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comune-amantea-01“Alcuni organi di stampa riportano la notizia, del tutto infondata, che sia pronto, insieme ad altri colleghi di giunta, a lasciare la maggioranza e soprattutto l’esecutivo guidato dal sindaco Monica Sabatino. Nulla di più falso.

 

 

Prima cosa di tutto c’è il mandato degli elettori che bisogna rispettare, ma soprattutto c’è un percorso politico e amministrativo che merita di essere portato a compimento. In questa prima metà di consiliatura, a prescindere dalle deleghe che mi erano state assegnate, ho cercato di far lievitare il peso politico della frazione in seno alla stessa maggioranza, lavorando a prescindere dai ruoli e dalle responsabilità.

 

 

La mia storia personale mi ha insegnato che se uno ha voglia di fare non ha bisogno di attendere l’illuminazione divina o l’incoronazione: fa e basta.

Con il riassetto delle deleghe che il primo cittadino ha varato di recente mi sembra di poter dire che Campora San Giovanni ha una propria dignità e rappresentatività che certamente saprà farsi sentire da qui alla fine del mandato. Proprio sul territorio della frazione, ad iniziare dall’area industriale dei Pip per giungere al comparto dei lavori pubblici, le novità da qui a breve si faranno sentire, nella consapevolezza che è la città di Amantea nel suo insieme che deve crescere, evitando campanilismi che la storia, in altre circostanze, ha già bocciato”.

“Sgombro dunque il campo da ogni dubbio: resto ben ancorato a questa maggioranza che nei prossimi mesi saprà fornire le giuste risposte ai camporesi e di conseguenza a tutta la comunità. Mi auguro che le voci e le illazioni che mi vedono un giorno di qua e un altro di là possano, con questa mia presa di posizione chiara e netta, cessare all’istante, consentendomi così di concentrarmi sul compito istituzionale che intendo portare avanti con costanza e determinazione”

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stefano spina gd 2016Sabato 6 febbraio alle ore 15,00 presso la sede del circolo del PD di Amantea si è svolto il congresso di circolo dei Giovani Democratici di Amantea.

 

Gli iscritti presenti al congresso hanno eletto all’unanimità come segretario del circolo Stefano Spina affidandogli questa importante responsabilità.

Stefano Spina, 21 anni, studente di architettura presso l’Università Mediterranea, è da qualche anno un membro importante del circolo dei GD ed è stato già rappresentante d’istituto ed attivo nelle politiche studentesche universitarie.

 

I lavori congressuali sono stati presieduti dal responsabile organizzativo regionale dei GD Vincenzo Pugliano, ed al dibattito aperto dal segretario uscente Amedeo Muoio hanno preso parte anche il segretario Regionale dei GD Mario Valente, il membro dell’assemblea regionale del PD Armando Perri, il Segretario del circolo del PD Enzo Giacco, la portavoce della RUN Cosenza Giovanna Buffone e molti tesserati e membri della segreteria cittadina del PD.

Il neo segretario durante la presentazione della mozione congressuale ha tracciato una strada ben precisa per il futuro dei GD di Amantea. Stefano Spina ha affermato come “la giovanile ha il dovere di sostenere gli studenti per quanto concerne il diritto allo studio all’interno di luoghi sicuri, auspicando una velocizzazione dell’iter di costruzione del nuovo edificio che dovrebbe ospitare l’ITC.

Ma anche battersi affinché i portatori di disabilità abbiano garantiti i propri diritti, potendo accedere facilmente alle strutture pubbliche e garantendogli il diritto di muoversi liberamente all’interno della città”.

Il neo segretario si è soffermato anche sul tema del senso civico e delle politiche giovanili, affermando la necessità nel nostro comprensorio di maggiori investimenti per garantire luoghi sicuri di formazione e socializzazione.

 

Durante il suo discorso ha toccato altri temi: una nuova politica comprensoriale di marketing territoriale e turistico, il recupero e la manutenzione delle periferie, la green economy e la bonifica del Fiume Oliva, la valorizzazione delle risorse palesi presenti sul territorio quali il centro storico, gli scavi di Temesa, i 12 km di costa e le risorse paesaggistiche non sempre oggetto di cura e di investimenti seri da parte delle amministrazioni.

