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pesci deformi medio1Per vivere tranquilli non si possono, o meglio non si devono, avere dubbi.
Poco importa cioè sapere se il mare è balneabile, se i pesci che mangiamo sono commestibili o pericolosi per la salute.


Il Sistema di Informazione oggi, infatti, fa di tutto perché la gente non abbia dubbi. Ed arriva al punto di farli parlare di cazz….te varie come i nuovi vestiti chiari della regina che la ringiovaniscono, palesemente per distrarre l’attenzione o deviare il pensiero.

Non capirebbe, la gente non capirebbe, non dormirebbe sonni tranquilli , forse non andrebbe più al mare e non comprerebbe più pesci.

Una società disordinata non sarebbe più controllabile, potrebbe reagire anche inconsapevolmente e sarebbe la fine di questo sistema che controlla tutto, che impone l’ordine mondiale del quale in tanti hanno bisogno, politica, massoneria ed economia, in primis, per sopravvivere.

Intanto non dire la verità significa lasciare la società nell’ignoranza e senza capacità di effettuare scelte consapevoli.

Ritorniamo, quindi, alla domanda individuale

Pesci deformi o vulelle? Quale è la condizione del nostro mare?

I pesci deformi pescati davanti a Fiumefreddo Bruzio e di cui parla Roberto De Santo con lische nelle quali un laboratorio privato avrebbe rinvenuto la presenza di Ipa e Pcb al di sopra della norma, sono un pericolo per la salute della gente?. Sono nati davanti alle coste calabresi o provengono da altri luoghi? Perché un laboratorio privato e non anche uno pubblico, in modo da poterne confrontare i risultati? Quale è questo laboratorio privato? Come è accedibile il referto? Chi ha pagato le spese? Sono tantissime le domande alle quali non è dato dare risposta.

Dove sono avvertiti fatti similari? Ne ricordiamo solo alcuni senza dimenticare quelli più antichi come Minamata( provate a leggere) ed il suo metilmercurio.

Il caso recente più famoso è quello del fiume e del lago Athabasca, in Canada dovuto a sostanze tossiche come mercurio e l’ arsenico, legate allo sfruttamento delle famose sabbie bituminose, che avviene a monte.

E scendendo negli USA come non ricordare i 23 casi di inquinamento da ceneri di carbone che ha causato e continua a causare gravi danni alla fauna ittica ed alla pesca in Texas, Ohio, Tennessee, Pennsylvania, South Carolina, Virginia, Michigan, Georgia, West Virginia, Wisconsin e Wyoming, ed in particolare quello del Lago Sutton, vicino a Wilmington in North Carolaina dove muoiono milioni di pesci e migliaia sono deformi

Molti altri casi sono celati, come le 100 tonnellate di pesci morti nel fiume Fuhe, nella provincia cinese di Jiangxi dovuti alla immissione di ammoniaca ( fino ad oltre 196 mg per litro) I pesci sono stati raccolti da un tratto di 40 chilometri del fiume.

Senza dimenticare( ovviamente) Fukushima( di cui non ci dicono più niente) ed il Golfo del Messico.

Giù da noi. per esempio, una ricercatrice di Catania tempo fa ha effettuato dei campionamenti su alcuni pesci deformi notando un’anomalia davvero particolare: numerosi pesci avevano la colonna vertebrale (cioè la lisca) a “v”, come colpiti da una sorta di anomala scoliosi. Facendo accurate analisi e studi su tali pesci ha potuto constatare che il problema è da attribuire ad un accumulo di metalli pesanti come Mercurio, Cadmio e altri, che hanno avviato una vera e propria alterazione genetica, portando i pesci a deformarsi e a mantenere quelle nuove, inquietanti modifiche.

pesci deformi miniNon solo ma una famiglia di Alcamo ha acquistato 4 orate da 300 grammi circa( da allevamento), ed ha rilevato la stessa anomalia. Tutte e 4 le orate (cioè il 100% di prodotto acquistato) contenevano la deformazione descritta dalla ricercatrice (nelle foto allegate trovate le 4 lische deformi delle orate acquistate dalla famiglia alcamese).

