
Redazione TirrenoNews
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Crotone. Arrestato pakistano di 26 anni con l’accusa di tentata violenza sessuale e tentata rapina aggravata.
Domenica, 09 Settembre 2018 21:07 Pubblicato in CrotoneL’intervento degli agenti della polizia ha impedito che si perpetrasse la violenza sessuale.
L’uomo aveva sottratto la borsa alla sua vittima prima di aggredirla
Gli uomini della Squadra Volante della Questura di Crotone, sabato notte, hanno tratto in arresto un cittadino pakistano, M. J. S. H., di 26 anni, senza fissa dimora, con l’accusa di tentata violenza sessuale e tentata rapina aggravata.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli agenti, a seguito di una segnalazione, sono giunti in via Miscello da Ripe a Crotone dove hanno trovato l’uomo che prendeva a calci e pugni una donna riversa a terra nel tentativo di prendergli la borsa.
La donna avrebbe riferito di essere stata afferrata con violenza dal 26enne il quale, nel contempo, le intimava di dargli i soldi.
A questo punto, l’uomo avrebbe strattonato la donna afferrandola dai capelli e dalle braccia nell’intento di portarla all’interno di un’area non visibile dalla strada.
I tentativi di violenza sessuale si sarebbero ripetuti e la donna sarebbe stata afferrata dalla gola e costretta a subire atti di palpeggiamento nelle parti intime.
L’arrivo delle volanti ha impedito che si concludesse la violenza in atto.
L’uomo è stato subito bloccato dagli agenti mentre la donna, una cittadina polacca, in lacrime urlava che l’uomo voleva violentarla e rubarle la borsetta, come confermava anche un testimone presente all’aggressione.
Subito trasportata, con l’ambulanza del 118, all’ospedale di Crotone, alla vittima veniva diagnosticato un trauma cranico minore e ferite al gomito e contusioni multiple guaribili in 7 giorni.
Al termine delle operazioni di rito, su richiesta dell’Autorità giudiziaria, l’aggressore è stato trasferito al carcere di Crotone.
Monsignor Fiorini Morosini dichiara che “Senza accoglienza sarà barbarie”
Domenica, 09 Settembre 2018 20:43 Pubblicato in MondoE’ la riprova che la Chiesa è pronta ad accogliere tutti gli stranieri e tutti gli immigrati.
Non solo come preti e monache, ma anche come fedeli.
E’ la conferma della scelta fatta dalla CEI che ha ospitato 100migranti della Diciotti.
Anche se poi la gran parte di loro è andata via disimpegnando la CEI dai costi della loro ospitalità.
La Chiesa così conferma che gli immigrati hanno solo diritti: diritto di entrare nel nostro Paese, di essere accolti a prescindere, di poter andare dove vogliono e quando vogliono.
La Chiesa però in questo modo manca ai propri impegni con lo Stato Italiano perché si era resa disponibile a farsi carico di loro, ma in realtà non lo ha fatto, perché nessuno ha controllato questi immigrati. Ora nessuno sa dove si trovano, e a quanto pare nessuno pagherà per questo.
Parole allora,soltanto parole!
Parole come quelle di Morosini pur grande saggezza ed umanità
«Senza accoglienza, senza solidarietà, senza prossimità, senza apertura al diverso, senza il coraggio dell’ascolto, senza la tutela della dignità di tutti, noi condanneremo i giovani a vivere in una cultura disumana e barbara che nulla ha da spartire con i grandi valori del progresso e della tradizione culturale e cristiana».
Poi ha aggiunta «La xenofobia non è né ragionevole né cristiana. Supplico la Vergine consolatrice di non far giungere, anche tra noi, come sta accadendo in altre parti d’Italia e d’Europa, il vento della xenofobia: terribile parola che significa odio contro lo straniero e il diverso.
La paura degli stranieri, degli immigrati ed il conseguente odio nei loro confronti, è una condizione che non ci appartiene, né come italiani, né come calabresi.
Noi, per tradizione e cultura, abbiamo sempre trattato con rispetto e amore chi è “diverso da noi”, con tutto l’aiuto di cui siamo capaci.
L’impegno legittimo a correggere tutti gli errori, le storture e gli inganni del fenomeno migratorio degli anni passati, se mai esistiti, non può giustificare l’ondata di xenofobia che sta invadendo l’animo di tanti italiani ed europei».
Quello che non si comprende è a quali errori, storture ed inganni del fenomeno migratorio degli anni passati, egli si riferisca.
Tanto più perchè immediatamente aggiunge “se mai esistiti”
E quello che ancora meno si comprende è perché questa pseudo xenofobia- come lui dichiara- stia “ invadendo l’animo di tanti italiani ed europei”.
Sono forse folli?
Sono forse anticristiani?
Sono forse incolti e barbari?
Ed ancora, coloro che non sono xenofobi ma che semplicemente amano i loro simili andranno all’INFERNO?
Ovviamente se Italiani.
Perché non leggo di vescovi francesi, spagnoli, tedeschi che invochino questo amore esclusivo per gli stranieri e dimentichino gli altri poveri, quelli che parlano la loro lingua , che hanno i medesimi valori, la medesima cultura.
Amantea. La brillante operazione dei Carabinieri
Domenica, 09 Settembre 2018 12:38 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaAvevamo ragione quando pochi giorni fa scrivevamo l’articolo dal titolo”Mentre gli amanteani dormono i Carabinieri vigilano”.
La riprova avantieri con l’arresto di un giovane insospettabile nella cui abitazione è stata trovata una vera e propria armeria ed altro.
Una operazione che mostra la altissima capacità investigativa dei carabinieri di Amantea, da poco guidati dal maresciallo Roberto Munafò e sotto l’attento coordinamento del capitano Giordano Tognoni della compagnia di Paola.
Chi non conosce l’Arma dei carabinieri non sa che essa è capace di operare silenziosamente, di giorno e di notte, magari rinunciando anche al riposo pur di tenere sotto vigile attenzione l’obiettivo che molto spesso la intelligente intuizione investigativa ha portato a vigilare
Magari qualcuno pensa che dietro possa esserci una soffiata, ma non è così.
Se fosse stato così si sarebbe andati a colpo sicuro.
Ed invece dietro ogni operazione, oseremmo dire ALTA OPERAZIONE, c’è non solo intuito, sagacia, ma anche impegno, fatica, abnegazione, sacrificio, senso dello Stato.
E quindi definire brillante questa operazione di polizia forse è addirittura poco.
Stamattina mentre passava una pattuglia dei CC di Amantea un amico con cui parlavamo di questa vicenda quasi, quasi scattava sugli attenti .
Segno del rispetto non solo suo che voleva significare all’arma ed al lavoro dei suoi militari.
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