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scuola2021Roma, 29 gen – “Lasciar scegliere alle famiglie se mandare il proprio figlio a scuola o fargli proseguire la dad è una proposta insensata, che mi auguro per il bene degli studenti e studentesse calabresi che non si tramuti davvero in un’ordinanza, come ha anticipato il governatore Spirlì”. Lo dichiara Alessandro Melicchio, deputato calabrese del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura.
“La scuola è un diritto, non un’opzione, e le istituzioni hanno il dovere di fare il possibile per garantirlo a tutti, senza creare disparità sulla base di valutazioni o convinzioni personali che poco hanno a che fare con la scienza. La scienza infatti, è bene ricordarlo, considera la scuola uno tra i luoghi più sicuri e non è un caso che il Governo, sulla base delle indicazioni delle autorità sanitarie, abbia previsto la riapertura anche delle superiori, sebbene al 50%. Già i mesi di chiusura hanno acuito le disuguaglianze tra i giovani: bisogna lavorare per ridurle, non per aumentarle”, conclude Melicchio.

Alessandro Melicchio, portavoce M5S alla Camera dei Deputati

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neonata2020Arginare il fenomeno distruttivo della pesca del novellame di sarda “bianchetto” (cd nannata) e bloccare la successiva commercializzazione, sono questi i punti cardine oggetto di una vasta operazione complessa denominata “Nuova nata”, messa in campo dal dalla Direzione marittima di Reggio Calabria.

In questo periodo uomini e donne della Guardia Costiera Calabrese hanno intensificato i controlli in mare, lungo la costa e sulle strade, con l’ausilio di mezzi aerei e navali, snodi fondamentali per la commercializzazione del prodotto ittico nel florido mercato clandestino calabrese e siciliano, dove la richiesta continua a risultare altissima.

Questa tipologia di pesca, nonostante risulti devastante per l’ecosistema marino in quantoi pesci vengono prelevati dal mare ancora non sviluppati e pertanto gli si preclude la possibilità di svilupparsi, è particolarmente diffusa soprattutto nelle marinerie pugliesi, calabresi e siciliane, dove il mercato è fiorente.

La commercializzazione di tale prodotto ittico è estremamente remunerativa, basti pensare che il costo di vendita al dettaglio di un kg di questo prodotto può arrivare fino a 30 euro.

Nell’attività ispettiva condotta lungo tutto il territorio calabrese e lucano tirrenico vede impiegati un consistente numero di militari degli uffici periferici della Guardia Costiera, da Corigliano Calabro a Maratea.

Nell'ambito dell'operazione in atto denominata "Nuova nata", più di 150 cassette contenenti novellame di sarda, più comunemente chiamato “bianchetto” o “nannata”, per un peso di quasi una tonnellata sono state sequestrate dai militari della Guardia Costiera calabrese.

La scorsa notte i militari della Capitaneria di Porto di Crotone hanno intercettato nel Comune di Crucoli un veicolo con a bordo Kg. 560 di esemplari di “bianchetto” (sardina pilchardus) sottomisura, elevando una sanzione amministrativa pari ad euro 25.000 e relativo sequestro del prodotto ittico.

A Villa San Giovanni, personale militare della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria ha intercettato un furgone con a bordo kg. 360 di novellame di sarda, elevando una sanzione amministrativa di euro 25.000 al conducente.

Ulteriore attività è stata svolta dal personale della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro che ha posto sotto sequestro novellame di sarda sottomisura misto a “cicerello”, venduti illegalmente per le vie cittadine.

Una parte del prodotto ittico posto sotto sequestro è stato donato in beneficenza a seguito della certificazione del Veterinario dell’ASP, che ne ha attestato l’idoneità al consumo umano, mentre un’altra parte non è stato giudicato idoneo al consumo e quindi è stato distrutto.

L’attività di repressione posta in essere dagli uomini della Guardia Costiera contro gli illeciti in materia di pesca e commercializzazione illegale di prodotti ittici sottomisura proseguirà incessante in mare ed a terra, allo scopo di garantire il rispetto delle leggi in materia a tutela dell’ecosistema marino.

