
Lamezia Terme - Notte di paura per una ragazza su corso Nicotera a Lamezia.
La giovane, di nazionalità marocchina, stava passeggiando in centro, quando un suo connazionale, A.C. di 21 anni, ha cominciato a seguirla.
Il ragazzo, in preda ai fumi dell’alcol, ha tentato un approccio ma di fronte al rifiuto della giovane, prima l’ha strattonata, poi l’ha bloccata, mettendole le mani alla gola e iniziando a palpeggiarla.
Lei ha tentato di divincolarsi ma poi è stata scagliata al suolo dal giovane che ha cominciato a picchiarla selvaggiamente.
Dopo essere stati allertati al 112 da alcuni passanti, i militari dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Lamezia Terme, sono arrivati sul posto cogliendolo in flagrante.
Nel frattempo anche un altro carabiniere che si trovava per caso nelle vicinanze, sentendo la pattuglia sfrecciare si è precipitato sul posto.
Il giovane alla vista dei militari si è scagliato verso i carabinieri aggredendoli violentemente.
I tre militari, quindi, sono riusciti ad immobilizzare l’uomo che è stato arrestato per “violenza sessuale, lesioni personali, violenza e resistenza a pubblico ufficiale” e trasferito nella casa circondariale di Catanzaro.
Il tribunale collegiale di Paola ha emesso sentenza di non doversi procedere nei confronti di don Alfredo Luberto e Fausto Arcuri.
Finisce così ingloriosamente il processo nel quale i due amministratori dell’Istituto Papa Giovanni XXII erano accusati di appropriazione indebita.
Secondo il pubblico ministero Maria Francesca Cerchiara della procura di Paola, i due avrebbero intascato un importo complessivo di 1 milione e 822 mila euro, soldi frutto di donazioni rilasciate in loro favore dagli ospiti dell’istituto e circoscrivibili ai ratei delle pensioni.
Il lavoro di annotazione contabile, sostenne l’accusa, era da riferire proprio ad Arcuri che avrebbe messo a bilancio spese di vario tipo delle persone ospiti dell’istituto di Serra d’Aiello.
Per questo aveva chiesto 5 anni di carcere.
Il capo di accusa era stato riqualificato dopo l’iniziale contestazione di peculato.
I legali di don Luberto, Angelo Pugliese ed Emilio Rilangi, hanno dimostrato al collegio giudicante come l’accusa di peculato per il presidente dell’istituto Papa Giovanni XXIII non fosse fondata.
Secondo loro essendo l’istituto una fondazione di diritto canonico essi non rivestivano gli incarichi di pubblico servizio.
Anche per questo, probabilmente, sono scattati i termini della prescrizione.
Finisce così davanti agli organi giudicanti di primo grado , per i due imputati, l’ esperienza giudiziaria.
E’successo oggi, alle ore 12.00 presso la marina di Savuto, in Via Serra Cavallina.
Un giovane cletese è stato improvvisamente assalito da un cane senza padrone .
Con prontezza il giovane Guzzo Francesco, detto Pelè, noto per la sua collaborazione con il servizio civile.
Guzzo poi si è recato presso la locale Guardia medica dove è stato prontamente soccorso.
E dove gli è stata disinfettata la ferita e stando alle indicazioni dell’infortunato praticata una iniezione ( probabilmente una antitetanica).
Sembra che il cane non abbia padrone capace di precisare se all’0anuimaoe sia stata praticata l’antirabbica.
Il problema di cani liberi comincia a diventare serio.
E si impone che i comuni e l’ASP inizino seriamente a provvedere ad accalappiarli e ad avviarli nei canili.
Ci sembra che questo fenomeno sia eccessivamente sottovalutato.
E’ lo stesso infortunato che tramite noi sollecita il comune di Cleto ad accalappiare il cane che lo ha morso e ad accertare la proprietà anche solo per verificare se mai sia stato vaccinato.