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Amici di Tirreno News ecco una notizia bomba che farà molto scalpore.

Ma davvero il Senatore Antonio Gentile, Sottosegretario nel Governo Gentiloni ha abbandonato il partito fondato da Angelino Alfano?

Ma davvero ha invitato i suoi elettori che sono tanti in Calabria e nella sua Cosenza a votare il prossimo 4 marzo per Forza Italia, proprio quel partito che aveva abbandonato alcuni anni fa?

Non ci credo. I

l Sen. Gentile era stato eletto coordinatore nazionale del suo partito alcuni giorni fa.

Ma davvero ha deciso di lasciare il suo incarico?

Se è così, il Pd in Calabria prenderà una bella mazzata.

Il Clan Gentile è forte in Calabria e il fratello del Senatore è Consigliere regionale e ricopre la carica di Vice Presidente del Consiglio Regionale.

In Calabria ci sono tanti consiglieri comunali, provinciali, regionali e Deputati e Senatori che fanno capo ai Gentile.

Se ha deciso di lasciare il Partito che insieme ad Alfano ha fondato ci dovranno essere validi motivi. Forse si è accorto che alle elezioni politiche prenderebbe una bella scoppola, ed allora per non fare una brutta figura ha gettato la spugna.

Ecco cosa ha scritto “Il Giornale”:

Dopo la scissione del centro e l'annuncio di Angelino Alfano di non ricandidarsi alle prossime elezioni, di fatto cominciano le "grandi manovre" in vista delle urne.

E così il coordinatore nazionale di Ap, Antonio Gentile ha deciso di lasciare il suo incarico e invita a votare Forza Italia e Berlusconi: "Mi dimetto dalla carica di Coordinatore nazionale di Alternativa popolare.

Il progetto di costituire una forza di centro autonoma, liberale e riformista al quale molti di noi avevano fermamente creduto è fallita.

Non voglio assegnare responsabilità ad alcuno ma ho trovato un partito sfasciato e ingestibile senza alcuna capacità reattiva che per sopravvivere e' alla ricerca di una innaturale mutazione genetica che lo spinge fortemente a sinistra".

Poi l'invito in vista dell'appuntamento per il voto del prossimo 4 marzo: "Invito i singoli parlamentari, i consiglieri regionali, provinciali, sindaci e militanti di Alternativa Popolare a votare per l'unica forza moderata e liberale esistente nel nostro Paese rappresentata da Forza Italia e dal suo presidente Silvio Berlusconi".

Un invito quello di Gentile che è stato apprezzato dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: "Ho molto apprezzato la decisione del senatore Antonio Gentile, una scelta nobile e responsabile che va nella direzione dell'allargamento dell'area moderata, in piena coerenza con la sua storia politica.

Sono certo che il suo impegno politico non verrà meno, anche senza la diretta partecipazione alla vita del Parlamento, e che la sua esperienza e la sua competenza saranno molto importanti per far crescere Forza Italia in Calabria e a livello nazionale".

Pubblicato in Calabria

Scrive Huffington Post: “Rimpasto governo Renzi: lo scambio con Alfano su Costa. E il ritorno del discusso Gentile.

 

Un rimpasto Gentile. Tra l’Europa e le unioni civili, la narrazione renziana si sofferma anche sul più classico dei teatrini della politica di governo, il rimpastino, per riempire le caselle mancanti. A partire dal sottosegretario alle Infrastrutture, dove tornerà il famoso Antonio Gentile, che quel posto fu costretto a lasciarlo già nel febbraio 2014. Il potente ras calabrese detto Tonino u Nivuru, "Tonino il nero" dal colore dei capelli, fu accusato dal direttore di un quotidiano locale, l’Ora della Calabria, di aver fatto pressioni per impedire la pubblicazione di notizie relative all’indagine sul figlio. “Dici Gentile e la gente a Cosenza ha paura”, disse sussurrò al Corriere Alfredo Citrigno, il giovane editore del giornale l’Ora della Calabria.

Fu il primo scandalo che toccò il neo nato governo e che mise sotto i riflettori il politico calabrese noto per aver chiesto in Aula il premio Nobel per la pace a Silvio Berlusconi. Ora, nell’ambito del rimpastino che Renzi vorrebbe chiudere mercoledì o al massimo giovedì, il nome di Gentile è tornato alla casella di partenza: “Alfano – dice una fonte di governo vicina al dossier - ha chiuso su Gentile alle Infrastrutture e su Costa ministro agli Affari regionali. A Delrio si è fatto notte al pensiero che Gentile torna al ministero, ma Alfano lo deve mettere altrimenti gli esplode il gruppo al Senato dove il grosso della pattuglia sono i calabresi. Il secondo rientra in un patto nazionale. Nel senso che, con Costa agli Affari Regionali, Ncd non presenta la lista a Torino contro Fassino”.

