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Stamattina il Tribunale collegiale di Catanzaro, presieduto dal giudice Tiziana Macrì, ha dato inizio al dibattimento del processo nato dall’operazione “Robin Hood” su una serie di manovre ritenute illecite intorno alla gestione dei fondi della Comunità europea diretti al sostegno economico di nuclei familiari in difficoltà.

 

In particolare, l’attività della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e del Ros di Catanzaro avrebbe accertato l’esistenza di un presunto “Comitato d’affari” che avrebbe distratto i finanziamenti comunitari vincolati al progetto regionale “Credito sociale”, indirizzandoli su conti correnti di società private, anche all’estero.

Ammesse dai giudici le prove richieste dal pm della Dda di Catanzaro, Graziella Viscomi, e dalla difesa degli imputati.

Il Tribunale si è riservato di decidere solo in ordine ad alcune produzioni documentali richieste dalla Procura.

Nell’udienza odierna si sono costituiti parti civili alcuni soci della Cooperfin e la Regione Calabria. Bruno Calvetta, dirigente della Regione, risultava invece già costituto (in sede di udienza preliminare davanti al gup) parte civile.

L’udienza odierna è servita al Tribunale anche per rigettare un’eccezione di competenza territoriale sollevata dall’avvocato Francesco Sabatino (difensore di Ferrante), ed alla quale si sono associati gli altri difensori, che chiedeva lo spostamento del processo al Tribunale collegiale di Vibo Valentia sulla scorta del fatto che fra le contestazioni vi sono pure due estorsioni con le aggravanti di aver agevolato il clan Mancuso, che ha la sua roccaforte a Limbadi, nel Vibonese.

Allo stato, però, il Tribunale ha deciso di disattendere l’eccezione delle difese e il processo resta quindi a Catanzaro.

Gli imputati sono:

Nazzareno Salerno, 53 anni, di Serra San Bruno (recentemente reintegrato in seno al consiglio regionale);

l’imprenditore Gianfranco Ferrante, 54 anni, di Vibo Valentia;

Vincenzo Spasari, 57 anni, di Nicotera, impiegato di Equitalia a Vibo Valentia;

Pasqualino Ruberto, 47 anni, di Lamezia Terme, ex presidente di Calabria Etica, società “in house” della Regione Calabria (già consigliere comunale di Lamezia Terme);

Vincenzo Caserta, 61 anni, originario di San Costantino Calabro e residente a Catanzaro, ex direttore generale del Dipartimento regionale Lavoro;

Ortensio Marano, 44 anni, di Belmonte Calabro, ex amministratore delegato della Cooperfin Spa; Claudio Isola, 39 anni, di Vibo Valentia, già componente della Struttura speciale dell'assessorato al Lavoro della Regione Calabria;

Damiano Zinnato, 51 anni, di Nicotera, cognato del boss della ‘ndrangheta di Limbadi Luigi Mancuso;

Saverio Spasari, 29 anni, di Nicotera, figlio di Vincenzo;

Michele Parise, 45 anni, di Castrolibero;

Patrizia Nicolazzo, 44 anni, di Lamezia Terme;

Maria Francesca Cosco, 48 anni, avvocato di Catanzaro; Antonio Cusimano, 58 anni, di Catanzaro (componente del Comitato di gestione del Credito sociale);

Valerio Grillo, 66 anni, avvocato di Vibo Valentia (componente del Comitato di gestione del Credito sociale);

Bruno Dellamotta, 70 anni, nativo di Genova ma residente a Firenze.

Le accuse. Le indagini hanno documentato una serie di manovre ritenute illecite intorno alla gestione dei fondi della Comunità europea diretti al sostegno economico di nuclei familiari in difficoltà.

In particolare, l’attività della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e del Ros di Catanzaro ha accertato l’esistenza di un presunto “Comitato d’affari” che avrebbe distratto i finanziamenti comunitari vincolati al progetto regionale “Credito sociale”, indirizzandoli su conti correnti di società private, anche all’estero.

Nazzareno Salerno avrebbe favorito - secondo l'accusa - le nomine dei componenti del Comitato di gestione del Credito sociale “esclusivamente per motivi personali e privati, in particolare con Cusimano per via di rapporti di amicizia, con Valerio Grillo per via dell’appoggio elettorale”.

