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Tra i tanti, Amantea, non l’amministrazione comunale, ha il grave problema dei debiti fuori bilancio.

 

Parliamo di quei debiti che non sono stati conteggiati e compresi nel bilancio e che pertanto non possono essere pagati se non prima vi siano compiutamente inclusi.

Sono debiti che ci sono e non ci sono, e che come le frecce dell’auto, o romanticamente, se volete, le lucciole, un po’ si accendono ed un po’ si spengono.

Debiti che quando ne solleciti il pagamento ti viene risposto che non è possibile perché il consiglio non li ha registrati ed inclusi nel bilancio come debiti, appunto, fuori bilancio

 

Come a dire “ che ci posso fare” non ci sono i soldi!

Ma la cosa palesemente illegittima, e che ci sembra configuri un vero e proprio reato quale è almeno quello della omissione di un atto d’ufficio, è quella che l’ente pur sapendo che il debito è certo, e quindi dovuto, non attende al suo riconoscimento e quindi al suo pagamento solo per ragioni economiche rinviando gli adempimenti obbligatori

Un reato che comporta una pena che va da 6 mesi a 2 anni.

Ed allora ecco che nascono gli infingimenti quale quello che si sta modulando o studiando un protocollo tra le parti per stabilire un importo diverso od un pagamento differito.

Una sorta di capestro quasi a dire “o ti mangi sta minestra…”, che in realtà significa “ tu sai che il comune è in difficoltà e questo significa che non te la devi prendere ma siamo costretti a rinviare il pagamento almeno che non ci proponi (TU) un pagamento ridotto che ci permette di trovare più facilmente una soluzione a TUO favore.( della serie “di mali pagaturi strazza chillu ca pu”).

 

Ovviamente non tutti “ci stanu” e qualcuno ricorre al TAR per il giudizio di ottemperanza del pagamento tramite la nomina della segretaria comunale quale commissaria con aggravio di addebito delle spese legali.

Spese che pagano i cittadini non i dirigenti od i politici, badate bene!

Nessuna responsabilità per l’ente. Apparentemente.

Perchè di fronte ad un debito certo, quale quello discendente da una sentenza giudiziale, secondo noi, il reato si configura automaticamente.

Ma “vida mò”! Se le Procure dovessero autonomamente operare anche in questi casi non basterebbero i giudici.

E poi chi se la prende con il comune? Non è mica un qualsiasi cittadino!

Di debiti fuori bilancio se ne è parlato nell’ultimo consiglio nel quale l’ex assessore al Bilancio Sergio Tempo ha elencato alcuni debiti fuori bilancio di cui il funzionario competente gli ha fatto segnalazione.

Oggi due cittadini , convinti che la corda sia stata tirata troppo, e che in tale elenco ci siamo palesi omissioni, ci hanno segnalato, il primo, che di fronte al ritardo ed alla omissione del pagamento dovuto ha portato il comune al TAR per il giudizio di ottemperanza ottenuto il quale invierà alla Corte dei Conti la denuncia del comportamento avuto dal comune e la successiva condanna per danni a carico del funzionario o dei funzionari responsabili, ed il secondo di una prossima denuncia ai sensi dell’art 328 del CP, sempre a carico del funzionario o dei funzionari responsabili.

Eh si perché il bello è che alla fine non è la politica che paga ma la burocrazia.

Pubblicato in Primo Piano

nicola brunoLongobardi– Riconosciuti 700 mila euro di debiti fuori bilancio del comune di Longobardi, nell’ultima assise consiliare, tenutasi lo scorso 30 dicembre, alle ore 9.30, presso la sede municipale.

 

Duro il commento del capogruppo di minoranza Nicola Bruno: “Dopo oltre un decennio, finalmente, i debiti fuori bilancio sono approdati in consiglio per il loro riconoscimento. Dopo oltre un decennio, finalmente, i creditori potranno pagarsi. Oltre al danno, però, anche la beffa: ritardato pagamento ed “accettata” riduzione del 40% del credito hanno penalizzato gli aventi diritto. I debiti fuori bilancio sono e restano una realtà patologica nella vita dell’ente locale. Non bisogna essere bravi a trovare i soldi per ripianare i debiti fuori bilancio; bisogna essere bravi a non fare debiti fuori bilancio.

