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Redazione TirrenoNews

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Sembra che il tavolo ex Massicci abbia avanzato dubbi sulla legittimità dei contratti ai 133 precari della sanità perché non presenterebbero “alcuna qualifica professionale”.

Lo avrebbe ipotizzato il Tavolo ex Massicci, che nell'ultima riunione del 7 aprile ha letteralmente fatto le pulci al provvedimento con cui l'ex dg Scarpelli ha cooptato 133 precari in possesso dei requisiti previsti dalla legge Guccione-Orsomarso (la 12 del 2014), per un contratto a tempo determinato di due anni.

Tutto nasce dalla convenzione sottoscritta dall'Azienda sanitaria provinciale e dal dipartimento regionale Lavoro.

Un caso che aveva fatto discutere, perché tra i beneficiari dell'invito firmato da Scarpelli figuravano molte persone vicine a personaggi politici di primo piano, il tutto a poche settimane dal voto regionale dello scorso 23 novembre.

L'ex Massicci – oggi guidato dalla dirigente del Mef Angela Adduce – non analizza, ovviamente, il dato politico. Si limita a valutare la legittimità di un atto sottoscritto in una regione dove vige ancora il blocco del turnover per il personale sanitario. I rilievi sono diversi e tutti circostanziati.

Il primo aspetto sottoposto a valutazione è la convenzione che regola i rapporti tra i beneficiari della legge Guccione-Orsomarso e l'Asp.

Un documento, evidenziano i tecnici dei ministeri della Salute e dell'Economia, firmato da «un dirigente aziendale delegato dal direttore generale pro-tempore dell'Asp di cui è stata dichiarata la decadenza» (subito dopo il voto regionale, con un provvedimento dell'ex commissario alla Sanità, Luciano Pezzi).

Ma sempre secondo il Tavolo non sarebbe specificato l'istituto giuridico che regola il rapporto tra i precari e l'Asp.

Ed è scritto nel verbale che :”In tal senso l'utilizzo funzionale dei lavoratori di cui trattasi non è contemplato nell'ambito del vigente Ccnl del comparto sanità”

Questo il motivo delle perplessità.all’ato della immissione in servizio i 133 lavoratori “non presentavano alcuna qualifica professionale”.

E ad abundantium “ la convenzione non specifica i termini di inizio e fine dell'attività oggetto della convenzione stessa”.

Secondo l'articolo 7 della convenzione l'utilizzo del personale “non comporta la costituzione di alcun tipo di rapporto di lavoro” e per questo “ non appare percorribile la prevista iscrizione degli stessi all'ente di previdenza, il versamento delle ritenute erariali e la stessa iscrizione all'Inail, atteso che dette amministrazioni hanno l'obbligo di individuare il datore di lavoro”.

Abbiamo l’ impressione che tutto finirà in una bolla di sapone!

E’ stato presentato a fine aprile ad Haifa in occasione della conferenza internazionale sull'ambiente e la salute il Rapporto OMS-OCSE.

Le stime parlano di 7 milioni di decessi prematuri nel mondo.

In Europa i decessi per inquinamento atmosferico sarebbero 600mila.

Il costo complessivo sarebbe di circa 1.600 miliardi di dollari.

L'Europa sta meglio di altre parti del mondo, ma comunque nove cittadini su 10 vivono in ambienti inquinati.

In Italia il costo delle morti per inquinamento atmosferico sarebbe di circa 97 miliardi di dollari l’anno. Il 4,7% del Pil.

Per il 2010 i morti prematuri sono stati 32.447 (nel 2005 erano 34.511).

Cinque anni prima questa cifra raggiungeva addirittura il 5,7% del nostro prodotto interno lordo.

Il rapporto segnala in ogni caso un miglioramento delle performance europee.

Le morti premature sono dovute a malattie cardiache e respiratorie, alle condizioni dei vasi sanguigni e a ictus e cancro ai polmoni.

Ridurre l'inquinamento atmosferico è diventato una priorità politica.

La qualità dell'aria sarà un tema chiave al prossimo Conferenza ministeriale Ambiente per l'Europa in Georgia nel 2016. (nella foto inquinamento in Cina)

Con la delibera di Giunta n 74 del 16 aprile 2015 è stato approvato un atto di indirizzo per acquisire uno studio di fattibilità geologico-strutturale relativo al completamento delle opere di consolidamento del centro Storico nel quartiere denominato “Supportico Piazza”.

Nella delibera si legge che “l’antico quartiere era già stato in passato oggetto di interventi finalizzati alla conservazione dell’abitato di Corso Umberto I °”, ma che detto intervento, però «servì solo a consolidare parte del centro storico poiché la somma stanziata non fu sufficiente».

Si prende atto, cioè, che si tratta di un fenomeno molto datato.

Poi si afferma che “ i fenomeni di dissesto continuano, il più grave dei quali, la rotazione della

stecca dei fabbricati tra corso Umberto e Supportico Piazza, evidenziata dal distacco dei muri dal marciapiede lato Ovest, nonché dalle lesioni perimetrali; le infiltrazioni di acque meteoriche accentuano ulteriormente i fenomeni di dissesto già in atto”

In sostanza , è la conclusione dell’amministrazione, “al fine di tutelare la pubblica e privata incolumità e salvaguardare il quartiere è necessario provvedere all’esecuzione delle opere di consolidamento celermente”.

Una celerità sicuramente opportuna anche se sembra si tratti di un rigurgito di coscienza tenuto conto che il Comune ebbe dalla regione un finanziamento di 1.800.000 euro successivamente alla piogge del 2009, somme che definirono la “ Delibera 316 del 18.11.2010 Interventi integrati per la sistemazione dei versanti nel territorio del comune di Amantea, località centro storico, Via strada nova e chiesa San Giuseppe”.

Non solo ma a pagina 242 de “Il Dissesto geologico e geoambientale in Italia-Calabria : Coronistorie Calabresi Ispra Ambiente si legge che nel Comune di Amantea esiste una “, con riattivazione per scorrimento rotazionale di un antico franamento nella porzione meridionale dell’abitato( rione Piazza, e con predisposizione a crolli dalle pareti della zona Rupe castello e Pantaleo). Numerose le ordinanze di sgombero di fabbricati, di interdizione a luoghi di culto( Chiesa Madre), di divieto al traffico sulla viabilità interna;

Infine dagli atti dell’Autorità di Bacino regionale della regione Calabria si rileva facilmente che Comitato Istituzionale con delibera n 7 del 29.1.2004 ha deliberato la riclassificazione da R4 ad R2 della frana del Rione Piazza di Amantea.

Parliamo allora di una antica frana da sempre attiva e che si riscopre ogni tanto

Una certezza allora questa frana ed un solo dubbio. È legittima una delibera di incarico senza impegno di spesa?

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