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La signora C.G.M di Serra d’Aiello che ha tentato di uccidere l’anziano padre ottantenne C.G.F con una chiave inglese ed un filo di luce è stata giudicata dal GIP Pierpaolo Bortone del Tribunale di Paola per i reati previsti dagli articoli 56, 575 e 576 comma 1 numero 2.

Il GIP valutata la sussistenza della quasi flagranza nel delitto “desumibile dalle modalità descritte nel verbale di arresto e confermate dalle deposizioni delle persone sentite nell’immediatezza dei fatti”, i gravi indizi di colpevolezza “ sostanzialmente riconducibili alle dichiarazioni rese dal fratello della stessa C.G.S. nonché dalla dichiarazione confessoria resa nell’immediatezza dall’indagata”, e valutata la sussistenza “del concreto pericolo che l’indagata-rimessa in libertà- commetta altri reati della stessa specie di quello per cui si procede”, ha convalidato l’arresto in flagranza.

Il GIP ha anche considerato che il grave episodio è stato ispirato da ragioni futili (la signora C.G.M ha dichiarato al fratello che “ mi sono litigato con papà perché non voleva mangiare”), che potrebbero nuovamente esplodere, anche nel contesto familiare , rende unica misura adeguata e concretamente applicabile quella richiesta dal Pubblico Ministero”.

Il PM aveva chiesto la custodia in carcere.

Pur tuttavia il GIP oltre che convalidare l’arresto in flagranza ha disposto nei confronti della sunnominata non già la misura della custodia in carcere, bensì quella della custodia cautelare in una comunità terapeutica psichiatrica ione della stessa tramite i carabinieri di Aiello Calabro ed affidando ai carabinieri della stazione più prossima al luogo di cura i controlli di rito nei confronti della cautelata.

Non solo ma la autorità sanitaria territorialmente competente dovrà mensilmente relazionare sullo stato di salute dell’indagata sulla evoluzione delle patologie accertate ed infine l’eventuale venir meno delle condizioni di infermità mentale che hanno giustificato il ricovero.

La signora C.G.M e’ stata difesa d’ufficio dall’avvocato Antonio Cuglietta di Serra di Aiello, già sindaco del medesimo comune.

Pubblicato in Calabria

Un dramma della solitudine o della depressione? Non è dato ancora sapere.

Quello che è certo è che la figlia quarantacinquenne una volta arrestata in quasi flagranza di tentato omicidio” ha chiesto spontaneamente di essere tradotta in una casa di cura o presso una Casa Circondariale al fine di ottenere le necessarie cure mediche”

Siamo a Serra d’Aiello il paese dell’Istituto Papa Giovanni XXIII, dove la signora C.G.M. lavorava fino alla sua chiusura e dal cui lavoro trovava reddito , sicurezza e dignità

Alla base del dramma, forse, anche questo. Difficile, infatti, allevare due figli senza la sicurezza di un reddito e dovendo assistere l’anziano genitore che aveva l’unico reddito di tutta la famiglia.

Che cosa sia poi successo è solo ipotizzabile .

L’unica certezza discende dalle dichiarazioni del fratello C.G.S che ha riportato le parole della sorella “ mi sono litigato con papà perché non voleva mangiare”.

Un giustificazione incredibile tanto più per un evento che riguardava un ottantenne da poco rientrato da una lungodegenza in ospedale

Come incredibile sono le modalità del tentato parricidio.

La signora CGM ha colpito il padre alla testa con una chiave inglese “quella per stringere i bulloni”.

Il povero ottantenne CGS presentava” trauma cranico contusivo con multiple ferite lacero contuse da colpi contundenti. Contusioni multiple al volto con ferite lacero contuse. Segni di strangolamento contusioni ed escoriazioni multiple”.

Un raptus continuato fino a quando la figlia non rivolgeva la sua furia alla casa.

Poi lasciava il padre sanguinante sul letto , chiudeva la porta, vi poggiava un cassone per impedire ad alcuno di entrare in casa e si sedeva al tavolo.

Eppure secondo la guardia medica la signora era sì in cura per una forma di depressione ma non risultava affetta da patologie mentali

Pur tuttavia sembra che ella fosse stata visitata al centro di igiene mentale di Amantea.

Per fortuna il fratello CGF si era recato presso l’abitazione del padre ed era riuscito ad entrare in casa prendendo a spallate la porta , trovando la sorella con gli abiti macchiati di sangue, il padre sul letto e vicino una pozza di sangue.

Da qui la chiamata dei Carabinieri della lontana caserma di Aiello calabro ( Campora SG sarebbe più vicino ma non ha alcun presidio di forze dell’ordine)

Giungeva più rapidamente il 118 che provvedeva a dare il primo soccorso al povero ottantenne e provvedeva successivamente a trasporto preso il vicino nosocomio di Paola .

Ma le condizioni dell’anziano genitore hanno imposto il suo trasporto nel più attrezzato ospedale di Cosenza.

La quasi flagranza del reato, le macchie di sangue, la presenza dei mezzi di offesa hanno imposto ai Carabinieri di Aiello Calabro di procedere all’arresto della signora

Sul posto sono intervenuti i sanitari della Guardia medica che hanno ritenuto per la signora CGM e con il suo consenso il ricovero presso una struttura psichiatrica presso l’ospedale di Corigliano calabro.

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