 

Qui sono una prassi, una storia vecchia e pesano come un macigno sulle casse comunali. Molti di essi non rientravano nella casistica tassativa di cui all’articolo 194 del tuel, eppure sono stati approvati, a maggioranza, dal consiglio, come per esempio “passaggi televisivi pubblicitari per € 7.200,00, fornitura materiale ufficio per € 18.737,55, enel-depuratore consortile per € 136.367,68, canoni demaniali per € 14.000,00, montaggio panchine per € 2.500,00 ed energia elettrica pubblica illuminazione per € 94.110,83”.

Come mai la procedura di riconoscimento è stata utilizzata per giustificare e pagare spese conosciute e conoscibili? Bisognava farvi fronte con la procedura ordinaria ed, in caso di  incapienza dei capitoli, l’amministrazione avrebbe dovuto effettuare le necessarie variazioni di bilancio. In questo elenco, poi, mancano tante altre posizioni debitorie più importanti e più gravi che presentano lati non chiari e persino elementi di dubbia legalità”. Contrario il voto dell’unica minoranza presente: “Beninteso, i creditori devono essere pagati o dall’ente o da chi ha commissionato i debiti non riconoscibili. Il nostro voto contrario –ha dichiarato il consigliere Bruno- è relativo ad una prassi illegittima ma anche ad una questione di metodo: il revisore dei conti avrebbe dovuto essere presente, come richiesto, per i necessari chiarimenti sui provvedimenti da approvare, visto il parere favorevole espresso sulla base di fascicoli estratti a campione”.

Pubblicato in Longobardi

Riconosciuti 700 mila euro di debiti fuori bilancio del comune di Longobardi, nell’ultima assise consiliare, tenutasi lo scorso 30 dicembre, alle ore 9.30, presso la sede municipale.

Duro il commento del capogruppo di minoranza Nicola Bruno: “Dopo oltre un decennio, finalmente, i debiti fuori bilancio sono approdati in consiglio per il loro riconoscimento.

Dopo oltre un decennio, finalmente, i creditori potranno pagarsi.

Oltre al danno, però, anche la beffa: ritardato pagamento ed “accettata” riduzione del 40% del credito hanno penalizzato gli aventi diritto.

I debiti fuori bilancio sono e restano una realtà patologica nella vita dell’ente locale. Non bisogna essere bravi a trovare i soldi per ripianare i debiti fuori bilancio; bisogna essere bravi a non fare debiti fuori bilancio.

Qui sono una prassi, una storia vecchia e pesano come un macigno sulle casse comunali.

Molti di essi non rientravano nella casistica tassativa di cui all’articolo 194 del tuel, eppure sono stati approvati, a maggioranza, dal consiglio, come per esempio “passaggi televisivi pubblicitari per € 7.200,00, fornitura materiale ufficio per € 18.737,55, enel-depuratore consortile per € 136.367,68, canoni demaniali per € 14.000,00, montaggio panchine per € 2.500,00 ed energia elettrica pubblica illuminazione per € 94.110,83”.

Come mai la procedura di riconoscimento è stata utilizzata per giustificare e pagare spese conosciute e conoscibili?

Bisognava farvi fronte con la procedura ordinaria ed, in caso di  incapienza dei capitoli, l’amministrazione avrebbe dovuto effettuare le necessarie variazioni di bilancio.

In questo elenco, poi, mancano tante altre posizioni debitorie più importanti e più gravi che presentano lati non chiari e persino elementi di dubbia legalità”.

Contrario il voto dell’unica minoranza presente: “Beninteso, i creditori devono essere pagati o dall’ente o da chi ha commissionato i debiti non riconoscibili.

Il nostro voto contrario –ha dichiarato il consigliere Bruno- è relativo ad una prassi illegittima ma anche ad una questione di metodo: il revisore dei conti avrebbe dovuto essere presente, come richiesto, per i necessari chiarimenti sui provvedimenti da approvare, visto il parere favorevole espresso sulla base di fascicoli estratti a campione”.

Pubblicato in Longobardi

E’ il titolo dell’articolo che abbiamo pubblicato dopo l’ultimo consiglio comunale.

E’ stato letto da quasi 300 persone, ma solo una ci ha scritto per segnalare come dice lei “…….., chi ti scrive chiaramente non ha grandi competenze in materie di bilancio e di ragioneria, ma penso di non essere l'unica tra i lettori a sentire l'esigenza di un chiarimento, se possibile.
Potresti spiegarmi, più o meno, come sono fatte queste pieghe del bilancio, nelle quali si riesce a trovare (come dici tu miracolosamente) la modica cifra di 893.337,68, un vero tesoretto.
Altri punti hanno sollecitato la mia curiosità, ma mi fermo alle pieghe, per adesso. Una cosa alla volta, dicevano gli antichi. Un abbraccio Francesca Menichino”.

