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Prima di andare via, Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia targato Pd, ha pensato bene di sistemare gli amici degli amici presso il ministero. L’amica in questione è Anna Finocchiaro, ma non solo lei, a voler rientrare in magistratura dopo aver sguazzato alla grande in politica anche l’ex senatrice Pd Doris Lo Moro, e Felice Casson ex Mdp. ma purtroppo per Oralndo, e soprattutto per le sue amichette, l’ennesima raccomandazione, questa volta, non è andata a buon fine.

Anna Finocchiaro ha fatto il magistrato per soli 6 anni, dal 1981 al 1987 in Sicilia prima a Leonforte e successivamente a Catania. Poi, per i trent’anni successivi (fino allo scorso inizio di marzo), è rimasta in politica. Ora, a 63 anni, si trova per la prima volta fuori dai Palazzi e ha fatto domanda di reintegro nella magistratura.

Doris Lo Moro dal 1988 ha svolto le funzioni di giudice presso il Tribunale di Lamezia Terme fino al 1993, assumendo poi le funzioni di Giudice del lavoro presso il Tribunale di Roma. Nel dicembre 1993 è andata in aspettativa per mandato elettorale di Sindaco di Lamezia Terme, carica nella quale è stata riconfermata per il secondo mandato fino al 2001 quando ha ripreso servizio come giudice presso il Tribunale Penale di Roma.Nel maggio del 2005 ha lasciato il ruolo giudiziario per l’elezione a Consigliere Regionale della Calabria nella lista dei DS ed è stata componente della Giunta Regionale come Assessore alla tutela della salute fino al novembre 2007. Nell’aprile 2008 è stata eletta alla Camera dei Deputati nella lista del PD in Calabria. Elezione riconfermata nel 2013.

Felice Casson ha lasciato la magistratura nel 2005 per candidarsi sindaco di Venezia, perdendo poi al ballottaggio per pochi voti contro il vecchio sindaco Massimo Cacciari. Alle elezioni politiche del 2006 è stato eletto senatore, come indipendente nelle file dei Democratici di sinistra. Poi nelle elezioni del 2008 è stato rieletto senatore per il Partito democratico e nominato vicepresidente dei senatori del Pd.

Tutti e tre i furbetti speravano che la loro richieste, di ritornare a lavorare in magistratura venissero accolte, magari qualcuno dei tre pensava anche di ritornare alle funzioni inquisitorie, probabilmente per aprire qualche indagine farlocca sui “nuovi arrivati” al governo. Ma i loro sogni si sono infranti nel momento dell’insediamento del ministro 5Stelle alla Giustizia Bonafede che ha rigettato clamorosamente le loro richieste. A cominciare dalla Finocchiaro che potrebbe andarsene tranquillamente in pensione e invece insiste a voler ricoprire ruoli prestigiosi da spendere per i suoi intrallazzi, forse ancora non sazia di 30 di magna magna. Stessa cosa per la Lo Moro che negli anni della politica non ha mai brillato né per competenze, né per la lotta all’illegalità, né per il rispetto verso i cittadini. Si è sempre fatta i fatti propri guardando solo e sempre al suo portafoglio e a quello dei suoi amici. E sperava di continuare a farlo magari indossando di nuovo la toga.

Ma Bonafede ha bocciato senza appello tutti e tre, rispedendoli a casa a coltivare l’orto come fanno tanti pensionati italiani.

L’esclusione di tre soggetti di area PD è la conferma che Bonafede intende ripulire il ministero da tutti questi personaggi che lo hanno usato per i loro comodi. E a quanto si sente la storia non finisce qui… a breve clamorose altre sorprese.

Da Iacchite -4 luglio 2018

Pubblicato in Italia

Non sono nemmeno le 10.00, l’orario fissato per il consiglio comunale e davanti al Campus, recentemente intestato a Franco Tonnara, ci sono quasi tutti i consiglieri comunali   e decine e decine di agenti delle Forze dell’Ordine.

In particolare carabinieri e poliziotti in divisa ed in borghese.

Lungo la statale 18 si vedono gruppi di studenti che a piedi raggiungono via Vulcano.

Ma tanti altri studenti e diversi cittadini sono già dentro ad attendere l’inizio del consiglio straordinario.

Puntuali, e tra i primi, ad arrivare il Ministro Lanzetta ed il Prefetto Tomao accolti all’ingresso del campus dal sindaco Monica Sabatino e dagli altri politici amanteani.

Poi l’ingresso e man mano l’ampia sala si riempie di studenti, di gente comune, di familiari degli amministratori oggetto di intimidazione . Sono presenti anche diversi dipendenti del comune.

Poi arrivano e salgono sul palco l’onorevole Magorno, l’onorevole Lo Moro, l’Onorevole Enza Bruno Bossio che prendono posto tra “i banchi” dei consiglieri di maggioranza e di minoranza.

Restano giù nel parterre, ma in prima fila, l’ex assessore Ennio Morrone e l’ex presidente della giunta provinciale di Catanzaro Wanda Ferro.

Solo più tardi arriva Mario Oliverio che prende posto anche nel parterre

Poi iniziano i lavori del Consiglio straordinario con la chiama

Manca soltanto il consigliere Franco Chilelli con delega al personale ed al cimitero e che è stato il primo a subire le intimidazioni.