Enrico Costa, avvocato di Mondovì, fedelissimo di Alfano, co-estensore del “lodo” che porta il nome dell’allora delfino di Berlusconi e del “legittimo impedimento”, è uno dei pochi di cui si fida il ministro dell’Interno. Al punto da resistere a Maria Elena Boschi, che per il posto di ministro agli Affari Regionali avrebbe voluto Dorina Bianchi. È un ministero di immagine, di fatto senza deleghe, quindi nella logica renziana è più opportuno metterci una volto femminile, perché comunque fa scena. Anche dentro Ncd l’alfanata non è piaciuta molto. Una vecchia volpe come Fabrizio Cicchitto, quando gli hanno spiegato che Alfano ha lasciato il posto di viceministro alla Giustizia (l’incarico attuale di Costa) per un posto inutile come agli Affari Regionali è sbottato: “Se il vice di Orlando non è in quota nostra io li mando al diavolo. Fatta così è una trattativa senza logica”. La vecchia volpe deve aver capito che nel posto che attualmente è di Costa non ci andrà né Gabriele Albertini – per una questione di faide milanesi con Lupi - né Federica Chiavaroli, la cui promozione farebbe scattare la ricolta tra i senatori. L’ipotesi, al momento, è di trasferire Ivan Scalfarotto a via Arenula, dove Andrea Orlando vuole gente affidabile.

Al netto del suk di Ncd, le altre caselle al momento sembrano creare meno pathos. Enzo Amendola (Pd, area Martina) è sempre il favorito per la poltrona che fu di Pistelli, ovvero di vice-ministro agli Esteri. Mentre al posto di vice allo Sviluppo che fu Claudio De Vincenti – diventato sottosegretario a palazzo Chigi - dovrebbe essere spostato Luigi Casero (Ncd), al momento vice all’Economia. In questo gioco di incastri Enrico Zanetti – al momento sottosegretario all’Economia (Scelta Civica) – sarebbe promosso a vice-ministro di Padoan. Resta un altro posto come vice della Guidi quello di Calenda, nominato rappresentante dell’Italia a Bruxelles. Non è detto che il vuoto sarà colmato in settimana. Un’ipotesi è il trasferimento dal Lavoro allo Sviluppo di Teresa Bellanova (Pd, area Martina), la sindacalista che chiude le vertenze e che tanto piace a Renzi. Secondo Dagospia, il posto sarebbe stato chiesto come “paracadute” in cambio di una sua disponibilità a candidarsi a Napoli contro Bassolino da Riccardo Monti, presidente dell’Istituto per il Commercio con l’Estero, vicino a Corrado Passera e ottimo amico della moglie, Giovanna Salza. Ma il tema delle candidature da contrapporre a Bassolino è ancora più complicato del rimpasto”

Pubblicato: 25/01/2016 18:44 CET Aggiornato: 25/01/2016 18:44 CET

Pubblicato in Calabria

Lo sapevamo in tanti che Sandro Ruotolo era stato in Calabria e che si era diviso tra Amantea, Paola e Cosenza.

Obbiettivo Antonio e Giuseppe Gentile.

Un obbiettivo raggiunto.

Grazie allo schiaffo da parte di Pietro Calvano al giornalista Paolo Orofino mentre Sandro Ruotolo intervistava l’avvocato Nicola Gaetano , schiaffo sul quale la procura di Paola sta indagando alla ricerca dei mandanti e delle vere ragioni di quello che appare a tutti come un vero atto di intimidazione.

Un obbiettivo per raggiungere il quale Ruotolo è anche venuto al comune di Amantea, offrendoci una bella immagine della “Taverna” e le riprese del centro storico e di una porta che viene chiusa al cameramen: qui non si entra.

Solo le parole del ragioniere Sabatino che racconta quanti soldi siano stati pagati ad Andrea Gentile ed a Nicola Gaetano ( e quanti ancora devono essere pagati) ma senza che si sapesse chi li aveva incaricato e perché. Ma Sandro non era a conoscenza….

Un obbiettivo raggiunto vista la pesante denuncia da parte Pietro Citrigno che improvvisamente scopre che parlando dei Gentile dice «I fratelli sono più pericolosi della 'ndrangheta».

Pietro “ fulminato ed illuminato” come Paolo di Tarso sulla via di Damasco che passa da sodale ad accusatore e gola profonda? Avremo l’inizio della evangelizzazione anche in Calabria ?

Un crollo improvviso ed irreversibile del potere dei Gentile?

Forse. Visto che anche Tursi Prato molti anni dopo, anche lui “illuminato”, dopo aver scontato una pena a 6 anni di reclusione per voto di scambio, confessa che: «I terreni furono intestati a me da parte di Tonino e Pino Gentile, che mi chiesero questo favore in quanto lui (Pino, ndr) era sindaco della città»

Forse. Visto che De Rose, ex candidato a sindaco di Cosenza per la coalizione di centrodestra, lo stampatore dell'Ora della Calabria, presidente di Fincalabra, la società per lo sviluppo economico regionale, quando Ruotolo gli chiede della assunzione di Lory Gentile, l'altra figlia dell'ex sottosegretario, ribalta la domanda e chiede a Rutolo «Perché, non potevamo? Cioè – argomenta De Rose – essere figlio di un politico significa essere esclusi dalla possibilità di fare attività lavorative nel settore pubblico?».

