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Redazione TirrenoNews

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Via Margherita è chiusa al traffico e si è riempita di gente.

Bambini e bambini con i loro vestiti di carnevale, ragazzi e ragazze curiosi, molte mamme, qualche papà, qualche nonno, curiosi vari, noi che fotografiamo.

 

Molti negozi sono aperti, in particolare quelli che vendono oggetti carnevalizi ed i bar; gli altri, anche se aperti, non fanno grandi affari, ma si fanno un po’ di pubblicità.

Tra i presenti in via Margherita tanti , la gran parte, che proviene dai comuni dell’hinterland: da Paola, San Lucido, Falconara, Fiumefreddo B., Longobardi , Belmonte C., Lago, Falerna, Nocera T. , e giù, giù fino a Lamezia T.

Ma c’è anche l’ Italo americano che ama la sua Amantea ed ormai vi ritorna spessissimo.

Per chi ha fame la Pro Loco cucina e ristora.

Frittate di pasta e bicchieri di vino. Il cuoco è il solito Pino Dolce. A somministrare le donne della Pro Loco.

Ma anche a Piazza Commercio ci si ristora. Ci pensa il comitato di carnevale.

Ma sono i i bar ad essere pienissimi.

Sempre a Piazza Commercio il palco con i piccolissimi attori dell’ Asilo Nido Titti.

Il sole del primo pomeriggio aiuta a sorridere.

Pochi i visi tristi; giusto due o tre bambini che frignano alla mamma : “ non mi hai comprato niente”. Ma non solo bambini: ma quelli sono seri!

Piccole perle qui e là.

Da Ganzino il ragazzino porta la bomboletta finita per non buttarla per terra. Che sia un effetto della Raccolta Porta a Porta?.

Nella piazzetta degli emigranti la solita simpatica e curiosa amanteana con il vestito di Amantea pieno di reti, conchiglie, barchette, la fascia con scritto “mantiella a terza” , le cartoline della città attaccate sul curioso vestito. E poi luci dappertutto; sembra un albero di Natale!

Foto dei vecchi carnevali sono offerte al pubblico, quasi a convincerlo che ad Amantea è esistito un carnevale mitico e straordinario. E scatta il famoso “c’ero anch’io” .

Dappertutto impera la bellezza, dei vestiti e dei visi.

Di qualcuno vi offriamo eccezionali esempi.

Niente di speciale questo inizio di carnevale, molto umano, molto semplice, ricco di semplicità, senza i grandi carri, senza il loro assordante rumore, piaciuto a tantissimi.

Poi arriva il freddo della sera e pian piano la gente va via ed il carnevale si spegne; i ragazzi restano padroni della Via Margherita.

maschere.

 

Adele e la mamma

 

Gli attori dell'asilo nido Titti

 

 

Sotto il principino

 

Luigi e la nipotina

 

La misteriosa da San Lucido

Sopra la moschettiera con la mamma

 

 

Bambini in gruppo

 

Cammino da solo, sono grande..io

 

Con papà

 

 

 

Il Comitato

La Pro Loco

 

E’ carnevale ed è quindi tempo di rape e salcicce, di frittata di “carnulevari”, quella fatta con gli spaghetti, le uova, la salciccia, la “risimoglia”.

La pasta , le uova e la risimoglia si trovano facilmente e costano poco , quello che costa, invece, è la salciccia( quella buona, magari leggermente affumicata) appesa in camastra ( dal greco "κρεμάστρα" (kremàstra) = gancio) ed asciugata al punto giusto.

Molti amanteani( leggi calabresi) se la fanno da soli, magari comprando un maiale o comprando la sola carne di maiale cresciuto da un contadino amico.

E così hanno fatto tre amici, spendendo ben 1000 euro di carne, visceri, sale, spago. Nel mentre le donne preparano un buon piatto di pasta al sugo di maiale e si fa festa , ammuina.

Insieme alle salcicce, le soppressate ed i capicolli.

Poi hanno appeso il tutto in campagna, nella casa di uno di loro, in zona ventilata ed asciutta

Ed a giorni alterni andavano a curare la loro fatica.

Un giorno , domenica mattina, prendono la stradella che porta al deposito del loro salame

“Ferma, ferma!” grida uno di loro e mentre il conducente frenava, lui aggiunge ” Cos’ì pazzi , è visto ma camastra i sazizza!” e la conclusione “ Ancunu ch’è jiutu allu mercatu ha perso na camastra”.

Dietro, il saggio , stringendo il muso, profeticamente conclude“ Speriamo ch’è d’accussì!”

Si raccoglie la salciccia e la si osserva.

Intanto l’auto riprende la corsa ed arriva pochi minuti dopo nella casa deposito.

Ed è lì che arriva l’amara sorpresa. La porta è aperta.

Entrano , accedono la luce, alzano gli occhi all’appisa ma vedono solo 2 capicolli che stranamente non hanno rubato

Tutto il resto manca.

Qualcuno può fare la frittata; loro pure , ma dovranno comprare la salciccia.

Poi mentre scendono la lite.

