
La tecnologia, si sa, ha modificato in modo importante le nostre vite, di conseguenza ha un'influenza non da poco sull'intera società.
Alla luce di questo, non stupisce il fatto che anche le più diffuse tipologie di reato si stiano modificando: se da un lato si riduce il numero di reati "tradizionali", come possono essere ad esempio i furti in casa, dall'altro si registra una forte crescita per quel che riguarda i delitti informatici.
Delitti informatici in Italia
I dati presentati dall'Istat, il noto istituto statistico, lasciano poco spazio a dubbi: prendendo in considerazione il lasso temporale compreso tra il 2014 e il 2018, l'ammontare dei delitti informatici è cresciuto in modo importante.
Nello specifico, nel 2014 essi sono stati 10.846, nel 2015 9.857, nel 2016 10.828, nel 2017 10.586 e nel 2018, ultimo anno relativamente a cui si conosce un dato ufficiale, ben 13.282.
Osservando queste statistiche, colpisce l'autentica impennata che si è registrata tra il 2017 e il 2018, e tutto lascia immaginare che nel 2019 il numero di questi reati sia cresciuto in modo ulteriore.
Truffe e frodi informatiche in Italia
I numeri sono ancor più pesanti per quel che riguarda i reati catalogati nella categoria truffe e frodi informatiche, delle vere e proprie cifre da capogiro che lasciano riflettere.
Nel 2014, tali reati sono stati più di 133.000, nell'anno seguente hanno toccato quota 145.000, nel 2016 hanno superato quota 151.000 e ancora nel 2017 si sono superati i 164.000 episodi e nel 2018 i 184.000.
C'è peraltro da sottolineare un ulteriore aspetto: le statistiche presentate dall'istat fanno inevitabilmente riferimento ai soli episodi per i quali le vittime hanno sporto regolare denuncia, dunque includendo i reati non denunciati, il numero di crimini realmente verificatisi è probabilmente ancor più alto.
A differenza di reati quali le aggressioni e i furti domestici, peraltro, nei reati informatici accade più frequentemente che non si sporga denuncia, di conseguenza ci sono ottime ragioni per credere che le statistiche indicate vadano riviste al rialzo.
La situazione relativa alla Calabria
Analizzando i dati forniti da Istat è possibile scoprire anche quale sia la situazione relativa alla Calabria, la quale sembra confermare i trend che stanno verificandosi su scala nazionale.
Per quanto riguarda i delitti informatici si è passati dai 180 casi del 2015 ai 247 del 2018, la crescita è inequivocabile anche per quel che concerne truffe e frodi informatiche: nel 2014 si registrarono, in questa regione, 4.133 episodi, mentre nel 2018 sono stati ben 5.944.
La necessità di una maggior sicurezza
Davanti a simili numeri, e soprattutto davanti a un trend di crescita così marcato che non sembra affatto destinato ad arrestarsi nel prossimo futuro, è sicuramente indispensabile innalzare i livelli di guardia.
Le aziende devono sicuramente essere molto attente in quanto tali reati possono comportare dei danni economici davvero catastrofici i quali potrebbero, in taluni casi, compromettere persino il prosieguo dell'attività.
Le imprese che operano in rete o comunque che utilizzano sistemi informatici, ovvero la grande maggioranza, devono adottare sistemi di sicurezza specifici; quelle che necessitano di elevati livelli di protezione, si pensi ad esempio a grosse società che archiviano molti documenti in cloud, oppure ad aziende che vendono attraverso e-commerce, è più che opportuno dotarsi di sistemi di sicurezza proattiva proposti da aziende specializzate quali Lanewan.
Anche i comuni cittadini, tuttavia, devono prestare attenzione, soprattutto per quel che riguarda le truffe.
Tra i rischi più concreti si segnala il phishing, ovvero il furto di dati personali eseguito attraverso vari tipi di raggiro, l'invio di email con comunicazioni false e truffaldine, il furto di identità nell'ambito dei Social Network e perfino delle vere e proprie forme di ricatto che avvengono tramite email, in cui i malviventi dichiarano di avere informazioni personali o materiale compromettente riguardante la vittima e richiedono appunto, per la sua distruzione, un vero e proprio riscatto.