Nessuna giustificazione viene letta in aula ma sappiamo che è ammalato

Poi il presidente del consiglio comunale prende parola evidenziando la straordinarietà del consiglio in corso

A seguire la consigliere Elena Arone , capogruppo di Uniti per Campora, che con voce tremante   plaude al sindaco Monica Sabatino e le offre la propria solidarietà e si dichiara pronta ad andare avanti e sostiene che nessuno abbasserà la testa di fronte alle intimidazioni ed ai capricci delle persone con identità pseudo politiche.

Prende, poi, la parola la consigliera Ciccia Caterina,capogruppo di Uniti per Amantea, la quale dichiara che non intende più accettare un giudizio negativo che denigra la sua città, città che è estranea a queste vicende, sostenendo le forze dell’ordine e della magistratura ma senza sostituirsi ad essi

A seguire prende la parola Giusi Osso che dichiara che il vile atto perpetrato al sindaco ed ai consiglieri offende anche la città ma che la giunta andrà avanti a testa alta e con la schiena diritta ed invoca poi la educazione dei giovani alla legalità.

Segue Francesca Menichino del M5S che condanna gli atti vili che pur ella ha subito e che richiama la necessità della legalità in ogni atto amministrativo. Poi continua evidenziando che gli amministratori più che parlare di legalità devono viverla, devono praticarla, ogni giorno, in ogni atto e farne un esempio di cui essere fieri ed orgogliosi.

Poi conclude evidenziando che la legalità è uno stile di vita e non uno slogan da propaganda politica. Infine abbandona l’assise per schierarsi dalla parte del cittadino.

Continua Concetta Veltri, di Insieme per la città, la quale sostiene che Amantea non merita di vivere questo clima di ansia e di paura che si è instaurato, esprime la sua solidarietà al sindaco, agli assessori ed al consigliere Chilelli, invita tutto il consiglio ad essere unito contro il malaffare . E conclude ricordando che tutti noi, come cittadini, abbiamo l’obbligo di riconsegnare ai nostri figli una città migliore , una città libera.

Parla Sergio Ruggiero, de La Nuova primavera, il quale dà atto di aver telefonato a tutti coloro che sono stati oggetto di atti intimidatori dei quali si vanta di essere amico personale. Ricorda però alla dottoressa Arone che dai banchi della opposizione nessuno di loro fa capricci, ma che lui prende seriamente il suo lavoro per la ricerca della verità e la affermazione della legalità. Invita tutti coloro che fanno politica in questa terra amara ad assumere atteggiamenti coerenti e coraggiosi. Non basta essere a parole contro la mafia, occorre lottare contro il malaffare, le prevaricazioni , le violenze.

Segue Miriam Bruno che con tristezza ricorda che Amantea è balzata alla cronaca non per le sue bellezze, per le sue risorse, che sono tante , ma per fatti criminosi e frequenti. Esprime solidarietà agli amministratori colpiti dalle intimidazioni. Sollecitaa una forte inversione di tendenza. Invoca la ricerca e la attuazione di regole e leggi. Sostiene che “noi dobbiamo essere, per primi, esempio per tutti gli altri” Infine, chiede alle istituzioni di aiutare Amantea a tornare a vivere serenamente.

Chiude gli interventi della minoranza Sante Mazzei, di Insieme per la città, il quale ricorda che i fatti di violenza di oggi sono simili a quelli occorsi alcuni anni fa e dei quali lui stesso è rimasto vittima, per cui comprende bene il dolore , la preoccupazione che si avvertono quando si è oggetto di intimidazioni. Per questo invoca una maggiore presenza delle Forze dell’ordine

Seguono poi gli interventi dell’onorevole Lo Moro, dell’onorevole Magorno, dell’onorevole Enza Bruno Bossio , del prefetto Tomao e della ministra Lanzetta.

Ed a questo ultimo intervento ha fatto seguito l’abbandono del consiglio da parte del capogruppo forzista a Palazzo Campanella Ennio Morrone, che polemizza con il ministro Lanzetta sostenendo. «Purtroppo, mio malgrado, ho sentito di dover abbandonare i lavori del civico consesso   per il deludente intervento del ministro degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta che, al contrario delle legittime aspettative degli uditori e della città, si è rivelato essere un intervento politico anziché essere quello di un ministro della Repubblica italiana in difesa di un territorio minacciato dalla metastasi della delinquenza organizzata calabrese”

Chiude poi una forte, decisa e coraggiosa Monica Sabatino la quale conferma di voler andare avanti nella sua idea di aiutare la città e la quale invita a fare diventare i fatti accaduti un momento di riflessione per tutti e chiede alla popolazione di stringersi maggiormente attorno a chi ci mette la faccia, ma nel dichiarare di aver ricevuto “tanti attestati di solidarietà, tutti in privato” osserva che è come se si avesse timore a schierarsi contro chi tenta, in modo vile, di condizionare l'amministrazione. E la poca presenza di cittadini in sala, anche in questa occasione, dimostra proprio che occorre fare ancora tanta strada sul fronte dell'educazione alla legalità».

 

 

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