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Franco Iacucci nominato Coordinatore della Commissione Mezzogiorno UPI
Giovedì, 24 Ottobre 2019 16:34 Pubblicato in ItaliaRoma, 24 ottobre 2019 - Il presidente della provincia di Cosenza, Franco Iacucci, è stato chiamato a coordinare la Commissione Mezzogiorno UPI (Unione delle Province d’Italia).
Un incarico prestigioso affidato nel corso della riunione del Comitato direttivo dell’UPI che si è svolta a Roma dove sono stati scelti tutti i coordinamenti delle varie Commissioni in base ai Ministeri di riferimento.
“Ho accettato con piacere l’incarico che mi è stato affidato dal Direttivo – ha affermato il presidente Iacucci - e per il quale lavorerò con impegno insieme agli altri componenti della Commissione.
È fondamentale, infatti, pensare al ruolo delle Province nel Mezzogiorno.
Affronterò man mano le questioni anche con il ministro Provenzano per consentire di avere le risorse necessarie per consentire alle Province di funzionale al meglio”.
Ricavare all’interno dei fondi riservati al Mezzogiorno, una quota espressamente dedicata agli investimenti per la messa in sicurezza delle scuole superiori e delle infrastrutture viarie provinciali, strade, ponti, viadotti, gallerie, assegnando le risorse direttamente agli enti gestori del patrimonio Province e Città metropolitane.
Questa la richiesta rivolta dal coordinatore della Commissione Mezzogiorno dell’UPI Franco Iacucci e dal presidente dell’UPI Michele de Pascale, al ministro Giuseppe Provenzano.
Tra le altre proposte anche quella di valorizzare le Province quali centri territoriali di coordinamento, programmazione e progettazione dei piani di sviluppo locale e utilizzare il ruolo naturale di questi enti quali istituzioni di raccordo tra Regioni e Comuni, anche attraverso le assemblee dei Sindaci.
E aprire nell’ambito della Conferenza Unificata, una commissione espressamente dedicata alla condivisione e raccordo tra Stato, Regioni ed Enti Locali sui temi delle politiche del Mezzogiorno.
“Un incontro molto positivo che ci ha permesso di gettare le basi per un dialogo costruttivo con il Ministro.
Nei prossimi giorni lavoreremo alla produzione di un report sul Mezzogiorno per capire quanti e quali sono gli investimenti che le Province, con procedure semplificate e risorse mirate, potrebbero cantierabili nel prossimo anno, ed in particolare rispetto alle opere per la messa in sicurezza di strade e scuole superiori.
Su questi dati con il Ministero potremo iniziare una riflessione anche su quali pratiche amministrative mettere in campo per utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione e promuovere nuovi percorsi di collaborazione tra tutte le istituzioni interessate”.
Al ministro i rappresentanti dell’UPI hanno evidenziato alcuni primi significativi dati: il 30% del totale nazionale delle scuole secondarie superiori si trova nelle Province del Mezzogiorno.
In queste scuole studiano circa 719 mila studenti dei 2 milioni e 500 mila studenti italiani totali (il 30%).
Dei 130 mila chilometri di strade provinciali, 36.941 si trovano nelle Regioni del Mezzogiorno (il 28%), il 31% dei quali sono strade montane (11.667).
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Finta pace tra Conte e Di Maio, crisi di governo per il momento scongiurata
Giovedì, 24 Ottobre 2019 09:55 Pubblicato in ItaliaDavvero può bastare una “tazzulilla e cafè” per siglare la pace tra il Premier Conte e il leader del Movimento 5 Stelle Di Maio?
Dopo tutto quello che si son detti in settimana a me pare impossibile. Ci vorrebbe ben altro. Magari una bottiglia di Cynar, contro il logorio di questa maggioranza arruffona e litigiosa su tutto anche sui provvedimenti da loro stessi approvati nel Consiglio dei Ministri.