Ci sono davvero pochi dubbi sul fatto che in futuro la grande maggioranza di reati si consumeranno in rete, di conseguenza è importantissimo che tutti, sia le aziende che i comuni cittadini, innalzino i livelli di guardia, anche migliorando i livelli di alfabetizzazione informatica.
Florindo Rubbettino ha detto no.
Non sarà lui il candidato del Partito Democratico alle prossime regionali.
Decisive, nella scelta dell’imprenditore, sono state le tensioni che si registrano all’interno del Movimento 5 Stelle che pare ormai orientato a presentare una lista autonoma con un proprio candidato presidente.
Anche l’eventuale assenza dalla competizione del Movimento avrebbe potuto indurre Rubbettino ad una scelta diversa.
Invece senza i grillini, e con Matteo Renzi che da tempo ha deciso di non presentare liste in questa tornata, Rubbettino ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per un suo impegno in politica.
La sua decisione verrà formalizzata ufficialmente già questo pomeriggio con una nota.
Intanto si vivono ore cariche di tensione per i colonnelli lealisti del PD che sull’asse Roma-Bologna sono alla spasmodica ricerca di un piano B.
Come preannunciato, l’imprenditore calabrese ha voluto affidare ad una nota le ragioni del suo rifiuto:
Ho «interrogato a lungo la mia coscienza di uomo, di padre e di calabrese.– ha spiegato -.
Riconciliare la Calabria, ridarle speranza nelle proprie infinite possibilità economiche, mettere assieme le differenze culturali del territorio per farne una grande ricchezza di tutti sarebbe stato il mio sogno e per questo sogno e per tutte quelle persone che me lo hanno chiesto avrei accettato la sfida e il sacrificio che questo avrebbe comportato».
Poi ha dichiarato « Ho potuto constatare che non ci sono le condizioni nel quadro politico calabrese per fare tutto ciò.
Il campo del centro sinistra è molto più diviso di quello che mi sarei aspettato.
Da quanto si legge già dai primi segni sarei stato coinvolto in una lotta dilaniante in cui non si vede volontà di ragionare superando le divisioni tra partiti e all’interno degli stessi partiti, in cui non si sa nemmeno distinguere l’impegno civico per servire la propria piccola comunità, quella più prossima dove crescono i propri figli, dalle logiche di fazione».
Infine ha detto«Ringrazio le tantissime persone che mi hanno incoraggiato a candidarmi e mi scuso di non averle potute ringraziare una per una.
Ho colto soprattutto nei messaggi dei più giovani quell’energia viva che potrebbe davvero cambiare questa terra. E in quelli di tante madri e padri la preoccupazione e talvolta la disperazione per le prospettive che potrebbero attendere i propri figli».
«Ringrazio , pertanto,i cittadini, il segretario del Pd Nicola Zingaretti e le altre forze politiche che mi hanno onorato del loro apprezzamento. Continuerò a servire questa terra con il mio lavoro, con l’impegno imprenditoriale ed editoriale attraverso il quale ho sempre provato a generare un forte sprone al cambiamento. Farò tesoro di questo immenso capitale di apprezzamento e simpatia che mi è arrivato dai calabresi e non smetterò mai di impegnarmi per la valorizzazione di questa terra e per stimolare idee e progetti di futuro dialogando sempre con le tantissime persone che hanno a cuore questa regione».
Emergenza rifiuti a Reggio Calabria. “La situazione dei rifiuti nel territorio ha raggiunto livelli insostenibili”a
Adesso Falcomatà si scaglia contro Oliverio: “serio rischio di ordine pubblico”.
I sindaci dei Comuni della Città metropolitana di Reggio Calabria si recheranno oggi alla Cittadella regionale di Catanzaro, auspicando un incontro con il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio.
Lo comunica l’ente metropolitano specificando come la “situazione dei rifiuti nel territorio ha raggiunto livelli insostenibili”.
I primi cittadini chiederanno al governatore l’apertura di un tavolo politico istituzionale permanente per affrontare nell’immediato la questione.
Oggi il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomata‘, intervenendo ad un’iniziativa all’Associazioni industriali ha messo in evidenza la difficolta’ nel conferimento dei rifiuti indifferenziati e organico negli impianti regionali.
“Da quindici giorni non riusciamo a conferire – ha affermato – questo sta comportando una produzione di microdiscariche.