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lavoro-in-CalabriaAnche in Calabria una delle conseguenze della pandemia da coronavirus è stata la crisi del mercato del lavoro. Le organizzazioni locali, infatti, hanno dovuto fare i conti con un notevole stress dal punto di vista finanziario ed economico, e quasi tutte le aziende si sono ritrovate alle prese con un fatturato in calo. Per quel che riguarda l’agricoltura, per esempio, le limitazioni agli spostamenti che sono state decretate con i provvedimenti di marzo si sono tradotte in una eccezionale scarsità di manodopera, con effetti dannosi per diverse produzioni agricole.

Le soluzioni di applavoro

Se si è alla ricerca di un impiego, la Rete può offrire soluzioni preziose: la dimostrazione arriva da applavoro, vero e proprio ricettacolo di offerte con inserzioni pubblicate da aziende e datori di lavoro di tutte le città italiane. Viene indicato, tra l’altro, lo stipendio medio in base al sesso. Una volta individuato un annuncio a cui si potrebbe essere interessati, è sufficiente cliccarvi sopra per leggerlo e consultarlo in maniera approfondita: a quel punto si può decidere se inoltrare la propria candidatura o se proseguire nella ricerca.

La disoccupazione in Calabria

Nel 2019 il tasso di disoccupazione in Calabria era sceso, rispetto all’anno precedente, di 6 decimi di punto percentuale, arrivando al 21%: un dato comunque superiore a quello nazionale di più del doppio. In lieve calo anche la disoccupazione giovanile, ma sempre molto più alta della media italiana. Si ipotizza che saranno proprio le nuove generazioni a patire di più le conseguenze deleterie dovute al coronavirus. Nel primo trimestre di quest’anno, per esempio, è stata registrata una riduzione consistente della quantità di soggetti attivi sul mercato del lavoro, con riferimento nello specifico ai disoccupati.

La ricerca del lavoro ai tempi del coronavirus

Soprattutto nei primi mesi della pandemia, con il lockdown generalizzato e il divieto di spostarsi, è facile ipotizzare che vi sia stato un incremento delle spese correlate alla ricerca del lavoro, per effetto soprattutto delle precauzioni relative al distanziamento fisico. Ciò ha comportato da un lato una situazione di scoraggiamento e dall’altro una diminuzione della disponibilità di lavoro. Se si prendono in esame i dati relativi alle ricerche di lavoro online si può notare che a inizio marzo è cominciato un calo consistente che è terminato a maggio. Tutto lascia pensare che alla fine del 2020 la disoccupazione sarà risalita, perché la crisi pandemica avrà fatto calare la propria mannaia sulle imprese locali.

Disoccupazione, licenziamenti e prospettive

Tra il mese di marzo e quello di maggio sono state inoltrate più o meno 10mila richieste per ottenere la Naspi, vale a dire il sussidio di disoccupazione: in confronto allo stesso periodo del 2019, la crescita delle domande ha sfiorato il 28%. Se si pensa che già dal 17 marzo è entrato in vigore il blocco dei licenziamenti, si può pensare che questo aumento è da ricondurre soprattutto alla scadenza dei contratti di lavoro a tempo determinato.

La cassa integrazione

La cassa integrazione guadagni ha rappresentato lo strumento attraverso il quale si è fatto fronte alla riduzione dell’attività per il lavoro dipendente. La sospensione delle attività decisa a marzo dal governo ha coinvolto più o meno il 25% degli occupati in Calabria. Mentre negli ultimi anni si era assistito a un calo notevole delle ore autorizzate di cassa integrazione, nel 2020 il numero è tornato ad aumentare, complice l’ampliamento delle condizioni di accesso reso possibile dai provvedimenti del governo. Solo ad aprile sono state autorizzate 8 milioni e 300mila ore di Cig, vale a dire 10 volte di più rispetto al totale del precedente trimestre.

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