
Redazione TirrenoNews
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Venezuela, attentato con droni contro Maduro. Illeso il presidente, 7 feriti
Domenica, 05 Agosto 2018 10:19 Pubblicato in Mondo05 agosto 2018 «Questo è stato un tentativo di uccidermi. Oggi hanno cercato di assassinarmi»: poche ore dopo il fallito attentato al presidente del Venezuela Nicolas Maduro, lo stesso capo dello Stato ha annunciato così - in un discorso alla nazione - di essere scampato a un attentato alla sua vita durante la parata militare a Caracas in occasione dell'81esimo anniversario della creazione della Guardia nazionale.
Un attentato con droni esplosivi che ha provocato sette feriti e che Maduro ha subito attribuito all'estrema destra venezuelana in collaborazione con “cospiratori” a Miami e Bogotà, tra cui anche il presidente della Colombia Juan Manuel Santos.
La reazione del governo colombiano non si è fatta attendere: un funzionario dell'ufficio del presidente ha definito infondate le accuse di
Il Venezuela non riesce più a rispettare le consegne di petrolio ai clienti
Una rivendicazione è giunta all’agenzia di stampa Ap da parte di un quasi sconosciuto gruppo che si fa chiamare 'Soldati in T-shirt' .
In un tweet il gruppo ha reso noto di voler colpire il presidente con due droni carichi di esplosivo, ma che i velivoli sono stati abbattuti dai soldati prima che potessero raggiungere il loro obiettivo. L'agenzia Ap precisa che non è stato possibile verificare in modo indipendente l'autenticità del messaggio. «Abbiamo dimostrato che sono vulnerabili»: recita il testo del tweet.
«Oggi non ha avuto successo - prosegue -, ma è solo una questione di tempo».
Da parte sua, il capo dello Stato venezuelano ha inoltre sostenuto che alcuni dei finanziatori dell'attacco si trovano a Miami, augurandosi che il presidente Usa Donald Trump sia «disposto a combattere i gruppi terroristici».
Alcuni dei responsabili dell'attacco, ha poi detto, sono stati catturati. Le immagini, in diretta tv, mostrano Maduro mentre parla al Paese: improvvisamente si sente un rumore in lontananza, simile ad una esplosione, mentre qualcuno guarda verso l'alto.
Alla destra del palco si intravede un soldato cadere a terra, l'uomo cerca di aggrapparsi al ministro della Difesa.
Le telecamere si spostano poi sulla parata militare e qualche attimo dopo si vedono i soldati che rompono le righe e corrono al riparo.
Qualche minuto più tardi il ministro delle Comunicazioni, Jorge Rodriguez, ha fatto il punto della situazione in diretta tv, confermando che si è trattato di un «attentato» e che il capo dello Stato è rimasto «incolume».
«Nel momento in cui una sfilata militare stava concludendosi sull'Avenida Bolivar di Caracas, si sono udite alcune esplosioni che si è potuto verificare riguardavano artefatti volanti di tipo drone che contenevano cariche esplosive e che sono esplosi vicino al palco presidenziale ed in alcune zone residenziali», ha detto Rodriguez: i droni «hanno causato il ferimento di sette persone».
Sui social circolano anche foto che mostrano un incendio scoppiato in un palazzo, conseguenza - secondo alcuni - di una delle esplosioni, anche se questa ipotesi è stata smentita dai vigili del fuoco. Dopo l'attacco unità militari hanno preso posizione vicino ai punti nevralgici della zona della Avenida Bolivar. Secondo un esperto che segue da vicino il Venezuela, David Smilde del Washington Office on Latin America, Maduro utilizzerà il fallito attentato per epurare funzionari governativi e membri delle Forze Armate infedeli, oltre a imporre ulteriori restrizioni alle libertà civili per concentrare ulteriormente il potere nelle sue mani.
Venezuela, una crisi senza vie d’uscita
In tarda serata (ora locale) un piccolo gruppo quasi sconosciuto che si fa chiamare «Soldati in T-shirt» ha rivendicato il fallito attentato contro il presidente Maduro.
Il gruppo ha scritto in un tweet che voleva colpire il presidente con due droni carichi di esplosivo, ma che i velivoli sono stati abbattuti dai soldati prima che potessero raggiungere il loro obiettivo.
L'agenzia Ap, che riporta la notizia, sottolinea che non è stato possibile verificare in modo indipendente l'autenticità del messaggio. «Abbiamo dimostrato che sono vulnerabili»: recita il testo del tweet. «Oggi non ha avuto successo - prosegue -, ma è solo una questione di tempo».
(AFP PHOTO / Juan BARRETO)
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Longobardi Nocella ripresenta Lo Specchio della memoria
Sabato, 04 Agosto 2018 13:21 Pubblicato in LongobardiLo Specchio della memoria , il volume di Salvatore Nocella, è sicuramente il testo più rappresentativo della storia della società di Longobardi.
La prova, se di prova ci fosse bisogno, sta nel numero dei testi venduti.
Specchio della memoria è , sostanzialmente, una raccolta di 1900 foto che rappresentano la società longobardese del ventesimo secolo.
E domani domenica 5 Agosto, con inizio alle ore 19.00, il Circolo culturale San Nicola Saggio presso la sala dell’Hotel Gaudio ripropone il pregevole testo di storia locale.
Interverranno:
Padre Antonio Casciaro
Giacinto Mannarino
Roberta Pellegrini
Maria Teresa Aiello
Franco Gaudio
Salvatore Nocella.
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Parapom, parapom, parapom……, che stava per “vuogliu i so’, vuogliu i so’, vuogliu i so’ (soldi)”
Sabato, 04 Agosto 2018 13:02 Pubblicato in CronacaE’ il suono, dal vivo significato onomatopeico, che intonava la banda musicale quando, dopo la processione o, comunque, la festa, si fermava davanti alla chiesa o davanti alla casa di chi aveva chiesto i servizi della banda stess per sollecitare il pagamento della prestazione.
Era, ed è, corretto che i debiti si paghino.
Per questa stessa “propensione” abbiamo visto i vigili urbani di Amantea verificare l’avvenuto pagamento del posteggio del mercato da parte dei contadini che per abitudine da mezzo secolo( 1968-2018) danno luogo a quello che era ed è uno storico mercato a km zero.
C’è e c’è bisogno di soldi.
Senza soldi non suona la banda, non si cantano messe e non si rendono servizi.
Non si rendono perché è difficile renderli.
Il personale vuole essere pagato, i fornitori vogliono essere pagati e per pagare tutti ci vuole money, money, money
Ed allora via ai controlli.
Stiamo parlando del bilancio corrente non degli anni interessati dal dissesto.
Apprezzamento da parte degli stessi contadini che, al contrario di come potrebbe essere sospettato, sono felici se ci accertasse chi ha pagato e chi no.
Ne fanno, ed è, una questione di giustizia .
Bene, allora.
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