“La colpa è tua. Non tieni mai la bocca chiusa. Pure al bar ti sei vantato di aver fatto meravigliose salcicce e soppressate. Mancava solo che gli dicessi quanto sale ci abbiamo messo! Ed ecco i risultati!”

Silenzio. Poi la profonda osservazione: “ Ma allura i ladri su amici nuostri?”.

“ Eh, no!”

Amantea, “merda”, quasi per arenam currens.

Domenica, 15 Febbraio 2015 12:12 Pubblicato in Cronaca

cheSempre “LUI”. Anche se non soltanto “LUI”.( Altri lo hanno fatto e lo faranno finchè le cose non andranno-non dico bene- almeno meglio). Osserva, contesta, scrive. Su tutti i temi quotidiani del nostro( e del suo) paese.

Oggi parla dello scarico di Via Garibaldi, la mitica invenzione degli anni sessanta, di quando cioè, grazie alla Casmez( la cassa per il mezzogiorno) riuscimmo ad avere il primo impianto di depurazione, ahimè, localizzato a nord del paese( cioè, sopravento con effetti mefitici per la popolazione che stava a sud) e la prima rete delle acque bianche il cui scarico, ahimè, localizzato a nord del paese con la certezza quanto da esso portato a mare sarebbe poi stato distribuito sulle spiagge a sud.

Si tratta di quelle scelte approssimate ( od indotte dalla politica), fatte da tecnici approssimati, approvate da politici approssimati ( difficile che Amantea abbia la fortuna di averne di buoni) e che restano sulle spalle della città che ove mai riuscisse a capire di che cosa stiamo parlando dice che “ tanto così fan tutti”

Ma ecco cosa scrive Gigi El Tarik, il “provocatore” per eccellenza, o, meglio, una delle poche vici libere in un paese di omertà anche intellettuale:

“La Calabria ha circa 730 km di costa.

Su questa costa Legambiente monitora 24 punti e ne trova 17 “inquinati” con una carica batterica più alta di quella consentita dalla legge.

Anzi 14 su 24 sono “fortemente inquinati”perché hanno evidentemente cariche batteriche “fortemente “ più alte.

Contrariamente a quanto fatto nel 1982, quando l'Italia scelse la strada della severità e del rigore, costruendo una delle reti di monitoraggio migliori in Europa, stavolta il nostro Paese ha approfittato dell'opportunità concessa dalla direttiva comunitaria per allargare le maglie.

Un passo indietro normativo che ha fatto classificare come 'eccellenti' alcuni tratti di costa che lo scorso anno venivano dichiarati non balneabili, rimanendo tuttora inquinati.

Per citare qualche caso, solo in Calabria a fine giugno scorso, ossia con i nuovi limiti, sono stati classificati come balneabili 18 dei 22chilometri interdetti alla balneazione fino allo scorso maggio, quando la normativa di rifermento era ancora la ben più severa legge del 1982. Riaperte per decreto, queste spiagge sono state distribuite più o meno equamente in tutte le province.

Mi trovo, davanti al “colon- retto ” della città, alla fine di una delle strade che portano al mare, la famigerata Via Garibaldi.

Lì da quell’enorme buco che attraversa la ferrovia, fuoriesce un vero e proprio fiume-fogna .

Basta farsi una passeggiata sul lungomare nord e un tantino oltre per scoprire il meraviglioso spettacolo di merda che gioiosa si lascia trasportare dalle dense urine per poi tuffarsi nel mare di Ulisse.

Il denso fiume è proprio lì, alla luce del sole. Amantea e la Giunta comunale sembrano quindi aver dimenticato le origini del paese come “città d'acqua”, prima ricoprendo i suoi torrenti, ora riversando gli scarichi fognari nel proprio mare. Questo mitico Mare si ritrova invaso da una immensa "chiazza", marrone, putrescente, che interessa larga parte della spiaggia. Oggi è il giorno di San Valentino 14 febbraio 2015 l'Omerico mare, che bagna Amantea, oltre che una risorsa per i residenti, per i quali sarebbe assurdo andarsene in vacanza in altre località marine, lo è anche per una città, come la nostra, che vuol fare del turismo il settore trainante delle propria economia La cittadinanza e gli addetti al settore commerciale, artigianale, alberghiero e balneare dovrebbero indignarsi e ribellarsi. Un’azione che dovrebbe essere finalizzata a scuotere questa “Amministrazione” e gli organi deputati al controllo del territorio. In modo duro e risoluto, i cittadini dovrebbero ribellarsi a questa “classe dirigente” che continua a mandare in giro “Sparaballe” a divulgare il verbo del tutto OK! : “ Si tratta di stupide leggende metropolitane. Non si può parlare per sentito dire. Non possiamo più tollerare interventi di un folle che parla di cose che non sa. Abbiamo tanti di quei problemi reali in questo nostro amato paese che non dobbiamo inventarcene di falsi”. Intanto, sia la Giunta capeggiata dal Sindaco che il loro portavoce Sparaballe, non daranno nessuna rilevanza a questo video e si guarderanno bene dall’ annusare e respirare profondamente, senza mascherina protettiva, ciò che succede alla fine di Via Garibaldi e ai cittadini che vivono in questa maledetta strada. Gigino Adriano Pellegrini 6 G el Tarik”.

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