Scandaloso che i politici “tutelino” i loro fogli e parenti. In Calabria lo fanno tutti. Lo scandaloso è che nessun PM sia mai intervenuto!

Forse visto che quando Ruotolo chiede a Piero Citrigno «Le hanno chiesto di fare assunzioni?» e Citrigno dichiara. «Nelle aziende ci saranno almeno 100 persone loro».

Scandaloso? Macchè . In Calabria lo fanno tutti. Lo scandaloso è che nessun PM sia mai intervenuto!

Forse visto che si accenna alle stabilizzazioni ( un velo mai sollevato) e capace di cambiare la intera politica calabrese.

Scandaloso? Macchè. Lo scandaloso è che nessun PM sia mai intervenuto! Lo scandaloso è che non esista lo scandalo e la vergogna.

Ed infine lo scandalo sta nel fatto che tutta questa vicenda sia nata da un direttore di quotidiano che è calabrese ma ha vissuto fuori dalla Calabria ed ha reagito come un calabrese “tosto” alle violenze.

Lo scandalo sta nel fatto che tuta questa vicenda sia nata da uno schiaffo intimidatorio in piena faccia ad un giornalista locale.

Che sia l’inizio di una rivoluzione di costume o la punta di un iceberg che sta per sollevarsi ed emergere su questo mare magnum di vergogne di cui si sa tanto ma che Ruotolo ha semplicemente ricordato?

Vedremo. Vedremo se la magistratura allargherà il suo orizzonte a tutto il malaffare, compreso quello politico.

E sia chiaro che in Calabria c’è tanto altro! Non vorremmo che questa vicenda fosse il culmine e si dimenticasse tutto il resto, tanto resto.

Avanti Calabria. Avanti Ruotolo.

Tra gli argomenti trattati anche i 300 mila euro che il Comune di Amantea avrebbe in parte dato a Nicola Gaetano, CLICCA QUI per leggere l'articolo in merito

Pubblicato in Calabria

Paolo Orofino è un uomo normale. Se di straordinario qualcosa ha è certamente la semplicità con la quale quotidianamente affronta il proprio lavoro di giornalista, un mestiere difficile in Calabria dove i grandi poteri sono sempre più “coperti” e quindi più forti. Tutti, nessuno escluso!

Stamattina era a Piazza Commercio di Amantea e mentre prendeva il caffè che gli avevo offerto riceveva tantissime telefonate di solidarietà ( tra cui quella di Ruotolo), e tantissime strette di mano di solidarietà da parte degli amanteani che lo conoscono.

E grazie a tanta solidarietà non si sentiva più solo come si è sentito ieri sera quanto un energumeno in piena piazza San Francesco di Paola.

“Qui ad Amantea, queste cose non mi sono mai successe”. Lo dice con fermezza, quasi a far rilevare una condizione di diversità.

Paolo, ieri non ha avuto paura, come non la ha quando scende in campo a dirigere le partite di calcio, anche quelle difficili; lui è sempre equilibrato anche in questa sua antica passione.

Ma è rimasto sorpreso, fortemente sorpreso, anzi quasi incredulo.

Ho già scritto di questa vicenda e gli ho riferito delle tante solidarietà che gli erano state già espresse via web.

Ed oggi se ne aggiungono altre.

Ve le vogliamo riportare per offrirvi un esempio di come un uomo normale che è anche giornalista diventa speciale non quando coraggiosamente riporta la verità, come dovrebbe essere in una regione difficile come la Calabria, ma solo quando subisce una violenza da parte di un energumeno, come a dire che il “male” in Calabria viene solo lì, da quella parte.

Chissà se Orofino crederà a tutte queste solidarietà?

1)Scopelliti, solidarietà a giornalista Orofino

(ASCA) - Catanzaro, 15 mar 2014 - Il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha espresso ''solidarieta' al giornalista del Quotidiano della Calabria, Paolo Orofino, oggetto di una vile aggressione. ''Un gesto inqualificabile che colpisce un giornalista che stava semplicemente facendo il proprio lavoro. Un'azione che indigna e preoccupa tutti noi. Ad Orofino, che ho avuto modo di apprezzare per la professionalita' dimostrata nell'affrontare argomenti delicati, va la mia piena e convinta solidarietà ''.

2)Antonio Gentile: “Solidarietà al giornalista del Quotidiano Orofino”

Esprimo, a nome mio personale e di tutto il Ncd calabrese, solidarietà al giornalista Paolo Orofino e al direttore Matteo Cosenza per il vile atto subito oggi a Paola.

La libertà di stampa è un principio cardine rispetto al quale ognuno deve adeguarsi con senso di civiltà: le distorsioni e le diffamazioni vanno perseguite nei Tribunali.

