
Redazione TirrenoNews
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Le sirene calabresi alzano il loro canto per trovare chi le porti al Governo
Domenica, 19 Ottobre 2014 20:48 Pubblicato in Calabria« Alle Sirene giungerai da prima, Che affascinan chiunque i lidi loro Con la sua prora veleggiando tocca. » Così si legge nella Odissea XII, 52-54 di Omero, nella traduzione di Ippolito Pindemonte.
Si legge nel Liber Monstrorum, I,VI del VII secolo che « Le sirene sono fanciulle marine che ingannano i naviganti con il loro bellissimo aspetto ed allettandoli col canto»
Vi state chiedendo cosa c’entrino le sirene con il Governo, vero? C’entrano, c’entrano.
Ieri le sirene ammaliavano i marinari per cercare di salire sulle loro navi ed essere portate lontano, poco importava se trascinavano navi e marinai negli abissi, riemergendo, poi, esse ibridi donna-pesce grazie alle squamose code ed al più condannando al naufragio gli impavidi marinai che avevano avuto la ventura di incontrarle senza essersi tappate le orecchie.
Serve poco o niente se incontrarle sia un fatto di fortuna, o sfortuna, od ignoranza , o sottovalutazione del pericolo, o supposizione di coerenza nei comportamenti, eccetera.
Oggi le nuove sirene della politica cantano per ammaliare i marinai delle navi dei partiti più grandi ( e quindi vincenti) tentando di salire a bordo delle navi stesse, e di vestire il cappello e la divisa di ufficiali per essere trasportate fino al regno dove tutto si può, là dove si comandano gli scherani che attendono pronti ad ubbidire .
E cantano i loro voti, i loro uomini, i posti che occupano, gli amici che si sono fatti e la loro disponibilità al voto. Cantano persino i precari da stabilizzare pronti a votare per conservare il posto di lavoro, pur precario, nella speranza di una stabilizzazione.
Non sanno guidare la nave, non anno spiegare le vele, non sanno nemmeno cazzare la randa od il fiocco. E tantomeno sanno cosa significhi virare a babordo od a tribordo.
Sanno invece dove è la sala mensa, la cambusa e la dispensa.
Ed ovviamente le scialuppe di salvamento.
Ora davanti alle coste Calabresi si vedono due grandi navi.
Una a destra con un capitano donna dalla lunga criniera incontenibile sotto il cappello da comandante, e che si agita avrebbe detto Fernando Pessoa nella sua “È uma brisa leve”, come mossa da “ una brezza leggera che l’aria un momento ebbe e che passa senza avere quasi avuto bisogno di essere”.
Una donna forte con un sorriso sincero. Attenta all’ascolto ma non corruttibile.
La fregatura è che essendo donna non si lascia incantare dalle sirene e scaltra e cognita , come Ulisse, ha dato ordine di tappare le orecchie ai suoi compagni facendosi comunque legare all'albero della Nave per ascoltarle.
A sinistra un capitano che non ha problemi di criniera e non abbisogna della”brisa leve” anzi persino l’acqua può scorrere senza fermarsi.
Ha esperienza di navigazione ma non su mari perigliosi. Affatto. Al più ha viaggiato su laghetti interni che oggi appaiono perfino privi di acqua. Abile , si avvale di subsidenti che sono sempre al di sotto ma pronti ad uscire come geyser irrefrenabili che bruciano tutto intorno e che prima o dopo bruceranno anche il capitano.
Ecco, a loro le sirene possono rivolgersi ma non si illudano di incantarli. Sgamati come sono può succedere perfino il contrario.
Le due principali sirene sono la UDC e la NCD. Sono sorelle , quasi gemelle e non solo per la coda. I loro capi hanno perfino le cravatte eguali, non solo gli interessi ed i pensieri!