La causa ha nome e cognome: la Regione Calabria che ha chiuso le porte degli impianti di conferimento solo ai 97 Comuni dell’area metropolitana di Reggio Calabria.
Le altre province, invece, conferiscono regolarmente. Stiamo facendo di tutto per risolvere questa situazione”.
“Finora la Regione ci ha chiesto di rientrare almeno dell’80% del debito per poter conferire nuovamente – ha precisato Falcomata’ – nonostante le difficolta’ di molti Comuni, molti sono in dissesto, con problemi legati alla liquidita’, tutti si sono messi in linea e sono arrivati vicini a quella percentuale”.
Il sindaco metropolitano si chiede quindi “se la salute dei cittadini puo’ essere demandata al calcolo ragionieristico.
Se la situazione non si sblocchera’ – ha concluso Falcomata’ – c’e’ il serio rischio di ordine pubblico”.
Ma come abbiamo già scritto ieri su StrettoWeb, ci chiediamo come mai in concomitanza con il blocco delle discariche si sia fermata anche la raccolta porta a porta dei rifiuti differenziati (plastica, vetro, carta e cartone).
In città monta la rabbia e si insinua il dubbio della mega-truffa sulla differenziata, imposta ai cittadini ma non completata regolarmente.
Non è che vada a finire tutto in discarica?
Perchè che la raccolta porta a porta si sia fermata completamente da quasi 15 giorni è una strana coincidenza…
Emergenza rifiuti a Reggio Calabria, il comunicato stampa di Falcomatà: il Sindaco chiede un tavolo politico istituzionale permanente
«Le porte degli impianti di smaltimento dei rifiuti calabresi sono chiuse per i 97 Comuni del territorio metropolitano di Reggio Calabria, e solo per loro, sicché si creano microdiscariche ovunque e l’indifferenziato non viene raccolto da 15 giorni. E questo avviene per responsabilità della Regione». L’ha detto questa mattina il sindaco Giuseppe Falcomatà, intervenendo al convegno sul tema “Economia circolare, ambiente e futuro – Sfide culturali e imprenditoriali per lo sviluppo sostenibile” svoltosi nella Sala convegni di Confindustria Reggio Calabria.
«I tecnici regionali, se non avessero disertato quest’appuntamento, vi avrebbero detto che per riaprire le porte della discarica di Crotone e tornare a farci scaricare occorre che i Comuni del Reggino rientrino dell’80% dal loro debito con la Regione in materia ambientale – ha proseguito il primo cittadino –. In realtà, malgrado tanti tra loro siano in dissesto e in predissesto, tutti gli Enti locali del territorio metropolitano si sono “messi in riga” e sfiorano ormai quella soglia. Ma se anche così non fosse, la salute dei cittadini e l’igiene pubblica non possono essere demandate a una percentuale imposta peraltro non da una norma, ma da dirigenti e funzionari della Regione. Né i gestori degli impianti hanno accettato d’avere rapporti direttamente con l’Ato, il neocostituito Ambito territoriale ottimale per la gestione dei rifiuti: “Abbiamo un rapporto diretto con la Regione e vogliamo continuare così”, ci hanno risposto, visto che la legge regionale sui rifiuti non prevede “filtri” tra gli Enti locali e i soggetti che gestiscono gli impianti. Però gli altri territori provinciali continuano a conferire i propri rifiuti in discarica mentre noi no; e nessuno sa perché».
Falcomatà sta allora nella circostanza che «l’interlocuzione politica con l’Ente regionale è completamente saltata. Proprio per questo, i colleghi sindaci del territorio metropolitano hanno fisicamente sbarrato l’accesso di tutti i camion delle altre quattro province calabresi al termovalorizzatore di Gioia Tauro – ha annunciato il primo cittadino reggino – Sì, perché a proposito d’economia circolare, oggi sotto il profilo ambientale grazie a siti come Gioia, ma anche Siderno e Sambatello, proprio il territorio metropolitano reggino potrebbe essere oggi quello più autonomo dell’intera Calabria, invece di fatto è quello più intollerabilmente penalizzato. Chiediamo adesso che venga istituito immediatamente un tavolo regionale di concertazione permanente e che della questione venga investito direttamente il Ministero per l’Ambiente con la massima urgenza».
Strettoweb