Mi auguro che questo energumeno autore di un atto di violenza esecrabile venga identificato dalla Magistratura competente: il nostro agire e’ improntato alla non violenza e chiunque agisce diversamente e antitetico alla nostra visione del mondo

3)Magorno: solidarietà al giornalista Orofino

“A nome dei democratici calabresi esprimo la mia solidarietà al giornalista de “Il Quotidiano della Calabria” Paolo Orofino per l’aggressione subita quest’oggi a Paola, e la mia vicinanza direttore della testata Matteo Cosenza”, dichiara il segretario del Pd Calabria, Ernesto Magorno, che aggiunge: “Ciò che è avvenuto è particolarmente grave e rappresenta un ulteriore atto, questa volta violento, che colpisce il diritto della stampa di informare correttamente i cittadini . Auspico - conclude Magorno - che venga fatta piena chiarezza sull’accaduto e che cessi ogni atto contrario e violento contro i giornalisti che cercano di raccontare i fatti e fare il loro mestiere liberamente”

4)Gianni Speranza “Sono molto colpito, dispiaciuto e indignato per l’aggressione violenta subita dal giornalista Paolo Orofino”

Cosi il sindaco di Lamezia Gianni Speranza all’indomani dell’aggressione subìta dal giornalista calabrese Paolo Orofino che, nello svolgimento del proprio lavoro a Paola (Cs), è stato preso a schiaffi da qualcuno che voleva impedirgli di scattare delle foto all’avvocato Nicola Gaetano, coinvolto nell’inchiesta delle consulenze d’oro all’Asp di Cosenza.“In Calabria – ha detto Speranza – è difficile fare il sindaco e anche, purtroppo, fare il giornalista (o il prete) è diventata un’attività rischiosa. A Paolo Orofino, al Quotidiano della Calabria e a tutti i giornalisti liberi esprimo la mia più profonda solidarietà”.

5)Mario Oliverio: "L’aggressione al giornalista Paolo Orofino è un atto deprecabile, un gesto inaccettabile, che deve essere condannato fermamente, senza alcuna esitazione".

E' quanto sostiene il presidente della provincia di Cosenza, Mario Oliverio. La libera informazione - continua la nota - quando è veramente libera e lontana dalle tentazioni e dalle ingerenze del potere, è garanzia di libertà e di democrazia per tutti e, quindi, va difesa con ogni mezzo contro qualsiasi tentativo di imbavagliarla.

A Paolo Orofino esprimiamo, pertanto, la nostra piena vicinanza e la nostra sincera solidarietà, nella chiara convinzione che laddove esiste una stampa libera e indipendente, là esiste anche una comunità forte, capace di reagire ad ogni tipo di violenza e di sopruso".

6)Molinari e Barbanti (M5S):Massima solidarietà a Paolo Orofino.

"Il Governo accenda i riflettori sulla Calabria: la libertà di informazione ancora calpestata. È arrivato il momento - si legge in una nota - che si puntino i riflettori sulla Calabria. Il clima di costante intimidazione e mortificazione alla quale sono sottoposte le legittime aspirazioni alla società civile di questa terra si arricchisce di un episodio inquietante : l'aggressione subita dal giornalista Orofino, minacciato e aggredito mentre lavorava sulle consulenze d'oro all'ASP di Cosenza.

Si tratta di una faccenda, quella dell'ASP, già al centro di un'inchiesta della Procura e diventata un caso nazionale, dopo l'attentato alla libertà d'informazione che ha visto coinvolta l'Ora della Calabria. Come si ricorderà lo stampatore del quotidiano, nonché presidente di Fincalabra, De Rose, ha bloccato la pubblicazione del giornale per evitare l'uscita di notizie "scomode" sull'indagine che riguardava il figlio del senatore Tonino Gentile : un fatto che, prontamente denunciato dal direttore Luciano Regolo, ha avuto importanti conseguenze politiche - le dimissioni del senatore cosentino da sottosegretario - oltre l'apertura di un'ulteriore indagine da parte della Procura di Cosenza.

Il caso di Orofino - al quale va tutta la nostra solidarietà - è la dimostrazione evidente dell'esistenza di un clima omertoso che troppo spesso la fa' da padrone nel nostro Sud e nella nostra Calabria, il sud del sud. Siamo di fronte alla richiesta di un silenzio, da ottenere con il beneplacito o con la coercizione, che nell'assenza della libera informazione rende possibile a capi e capetti di muoversi con sicurezza, certi di farla franca a tutti i livelli. E questo episodio dimostra anche che quando i giornalisti fanno il proprio mestiere le cose si smuovono e i muri delle consorterie iniziano a sgretolarsi".

7)Sindacato Giornalisti della Calabria “Solidarietà e vicinanza al collega Paolo Orofino, vittima di una vile quanto assurda aggressione”

La solidarietà viene espressa dal segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e vicesegretario nazionale della Fnsi, Carlo Parisi, che sottolinea “il rammarico e l’indignazione di dover assistere a sempre nuovi episodi di violenza inaudita e inaccettabile ai danni di chi, non mi stancherò mai di dirlo, ha come unica ‘colpa’ quella di fare – e bene evidentemente – il proprio mestiere”.

Caspita quanti sono rimasti zitti! Si, si parliamo di quelli che non perdono occasione per emanare note stampa su qualunque fesseria!

