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Deve essere drammatico scoprire di avere un figlio che assume droga.

Difficile sapere quale è il comportamento migliore da tenere.

 

Comprensibile , pertanto, che li si controlli con la massima attenzione scoprendo i fornitori ed i luoghi di spaccio.

 

E così ancora più comprensibile che si giunga a denunciare il tutto ai carabinieri.

E’ quello che è successo a due genitori di un paesino vicino a Soveria Mannelli che hanno denunciato il rifornitore di droga della propria figlia

I genitori della ragazza hanno raccontato agli agenti che la figlia da diverso tempo ha problemi di dipendenza, al punto da essere in cura al Sert di Cosenza ed essere stata già in una comunità di recupero, dalla quale era scappata.

 

Poi hanno riferito di diversi contatti, anche telefonici, con un ragazzo residente a Soveria Mannelli che la riforniva e che in una occasione, la madre ha anche assistito personalmente ad un incontro tra la giovane e il suo “pusher”, avvenuto in Soveria Mannelli poco tempo prima, nel quale, a bordo di una vecchia fiat panda, il giovane avrebbe ceduto qualcosa alla ragazza in cambio di venti euro.

E così sono partite le indagini, comprese intercettazioni telefoniche ed ambientali, e si è scoperto che la coppia aveva detto la verità.

 

Diversi i ragazzi coinvolti ed ora colpiti dalla misura cautelare.

I Carabinieri della Compagnia di Soveria Mannelli hanno arrestato quattro persone, sottoposte alla misura degli arresti domiciliari, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

 

Si tratta di Massimiliano Cocola, 26 anni, residente a Pedivigliano, Piero Gianluca Cocola, 32 anni di Soveria Mannelli, Nello Rocca di 20 anni, residente a Scigliano e Francesco Camposani, di 23 anni residente a Marano Marchesato.

Pubblicato in Calabria

Un cittadino della Guinea è sul bordo della strada ed alza il pollice per chiedere un passaggio.

Un uomo si ferma e lo fa salire.

Kalabae gli chiede soldi ma riceve un rifiuto.

Ed allora , per quanto strano, forse incredibile, lo violenta.

Non solo ma lo fotografa.

Mamadou Kalabae, 26enne con precedenti in materia di sostanze stupefacenti, vive attualmente in uno degli appartamenti della ex struttura denominata Residence degli Ulivi.

Poi comincia minacciarlo di diffondere le foto e gli chiede soldi. Tra 200 e 500 euro.

Il violentato vista la insistenza decide di porre fine alla vicenda e denuncia il tutto ai carabinieri

I Carabinieri organizzano una trappola.

Stabiliti il giorno, l’ora ed il luogo, filmano addirittura il momento della consegna dei soldi.

Poi l’arresto in flagranza di reato.

Pubblicato in Basso Tirreno

A distanza di meno di un mese dal Venerdì 22 gennaio 2016, quando a Reggio Calabria, il Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata, Prefetto Umberto Postiglione, alla presenza del Componente del Consiglio direttivo dell’ANBSC il Procuratore Nazionale Antimafia dott. Franco Roberti, ha proceduto alla consegna dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ecco che entra in campo anche il comune di Amantea..

In quel caso gran parte dei beni sono andati al comune di Reggio Calabria.

Ma ci sono tanti altri beni ancora disponibili e rientranti nella competenza dell’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata per la Calabria.

Alcuni sono anche nel territorio di Amantea.

E ieri mattina davanti ad una di esse diverse macchine dei carabinieri.

Nessun comunicato è stato emanato né dall’Arma dei carabinieri , né da parte dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati, né da parte del comune di Amantea pur interessato al destino dei beni esistenti nel territorio di Amantea

E’ facile, comunque, supporre che si sia proceduto ad un accertamento della possibilità di loro utilizzo quale nuova caserma e sede della stazione carabinieri di Amantea.

La supposizione diventa quasi certezza alla luce delle disponibilità finanziarie disposte dal governo per il necessario adeguamento degli immobili alle nuove destinazioni d’uso, ivi compresa la messa in opera dei sistemi di sicurezza

Non tutti gli immobili però saranno destinati all’Arma dei carabinieri.

Qualcuno sarà destinato ad altre esigenze pubbliche ed in particolare sociali.

Invero, nessun decreto specifico di destinazione e di assegnazione fino ad ora è stato emanato, ma la visita preventiva si colloca proprio in questa ottica

L’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati, infatti, dovrà avere prima il via libera da parte dell’Arma dei carabinieri conseguente all’accesso di questi giorni.