Ma ci sembra che i problemi più rilevanti siano quelli del Po dove il CNR ha trovato un’elevata concentrazione di composti chimici tra cui l’acido perfluorottanico (Pfoa) e perfluoroarchilsolfonato (Pfos), due sostanze facilmente accumulabili nel sangue sia tramite inalazione che bevendo acqua potabile contaminata. In Emilia Romagna, a Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara, nella zone in cui il fiume più grande d’Italia si avvia verso la foce, l’acido perfluorottanico è superiore di 200 volte rispetto alla media europea (anche 200 ng/l). Situazione ancora più drammatica in Piemonte, in due affluenti del grande fiume (Tanaro e Bormida), dove i livelli di acido sono tra 1.200 e 1.500 ng/l. L’inquinamento ha inoltre causato un incremento delle malformazioni tra le varie specie ittiche: molti esemplari presentano organi sessuali sia maschili che femminili. Nella valle del Bormida

E qualcuno scrive che “Nella valle del Bormida c'è un incidenza tumorale nel uomo mostruosamente superiore alla media Italiana....e comunque l'omonimo fiume è stato per anni il più inquinato d'italia....il letto del fiume in alcuni punti era rosso”.

Senza parlare di Taranto.

Ma ecco cosa ci scrive un nostro amico scienziato del CNR:

Gentile Redazione, purtroppo questi tipi di composti chimici sono diffusi  in tutti i mari Italiani  certamente ci sono delle zone più inquinate come Priolo al sud  ma anche Bagnoli al Nord , ma  le correnti marine distribuiscono queste sostanze da tutte le altre parti. Oltre al trasporto da parte delle correnti marine ci sono i vari fenomeni di Bioconcentrazione e di Bioaccumulo in base ai quali gli animali  funzionano da spugne accumulando con il tempo  queste sostanze.
Si, c'è una correlazione diretta tra inquinanti e tassi di deformazione e malattie genetiche  in generale  vedi per esempio Taranto.......

Questi pesci possono provenire da altre zone?  In teoria si, ma  prima vorrei essere sicuro della specie  e delle dimensioni dei pesci, in ogni caso non sono molte le specie che migrano attraverso lo stretto di Messina e che quindi possono arrivare da Augusta..

Nel  Mediterraneo  ci sono alti tassi di queste classi di composti inquinanti,   con maggiori concentrazioni nella parte settentrionale rispetto alla parte meridionale. Per quello che riguarda la Calabria sebbene non vi siano  sulla costa tirrenica grandi impianti petrolchimici, non dobbiamo dimenticarci che, per esempio, l'alluvione di Vibo del Luglio 2006 ha provocato seri problemi con la locale  raffineria, inoltre sappiamo di molti depositi illegali di rifiuti tossici  e non possiamo pensare che non abbiano nessuna ripercussione sull'ambiente.

L'argomento è molto complesso, resto a tua disposizione per qualsiasi altro chiarimento!
Un caro saluto”

La risposta alla domanda è quindi semplice. Si chiama attenzione all’ambiente, desiderio di sapere la verità, voglia e p..le di combattere gli inquinamenti, senza prenderci in giro come stiamo, ahimè, facendo.

Le soluzioni tecniche ci sono, le ipotizzavamo già una decina di anni fa ma il progetto nessuno lo ha voluto nemmeno conoscere:

Vedremo con la prossima amministrazione!

Apesci deformi progetto strategicol largo di Fiumefreddo due pescatori amatoriali a settembre scorso hanno catturato alcuni tonnetti malformati. Dalle analisi risulta che erano contaminati

Pesci con malformazioni alla colonna vertebrale e contaminati. Non è un film horror ma quello che è stato scoperto a mare lungo il Tirreno cosentino. Due pescatori amatoriali, durante una battuta al largo di Fiumefreddo Bruzio, nel settembre scorso, hanno catturato alcuni esemplari di tonnetti alletterati (una specie di tonno molto diffusa nel Mediterraneo e caratterizzata dalla colorazione azzurro-bluastra del dorso screziato) che, si è scoperto in seguito, presentavano anomalie scheletriche. Da qui l’allarme generato soprattutto dalla circostanza che su dieci animali catturati ben quattro presentavano una strana malformazione: la spina dorsale bifida. Un allarme che ha portato a far analizzare i resti di due degli esemplari pescati e a scoprire che nella lisca erano presenti dei contaminanti. Il valore più elevato riguarda gli (Ipa), ritenuti da molti ricercatori tra i responsabili di mutamenti genetici negli animali. Ma anche pericoloso per la stessa salute dell’uomo visto che è stato accertato il suo effetto cancerogeno. Inoltre, dalle analisi effettuate da un laboratorio privato, nella spina dorsale dei due animali sono emersi parametri al di sopra della norma di tre