“Per tali ragioni – ha affermato Spina - i GD non mancheranno nei prossimi mesi insieme al partito di essere propositivi rispetto a tali questioni in termini di idee e progettualità.

Infine in seguito ai gravi fatti che hanno colpito la nostra città nelle ultime settimane, noi GD sentiamo il bisogno e l’obbligo morale di schierarci apertamente dalla parte della giustizia facendo fronte comune con i tanti cittadini onesti e condannando aspramente questi atti malavitosi che minano la serenità dell’intera comunità.

”Un grosso in bocca al lupo al neo segretario ed all’intero circolo è stato rivolto durante i lavori congressuali da parte del segretario regionale dei GD Mario Valente che ha sottolineato l’importanza del circolo di Amantea per l’impegno ed il proficuo sostegno dato all’organizzazione regionale fin dal 2008 sempre con la massima serietà e diligenza.

 

Infine il segretario del PD Enzo Giacco ha sottolineato il ruolo che i Giovani Democratici hanno svolto in questi anni in città, colmando anche quel vuoto lasciato dall’inattività dei Partiti: “non è un caso – ha dichiarato Giacco – che una parte determinante del gruppo dirigente del Partito Democratico sia ascrivibile proprio ai GD.

L’augurio da fare per questo Congresso, sperando che funga da guida per il neo Segretario Stefano Spina, è che nell’azione politica venga data importanza sempre al percorso, durante il quale deve emergere la capacità di ancorare l’organizzazione a precisi orizzonti ideali e valoriali.

Un ringraziamento particolare va ad Amedeo Muoio ed a Vincenzo Pugliano per come hanno saputo agevolare questa nuova fase e per come hanno diretto e tutelato in questi anni, alcuni dei quali assai difficili, i GD della città”.

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giggino pell

Questa famosa frase non apparteneva, come molti sostengono, a Steve Jobs. L’aveva creata Stewart Brand un hippie geniale e ci aveva messo dentro tutto il suo tocco poetico.

 

L’umanità, secondo alcuni illustri scienziati, sarebbe il risultato di una duplice evoluzione, biologica e culturale, e andrebbe collocato nei punti di convergenza e di divergenza fra queste due linee di sviluppo. Fra l’ evoluzione biologica e quella culturale cambierebbero i nomi che vengono dati ai meccanismi evolutivi particolari, e non semplici concetti e legami teorici sotterranei bensì profondi. In questo senso, si può ad esempio vedere come l'evoluzione culturale non sia determinata da scelte naturali, ma da esse comunque condizionata.

Questo avverrebbe perché le mutazioni genetiche controllerebbero gli organi che rendono possibile la stessa evoluzione culturale dando vita al linguaggio, la caratteristica praticamente esclusiva degli uomini. Staremmo vivendo, dunque, uno dei cambiamenti più grandi nella storia della nostra civiltà.

 

Dalla rivoluzione industriale a quella della biotecnologia.