Pubblicato in Calabria

Renzi completa la sua squadra. Ed ecco 44 sottosegretari di cui 9 viceministri

Luca Lotti, Sandro Gozi e Marco Minniti sottosegretari alla presidenza del Consiglio. Le deleghe saranno attribuite nei prossimi giorni ma Lotti avrà la delega all’Editoria e Minniti sarebbe riconfermato ai Servizi segreti e assumerà anche l’incarico di Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica.

Al tesoro.  Enrico Morando (Pd) e Luigi Casero (Ncd) sono i nuovi due viceministri all’Economia, mentre i Sottosegretari sono tre: conferma per Pier Paolo Baretta, al quale si aggiungono Giovanni Legnini (Pd) e Enrico Zanetti (Sc).  

Al lavoro.  Teresa Bellanova (Pd) è tra i sottosegretari al ministero del Lavoro. Con lei Franca Biondelli, Luigi Bobba, Massimo Cassano,

 Allo Sviluppo Economico. Riconfermato come viceministro Carlo Calenda (Sc). Restano anche i sottosegretari Claudio De Vincenti (Pd) e Simona Vicari (Ncd) più Antonello Giacomelli (Pd) di nuova nomina con delega alle Comunicazioni. 

Agli Interni. Riconfermato sia il viceministro Filippo Bubbico (Pd) che i sottosegretari Gianpiero Bocci (Pd) e Domenico Manzione (tecnico).  

Alla salute. Vito De Filippo.  

Agli esteri. Lapo Pistelli resta viceministro. Benedetto Della Vedova (Sc) e Mario Giro sottosegretari alla Farnesina. 

Alla Difesa. Domenico Rossi (Pi) Riconfermato anche Gioacchino Alfano (Ncd)  

Alla Giustizia. Enrico Costa (Ncd) Riconfermato Cosimo Maria Ferri (tecnico).  

 Alle Riforme ed ai rapporti con il parlamento. Ivan Scalfarotto (Pd) ,Maria Teresa Amici e Luciano Pizzetti.  

Alla Semplificazione ed alla pubblica amministrazione. Angelo Rughetti (Pd).  

Agli affari regionali. Gianclaudio Bressa (Pd).  

Alle Infrastrutture e Trasporti. viceministro è Riccardo Nencini, segretario Psi. Mentre i sottosegretari sono Antonio Gentile e Umberto Del Basso de Caro.  

Alle Politiche agricole e forestali ed alimentari . Andrea Olivero (Pi). Riconfermato Giuseppe Castiglione (Ncd).  

All’ambiente Sottosegretario sono Barbara Degani e Silvia Velo (Pd).  

All’istruzione, università e ricerca . Angela D’Onghia (Pi) e Roberto Reggi (Pd). Riconfermato Gabriele Toccafondi (Ncd).  

 Alla cultura. Francesca Barracciu e Ilaria Borletti Buitoni.  

Pubblicato in Cosenza

Il senatore Gentile smentisce . Ma ora deve parlare De Rose ( da Il Quotidiano)

Scrive Antonio Gentile.

“ILLUSTRE Direttore, nel ribadire che il sottoscritto è completamente estraneo a talune presunte vicende riportate da organi di stampa che riguarderebbero un mio congiunto, sono sereno nel rassicurarla di non avere mai effettuato alcun intervento presso la sua redazione al fine di coprire la visibilità della notizia.

Peraltro i fatti di cui si discute erano già noti, essendo stati ampiamente pubblicati il giorno prima da altri organi di informazione online e successivamente da altri organi di stampa.

Spero di essere stato esaustivo e mi scuso anche per non aver risposto immediatamente alla sua domanda del 22 febbraio in quanto trovandomi a Roma ne ho potuto prendere visione esclusivamente il giorno successivo.

Le invio i miei più cordiali saluti.      Sen. Antonio Gentile”

Ed il Direttore Matteo Cosenza scrive.

“Prendo atto della risposta del senatore Gentile. Ricordo che il direttore dell'Ora, Luciano Regolo, mi ha scritto una lettera, che abbiamo pubblicato ieri, nella quale ribadisce che sarebbe stato lo stampatore del suo giornale, Umberto De Rose, ad aver detto al suo editore, Alfredo Citrigno, anche con una telefonata ascoltata direttamente da lui, che il senatore Gentile aveva rassicurato sul “silenzio” degli altri giornali e, quindi, del Quotidiano. A questo punto chiedo al signor De Rose di smentire tale frase a lui attribuita, prima di procedere in tutte le sedi, sicuramente in quella giudiziaria penale e civile, nei confronti di chi ha leso il mio onore di giornalista corretto e di persona perbene e dei giornalisti corretti e perbene del Quotidiano”.

Risponde il direttore dell’Ora della Calabria Luciano Regolo con un altro editoriale dal titolo: Caro senatore Gentile che mi dice di questa conversazione?