Basta aspettare con pazienza e prima o dopo parte delle ville sulla SS18 diventeranno sede dei Carabinieri.

Pubblicato in Politica

L’ufficio postale di Cleto ha appena aperto le porte

Oggi è giorno di pagamento ed anche in un piccolo comune come Cleto, nelle colline tirreniche calabresi, i pensionati sono già di buon mattino a riscuotere pensione e tredicesima.

 

Insieme a loro i rapinatori.

Due,con il volto travisato.

Con una grossa ascia tentano di rompere il vetro blindato che separa il vano per il pubblico da quello dell’impiegato .

Ma il vetro resiste .

 

Intanto tutti i presenti impauriti urlano e le loro urla fanno scappare i due rapinatori che inforcano un ciclomotore.

Sgomento e paura per gli utenti dell’ufficio postale per la direttrice Ornella De Franco.

Poi arrivano i carabinieri di Aiello Calabro per le indagini rituali.

 

Ieri a Paola, oggi a Cleto. Troppo. E così anche i carabinieri di Amantea effettuano controlli mirati agli obiettivi sensibili oltre che posti di blocco.

Pubblicato in Italia

Ci viene riferito che il signor F.V., amanteano residente nel centro storico, si sia recato presso il municipio ed abbia violentemente manifestato la sua rabbia per il perdurante mancato funzionamento di un organo illuminante prossimo alla sua abitazione.

 

In tale occasione avrebbe distrutto una sedia posta nei pressi della porta dell’ufficio dell’ingegnere Pileggi.

Il tecnico comunale ha allora chiamato i carabinieri che sono giunti immediatamente.

 

Strano che non siano stati chiamati gli agenti della Polizia Municipale; probabilmente erano impegnati su altri fronti ; sono noti i tanti impegni della Polizia Municipale ai quali recentemente si sono aggiunte le contravvenzioni per l’autovelox di Acquicella, non per far cassa- ma, come si dice- per ragioni di sicurezza.( ma la sicurezza dei dipendenti comunali non è altrettanto importante?) .

 

Che l’organo illuminante, di vecchia generazione e di vecchia rete, non funzioni è certo ma è anche certo che nei giorni scorsi era stata sostituita la lampadina che però non aveva funzionato perché probabilmente un corto circuito aveva bruciato i fili e quindi ove possibile la riparazione era stata rinviata a dopo la fiera essendo gli elettricisti impegnati per la grande fiera.(nella foto stamattina 29 ottobre in Piazza Commercio),

Peraltro a pochi metri esiste un altro organi illuminante di nuova generazione.

Tutto poi è finito bene e l’esasperato cittadino si è offerto di pagare il costo della sedia.

Pubblicato in Cronaca

Il presidio della città, alla conferma della legalità, è assicurato dall’arma dei carabinieri.

Anche la Fiera, e non solo per l’ordine pubblico, ma anche per la regolarità dell’impianto fieristico.

 

E così stamattina il maresciallo Tommaso Cerza accompagnato dal brigadiere Giuseppe Rappoli hanno percorso le principali via fieristiche( Via Vittorio Emanuele, Via Margherita).

 

Proprio in via Margherita il maresciallo ha i contrato i dipendenti comunali addetti alla fiera ed alla assegnazione degli spazi dei box e degli stand.

Ci è stato segnalato anche un formale richiamo fatto dal comandante Cerza al responsabile dr Mario Aloe che è stato decisamente invitato “ a fare il proprio dovere”

Il comandante non ha preso in alcuna considerazione le blande giustificazioni addotte dal dr Aloe.

Gli astanti hanno preso atto di quanto sopra e la notizia ha fatto il giro della città.

Pubblicato in Primo Piano

Prima Calabria.

La notizia. Ieri in C.da Vennarella di Rizziconi (RC), i Carabinieri hanno tratto in arresto Teodoro Sette, di anni 76 da Rizziconi, già noto alle FF.OO., per il reato di furto aggravato di acqua, poichè, mediante allaccio abusivo alla rete pubblica, realizzato con violenza sulle cose, forniva acqua alla propria abitazione ed alla propria azienda di allevamento.

Seconda Calabria.

Nell’altra Calabria non si arresta nessuno per furto aggravato di acqua mediante allaccio abusivo.

Che non sia perché non ci sono allacci abusivi?

