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Giovane 21nenne dal la Campania in missione in Calabria per rubare.

Tenta di ru bare in una abitazione e stiva di Praia a Mare ma viene ar restato dai carabinieri.

Il giovane, approfittando dell’assenza dei proprietari, è entrato nella casa mediante effrazione della porta di ingresso ed ha iniziato a rovistare tra i mobili e i cassetti che si è trovato di fronte.

Ma il ladro non aveva fatto i conti con un vigile cittadino che passando di fronte alla casa nota la porta socchiusa ed immediatamente chiama il 112 chiedendo l’intervento di una pattuglia dei Carabinieri.

I militari dell’Arma, giungono sul posto dopo pochi minuti, sorprendono il giovane che viene bloccato e accompagnato in caserma dove, su disposizione del pm di turno, è stato dichiarato in stato di arresto per tentato furto aggravato in abitazione, in attesa del rito direttissimo.

Pubblicato in Alto Tirreno

Non è ancora mezzogiorno quando un denso fumo nero si alza nel cielo cittadino.

 

Un fumo visto da tanti amanteani.

Gli abitanti della zona sud di via Dogana , invece, sussultano per le due esplosioni, una successiva all’altra.

 

Gli abitanti, infine, di via Latina scorgono le fiamme di un’auto che brucia.

Il proprietario dell’auto abita su quella via.

Arrivano i carabinieri della locale caserma che riescono a spegnere le fiamme che intanto hanno avvolto quasi per intero l’autovettura di cui si salva esclusivamente il motore

Le foto offrono una idea di quanto successo.

Poi arrivano i vigili del fuoco di Paola sotto la direzione del caposquadra Giuseppe Spizzirri che domano totalmente l’incendio ed attendono agli incombenti di rito.

 

Questa volta si può escludere qualsiasi attentato.

Sembra si tratti, cioè, di un incendio determinato dal primo vero caldo estivo.

Il termometro della nostra auto, al sole, segna 24 gradi centigradi.

E non si può escludere che la capote nera dell’auto abbia determinato al suo interno una temperatura ancora maggiore.

Difficile, per non dire impossibile, stabilire le cause dell’incendio ed il luogo esatto di innesco.

Di certo è il fatto che nella parte posteriore dell’auto si trovava una motosega a scoppio contenente ancora un po’ di benzina.

Della motosega è rimasta intatta solo la catena.

 

Non si esclude che la benzina in essa contenuta possa essersi sversata per effetto del calore e da qui possa essere partito l’ incendio che ha trovato alimento nella plastica della capote.

Scoppiata la gomma di scorta

La tempestività dell’intervento dei Carabinieri potrebbe essere la ragione del mancato scoppio del serbatoio .

Gli investigatori dell’arma comunque seguono ogni pista.

Il sopralluogo dei Vigile del Fuoco sull'Auto

 

l'auto completamente bruciata

 

La scena

 

Vigili del Fuoco e carabinieri vanno via

 

 

Il fumo nero

Pubblicato in Cronaca

Ieri notte gli abitanti di via Dogana nord dormivano tranquilli quando sono state lanciate le due bombe.

Era da poco passata l’una quando gran parte di loro sono stati svegliati da un boato.

 

“Ero in dormiveglia- ci ha detto uno di loro- e svegliatomi di soprassalto ho pensato ad un grosso tuono. Ma non era così. I tuoni non sono mai soli” E continuando: “ Dopo un po’, alcune voci mi hanno svegliato ed alzatomi ho visto i Carabinieri davanti ad una casa del nostro quartiere”.

 

Il nostro interlocutore e molti altri del quartiere sono rimasti impauriti.

E questa paura si è espansa in ogni dove nelle ore successive, man mano che la notizia si diffondeva e che la comunità non riusciva a comprenderne le ragioni.

Una casa era stata presa di mira dagli attentatori che hanno lanciato due bombe rudimentali, una contro la svetrata delle scale e che non è esplosa ed una contro il portone di casa e che invece è esplosa.

 

Ignote le ragioni di questo attentato.
Gli investigatori sono comunque alla ricerca delle stesse oltre che degli attentatori.

Proprio per questo sono state acquisite le immagini delle telecamere ed osservando le stesse si spera di riuscire a scoprire gli autori del gesto

La stampa più qualificata ha ricordato gli altri episodi occorsi nella zona tra cui l’incendio della pizzeria sul lungomare di Amantea e quello dell’officina di Belmonte Calabro, e, poi, la bomba sotto l’auto davanti alla pizzeria La Grotta e la molotov sotto l’auto di un medico in Via Baldacchini.

 

Episodi per di cui ancora si cercano autori e ragioni.

Ovviamente le indagini vanno in tutte le direzioni.

Ancora una volta la politica resta silente quasi che sia impotente ma soprattutto indifferente.

Fino a quando durerà questo silenzio ?

Si aspetta forse il morto?

 

A chi se non alla politica chiedere, anzi pretendere, il potenziamento delle forze dell’Ordine , una tenenza dei carabinieri ed un presidio della Polizia di Stato?.