Scrive regolo : “Al Quotidiano aveva detto: «Totalmente estraneo a talune presunte vicende riportate da organi di stampa che riguarderebbero un mio congiunto, sono sereno nel rassicurarla di non aver effettuato alcun intervento presso la sua redazione»

Se l'udito non mi tradisce, nei sedici minuti di conversazione telefonica intercorsa tra De Rose e l'editore Citrigno, non solo il primo ribadisce tre volte che «al 100 per cento» la notizia non sarebbe stata data da nessuno, ma insiste che se non fosse stato così non «ti avrebbero chiamato»

Nei giorni scorsi c'è stato uno scambio di vedute tra il direttore del Quotidiano e me. Il collega ha deciso di chiedere chiarimenti a mezzo stampa al senatore Gentile, di rispondere cioè alla domanda se avesse fatto o no pressioni al suo giornale per non pubblicare la notizia relativa all'indagine in corso su suo figlio, notizia che poi hanno "bucato" il giorno seguente. Il senatore gli ha risposto di no, chiedendo scusa per non aver replicato prima, preso dai suoi impegni romani. Tonino Gentile si dice «totalmente estraneo a talune presunte vicende riportate da organi di stampa che riguarderebbero un mio congiunto, sono sereno nel rassicurarla di non aver effettuato alcun intervento presso la sua redazione».

Ebbene, se l'udito non mi tradisce, nei sedici minuti di conversazione telefonica intercorsa tra il nostro stampatore Umberto De Rose e il nostro editore Alfredo Citrigno, non solo il primo ribadisce tre volte che «al 100 per cento» la notizia non sarebbe stata data da nessuno, ma insiste che se non fosse stato così non «ti avrebbero chiamato» e che se il giornale di Citrigno, unico fra i quotidiani locali, avesse dato la notizia di certo gliene sarebbe derivato un male. De Rose ricorda inoltre all'editore che i Gentile si sono «assoggettati», con una telefonata di Andrea (il figlio del senatore) ad Alfredo Citrigno e che se lui ora darà «la negativa», rifiutando cioè una profferta di pace, darebbe di certo «la stura a una guerra» e «il cinghiale ferito sai come fa? Poi mena per ammazzare tutti».

De Rose stesso chiarisce che ormai non è più una questione privata tra Citrigno e Gentile, perché ormai c’è di mezzo lui come «garante» di un «obbligo morale» che il senatore e la sua famiglia assumerebbero visto il segnale di apertura mostrato dal nostro editore facendomi rimuovere la notizia relativa all’indagine sulle consulenze d’oro. Se poi, aggiunge ancora De Rose, nonostante questo «segnale d’apertura continuassero a darti fastidio sarei io il primo a chiamare Tonino dicendogli ti sei comportato come una m...».

Di fronte al fatto che l’editore gli ricorda che il direttore, ossia il sottoscritto, non intende rimuovere la notizia, lo esorta a chiamarmi e a dirmi di aver ricevuto «pressioni da persone influenti» e spiega: «Lo sanno che sei tu, perché un editore può fare qualcosa. Lui lo sa che ci siamo parlati. Ti hanno dato dei segnali?». Segnali che, secondo De Rose, non sarebbe convenuto buttare a mare...

Un segnale è la chiamata che Andrea Gentile ha fatto all’editore la sera del 18 febbraio e mi risulta che anche di questa ci sia traccia incontrovertibile, quindi De Rose era bene informato e infatti chiude la conversazione dicendo che aspetta la conferma che la notizia sia stata tolta «perché loro stanno aspettando che io chiamo». Spero che qualche amico del senatore lo informi anche di questi aspetti (lui ha dichiarato di aver saputo di tutta la vicenda grazie a degli amici) e che dia anche a noi delle risposte. Lo invito, anzi, in redazione per un confronto corretto, leale e civile. E soprattutto chiaro e diretto.

Insomma al centro della vicenda soprattutto lo stampatore Umberto De Rose.

Ed è verso Umberto De Rose che Aurelio Chizzoniti rivolge la sua attenzione presentando la sua denuncia per violenza privata ( da L’Ora della calabria”

L'avvocato reggino ieri si è presentato negli uffici della procura della Repubblica di Cosenza

«La banditesca consecutio temporum fattuale non soltanto per le finalità perseguite e modalità di attuazione, arretra la Calabria di qualche secolo»