Con tale condotta avrebbe procurato ai nominati un ingiusto profitto patrimoniale, pari alle somme incamerate in forza dei contratti professionali stipulati con danno ingiusto di rilevante gravità per la Regione Calabria stimato in oltre 237 mila euro. Sequestrati in via preventiva nel corso dell’operazione beni per un valore di circa 2 milioni di euro.

Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Giancarlo Pittelli, Francesco Iacopino, Carlo Arnulfo, Giuseppe Viola, Nunzio Raimondi, Emanuele Luppi, Francesco Sabatino, Anselmo Torchia, Angelo Spasari, Giovanni Marafioti, Pasquale Barbieri, Giovanni Merante, Francesco Gambardella, Pasquale Naccarato, Mario Murone, Vincenzo Gennaro, Domenico Naccari, Nicola D'Agostino.

Pubblicato in Belmonte Calabro

Il gup distrettuale Claudio Paris, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Graziella Viscomi, ha rinviato a giudizio sedici imputati convolti nell’inchiesta della Dda di Catanzaro Robin Hood, che ha scoperchiato quello che gli inquirenti hanno definito un comitato d’affari che avrebbe avuto pieni poteri sui fondi europei destinati al credito sociale, sottratti ai veri destinatari, alle famiglie più disagiate per soddisfare scopi di natura personale

Le accuse a vario titolo sono truffa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, peculato, turbativa d’asta ed abuso d’ufficio

A processo:

- l’ex assessore regionale Nazzareno Salerno, 52 anni di Serra San Bruno;

l’ex direttore generale  del dipartimento Lavoro della Regione Vincenzo Caserta, 60 anni di Lamezia Terme;

l’ex presidente di Calabria Etica Pasqualino Ruberto, 46 anni di Lamezia Terme;

Maria Francesca Cosco, 47 anni di Catanzaro;

il commercialista Antonio Cusimano, 57 anni di Catanzaro;

l’intermediario finanziario Bruno Dellamotta, 69 anni, originario di Genova, ma residente a Firenze;

l’imprenditore Gianfranco Ferrante, 53 anni di Vibo;

l’avvocato, già componente del Comitato di gestione del Credito sociale, Martino Valerio Grillo, 65 anni di Vibo;

l’ex componente della struttura speciale dell’assessorato al Lavoro della Regione Calabria Claudio Isola, 38 anni di Vibo;

ex amministratore delegato della Cooperfin Spa Ortensio Marano, 43 anni di Belmonte Calabro;

Patrizia Nicolazzo, 43 anni di Lamezia Terme;

Michele Parise, 44 anni di Castrolibero (Cs);

l’impiegato di Equitalia Vibo Vincenzo Spasari, 56 anni di Nicotera;

il figlio Saverio Antonio Spasari, 28 anni di Nicotera;

il cognato del boss Luigi Mancuso,

Damiano Zinnato, 50 anni, di Nicotera.

Nell’elenco dei rinviati a giudizio anche la Società Cooperfin Spa con sede in Belmonte Calabro.

A difendere gli imputati gli avvocati difensori Giancarlo Pittelli, Francesco Iacopino, Nunzio Raimondi, Vincenzo Gennaro, Francesco Gambardella, Danilo Iannello, Pasquale Naccarato, Angelo Spasari, Giovanni Marafioti, Francesco Sabatino e Anselmo Torchia.

Le posizioni degli avvocati Francesco Masciari, 52 anni di Catanzaro e Avolio Castelli, 60 anni di Roma, difesi rispettivamente dai legali Giovanni Merante e Giuseppe Viola, che lo scorso 5 gennaio hanno optato per il rito abbreviato, verranno discusse l’11 aprile, mentre, per quanto riguarda la posizione della società M&M Management srl con sede legale a Milano e con unità operativa a Belmonte Calabro, stralciata per difetti di notifica è già stata fissata una nuova udienza preliminare per il 26 gennaio prossimo.

In udienza non si è costituita parte civile la Regione Calabria, mentre si è costituito il dirigente generale del dipartimento n° 10 (Lavoro e Politiche sociali) Bruno Calvetta, rappresentato dall’avvocato Giusy Caliò.

