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Riceviamo e pubblichiamo il seguente Comunicato dello SLAI COBAS di Cosenza:

“Quella di venerdì 1° febbraio è stata un’udienza all’insegna del fair play, non essendosi registrata alcuna conflittualità tra le parti a differenza del solito. Per i notevoli ritardi dei convocati si è temuta la conclusione anticipata dell’ assise, poi scongiurata grazie all’arrivo alla spicciolata delle numerose persone chiamate a testimoniare alcune delle quali provenienti da distanze considerevoli. Le dichiarazioni rese dai convenuti non si sono differenziate di molto l’una dall’altra, essendo l’invivibilità dell’ambiente di lavoro e l’ inosservanza delle norme di sicurezza l’argomento di discussione. Come al solito non è mancata qualche nota stonata, forse perché in azienda il teste svolgeva una mansione privilegiata o perché lavorava in postazioni non direttamente interessate da fenomeni particolari. Anche le amnesie che non sappiamo quanto giustificabili hanno avuto la loro parte, pur considerando che dai fatti in discussione sono trascorsi diversi decenni. Da sottolineare positivamente la velocizzazione delle prove proposta dai Pm in accordo con la difesa previa breve consultazione interna, ovvero l’accettazione delle sommarie informazioni preventivamente acquisite dalla P.G. ad evitare così l’ascolto dispersivo di prove affatto ripetitive. Ora si va spediti verso la conclusione della prima fase, ovvero l’audizione dei 142 nominativi - più diciotto di riserva - citati dai PM e proprio questi ultimi in aggiunta ai 13 non ancora ascoltati del primo elenco dovranno comparire in aula il prossimo 8 febbraio. Ovviamente lo SLAI Cobas e Medicina Democratica rendono il giusto merito al Presidente Introcaso, ai giudici a latere ed ai PM, per l’accelerazione data a questo processo, la cui conclusione al punto in cui è giunto potrebbe essere relativamente a portata di mano”.

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Erano le 11,00 circa di ieri 2 febbraio 2013 quando la casalinga cinquantaseienne O.Z. prova ad attraversare via Nazionale nel centro di Paola correttamente procedendo sulle strisce pedonali. Ma un’auto di colore chiaro ( bianca o beige chiaro) la investe e la signora cade rovinosamente a terra.

L’automobilista dopo pochi metri arresta la corsa, vede la signora dolor ante per terra ma riparte, anzi scappa via.

La persona alla guida dopo pochi metri ha arrestato la sua corsa per qualche secondo, ma una volta notata la signora dolorante riversa sull’asfalto ha ingranato la marcia e si è allontanata, anziché scendere dall’auto.

La signora viene soccorsa dal medico Carlo Gravina, ex candidato a sindaco e consigliere comunale, che era nei pressi e che è prontamente intervenuto

Constatato che le funzioni vitali non erano pregiudicate ha atteso con la infortunata l’autoambulanza del 118 che nel mentre era stata prontamente sollecitata dagli stessi passanti.

30 giorni la prognosi . Riscontrate contusioni varie, distorsione di una caviglia e frattura alle dita dell’altro piede.

I familiari della signora investita hanno sporto denuncia

I carabinieri ora hanno acquisito i filmati del circuito di videosorveglianza dell'Agip per individuare il responsabile

A breve potrebbero esserci novità.

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato:

 “Non si terrà l’attesa udienza del processo Marlane Marzotto di Praia a Mare fissata per venerdì 18 gennaio, venendo meno alla consueta cadenza settimanale finora prevista.

A determinarne il depennamento è ancora una volta il legittimo impedimento, riaffacciandosi alla ribalta il discusso caso “Ruby” patrocinato dai vari Sisto, Ghedini & C. impegnati anche nel processo Marzotto.

Come a dire che i morti della Marlane possono attendere, essendo “nulla” a confronto delle implicazioni del noto personaggio da cronache rosa e ciò ha costretto la procura a riconsiderare le convocazioni rimandando le audizioni ad altra data. Sarebbe auspicabile che in futuro si ponesse un freno a tali impedimenti, aventi lo scopo non tanto celato di condurre il processo sulle secche della prescrizione.

La magistratura paolana pur nel rispetto delle esigenze delle parti, deve farsi carico di tutte le richieste dilatorie che ad essa provengono.

Un processo come è quello in itinere, notoriamente a caratura nazionale, non può scadere come già avvenuto nel recente passato col caso delle “navi dei veleni”.

Si leva forte l’urlo dello SLAI Cobas, respingendo con sdegno il baratto dei 100 e più morti della Marlane con un grottesco “bungabunga” qualsiasi, e fa voti a chi è chiamato a farlo affinchè vigili responsabilmente sul corretto svolgimento di questa causa da corte d’assise sussistendo la volontarietà e il dolo e approdata incredibilmente in un tribunale di provincia. Prossima “puntata” venerdì 25 gennaio salvo imprevisti dell’ultimora, ovviamente Ruby e C. permettendo.

 Comunicato stampa SLAI Cobas Cosenza

 

 

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