(Pcb), composti organici considerati altamente nocivi per la salute dell’uomo. Un caso – allo stato attuale isolato in Calabria – che, però, solleva non pochi timori sulla qualità della salute dei mari italiani e che ricorda quanto sta avvenendo in altre parti del Mediterraneo. Infatti, nel corso degli anni, in altre parti del Paese sono stati trovati esemplari malformati simili a quelli catturati a Fiumefreddo. Episodi verificatisi in particolare nella rada di Augusta. Da tempo al largo della costa siracusana – soprattutto dopo le operazioni di pulizia del porto che nel 1989 avrebbero comportato lo sversamento in mare di sostanze, molte delle quali tossiche, presenti nell’infrastruttura – si registrano, da parte di pescatori, di ristoratori ma anche di semplici cittadini della zona, decine di segnalazioni di esemplari di varie specie ittiche con anomalie scheletriche. Soprattutto alla colonna vertebrale. Una circostanza che porterebbe a far ritenere che proprio da quella parte del Tirreno meridionale provenissero anche i tonnetti catturati al largo di Fiumefreddo Bruzio. Vista la relativa distanza dalla Sicilia e soprattutto perché gli animali catturati nel Cosentino fanno parte di una specie definita pelagica e cioè capace di percorrere anche centinaia di chilometri dal loro luogo di nascita. Inoltre, essendo animali predatori, presentano livelli di concentrazione di sostanze chimiche elevati. Il tonnetto, infatti, cibandosi di altri pesci funge da bioaccumulatore delle sostanze contenute negli animali di cui si ciba. Un aspetto che ripropone con forza la necessità di monitorare attentamente l’intero bacino del Mediterraneo.

IL RACCONTO

«Siamo andati come al solito, a pescare molto presto. Intorno alle 6 del mattino e per diverse ore non abbiamo catturato nessun pesce. Fino a quando, intorno alle 11, uno dopo l’altro i tonnetti hanno abboccato alle nostre esche». Valerio Beatino, un 23enne di Amantea, studente di ingegneria ambientale, racconta quella che in seguito diventerà più di una semplice battuta di pesca. Al largo di Fiumefreddo Bruzio Valerio, assieme allo zio, nel settembre scorso cattura dieci tonnetti alletterati, con una peculiarità: quattro di questi esemplari presentano una strana malformazione. «Ce ne siamo resi conto a casa – spiega – solo dopo averli cucinati. Mentre stavamo per mangiarli, e dopo averli ripuliti, ho notato qualcosa di strano: la spina dorsale del pesce presentava una forma diversa dalle altre». Una sorta di biforcazione che dalla coda procedeva lungo il dorso dell’esemplare. «Dapprima avevo pensato a una protuberanza della carne – dice il 23enne che è anche attivista del Comitato “Natale De Grazia” di Amantea – ma pulendo meglio la lisca ho visto che si trattava di una vera e propria malformazione». Così Valerio passa ad esaminare l’esemplare che stava mangiando la sorella e si accorge che anche questo tonnetto presenta la stessa anomalia. Come gli altri due pesci che erano stati congelati per essere mangiati nei giorni successivi. «Abbiamo cotto gli altri esemplari – spiega – per procedere poi alla pulizia e capire se anche gli altri due avevano questa malformazione. Ebbene, anche questi tonnetti avevano la stessa identica anomalia scheletrica: la spina dorsale bifida». Un’anomalia che, a questo punto, porta il giovane laureando in ingegneria ambientale a consegnare le lische degli ultimi due esemplari esaminati a un esperto del campo. E dopo aver affidato a un laboratorio privato i reperti, è emerso il responso: nelle lische è stata rinvenuta la presenza di Ipa e Pcb al di sopra della norma.

Questo servizio è stato pubblicato sull'edizione n. 141 del Corriere della Calabria distribuita in edicola fino al 13 marzo del 2014 a firma di Roberto De Santo

Pubblicato in Calabria
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