Per il presidente della commissione speciale di Vigilanza, Aurelio Chizzoniti, quanto accaduto all’Ora (la mancata pubblicazione del giornale contenente la notizia dell’indagine a carico del figlio del senatore Gentile) integra a tutti gli effetti «il paradigma dell’articolo 610 del codice penale», ossia il reato di violenza privata. Questo suo pensiero, l’avvocato reggino, l’ha messo nero su bianco all’interno dell’esposto che nella tarda mattinata di ieri ha depositato negli uffici della procura della Repubblica di Cosenza. «La banditesca consecutio temporum fattuale – afferma Chizzoniti nella sua denuncia – non soltanto per le finalità perseguite e modalità di attuazione, arretra la Calabria di qualche secolo in un contesto di arrogante interpretazione del rispetto della collettività ed anche e soprattutto del disprezzo, glaciale, cinico e spietato della persona umana, della professionalità altrui, nella specie calpestata attraverso il delinquenziale ricorso al patetico espediente di un ipotetico guasto tecnico rectius sabotaggio funzionale allo scopo alla rotativa». Ecco allora che per Chizzoniti «appare evidente, nella specie, la scolastica violazione del paradigma di cui all’art. 610 cp, atteso che il dottor Regolo e tutti i redattori, collaboratori, addetti ai lavori dell’Ora della Calabria, cittadini dell’intera regione e lettori del predetto quotidiano sono stati costretti a subire l’oscuramento di una notizia – comunque scioccamente fatta deflagrare – in ordine alla cui conoscenza i calabresi avrebbero, in ogni caso, avuto il massimo interesse alla conoscenza della stessa». Da buon avvocato, Chizzoniti fa anche una dissertazione di tipo tecnico, spiegando che dottrina e giurisprudenza considerano violenza non soltanto l’impiego dell’energia fisica sulle persone, «ma anche qualsiasi altro mezzo idoneo a coartare la volontà del soggetto passivo». Il presidente parla addirittura di una «coscienza sociale oltraggiata dal provvidenziale guasto tecnico» della rotativa. E ne ha anche per De Rose che, «quale imprenditore debitore si guarda bene dal restituire alla Regione Calabria oltre 5 milioni di euro che la burocrazia regionale, fra l’altro, ha omesso di recuperare; quale imprenditore/creditore, invece, non esita, a sollecitare con astio rancoroso l’immediato pagamento in tempi austro-ungarici (due giorni…) delle somme rivendicate nei confronti dell’Ora, preannunciando, in difetto, la risoluzione contrattuale che ovviamente sfocerebbe nel boicottaggio dell’apprezzato quotidiano». Insomma, non resta che attendere l’esito dell’indagine, considerate anche le numerose richieste istruttorie formulate dal consigliere regionale. Consolato Minniti

Ora spetta alla Procura scoprire se si tratta di un intervento ultra od extra petita od addirittura di un intervento nemmeno richiesto o sollecitato

Pubblicato in Cosenza

Abbiamo pubblicato la notizia di una intera classe politica calabrese ( di dx e di sx) che è andata a perorare il problema dei precari della sanità ( per ora, ma poi il problema riguarderà tutti i precari del pubblico impiego ) e ci siamo impegnati a riportare l’evoluzione dell’incontro.

Ci eravamo illusi. Pur essendo presenti oltre a Molinari (M5S), Antonio Gentile, Giuseppe Galati, Gino e Michele Trematerra, Francesco Talarico, Bruno Censore, Jole Santelli, Gianpaolo Chiappetta, nessuno di loro ha emanato una nota stampa od un qualsivoglia comunicato, come peraltro spesso fatto con carattere di Minculpop.

Ne parla stasera solo il senatore Francesco Molinari , sentito dal nostro sito oggi pomeriggio, al titolo “: Basta ai cinici ragionamenti clientelari “.

Ecco il comunicato:

“Ieri, giovedì 12 settembre, su mandato degli attivisti del Movimento, ero presente all’incontro che il Ministro D’Alia della Funzione Pubblica ha avuto con Antonio Gentile, Giuseppe Galati, Gino e Michele Trematerra, Francesco Talarico, Bruno Censore, Jole Santelli, Gianpaolo Chiappetta, i quali volevano far desistere il Governo dall’impugnazione della legge regionale 12/2013 (recante “Provvedimenti per garantire la piena funzionalità del Servizio Sanitario nazionale”) dinanzi alla Corte Costituzionale.

Il tema, per me, era delicatissimo : far coincidere la difesa degli interessi dei lavoratori precari della sanità calabrese (troppe volte illusi dai vari governi regionali e sfruttati per mero calcolo elettorale) con i valori della legalità rappresentati dai principi del nostro ordinamento giuridico.

Ho ribadito, a nome del Movimento, che ero lì per dare un contributo solo ed esclusivamente per eliminare la piaga del precariato, iniziando da quelli della sanità : non mi interessa altro che liberare i cittadini da una forma di moderna schiavitù per favorire la loro emancipazione sociale attraverso il lavoro.

Il risultato dell’incontro è stato interlocutorio e non decisivo : pur mostrando, il Ministro, di volersi interessare alla sostanza dell’argomento non ha potuto offrire alcun impegno sullo scopo dei suddetti, portatori degli interessi della vecchia politica calabrese.

La colpa è da annoverare unicamente ad una pessima legge, emanata con grave ritardo rispetto agli interessi da tutelare e per motivi sospetti, ma anche dalla mancata presentazione del Programma Operativo 2013-2015 (la presentazione di questo avrebbe infatti consentito lo sblocco del turnover nella misura del 15% per iniziare, intanto, a riconoscere le legittime aspettative di una parte dei lavoratori) : non sarà facile tutelare gli interessi dei lavoratori precari della sanità, viste le audaci argomentazioni giuridiche portate a sostegno delle pretese dell’attuale “establishment” regionale e la sua inefficienza amministrativa.