E dov'è la DDA?

Pubblicato in Cronaca

I carabinieri mettono a segno un altro colpo.

 

L’accertamento che la coltivazione di Marijuana ad Amantea non è mai cessata.

Ci fu un tempo in cui questa pianta veniva coltivata nelle zone periferiche di campagna o nelle zone cittadine marginali e perfino nelle case di abitazione.

 

Parliamo di produzione destinata allo smercio.

Ed oggi se ne trova anche per un probabile uso personale.

Non molto in verità ; parliamo di dieci/venti piantine cresciute in casa, al sicuro dalle intemperie e di cui occorreva aspettare solo la crescita più rigogliosa possibile.

 

Ma il diavolo ci ha messo le corna e la produzione non è andata in porto.

Infatti i Carabinieri di Amantea in una delle loro continue azioni di controllo del territorio, di quelle che da qualche tempo vengono condotte dai militi della locale caserma, ora guidata dal maresciallo Cerza, sono arrivati nella abitazione di N.M. ( N è il nome) abitante in una zona agricola lontana dagli abitati di Amantea e Campora SG e lì hanno scoperto queste piantine, ovviamente, sequestrandole e successivamente destinandole alla distruzione.

 

N. M. è un utilizzatore abituale, così che è facile intuire le vere generalità.

Un altro incendio. Questa volta a Belmonte Calabro. Questa volta è toccato una azienda connessa ai servizi automobilistici.

Sono quasi le 05.40 di stamattina 19 aprile quando un signore di Belmonte scorge il forte fumo che si alza dalla autofficina Sconza posta sulla SS18 poco prima del Paese di Michele Bianchi.

Qualcuno chiama i vigili del fuoco dalla lontana Paola.

Giungono intorno alle 6,20-6,30 e si danno subito da fare.

Nel frattempo il proprietario Leonardo Sconza è riuscito a salvare due delle auto depositate nel primo vano della azienda(vedi foto di una di esse).

Le altre sono bruciate totalmente ( vedi foto)

Il fuoco è divampato con violenza al punto da distruggere gran parte dell’immobile e le fiamme dopo che i vetri sono scoppiati hanno attinto alle tende esterne.( le foto)

Per fortuna l’ incendio si è fermato al primo vano, lasciando intatti quanto altro della azienda, dall’autolavaggio , alla officina meccanica, al deposito di auto, ai locali adibiti alla revisione degli automezzi.

Secondo la squadra dei Vigili del Fuoco l’incendio sarebbe partito per autocombustione da una delle auto depositate nel grande locale.

Un fenomeno di combustione derivato da un corto circuito

A sostegno due elementi.

Il primo la mancanza di punti di innesco esterni

Il secondo la vasta gamma di telecamere esistenti in tutta l’area, telecamere che hanno registrato anche eventuali passaggi esterni ( le foto)

Ovviamente non mancano quelli che restano sorpresi per il fatto che un’auto depositata nella serata di ieri abbia avuto un corto circuito dopo otto ore.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della locale stazione che stanno conducendo le opportune indagini

Notevoli i danni che ammontano tra immobile , mezzi ed attrezzature a decine di migliaia di euro.

Auto distrutte


Altre auto distrutte dal fuoco

Il soffitto inciso dal fuoco

una delle due auto salvate dall'incendio


Due delle tante telecamere

Pubblicato in Belmonte Calabro

Erano le ore 16.00 di sabato corso quando un ventottenne pe dalava tranquilla mente la sua bicicletta e per correva la via del porto.

Ignoti gli si sono avvicinati esplodendo alcuni colpi di pistola che lo hanno attinto ad una gamba.

Alcuni passanti avrebbero visto l’uomo a terra e avrebbero allertato il 118, pensando fosse caduto dalla bicicletta.

Si tratta di un senegalese “conosciuto a Cetraro con il nome di Moro”.

Un agguato vero e proprio e peraltro eseguito in pieno pomeriggio,

Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine e anche i sanitari del 118.

Alcuni passanti hanno allertato i sanitari del 118.

Gli operatori si sono recati immediatamente sul posto e hanno provveduto a dare le prime cure all'uomo.

L’uomo non è in pericolo di vita e si trova ricoverato all’ospedale di Cetraro.

Sono stati immediatamente chiamati anche i carabinieri, vista la gravità della situazione.

Sono partite le indagini condotte dai carabinieri di Cetraro che collaborano con i carabinieri della stazione di Paola.

Pubblicato in Cetraro

Un premio alla fantasia.

 

In un apparta mento in disuso impiantano 323 piante di marijuana tutte riposte singolar mente all'interno di vasi.

 

Per accelerarne la crescita creano un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica

 

Non mancava nulla, nemmeno le ventole di aerazione.

 

Le piantine erano già di altezza tra 50 e 70 centimetri.

 

Ma i Carabinieri della Compagnia di Villa San Giovanni li arrestano, in flagranza di reato.