In questo ultimo mezzo secolo due tecnologie si sono parallelamente sviluppate: l’ingegneria genetica e l’informatica, la scienza dell’informazione e le scienze naturali. In un mondo gestito completamente dall’economia, dove le macchine fanno gran parte del lavoro, la natura della conoscenza incapsulata all’interno delle stesse macchine deve, scriveva Marx, essere sociale. In conclusione, il filosofo tedesco immaginava la creazione di una “macchina ideale” di grande e infinita longevità e che non sarebbe costata nulla. Una macchina che potesse essere costruita con niente non avrebbe aggiunto nessun valore al processo produttivo e in un tempo molto breve sarebbe costata pochissimo riducendo così il prezzo, il profitto e il costo del lavoro di tutto ciò che ne sarebbe stato influenzato. Il requisito necessario è comprendere che l’informazione è tangibile e che il software è in effetti una macchina. Memorizzazione, banda larga e potere elaborativo stanno per collassare. In questo contesto, il valore del pensiero di Marx e' di una chiarezza fenomenale. Siamo circondati da macchine che costano niente e potrebbero, volendo, essere indistruttibili. Milioni di persone cominciano a prendere coscienza che è stato venduto loro un sogno, come una scommessa al lotto, con prospettive meravigliose che però sono risultate disastrose . La risposta non può che essere “rabbia” e diffidenza verso forme di capitalismo che riesce solo a fare a brandelli il mondo e l'umanità. L'umanità ha bisogno di qualcosa che va al di là dei sogni utopici e progetti orizzontali a termine e su piccola scala. Servono progetti basati sulla ragione, evidenze e riscontrabili nella loro sostenibilità. Le bandiere rosse e canzoni del movimento Syriza durante la crisi greca, e l’aspettativa che le banche sarebbero state nazionalizzate, ha fatto rinascere per poco tempo un sogno del xx secolo: l’abbattimento del Mercato e del Capitalismo. L’informazione sta minando l’abilità del Mercato di stabilire il prezzo dei prodotti. Questo succede perché il Mercato si basa sulla scarsità dei prodotti mentre l’informazione è abbondante. Il Sistema di potere pensa di difendersi creando monopoli- le grandi società di High Tech- in un numero mai visto negli ultimi 200 anni , ma che non saranno sufficienti.

Nel produrre modelli affaristici e valutazioni condivise che si basano nel far proprie, privatizzando tutta la produzione dell’informazione sociale, servirà solo a mettere insieme un fragile edificio corporativo scommettendo sui bisogni basilari dell’umanità,: lo scambio gratuito delle idee. Beni, servizi e organizzazioni sembrano ormai non in grado di rispondere ai dettati del Mercato e della managerialità gerarchica. La più grande fonte di informazione al mondo – Wikipedia – viene fatta e gestita da volontari gratuitamente abolendo, di fatto, la vendita delle enciclopedie e togliendo all’industria pubblicitaria una marea di denaro. Negli ultimi 25 anni l’economia si sta dimenando con questo problema: Tutte le correnti economiche si muovono da una condizione di scarsità, mentre l’energia più dinamica , l’informazione, abbonda. Nel 1968 Stewart Brand, un hippie geniale, rivoluzionò l'idea di informazione con una pubblicazione "Whole Earth Catalog", senza pubblicità e a basso costo. All’interno del catalogo furono raccolti ed elencati i migliori attrezzi e libri che si potevano trovare al mondo con immagini, analisi ed usi, prezzi e fornitori.

 

Il lettore inoltre poteva ordinare alcuni articoli direttamente per posta attraverso il catalogo. In quell'anno vendette mille copie a cinque dollari ciascuna. In ogni edizione del catalogo si esaminavano centinaia di prodotti. Le idee di Brand hanno anticipato molte delle istanze che sarebbero diventate di attualità con l’avvento di Internet.

Di questo mezzo infatti, e di molte spinte innovative di cui il Web si è fatto portavoce, Brand fu un autentico precursore. Lo Hippie americano ha sempre creduto nell’importanza e nella forza dell’ Informazione, come lo strumento necessario ad abbattere il sistema dello sfruttamento dell’uomo su l’uomo e alla conseguente conquista della libertà. Per tale motivo il patrimonio del sapere e della conoscenza doveva essere condiviso dal numero più ampio possibile di persone. Solo attraverso una conoscenza veramente accessibile ed aperta a tutti sarà possibile avanzare sulla strada dell’emancipazione sociale, politica e culturale. L’informazione, diceva Brand, vuole essere libera: “Information wants to be free”. Tacciato da alcuni critici di tecno-utopismo, Brand è fermamente convinto che, quando l'uomo sarà in grado di far sua la necessaria conoscenza,e tutta l’informazione e gli strumenti di cui ha bisogno, egli sarà in quel momento capace di dare una nuova forma più sostenibile al mondo che ha creato. Questa nostra Terra, secondo Brand, non è soltanto tutto ciò che abbiamo, ma in essa è anche racchiuso tutto ciò di cui abbiamo bisogno per realizzarla. E’ possibile, dunque, ipotizzare che, data la conoscenza, l'informazione e gli strumenti, gli esseri umani possano ridisegnare il mondo in qualcosa di sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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