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Redazione TirrenoNews

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rotary kamalmini

Si è svolta Sabato 26 luglio, presso l'Hotel "La Tonnara" ad Amantea il consueto "Passaggio delle Consegne" con l'uscente Antonio Raffaele Dileo che ha lasciato il posto di comando dell'Associazione a Kamal Abu-Taleb

“Sabato 26 luglio, il Club Rotary di Amantea, in un’atmosfera molto calorosa e cordiale, alla presenza di numerosi rotariani e non, ha accolto il Governatore 2014-15 del Distretto 2100, Giancarlo Spezie, in visita ufficiale al Club, che ha sede presso l’Hotel “La Tonnara” di Amantea.

Si è colta l’occasione, per accostare a questo importante momento, l’annuale cerimonia del “Passaggio delle Consegne”, che ha visto il Presidente uscente Antonio Raffaele Dileo, lasciare la guida della meritoria Associazione amanteana, che proprio nel gennaio di quest’anno ha festeggiato i suoi 25 anni di attività, per cedere il Collare al nuovo Presidente Kamal Abu-Taleb.

Il Past President Dileo ha ringraziato tutti i Soci per il costruttivo e proficuo contribuito messo a disposizione nell’anno 2013-14.

Il neo Presidente Kamal Abu-Taleb, invece, nel suo discorso di insediamento ha illustrato quale sarà il programma di massima del proprio anno rotariano 2014-2015, che punterà principalmente ad un coinvolgimento diretto sul territorio, rapportandosi con le Amministrazioni locali, con le varie Associazioni, con il mondo della scuola e con quant’altro possa essere utile per servire la società, speranzosi tutti che ogni nostra azione possa concorrere a realizzare un mondo migliore, un mondo di pace e di amicizia tra i popoli. Tutto ciò, non a caso, è racchiuso nel motto: “Servire al di sopra di ogni interesse personale”.

Il Presidente Abu-Taleb ha enunciato, inoltre, tanti altri interessanti progetti ed ambiziosi traguardi da conseguire, per i quali è necessario, però, la partecipazione di tutti; per tale motivo ha esortato i Soci ad una frequentazione più assidua al Club, che miri innanzitutto ad un maggiore sensibilizzazione degli stessi, nonché a rafforzare i loro rapporti di amicizia.

Ha comunicato, altresì, il nuovo organigramma del Club, che risulta così composto: Vice Presidente Salvatore Basso, Presidente Eletto 2015-16 Giampaolo De Luca, Past Presidente A. Raffaele Dileo, Segretario Antonio Morelli, Tesoriere Andrea Cicero, Prefetto Beatrice De Luca, Segretario Esecutivo Alessandro Morelli, Consiglieri Franco Iorio Gnisci, Mario Miglietta, Filippo Ombres.

rotary kamalmedio

La domanda se la pongono tutti coloro che amano questo sport e che vorrebbero continuasse ad essere lo sport della solidarietà, dell’incontro dei giovani con coloro che ora sono “meno giovani” ma che quando lo furono solcarono i vecchi campi amanteani.

Un ponte con il passato, ma anche un ponte con il futuro.

Una palestra di vita

Ma ci sono mille i problemi

Non ultimo lo stato del campo sportivo ed in particolare del tappeto erboso

Ecco nelle foto lo stato del campo sportivo dell’AC Amantea 1927

Non ci sono più i fiori della camomilla che ci hanno riferito di aver visto ma ad occhio l’erba non risulta nemmeno uniforme nella sua crescita, segno che non è stata nemmeno rasata.

Un tappeto a macchia di leopardo sul quale occorre sicuramente investire .

Ma correttamente, forse, il primo problema è sapere se la squadra, pur iscritta, come abbiano riferito, al campionato 2014-2014 da 5 benefattori amanteani avrà o meno un futuro.

Per ora l’amministrazione comunale è unica titolare dell’AC Amantea ed insieme del diritto e del dovere di gestire la società.

Né mancano nella compagine politica al governo della città gli uomini adatti e che posseggono la necessaria esperienza per governare la squadra nella qualità di commissario come ebbe a fare in passato Gianfranco Suriano

Niente trapela invero dal palazzo d’acciaio del comune alle prese con ben altri problemi ma dell’assessore allo sport è stata segnalata la presenza presso il locale campo sportivo.

Noi non disperiamo, affatto.