Al di fuori di cinici ragionamenti clientelari, il Movimento si impegnerà comunque per trovare in ogni sede la soddisfazione dei lavoratori precari calabresi per la loro piena partecipazione ai diritti sociali, e ciò per ogni settore, produttivo e non, pubblico e privato”

Pubblicato in Calabria

Scopelliti era giunta addirittura a ridurre il numero di componenti in Giunta da 10 ad 8 per trovare la soluzione all’impossibile dilemma di un UDC profondamente spaccato tra un Cesa che volva in giunta Occhiuto ed un UDC regionale che voleva Alfonso Dattolo.

Ed alla fine c’è voluto Antonio Gentile con il suo NO, forte ed assoluto.

Un NO che va oltre lo stesso Occhiuto, un NO che condensa in sé una parte del passato, un po’ del presente e, forse, anche un po’ di futuro.

Troppo comodo, avrà pensato Gentile, che un “trombato” dell’UDC ora abbia il potere di un assessore regionale e faccia concorrenza nella sua stessa provincia.

E peraltro un Niet che ha il beneplacito dell’UDC regionale che voleva e vuole Dattolo.

Uno schiaffo doppio: ad Occhiuto ed a Csa!

Ed oggi a Lamezia terme si chiude la storia del rimpasto. Proprio per questo è staro convocato il gruppo consiliare del Pdl per comunicare le decisioni finali. Al termine del vertice con i suoi uomini, il governatore dovrebbe tenere una conferenza stampa per presentare i nuovi assessori. Sarà un esecutivo a dieci più presidente e vicepresidente. Non ci sarà spazio per Roberto Occhiuto ma entrerà l’attuale capogruppo in consiglio regionale Alfonso Dattolo. Gli altri due ingressi riguardano il Pdl ma su questo versante non ci saranno sorprese. A fare il loro ingresso nella squadra di governo saranno l’ex sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena e il presidente della commissione Sanità Nazzareno Salerno.

E forse altro!

Pubblicato in Reggio Calabria

Il 18 marzo in Consiglio regionale la legge di stabilizzazione dei precari della sanità calabrese.
Il testo della legge di stabilizzazione porta la firma dei consiglieri Chiappetta, Dattolo, Bilardi e Serra. Ma il centrodestra è disponibile ad eventuali miglioramenti che venissero dal centro sinistra.

Sicuramente contento il neo senatore Antonio Gentile che si è speso molto per questa legge per mesi prima delle elezioni giungendo perfino al punto di garantirne la legittimità costituzionale : “Chiedo che il testo licenziato dal coordinamento formale in commissione non venga alterato perché faccio fatica a trovare profili di incostituzionalità”.

Felici anche i Cobas che hanno dichiarato «I precari non possono più stare in questa condizione di liquidità, né aspettarsi rinvii continui che esasperano e che producono dissenso. Trovino un accordo i legislatori regionali oppure andranno incontro a una stagione di sfiducia ulteriore che spazzerà via partiti tradizionali e uomini di governo».

Si apre una porta sul mondo della precarietà, una porta attraverso la quale transiterà tutto il mondo della precarietà di lavoro.

Sono già pronti ad entrarvi i lavoratori dell’Ardis di Catanzaro ed i giovani dell’ex programma stage del consiglio regionale, già auditi da vari gruppi consiliari

Non solo ma per le prossime consultazioni regionali non si capirebbe perchè regione ed enti sub regionali non possano creare altri precari da stabilizzare in prosieguo, magari dopo le votazioni.

Pubblicato in Calabria

Cosenza: “Abbiamo ribaltato i pronostici e per questo ringrazio tutti i candidati e gli elettori calabresi''. Lo afferma il sen, Antonio Gentile, senatore Pdl Calabria. ''Un grazie va a Scopelliti e a tutti i nostri dirigenti - prosegue - per avere lavorato con impegno''. Gentile sottolinea come '' il duo Bindi-D'Attorre sia rimasto con lo champagne in mano: del resto, l'arroganza non è mai foriera di cose positive''. Per il senatore, '' Berlusconi merita di diventare presidente dei popolari europei : ha dimostrato il suo carisma e la sua forza, cosi come Alfano si è accreditato come un leader giovane dal grande futuro''.

Riguardo alla Calabria, Gentile sottolinea: ''il problema vero della nostra Giunta è che non sa comunicare bene e fino in fondo alla gente le cose straordinariamente positive che riesce a fare : nella sostanza, Scopelliti è veramente il Presidente del lavoro continuo che porterà benefici duraturi alla Calabria''. Per il futuro prossimo, Gentile evidenzia una priorià': ''la legge sul precariato che ha fatto breccia nell'opinione pubblica per la sua validità: il Consiglio dovrà approvarla presto e spero anche che finiscano le morse e le tagliole romane sulla sanità: oggi siamo in grado di poter uscire dal piano di rientro''.

NDR Ricordiamo che il PDL in Calabria ha perso seggi sia alla camera che al Senato.

Pubblicato in Cosenza
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