ciccia, riuscirà a comprendere il senso di queste domande o preferirà sottrarsi cercando di cambiare discorso.
Gentile consigliera, in un mondo di continue evoluzioni ciascuno di noi è stato un ex.
Lei, per esempio, mi risulta sia stata un'ex quarta fila di alcuni ex Amministratori come La Rupa, Signorelli o lo stesso Mazzei che adesso così tanto critica.
Ora, tornando al merito della questione, è in grado o non è in grado di rendere trasparente la gestione del campus Temesa?
Non verrà mica a dirci che proprio la presunta poca trasparenza di questa Amministrazione la sta spingendo verso l'opposizione vero?
Oppure, al contrario, non verrà mica a raccontarci che per rendere più limpida la gestione del Campus avrà bisogno di diventare Assessora?!
Cordialmente. Biagio Miraglia
NdR. Ovviamente siamo pronti a dare a Caterina Ciccia tutto lo spazio Le sia necessario per dare risposta alle richieste ed insieme alla provocazione di Biagio Miraglia.
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Sembra il caso di ricor dare l’adagio “ Tanto tuonò che piovve”.
Gigi invia il greve comuni cato che segue, con il quale racconta quello che gli è accaduto a Coreca ieri l’altro proprio mentre i Carabinieri , con una brillante operazione, inseguivano i ladri che da tempo avevano messo a soqquadro Amatea e dintorni. Scrive Gigi:
“Ieri mattina ho visitato, insieme ad un amico, una cara famiglia in località “Marano” nei pressi di Campora San Giovanni. Tornati a valle, sulla quasi battigia del Mare di Ulisse nella Contrada “Coreca”, prima di tuffarmi in quelle sacre acque, ho accettato l’invito dell’amico a bere qualcosa di fresco nel suo giardino. Dopo circa 20 minuti venivo accompagnato all’uscita dove mi aspettava una sgradita sorpresa.
Quattro persone, con fare minaccioso si dirigevano verso di me lanciandomi una serie di insulti e minacce. Il quartetto era formato da un padre, un figlio, una figlia e un quarto elemento palestrato e decorato con qualche tatuaggio. Il loro urlare nei miei confronti, era dovuto in parte, a delle richieste di chiarezza da me ripetutamente chieste negli ultimi mesi alle Autorità competenti, e che riguardano beni demaniali messi in discussione dalla famigliola sopracitata che ne rivendica la proprietà. Le loro minacce venivano pronunciate , in presenza dell’amico che mi aveva appena ospitato in casa sua.
Questo loro agire mi ha portato a far intervenire la pattuglia dei Carabinieri del 112, che celermente è intervenuta. L’avvertimento più esplicito veniva pronunciato dal quarto elemento, quello tatuato: “Io ti squarto….. E da oggi mi dedicherò a te se continuerai a scriver male dei miei amici e ti squarterò anche se solo passerai da qui”.
Il "capo" del gruppetto avrà deciso, questa volta, di intervenire direttamente insieme al suo seguito, perché son tornato a scrivere sui beni demaniali e sulla strana concessione dei lotti estivi che vedono ancora una volta coinvolto chi gestisce l’albergo “La Scogliera”.
Amministratore unico, che a seguito del mio articolo,"Coreca atto III" ha avuto l’ardire e oserei dire l’incosciente temerarietà di recarsi presso l’abitazione di mia madre novantenne e cardiopatica, a lamentarsi del mio “chiedere” alle Autorità competenti di fare luce sulla sua rivendicazione proprietaria di un bene demaniale.
La minaccia costituisce una forma di delitto a carattere accessorio, in quanto ricorre come figura autonoma solo quando il fatto non sia specificamente previsto come elemento costitutivo o circostanza aggravante di altro reato.
Essa, quindi, va tenuta distinta da quei fatti che, pur configurandosi in forma di minaccia, consistono, invece, in imprecazioni o insulti.
Si commette il reato di minaccia con ogni manifestazione esterna a mezzo della quale, a fine intimidatorio, venga rappresentato ad un soggetto il pericolo di un male ingiusto che, in un futuro più o meno prossimo, possa essergli causato dal colpevole, o da altri per lui, nella persona o nel patrimonio.. Si può commettere il reato di minaccia con ogni mezzo e con ogni comportamento. E’ necessario però che essi siano idonei a suscitare, in chi li subisce, il timore o la preoccupazione di dover sopportare o soffrire un male ingiusto. Non è indispensabile quindi che la persona destinataria resti effettivamente intimidita. Se però la minaccia è particolarmente grave o è stata posta in essere con armi, o da più persone riunite, o da persone che si siano rese irriconoscibili perché “travisate”, non c’è bisogno di querela: si procede d’ufficio, bastando cioè che il magistrato abbia ricevuto in qualunque modo notizia del fatto. La gravità della minaccia, che fa scattare l’ipotesi del secondo comma dell’articolo 612 del codice penale (che punisce con la reclusione e non con la multa) non dipende unicamente dalla gravità del danno minacciato, ma va accertata con riferimento all'entità del turbamento psichico causato alla vittima. Questa entità deve valutarsi tenendo conto di tutto l’insieme delle circostanze e delle particolari condizioni sia dell'agente che della persona offesa. Perché sia configurabile la minaccia è necessario che la prospettazione del male minacciato sia ricollegabile ad un soggetto identificabile. Inoltre, la frase minacciosa “ti squarto in due”, poiché è da ritenersi grave – in quanto minaccia di morte – è punita con la pena della reclusione, piuttosto che con una più modesta pena pecuniaria. Gigino A Pellegrini & G el Tarik
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