Pubblicato in Belmonte Calabro

La Dda di Catanzaro ha portato a conclusione le indagini dell’inchiesta sul Credito Sociale e sull’ex assessore regionale Nazzareno Salerno , ipotizzando i reati di truffa, peculato, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, turbativa d’asta ed abuso d’ufficio

Gli indagati. In tutto sono 20.

Due persone giuridiche :

la società “Cooperfin” spa sita a Belmone Calabro e la società M&M Management srl con sede a Belmonte Calabro.

18 persone fisiche:

Nazzareno Salerno, 52 anni, di Serra San Bruno (rieletto alle ultime regionali del novembre 2014 con Forza Italia ottenendo 9.163 preferenze);

Gianfranco Ferrante, 53 anni, di Vibo Valentia, che i magistrati definiscono come il "gestore di fatto del Cin cin bar di Vibo Valentia di cui è gestore unico la moglie";

Vincenzo Spasari, 56 anni, di Nicotera, impiegato di Equitalia a Vibo Valentia;

Pasqualino Ruberto, 46 anni, di Lamezia Terme, ex presidente di Calabria Etica, società in house della Regione Calabria (già consigliere comunale di Lamezia Terme);

Vincenzo Caserta, 60 anni, originario di San Costantino Calabro (Vv), residente a Catanzaro, ex direttore generale del dipartimento regionale Lavoro;

Ortensio Marano, 43 anni, di Belmonte Calabro (Cs), ex amministratore delegato della Cooperfin spa; Giuseppe Avolio Castelli, 60 anni, di Roma;

Bruno Dellamotta, 69 anni, nativo di Genova residente a Firenze;

Claudio Isola, 38 anni, di Vibo Valentia, già componente della Struttura speciale dell'assessorato al Lavoro della Regione Calabria;

Damiano Zinnato, 50 anni, di Nicotera, cognato del boss della ‘ndrangheta di Limbadi Luigi Mancuso; Saverio Spasari, 28 anni, di Nicotera, figlio di Vincenzo;

Michele Parise, 44 anni, di Castrolibero; Patrizia Nicolazzo, 43 anni, di Lamezia Terme; Francesco Masciari, 52 anni, avvocato di Catanzaro, indagato per rivelazione di segreti d’ufficio;

Marco Limoncelli, 42 anni, di Cosenza; Maria Francesca Cosco, 47 anni, di Catanzaro;

Antonio Cusimano, 57 anni, di Catanzaro (componente del Comitato di gestione del Credito sociale);

Valerio Grillo, 65 anni, avvocato di Vibo Valentia (componente del Comitato di gestione del Credito sociale). Inchiesta “Robin hood”: c’è un nuovo filone investigativo sul Credito sociale

Tutti gli indagati avranno ora venti giorni di tempo per chiedere al pm di essere interrogati o presentare eventuali memorie difensive attraverso i difensori. Nel collegio di difesa degli indagati figurano gli avvocati: Giancarlo Pittelli, Francesco Iacopino, Carlo Arnulfo, Giuseppe Viola, Nunzio Raimondi, Emanuele Luppi, Francesco Sabatino, Anselmo Torchia, Angelo Spasari, Giovanni Marafioti, Pasquale Barbieri, Giovanni Merante, Francesco Gambardella, Pasquale Naccarato, Mario Murone, Vincenzo Gennaro, Domenico Naccari, Nicola D'Agostino.

Pubblicato in Basso Tirreno

L’imprenditore è accusato di aver versato una tangente da 230 mila euro all’allora assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno.

 

Il gip del Tribunale di Catanzaro, Barbara Saccà, ha concesso gli arresti domiciliari ad Ortensio Marano, 43 anni, di Belmonte Calabro.

 

Ortensio Marano è l’ amministratore delegato della società finanziaria Cooperfin spa con sede a Belmonte Calabro e Milano.

Si tratta di uno dei principali indagati dell’inchiesta “Robin Hood” della Dda di Catanzaro.

E’ accusato, in concorso con l’ex assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno, di essersi appropriato dei fondi del Credito sociale.

