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La torre è mia, dice Joppolo. No, è mia, contesta Nicotera! Ed i due comuni litigano.

Parliamo della torre Parnaso.

Una torre condivisa tra Joppolo e Nicotera e da tempo alla base di forti discussioni.

Nell’ultima seduta del consiglio comunale di Joppolo, l’assemblea municipale, presieduta dalla consigliera Florinda Albino, ha accettato la donazione della Torre Parnaso e di una porzione di terreno circostante la stessa da parte del proprietario, Giuseppe Stefano Laghi, grazie anche alla mediazione del consigliere Giovanni Preiti.  

sindaco di Joppolo Carmelo Mazza dice “Non posso che esprimere tutta la mia personale soddisfazione e quella dell’amministrazione. Sicuramente un grande giorno per la nostra comunità, in quanto la “Torre Sant’Antonio”, comunemente chiamata “Torre di Joppolo” o “Torre Parnaso”, ricade nel territorio contestato dei comuni di Joppolo e Nicotera ma ha sempre rappresentato il simbolo identitario di tutta la comunità joppolese. Secondo fonti storiche accreditate, invero, la costruzione della “Torre” coinciderebbe con lafondazione stessa del Municipio di Joppolo”. 

Appresa la notizia nella vicina Nicotera vi è stata una levata di scudi.

«La torre - sono stati i commenti a caldo - è storicamente appartenuta al territorio di Nicotera».

Nei prossimi giorni, tra l’altro, si preannuncia un’iniziativa forteda parte della terna commissariale che regge il Comune e che potrebbe rivendicare la territorialità della “Torre Parnaso”. 

La torre venne edificata lungo la fascia di costa tra Nicotera e Joppolo, per la difesa della incursioni saracene.

La torre finite le incursioni saracene è divenuta simbolo di liste elettorali.

Il bello è che qualche tempo fa i due comuni di Nicotera e Joppolo, hanno trovato unità di intenti, concordando in un protocollo d’intesa, per mettere insieme le forze ed intercettare i necessari finanziamenti per salvare l’importante bene culturale.

Ma ora da Nicotera si dice : “Dalla collaborazione per il recupero all’ ”annessione” ce ne passa! .

Se gli amici della lista in parola si sentono attratti dalla Torre, fino al punto di indicarla come segno identificativo della loro lista elettorale, non può che far piacere tenendo sempre a mente però, per stare in ambito culturale, il titolo del celebre romanzo di Leonardo Sciascia: “a ciascuno il suo”».

Pubblicato in Cronaca

Mare eccellente dice normalmente l’Arpacal

Poi ogni tanto avvisa i sindaci che il mare è , anche, inquinato o fortemente inquinato.

 

E’ successo stamani 18 agosto , giorno in cui ha comunicato al sindaco di Joppolo che le analisi eseguite ieri 17 agosto nei pressi della Fiumara della Morte hanno dato esito negativo.

 

Le acque di balneazione sono risultate inquinate.

Gli Escherichia Coli che dovrebbero essere massimo 100 ml sono risultate essere maggiori di 30.000

Valori di Escherichia Coli comunque superiori alla norma , ma solo 1000 sui 100 previsti, anche a Ricadi.

L’Arpacal ha comunicato di voler provvedere quanto prima ad analisi suppletive

Al momento nessuno dei due comuni ha emesso la necessaria ordinanza di divieto di balneazione.

Pubblicato in Vibo Valentia

Il comune di Joppolo non andava sciolto per ‘ndrangheta. Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar Lazio.

A febbraio 2014 il ministro Angelino Alfano disponeva lo scioglimento del comune di Joppolo.

La commissione di accesso inviata ad aprile 2013 era guidata da Anna Aurora Colosimo, capo di gabinetto della Prefettura di Vibo Valentia, da Francesco Di Pinto, capitano dei carabinieri comandante della Compagnia di Tropea, e da Angelo Daraio, vice questore aggiunto e ufficiale del Corpo Forestale dello stato in servizio presso il comando provinciale di Vibo Valentia.

Il sindaco Giuseppe Dato ed altri tre consiglieri di maggioranza avevano proposto ricorso al Tar del Lazio che con sentenza depositata mercoledì 3 giugno 2015 lo hanno accolto annullando il decreto di scioglimento del consiglio comunale di Joppolo ed ordinando il ripristino degli organi elettivi.

La sentenza, in sostanza, si pone in linea con una precedente decisione del Tribunale di Vibo Valentia che aveva respinto la proposta di incandidabilità dell’ex sindaco e di due ex assessori.

Il ministero propose ricorso al Consiglio di Stato che si è ora si è pronunciato confermando la legittimità degli atti consiliari, di giunta e dei singoli responsabili delle aree.

Ovviamente il sindaco Dato non ha escluso la possibilità di valutare la richiesta di un congruo risarcimento per danni morali e materiali per l’ingiusto scioglimento del consiglio.

In diversi casi gli amministratori hanno lamentato la lesione del diritto alla reputazione, al decoro ed all’onore, nonché al diritto alla vita di relazione, con conseguente danno esistenziale, nonché il diritto all’identità personale ed alla salute psico-fisica, giungendo ad affermare di aver subito danni materiali, nella misura dell’indennità di funzione non percepita a seguito del provvedimento di scioglimento del Consiglio comunale.

Siamo curiosi di sapere se sarà riconosciuto un qualche indennità, stante la novazione della Sentenza n. 5841 del 12 novembre 2014 del Consiglio di Stato che non ha riconosciuto alcun danno.

Al contrario siamo curiosi di sapere quanto sarà valutato il danno per verificare se sarà usato lo stesso parametro di Amantea o quello molto più basso di altri comuni nei quali sempre il CdS abbatteva l’importo della metà stante il mancato concreto svolgimento dell’incarico.

Vi faremo sapere.

Pubblicato in Cronaca
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