Eh, eh!

Pubblicato in Calabria

I fatti sono successi il 23 settembre scorso.

Francesco Sibarelli di 59 anni, imprendi tore pregiudicato, litiga con il fratello di 47 anni S. Sibarelli e gli spara ad un ginocchio.

 

Come non bastasse dopo il ferimento il figlio Mario Sibarelli di 24 anni ha tentato di investire con l’auto lo zio S. Sibarelli approfittando del fatto che era claudicante .

 

Tutto per questioni relative alla gestione delle proprietà fondiarie di famiglia.

 

Oggi il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari ha emanato apposita ordinanza per l’arresto di Francesco e Mario Sibarelli.

L’ordinanza è stata eseguita dai carabinieri di Cassano Jonio.

Pubblicato in Cosenza

La zona è impervia e posta al confine tra Diamante e Buonvicino.

Nascoste tra piante di vite circa 300 piante di marijuana dell’altezza media di 1.80 metri.

Le piante erano irrigabili

La marijuana era pronta ad essere raccolta e proprio per questo motivo i Carabinieri di Scalea , coordinati dal capitano Alberto Pinto, hanno chiesto l’intervento dei Carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria .

Questi, giunti sul posto si sono appostati nel bosco effettuando un prolungato servizio di osservazione.

Ed ecco che nella mattinata del 29 settembre giungono sul posto 3 persone già note alle forze dell'ordine, di cui due originari di Paola e uno di Diamante,che si erano accinte ad effettuare la raccolta che avrebbe permesso un illecito profitto di circa 500mila euro.

Immediato l’arresto al quale hanno fatto seguito perquisizioni domiciliari poste in essere a carico degli arrestati.

Sorprendenti i rinvenimenti tra cui dosi di sostanza stupefacente già confezionata e materiale per la coltivazione dello stupefacente

Ma la cosa più sorprendente è stato il rinvenimento, all’interno di un’officina, di un vero e proprio arsenale:

-cinque pistole, di cui una con matricola abrasa, serbatoio pieno e colpo in canna, pronta per essere utilizzata,

-un fucile a canne mozze, circa 400 munizioni, e

-tre chilogrammi circa di esplosivo.

Rinvenuti anche alcuni ordigni esplosivi artigianali, utilizzati generalmente per porre in essere atti intimidatori a scopo estorsivo, messi in sicurezza l’esplosivo dagli artificieri-antisabotaggio del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cosenza.

Ed ecco gli arrestati

Gli arrestati:

Valentino Palermo, 25 anni, di Paola

Angelo Chianello, 48 anni, di Paola;

Giuseppe Belletto, 49 anni di Diamante

Pubblicato in Alto Tirreno

Sembra una storia già vissuta seppur in un altro caso per un finto colonnello della Guardia di Finanza.

 

Ed in ambedue i casi a scoprire i finti colonnelli sono stati militari delle stesse armi.

“Un disoccupato siciliano si spacciava da mesi per carabiniere andando in giro con la divisa dell’Arma e con i gradi di tenente colonnello.

Riconosciuto da un vero appuntato dei carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, il 40enne C.S., originario di Messina, è stato rintracciato e denunciato dai militari dell’Arma alla Procura di Vibo Valentia per i reati di usurpazione di titoli e detenzione illegale di capi di abbigliamento in uso alle forze dell’ordine.

 

Nel corso di una perquisizione i militari hanno infatti sequestrato all’uomo l’uniforme completa da tenente colonnello dell’Arma, le manette, un cappotto dei carabinieri, uniformi mimetiche ed una divisa da sergente dei bersaglieri dell’Esercito italiano.

Le divise sarebbero state acquistate da una sartoria militare nei confronti della quale saranno presi provvedimenti disciplinari.

Lo scopo dell’uomo sul quale ancora non è stata disposta la perizia psichiatrica pare fosse quello di ottenere favori, agevolazioni ed una sorta di gratificazione personale.

 

Anche la sua compagna, una quarantacinquenne titolare di un centro scommesse con la quale conviveva, pare fosse convinta che l’uomo lavorasse per l’Arma sin dal primo momento in cui lo aveva conosciuto.

L’intervento tempestivo dei militari di Serra San Bruno ha quindi consentito di tutelare le fasce più deboli della comunità serrese come gli anziani che avrebbero potuto essere tratti in inganno dal finto militare e facilmente truffati”.

Pubblicato in Catanzaro

I Racconti

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