 

I reati ipotizzati nei suoi confronti sono quelli di turbativa d’asta, peculato e corruzione.

Nazzareno Salerno da ex assessore regionale al Lavoro avrebbe favorito Marano ed una sua società nella gestione dei fondi del Credito sociale in cambio del versamento di denaro a titolo di tangenti, ovvero oltre 230 mila euro.

Pubblicato in Belmonte Calabro

Da non crederci.

La Cooperfin è la finanziaria coinvolta nella vicenda della inchiesta della DDA di Catanzaro denominata “Robin Hood” e relativa alla gestione dei fondi del “Credito sociale” che ha portato all’arresto dell’ex assessore regionale Nazzareno Salerno.

La sede della Cooperfin era a Belmonte Calabro

 

 

Ora la Consob ha posto la Cooperfin sotto osservazione ed ha comminato una sanzione da 400mila euro alla finanziaria Cooperfin con sanzioni amministrative accessorie di 100mila euro a carico del presidente Marco Limoncelli, del presidente del collegio sindacale Pasquale D'Avino, e dei sindaci Giuseppe Sarno e Francesco Coscarella.

Secondo la Consob la finanziaria ha offerto in opzione ai propri soci le azioni relative all'aumento di capitale a pagamento deliberato dall'assemblea straordinaria senza attivarsi per adempiere all'obbligo della preventiva pubblicazione del relativo prospetto informativo.

Pubblicato in Belmonte Calabro

Eccovi l’ultima

La Guardia di finanza ha sequestrato 237mila euro importo pari alle somme percepite dai professionisti nominati nel "Comitato di gestione" dall'ex assessore regionale al Lavoro.

Ricordiamo che nello scorso febbraio l'operazione denominata Robin Hood, aveva portato all'arresto di nove soggetti, indagati, a vario titolo, per i reati di corruzione, peculato, turbativa d'asta e falso materiale in atto pubblico, in relazione all'ipotizzata esistenza di un "comitato d'affari" che avrebbe gestito discrezionalmente le risorse del progetto nato per andare incontro alle famiglie in difficoltà economiche.

I successivi accertamenti svolti dalle Fiamme gialli vibonesi, sotto le direttive della Procura della Repubblica di Catanzaro. Hanno fatto emergere nuove irregolarità nella gestione del progetto regionale calabrese "Credito Sociale".

Irregolarità sono state rilevate anche nella nomina di un "Comitato di gestione" costituito per curare l'istruttoria delle domande degli aspiranti al beneficio del "Credito Sociale", che avrebbero potuto essere istruite, senza alcun costo aggiuntivo per la Regione, dal personale interno all'ente.

Secondo l'ipotesi accusatoria, che ha già superato il vaglio del Tribunale del Riesame di Catanzaro, si sarebbe dapprima costituito l'organo in rassegna, e successivamente, senza l'avvio di idonee procedure di selezione a tutela dell'interesse della pubblica amministrazione, sarebbero stati nominati e, di conseguenza, contrattualizzati cinque professionisti, procurando a questi ultimi un ingiusto vantaggio patrimoniale - pari alle somme percepite in forza dei contratti professionali stipulati (237mila euro).

All'esito degli approfondimenti investigativi, nei confronti dell'ex assessore al "Lavoro, Formazione Professionale, Famiglia e Politiche Sociali" della Regione Calabria è stato disposto il sequestro delle somme indebitamente percepite dai suddetti professionisti, eseguito nei giorni scorsi dai finanzieri della compagnia di Vibo Valentia.

Pubblicato in Vibo Valentia

Parliamo della inchiesta denominata Robin Hood.

L’operazione Robin Hood è quella che ha portato all’arresto di nove persone tra le quali l’ex assessore al Lavoro Nazzareno Salerno il quale avrebbe esercitato una pressione continua nei confronti dei dirigenti del proprio assessorato, per imporre scelte che gli avrebbero garantito ampia discrezionalità nella gestione del progetto Credito sociale e dei relativi fondi comunitari.

Questo anche grazie alla presunta complicità di Vincenzo Caserta, all'epoca direttore generale reggente del dipartimento di riferimento dell'assessorato, e di Pasqualino Ruberto, all'epoca presidente della fondazione Calabria etica.