Il Premier Conte evidentemente si è montata la testa al punto che oltre essere arrogante si prende anche il lusso di minacciare Renzi, Zingaretti e Di Maio. Chi non fa squadra è fuori aveva minacciato Conte. Senza il M5S non fai niente aveva risposto Di Maio. Dopo aver sorbito il caffè un pochino amaro perché non ha voluto offendere i sostenitori del sugar tax Conte ha abbassato i toni. Ha capito che essere a capo di una maggioranza variegata e litigiosa, se vuole restare a galla, deve venire a patti. Lui non conta un bel niente. E’ come un Re Travicello piovuto ai ranocchi. E’ solo e soltanto il mediatore nella maggioranza. Non ha un partito suo, non ha parlamentari che lo seguono. La crisi, dunque, tra il Premier e Di Maio è per il momento rientrata. Almeno così sembra. Solo per ora, però. Sulla manovra è tregua apparente. Dopo una intera giornata di colloqui a notte fonda la maggioranza ha trovato la quadra, ha partorito l’intesa: tutto rinviato nel mese di luglio del prossimo anno. Il nodo politico, però, resta, eccome. Far cadere il Governo dopo appena 40 giorni dalla nascita non conviene a nessuno. Non conviene al leader di “Italia viva” di Matteo Renzi. Magari più in là, tra un anno e mezzo, dopo aver votato un nuovo Presidente della Repubblica molto vicino a lui e dopo aver costruito un rapporto più saldo con Di Maio. Vuoi vedere che forse dietro l’inciucio Pd Movimento 5 Stelle che ha portato alla nascita del Conte bis c’è un vero obiettivo che nessuno ha scritto? Renzi vuole mettere le mani sul Colle. Aspira a diventare il nuovo Presidente della Repubblica. Il ragazzo oltre ad essere molto arrogante, è anche molto ambizioso. Per lui che è un toscanaccio come Macchiavelli, non ci sono ostacoli quando c’è un nobile fine da raggiungere. Lo ha dimostrato sbaragliando gli avversari divenendo Segretario del Pd e poi, senza neppure essere eletto, è diventato Presidente del Consiglio rottamando tutti i suoi avversari interni.
E non conviene neppure al Pd di Zingaretti lacerato dalle lotti interne, dalla scissione subita e dalle pesanti accuse di essere il partito delle tasse. E continua a fare il ruolo di pompiere. Stiano sereni Zingaretti e Franceschini, il governo per il momento non cadrà. Nessuna ha voglia di far cadere il governo Conte bis. Andrebbero tutti a casa e consegnerebbero su un piatto d’argento il Governo a Matteo Salvini. Hanno una paura matta di Salvini. Farebbero finanche una alleanza col Diavolo pur di mettere in minoranza il Capitano. E poi la poltrona piace. Piace tanto a Franceschini e Co. Hanno occupato ogni angolo di potere fregandosene di cosa pensano e cosa vogliono gli italiani, i quali da 5 anni li hanno sempre bocciati in tutte le elezioni comunali, regionali e nazionali. E’ passato un mese dall’inciucio e già litigano su tutto. Lacerati da mille correnti si sono scissi, perdono parlamentari e litigano ogni santo giorno. Hanno perso la faccia? Chi se ne frega, tanto non è la prima volta.
Mi sembra, però, una pace di facciata tra Conte e Di Maio. I siluri dei giorni scorsi rimangono anche perché quello che si sono rinfacciati hanno avuto più di una ripercussione all’interno della maggioranza e all’interno dei gruppi parlamentari grillini. L’aria che si respira è cupa e a me pare che il Governo non sia poi così saldo. La fiducia tra i protagonisti che hanno voluto a tutti i costi il matrimonio tra Pd e M5Stelle sta venendo meno. Il mare è in tempesta. E la nave del Governo si sta avvicinando pericolosamente agli scogli. Di Maio e Renzi continueranno a cannoneggiarlo, per ragioni diverse, ma il risultato che cercano è lo stesso: l’indebolimento del Governo e del Premier Conte e un po’ di visibilità per loro in vista di eventuali future elezioni politiche. Amici carissimi, scrivo sui giornali e mi interesso di politica sin dal lontano 1953 al tempo della legge Truffa, così la chiamavano i comunisti, e quello che mi capita di vedere oggi mi indigna e mi rattrista. Voi cosa ne pensate? Fatevi sentire.
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Il nero va di moda-
I migranti vanno di moda
Al punto che a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 il regista svizzero Milo Rau, sta girando un film
il primo della storia del Cinema, interpretato dall’attivista camerunense Yvan Sagnet.
Il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, indosserà i panni di Simone di Cirene, l’attore rivelazione del cinema italiano Marcello Fonte avrà il ruolo di Ponzio Pilato, l’attrice romena Maia Morgenstern interpreterà Maria.
Poi sacerdote eritreo Mussie Zerai, l’amico della Boldrini, quello condannato nel 1994 per spaccio di hascish, sarà Giuseppe d’Arimatea.
Comincia così ad essere scritto il nuovo vangelo.
Quello di Gesù nero e migrante.
Ed è inutile chiedersi da chi Gesù abbia presso il colore nero della pelle.
Certo che se la Madonna era bianca non resta che avere fede per giustificare il colore della pelle di Cristo.
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