Belmonte Calabro. La minoranza chiede la revoca delle deleghe all’assessore Bruno
Domenica, 19 Ottobre 2014 20:45 Pubblicato in Belmonte CalabroRiceviamo e pubblichiamo la nota della minoranza del comune di Belmonte Calabro.Eccola :
Al Sig. Sindaco del comune di Belmonte Calabro
Oggetto : Ritiro deleghe assessorili Ass. Giuseppe Bruno
Recenti notizie diffuse a mezzo carta stampata e mass media, locali e regionali, hanno posto in seria criticità la figura professionale del Dott. Giuseppe Bruno, dipendente della ASP di Cosenza in qualità di Dirigente Veterinario.
In particolare è stata sottolineata la notizia secondo la quale il citato Dott. Bruno risulta destinatario di un provvedimento di sospensione dal servizio attivo, per la durata di tre mesi, essendo destinatario di una contestazione da parte del GIP Dott. De Rosa del Tribunale di Paola, avendo prodotto alle Autorità Inquirenti “… Un atto materialmente ed ideologicamente falso “ ad alleggerimento della propria posizione processuale nel corso di un procedimento intentato per fatti inerenti il servizio espletato..
Lungi dal sottoscritto l’idea di voler raffigurare profili di preconcetta colpevolezza nei confronti del Dott. Bruno, al quale formulo l’invito a rapidamente procedere alla definizione della propria posizione processuale, ed al quale anzi auguro di poter concretamente chiarire la propria posizione.
Chiedo però alla S.V. Ill.ma se, alla luce dei risvolti processuali ed in ordine alla responsabilità penale che è, stricto iure, esclusivamente personale, sussistano le condizioni per mantenere in essere un rapporto fiduciale risultando la idoneità politica a svolgere la funzione assessorile del medesimo decisamente compromessa.
Giova solo ricordare che il provvedimento sospensivo emesso dall’Asp fonda la sua ragione giuridica in un definito reato di illecito amministrativo derivante dallo svolgere il Dott. Bruno una Pubblica funzione.
Alla luce di quanto sopra, il sottoscritto, nella sua qualità di Consigliere Comunale di Minoranza, con la presente
CHIEDE
Alla S.V. Ill. ma di voler procedere ad horas al ritiro delle deleghe assessorili concesse al Dott. Bruno, almeno fino a verifica e chiarimento della posizione processuale del medesimo.
Belmonte Calabro 20/10/2014 Dott. Giancarlo Pellegrino
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«Vieni qui, sei in Italia e non in Romania. Qui si ruba».
Domenica, 19 Ottobre 2014 19:38 Pubblicato in Mondo«Se ti prendono in Romania, ti danno sette o otto anni per una tuta da ginnastica, in Italia è diverso».
«Aspetta le prime piogge e raggiungimi, ti dico io dove rubare».
«Porta lo spray al peperoncino con quello qui addormenti i cani e entri anche nella casa di Berlusconi».
E poi continuando: «Lascia perdere la Romania, li ti mettono in galera. Vieni in Italia: qui sì che si ruba facile»
E poi spiegava ad un parente del futuro ladro: «Fallo venire a settembre. In quel periodo con le prime piogge e le giornate più corte si fanno anche 15 o 16mila euro».
Sono le telefonate intercettate dagli investigatori che hanno ascoltato per settimane le conversazioni tra alcuni rumeni dopo una serie di rapine nei quartieri bene di Roma
La banda è stata sgomitata dalla polizia di Ostia.
L’indagine è stata ribattezzata “Romania Express”.
E non solo furto, ma anche ricettazione della refurtiva che poi veniva inviata in Romania con autotrasportatori che viaggiavano regolarmente in autostrada.
Il capo è un 41enne.
I suoi lo chiamavano “il mafioso” perché «è uno forte, un ladro vero» si legge nei verbali.
Viveva in un tugurio all’interno della pineta delle Acque Rosse a Ostia.
Per catturarlo gli agenti si sono travestiti da rom ed hanno trascorso tre giorni e tre notti nella zona.
Nel suo covo gli agenti hanno trovato diverse macchine fotografiche rubate con cui si era scattato un selfie dopo ogni furto.
Ci sono foto in cui l’uomo è circondato da monete, altre in chi è sdraiato su un materasso pieno di banconote.
Però!
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