Ora tre funzionari finiscono nel mirino della Dda di Catanzaro per le modalità di scelta della società deputata a gestire il “Credito sociale” per conto dell’agenzia guidata da Ruberto.

Ad essere indagati Maria Vincenza Scolieri, 41 anni, Cristiano Giacinto, 43, e Licia Soreca, 34 anni.

I tre nuovi indagati sono già stati convocati a rendere interrogatorio davanti al sostituto procuratore Graziella Viscomi.

Sono tutti accusati di abuso d’ufficio in concorso «in qualità di componenti la commissione esaminatrice nominata in relazione alla gara indetta dalla fondazione Calabria Etica, per conto della Regione Calabria, in relazione a un partner di service finanziario connesso alla gestione del fondo a favore di coloro che versano in una situazione di temporanea difficoltà economica di cui al progetto “Credito Sociale”, dunque di pubblici ufficiali o comunque incaricati di un pubblico servizio».

I magistrati della Procura di Catanzaro accusano che «nonostante la palese insussistenza dei requisiti per l’aggiudicazione della gara alla società Cooperfin spa e nonostante la specifica qualifica rivestita, che impone conoscenze e professionalità specifica», i tre componenti della commissione esaminatrice avrebbero omesso «ogni forma di controllo in relazione alla predetta società, unica partecipante alla gara e determinavano l’aggiudicazione del servizio in capo alla stessa».

La Cooperfin, secondo l’accusa, mostrava di non avere i requisiti per partecipare alla gara, in particolare di non avere ricevuto l’abilitazione ex articolo 107 Testo unico bancario e nonostante questo gli indagati «procedevano comunque all’aggiudicazione della gara» alla Cooperfin».

I militari del Nucleo investigativo di Catanzaro e le fiamme gialle del comando provinciale di Vibo Valentia hanno compreso che era necessario esternalizzare il servizio, sottraendolo all'ente in house della Regione, Fincalabra.

È sempre Salerno, rilevano gli investigatori, ad affidare la procedura per assegnare il servizio di esternalizzazione a Vincenzo Caserta, che gli inquirenti considerano la longa manus dell'ex assessore. A quel punto è Caserta ad affidare la gestione dello strumento di ingegneria finanziaria alla fondazione Calabria Etica (in realtà priva di competenze e dei requisiti per la gestione di uno strumento finanziario di microcredito).

In otto giorni da Calabria Etica il servizio passa alla esterna Cooperfin, grazie, secondo l’accusa e visti i recenti avvisi di garanzia, all’operato dei componenti della commissione esaminatrice.

In definitiva, per il giudice, la predisposizione del “bando” risulta “essere stato chiaramente il frutto di una collusione fra chi lo ha formulato (Ruberto), chi ne ha affidato indebitamente la predisposizione (Caserta), chi aveva interesse a che fosse la Cooperfin ad aggiudicarsi il servizio (Salerno) e chi ne ha beneficiato, non tanto aggiudicandosi il servizio, ma appropriandosi concretamente addirittura della maggior parte (ben l’80% circa) delle somme gestite (Marano).

Pubblicato in Belmonte Calabro

“Robin Hood” è quella inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro che nel febbraio scorso ha portato in carcere l’ex assessore regionale al Lavoro, Nazzareno Salerno e Ortensio Marano, due dei principali indagati dell`inchiesta, entrambi sono accusati di essersi appropriati indebitamente dei fondi del Credito Sociale.

 

Nazzareno Salerno da ex assessore regionale al Lavoro avrebbe infatti favorito Marano e una sua società nella gestione dei fondi del Credito sociale in cambio del versamento di denaro a titolo di tangenti. 

 

Emanati nuovi avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta.

Si tratta di un troncone investigativo relativo alle assunzioni di Saverio Spasari e Damiano Zinnato, entrambi di Nicotera, in un progetto della Regione Calabria.

Indagini che già avevano portato a muovere delle specifiche contestazioni sia nei confronti di Damiano Zinnato, (cognato del boss Luigi Mancuso di Limbadi), sia nei confronti di Saverio Spasari di Nicotera in merito alla loro inclusione in un progetto.