 

Si tratta di Giuseppe Sgarano, di anni 52, e Rocco Rocco, di anni 51, entrambi di Scilla e già noti alle forze dell'ordine.

 

Gli arrestati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Arghillà, in attesa del rito direttissimo

Pubblicato in Reggio Calabria

Se si vuole la prova certa di cosa sia la Calabria basta infor marsi (bene) su Calabria Verde da cui “Il commis sario prece dente mente nominato, Nello Gallo, è scappato a gambe levate dopo un paio di mesi”.

 

Parliamo di Calabria Verde “nella cui sede di Catanzaro la Guardia di Finanza è ormai di casa”.

Parliamo di Calabria verde, la più grande azienda pubblica della Calabria, nata dopo la messa in liquidazione dell’Afor, un nuovo ente che Oliverio dice non essere ancora nato.

Ed allora ecco la mossa a sorpresa del governatore , che fa nominare dalla “sua”giunta a nuovo Commissario di “Calabria Verde” il generale dei carabinieri Mariggiò

Evidentemente non bastava la Guardia di Finanza costantemente presente nelle sue funzioni investigative ed occorreva anche l’Arma di carabinieri con la esperienza di una della sue più alte cariche quale un generale comeMariggiòche dalla sua ha anchela conosce diretta della Calabria essendo stato Comandante provinciale dei Carabinieri di Catanzaro e di Cosenza e Comandante della Legione Calabria dal novembre 2013 al luglio 2015.

 

Ed Oliverio dal generale si aspetta molto, anzi di più.

Infatti ha detto “Calabria Verde costituisce un tassello importante e decisivo per contribuire a determinare il necessario cambiamento nella vita della nostra Regione e per affermare legalità e trasparenza nella utilizzazione delle risorse pubbliche”.

 

Quasi a dire che finora legalità e trasparenza nella utilizzazione delle risorse pubbliche non si sono mai affermate.

Se è così, forse, ha ragione chi scrive che “ L’arrivo del generale Mariggiò prelude certamente alla tanto attesa operazione di pulizia di questo verminaio”.

Ed ancor più potrebbe avere ragione quando scrive che “ E sono in tanti a tremare”.

Pubblicato in Calabria

I Carabinieri nel l’ambito di un servizio finalizzato alla repressione dello spaccio di stupefacenti, articolato sul territorio in occasione delle imminenti festività, hanno tratto in arresto nella giornata odierna un giovane per possesso ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina.

 

I militari dell’Arma della Stazione di Santa Maria del Cedro hanno fatto irruzione nell’abitazione del giovane, D.N., 27 anni, operaio incensurato, alle prime ore del mattino.

 

 

Vano è stato il tentativo di darsi alla fuga e di disfarsi di un bilancino intriso di sostanza stupefacente che è stato recuperato dai Carabinieri.

La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire complessivamente 80 grammi circa di cocaina occultata in alcuni arredi e in un vano ricavato all’interno di una stampante, alcune dosi di marijuana e circa 3.000 euro in contanti quale presunto provento dell’attività di spaccio. L’arrestato è stato associato al carcere di Paola (CS), a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Pubblicato in Alto Tirreno

Sono circa una decina le vittime di questa banda di “cugini” lametini che da qualche giorno non mancano di raggiungere Amantea e di visitare negozi sottraendo i soldi dai cassetti e dai registratori di cassa.

 

Le vittime ci raccontano di ladri “centometristi”, cioè di persone esperte che in pochissimi minuti entrano, con effrazioni anche molto costose, e vanno via non dando il tempo di intervenire al sistema di sicurezza.

 

Questo è quanto visto dai commercianti della immagini delle telecamere.

Le stesse immagini sono state utilizzate dagli investigatori dell’arma dei carabinieri che dopo una intensa azione fatta di indagini ed appostamenti sono riusciti a catturarli.

Ci dicono, addirittura , che qualcuno di loro cambiasse il giacchettino double face nella speranza di non essere riconosciuto.

Alcuni furti sono stati inutili perché avrebbero interessato aziende non attive.

 

La tecnica dei furti ha escluso i beni e le attrezzature affinchè non fossero rinvenibili sugli automezzi da loro usati.

Non volevano, cioè, correre il rischio di essere fermati con la refurtiva mentre ritornavano a Lamezia Terme.

Per questo l’ obiettivo era esclusivamente i soldi, ma solo quelli di carta e non quelli spicci.

Ladri, cioè, non di poco conto al punto che le monete venivano lasciate nei cassetti o sparse per terra nel negozio.

Stando alle informazioni forniteci gli autori dei furti sono stati arrestati e sottoposti a giudizio per direttissima.

Il giudice del Tribunale di Paola ha imposto ai ladri il divieto di fare ritorno nel Comune di Amantea per un periodo di anni tre.

La misura è prevista dal D. lgs.159/2011 verso coloro che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi e verso coloro per condotta e tenore di vita debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose.

In caso di inosservanza il contravventore è punito con l’arresto da uno a sei mesi.

Pubblicato in Primo Piano

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