Sembra certo per esempio che un primo taglio del prato sarà fatto a giorni in occasione del mega concerto dei Nomadi che vi si terrà a giorni

Né sembra che le preoccupazioni sulla agibilità generale dell’impianto sportivo locale, di cui alcuni amici dello sport amanteano sussurrano ed in particolare della mancanza di energia elettrica, di servizi igienici, eccetera , siano ostative.

Quand’anche ci fossero saranno sicuramente eliminate prima dell’uso del campo stesso.

Nessuna preoccupazione allora.

Con la opportuna attenzione necessaria infatti l’ente sta monitorando la situazione sottoponendo l’impianto sportivo alla commissione comunale di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo che garantisce la sicurezza degli accedenti sia nelle strutture private che -e tanto più- in quelle pubbliche.

Lasciamo lavorare chi porta la responsabilità della intera città, calcio compreso.

Le ferite della guerra erano ormai guarite e la comunità di Campora San Giovanni, pur colpita da un fortissimo processo di migrazione, aveva assunto una dimensione notevole.Oltre che comunità economica e civile , però, aveva un forte bisogno di diventare anche comunità religiosa.

Ed allora decise di costruirsi una propria chiesa.

Parteciparono tutti; ognuno con quello che aveva.

Qualcuno mise un po’ di soldi, qualcuno le tavole, altri il materiale necessario, altri ancora il lavoro

Si veniva via un po’ prima dai campi per dare una mano alla costruzione della nuova chiesa.

E non c’era differenza tra il lavoro maschile e quello femminile; ognuno partecipava, dando quello che poteva.

E piano piano la chiesa cominciò a prendere corpo fino diventare completa.

Anche il campanile nacque piano piano, svettando nel cielo con la sua punta aguzza soprastante la campana e sormontata dalla croce

Si vedeva da ogni parte di Campora quel campanile e si sentiva anche da lontano

Un campanile che sorvegliava la laboriosità dei camporesi

Una chiesa che identificava innanzitutto la comunità e che aiutava a sentirsi eguali anche se si era originari di Terrati, o di Serra, o di Cleto, o di Aiello, o di Nocera e via di seguito

E poi ognuno poteva dire “la chiesa è mia”.

Non era stata donata alla neonata comunità camporese era stata da loro faticosamente costruita giorno dopo giorno.

E che festa la domenica.

Ma poi la popolazione di Campora crebbe esponenzialmente, nacquero i primi negozi, le prime attività artigiane , le scuole

E la chiesa divenne troppo piccola.

Non solo ma cominciarono le prime lesioni alla vecchia struttura muraria.

Venne realizzata la nuova chiesa che piaccia o non piaccia era una chiesa capiente, moderna.

E fu così che il destino della vecchia chiesa del popolo venne deciso da una sola parola: via.

Ora che sei vecchia e c’è quella nuova non servi più , puoi andare via ; anzi sei un peso .

E poi con la tua mole copri la visuale della chiesa ad una parte del corso.

Basta con il vecchio, basta con il passato, basta con le memorie di una Campora piccolo borgo.

Ora Campora è grande, ha una forte economia, ha il porto, ha il PIP, gli alberghi, i supermercati, la nuova chiesa, la più moderna dell’intera Amantea.

Ubna chiesa che è come le spose bagnata e fortunata

La vecchia chiesa, peraltro cadente, è un pugno negli occhi, è il passato, contrasta con il futuro glorioso verso il quale Campora viaggia.

Non solo, se si abbatte, Campora avrà anche la più grande piazza dell’intera cittadina.

Nessuna remora, allora.

Nessuno che abbia alzato gli occhi verso il cielo per sapere se era giusto quello che si stava facendo, quel cielo da dove sicuramente don Peppino Arlia osservava i suoi camporesi , forse quei camporesi che non capiva più.

Nessuno che sia andato con la memoria indietro, ai propri avi che lasciavano i campi per portare sui cesti le pietre per la costruzione della chiesa o che aggiungevano ai calli della zappa anche quelli del piccone e della mazza necessari per spaccare le pietre della loro chiesa!

Nessuno che ricordasse che quella chiesa ed il casello ferroviario erano stati il simbolo del ventesimo secolo e della comunità camporese.

Ora i treni non fermano più come prima e la vecchia chiesa è “salita in cielo”, sotto la potenza non del maglio dell’escavatore ma della gioiosa indifferenza di un popolo che non la amava più!

Il prossimo passo?

Questo l’ho sentito mentre la chiesa cadeva

Il prossimo passo è l’autonomia da Amantea; Campora comune non più frazione!

Basta cordoni ombelicali con il pachiesa camporaminissato!

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