Intanto una prima osservazione. Ovviamente critica.

Stiamo parlando di 893.337,68 euro di debiti pagati in un unicum; cioè nel solo 2013. Stiamo parlando di circa 65 euro per ogni abitanti, cioè di oltre 200 euro a famiglia.

Non è poco!

Abbiamo detto che questa somma è stata trovata ”miracolosamente” tra le pieghe del bilancio. Intendo dire che si tratta di una somma che era “conservata”, , cioè, ben nascosta” nel bilancio 2013 , in quel bilancio, cioè con il quale è stato gestito un intero anno, dicendo che “non ci sono soldi” per riparare le numerose ed enormi buche della strada di Marano, che “non ci sono soldi” per manutenzionare le opere pubbliche tra cui le strade che versano in condizioni di insicurezza, che “non ci sono soldi” per dare una stanza alle poche associazioni veramente onluss che operano senza i contributi/soldi dello stesso comune ( Unitalsi, Passalibro, e poche altre) .

Altro che miracolo, quindi, era previdenza, come è emerso in Consiglio, quando è stato detto che la sentenza è stata notificata i primi mesi del 2013. “loro” sapevano, quindi.

Ora delle due l’una.

O il comune di Amantea è “risparmioso” e quindi riesce a “risparmiare” quasi 1 milione di euro dal magro bilancio comunale, oppure ha una pressione tributaria altissima quantomeno di circa 200 euro a famiglia!

Ora che a chiederselo sia soltanto Francesca Menichino, su input del nostro articolo, è la cosa più sorprendente.

Non esiste ad Amantea una opposizione in consiglio?

Perché la relazione del revisore non parla del miracolo?

Non esistono ad Amantea partiti o similpartiti degni di questo nome?

Davvero possiamo andare così alle prossime elezioni? Chi garantirà i cittadini?

Quali speranze avrà la città quando tutti “loro” sanno ed i cittadini nemmeno si chiedono?

Ah, per meglio far capire . I soldi come spiegato in sede di bilancio dall’assessore Tempo sono ICI.

Pubblicato in Politica

1.183.598,69 i debiti fuori bilancio approvati stasera dal consiglio comunale.

Mica poco!

Tra le 39 voci fanno impressione però, non soltanto le spese per legali, che sono sempre altissime( Barba Gregorio 12.931,46; Filice Giuseppe 21.362,08; Ferrari Vincenzo , G. N. 25.348,19; Adamo Vincenzo 28.783, 36; Iaconetti Antonio 6.425,24, s&eo) quanto le somme da pagare a Mauri Vittoria per il PIP, giusta sentenza della Cassazione.

Si tratta di due somme una di ,sole, 186.163,32, e l’altra, di sole, 736.014,76.

Parliamo, cioè , di 922.178,08 euro.

Si tratta di somme dovute- ha detto l’amministrazione comunale- comecchè discendenti da una sentenza nientemeno che della cassazione

Ricordiamo che la vicenda aveva già avuto un primo esito con la sentenza della corte d’appello n 1153 del 2010 che aveva condannato il comune al pagamento della somma di euro 736.014,76 oltre interessi.

Il comune era stato difeso dall’avvocato Ferruccio Fedele del Foro di Paola.

Il comune invece ritenne di resistere ed adottò la delibera n 122 dell’11 febbraio 2011, con la presenza della segretaria Cinzia Sandulli, il parere tecnico favorevole del dr Aloe Mario, la volontà politica espressa dall’allora sindaco Francesco Tonnara e dagli assessori Cappelli, Ruggiero, Vadacchino, Tempo, Carratelli e Suriano( era assente Mazzei).

Ritenne, infatti, il comune “ che il giudizio della ( Corte di Appello ndr) non è condiviso sia per quanto concerne l’interpretazione della disciplina normativa regolante la materuia e che il quantum determinato tenendo conto anche dello stato deui luoghi alla data dei provvedikmenti espropriativi” ( sic? Ndr)

Si decise di incaricare gli avvocati Manzi Luigi eAndrea reggio D’Aci , entrambi del foro di Rom.

Ma, ed ahimè, il comune è stato condannato al pagamento.

Per fortuna che il comune è riuscito miracolosamente a trovare nelle pieghe del bilancio del 2013 ( a 30 giorni dalla chiusura dell’anno) la bella somma di 893.337,68 euro che serviranno per pagare più dei 4 quinti di tutto il debito

Pubblicato in Politica
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