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Notiamo che gli Italiani che vanno all’estero non sono più italiani, mentre gli stranieri che vengono in Italia diventano subito italiani.

Da non crederci (Emigrante italiano bambino)

 

Ancora oggi la Guardia di Finanza scopre e denuncia Italiani che percepiscono l’assegno sociale mensile che va da 248 a 448 euro mensili.

In sostanza da poco meno di 9 euro a quasi 25 euro al giorno

Si tratta di un nucleo speciale del Corpo della Guardia di Finanza per la Spesa Pubblica e la Repressione delle Frodi Comunitarie.

Chi viene scoperto viene denunciato all’Autorità Giudiziaria e rischia una pena da sei mesi a tre anni.

E questo indipendentemente dal fatto che si abbia o meno reddito nel paese estero.

In sostanza lo Stato assiste non se italiano ma se abitante in Italia.

Esattamente come avviene per i profughi che vengono assistiti non perché italiani ma perché abitanti in Italia.

Solo che i profughi vengono meglio assistiti costando allo Stato più del doppio degli italiani, da 35 a 55 euro al giorno

Strana questa solidarietà a senso alternato.

 

Strana questa assistenza che scatta solo per chi abita in Italia indipendentemente dall’essere italiani o meno e si perde rimanendo italiani ma abitando fuori Italia!.

Come è cambiata questa nostra terra dai tempi in cui gli Italiani emigravano e con le loro rimesse contribuivano a costruire l’Italia ed oggi.

Un tempo i poeti (Buongiovanni – Bovio scrivevano:”o no, nun torno…mme ne resto fore e resto a faticá pe’ tuttuquante. I’, ch’aggio perzo patria, casa e onore, i só carne ‘e maciello: Só emigrante!”

Oggi invece gli Italiani all’estero “so carne da maciello, so elettori!”

Voti che cambiano le carte in tavola, ma voti vecchi, già acquisiti.

Meglio i nuovi voti quelli liberi che possono votare chi li ospita e li assiste meglio degli italiani che dormono sotto le tende ( Amatrice) o sotto i ponti o nelle auto.

No! Qualcosa è da rivedere!

Pubblicato in Italia

Questo è il pensiero espresso recentemente a margine del le celebra zioni in città per la Festa della Repub blica dal pre fetto Tomao:

 

 

 

 

 

""Assistiamo alla fuga di tantissimi esseri umani che affrontano condizioni di viaggio terrificanti mettendo a rischio la propria vita, e questo significa che nei loro Paesi hanno condizioni di vita drammatiche. Quella dei migranti, non nascondiamocelo, e' una realtà molto dura e difficile, e' un'emergenza epocale".

In questi giorni sempre il Prefetto Tomao atteso che negli ultimi giorni sono stati assegnati dal ministero dell’Interno alla prefettura cosentina 100 migranti, trasferiti in centri d’accoglienza messi a disposizione da cooperative ed associazioni, l’ufficio territoriale di governo invita i Comuni a una maggiore partecipazione.

In merito la prefettura ha diffuso una nota che è una vera e propria dura accusa rivolta contro i comuni della provincia.

Si legge, infatti, nella nota “Sebbene da recentissime notizie di stampa si sia appreso che in Calabria i sindaci sono disposti ad accogliere i richiedenti asilo e a sviluppare progetti per l’integrazione dei migranti nelle comunità locali, in realtà in questa provincia sono pochissimi i sindaci che hanno dato risposta alle numerose richieste di disponibilità avanzate dalla prefettura”.

Il solo Comune di Pedivigliano ha sottoscritto un protocollo con la stessa Prefettura mettendo a disposizione un immobile, “mentre – si fa rilevare – pochi altri amministratori hanno prospettato la possibilità di strutture che necessitano però di importanti interventi di ristrutturazione”.

Dura lex, sed lex. La frase si traduce in "La legge (è) dura, ma (è sempre) la legge".

 

Questo brocardo che risale al periodo in cui a Roma vennero introdotte le leggi scritte invita all'osservanza delle leggi anche quelle più rigide e rigorose.

 

Ma la domanda che ci poniamo è questa.

La legge deve essere rispettata anche quando è ingiusta, illogica, assurda?

O deve essere modificata?

Giudicate voi.

 

I nostri giovani calabresi, oggi, i loro padri ieri, i loro nonni avantieri, per trovare lavoro sono costretti ad emigrare.

E si sa che il “mestiere” di emigrante non è bello, nè facile.

Ti aspetta uno stipendio da 1000-1200 euro.

Devi pagare una casa od un posto letto da 400-500 euro, la luce, la tarsu, l’acqua, il canone della TV e devi anche mangiarci, pagare la lavanderia , la benzina dell’auto ( se la possiedi) o le spese di trasporto.

Non ti resta granchè e talvolta devi chiedere una mano ai tuoi.

 

Nel tuo paese i tuoi amici piano, piano ti stanno dimenticando.

L’unico che non ti dimentica è il comune che ti chiede di pagare la tarsu-tari

Ma come?

Io la pago qui nel nord dove abito e lavoro anche se non ho qui la residenza.

Perché devo pagarla anche nel mio paese dove non abito?

Il perchè lo si rileva nella risposta dell’ente comune di Amantea “ In rifermento alla sua istanza, che si allega in copia, si comunica che la stessa in base al regolamento TARI 2014( delibera c.c. 25 dell’8.8.2014) non può essere accolta”

Così anche se non abiti ad Amantea devi pagare la Tarsu- Tari ed i tuoi hanno una maggiorazione come se tu fossi in casa con loro.

Chissà se ai profughi siriani e sub sahariani i loro governi chiedono di pagare la tarsu-tari anche se sono in Italia ?

Che c’entra , lì la tarsu-tari mica si paga?

Pubblicato in Politica
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