 

I nuovi indagati sono:

Michele Parise,

Patrizia Nicolazzo e

Maria Francesca Cosco,

componenti della commissione selezionatrice di un progetto per il Dipartimento “Politiche sociali” della Regione Calabria e

Antonella Torchia,

Sonia Libico e

Eugenio Mercuri,

componenti della commissione per i progetti di verifica degli standard normativi delle strutture sanitarie calabresi.

Sono tutti accusati di aver abusato del loro ufficio per favorire determinati candidati a scapito di altri in concorso con Pasqualino Ruberto, ex guida della fondazione Calabria Etica (ente in house della Regione Calabria), dell’ex consigliere ed assessore regionale Nazzareno Salerno, dei vibonesi Claudio Isola, Damiano Zinnato (cognato del boss Luigi Mancuso di Limbadi), Vincenzo Spasari e del figlio Saverio Spasari, gli ultimi due di Nicotera.

Pubblicato in Vibo Valentia

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha respinto il ricorso del difensore finalizzato ad ottenere una modifica delle esigenze cautelari.

 

Resta quindi in carcere Ortensio Marano, uno dei due dei principali indagati dell`inchiesta "Robin Hood" della Dda di Catanzaro.

 

E’ accusato di essersi appropriato dei fondi del Credito Sociale.

 

Marano, di Belmonte Calabro, è difeso dall’avvocato Giovanni Marafioti.

 

La stessa cosa per Nazzareno Salerno che da ex assessore regionale al Lavoro avrebbe favorito Marano ed una sua società nella gestione dei fondi del Credito sociale in cambio del versamento di denaro a titolo di tangenti.

 

 

 

Salerno è difeso dall'avvocato Vincenzo Gennaro.

Pubblicato in Belmonte Calabro

Pasqualino Ruberto è in carcere dal 2 febbraio, nell’ambito dell’inchiesta “Robin Hood” che gli inquirenti hanno definito “un comitato d’affari” organizzato per sottrarre fondi pubblici.

Dopo l’arresto la Prefettura di Catanzaro aveva sospeso Ruberto dalla sua carica.

Ieri la lettera dal carcere con la quale si dimette.

Questa la lettera :

“Con la presente il sottoscritto Pasqualino Ruberto, consigliere comunale del gruppo consiliare Labor, formula in modo irrevocabile le proprie dimissioni dalla carica di consigliere comunale.

Le vicende giudiziarie che hanno anche coinvolto la mia persona, non mi lascerebbero il tempo e la dovuta serenità che le funzioni del consigliere implica di avere.

Ringrazio tutti voi colleghi consiglieri per la collaborazione avuta, in questi due anni quasi, di lavoro comune nelle commissioni e nei consigli comunali.

Grazie per l’affetto e la stima dimostratami in discussioni politiche e/o di merito anche quando ci ha visti su posizioni contrapposte.

Una certezza posso darvi: è quella che non avrete mai da vergognarvi di un collega consigliere che ha potuto rubare un solo euro dalle casse pubbliche che ha gestito”.

E poi ha aggiunto: “Scrivo dall’interno di una cella nel carcere di Vibo e le condizioni non mi permettono una forma della comunicazione consona al destinatario.

Di questo, presidente, le chiedo scusa ma sono certo che ne comprenderà il motivo.

Auguro a tutti voi un buon lavoro, un lavoro che produca il meglio per la città di Lamezia Terme nel prosieguo della consiliatura.

Lamezia Terme lo merita ed io ve lo auguro con tutto il cuore, così come auguro a me di abbracciare presto la mia adorata figlia, i miei affetti più cari e la conclusione della vicenda giudiziaria che mi vede coinvolto on le giuste condanne per chi colpevole, e le giuste libertà per chi innocente.”

Al suo posto entrerà Davide Mastroianni.

È lui, infatti, ad aver totalizzato più voti nella lista di riferimento di Ruberto (candidato a sindaco nel 2015): 294 i voti ottenuti risultando il primo dei non eletti.

L’entrata di Mastroianni sarà ufficializzata nel prossimo consiglio comunale, previsto per venerdì 17 febbraio.

Pubblicato in Lamezia Terme
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