BANNER-ALTO2
A+ A A-

Lamezia Terme - Sette informazioni di garanzia, per il reato di interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità, sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme nei confronti dei responsabili della Multiservizi e della Daneco.

La Procura della Repubblica Lametina, guidata dal Procuratore Salvatore Curcio, sta svolgendo indagini, perché la città di Lamezia versa in una situazione di emergenza per l'enorme quantità di rifiuti ammassati in più zone della città.

La criticità non coinvolge solo le aree periferiche ma anche il centro città e, ancor più gravemente, le strade poste nelle immediate vicinanze degli Istituti Scolastici.

I bidoni dell'immondizia (cassonetti), presenti nelle zone non ancora servite dal servizio della raccolta differenziata "porta a porta", oltre ad essere sovraccarichi in modo straripante, sono circondati da sacchi multicolore di grandi dimensioni accatastati che creano vere e proprie discariche a cielo aperto, ma anche da rifiuti ingombranti.

Anche nelle frazioni collinari e pedemontane si presenta la medesima situazione: i cassonetti sparsi sul territorio diventano quotidianamente ricettacolo di qualsiasi tipo di rifiuto ed animale, che possono portare ad una vera e propria emergenza igienico-sanitari.

Il Commissariato di P.S. di Lamezia Terme, su delega del Procuratore della Repubblica, procederà ad effettuare gli interrogatori dei responsabili della Lamezia Multiservizi S.p.A., e della Daneco S.r.L.

NdR. Quanto lavoro aspetta gli investigatori!. Speriamo solo che davvero giungano fino in fondo e cioè fino ai veri responsabili”

Pubblicato in Lamezia Terme

Se sarà così passeremo un brutto Natale.

Chiariamo.

 

La Daneco è la società che gestisce le mega discariche di rifiuti di Catanzaro e Lamezia Terme.

A pagare i servizi della Daneco è la regione che si rivale sui comuni.

Ora poiché al 30 giugno 2016 l Daneco avanza ben 12.758.117,61 euro (credito stimato dal management) per il servizio svolto e stante gli infruttuosi tentativi di conciliazione con la Regione Calabria instaurati fin dal mese di novembre 2014( il pagamento è stato ripetutamente richiesto alla Regione anche il 15 settembre ed il 26 ottobre 2016) , la Daneco ha dato preavviso di interruzione del servizio «per grave violazione del rapporto contrattuale ».

 

 

La società ha segnalato la «potenziale compromissione della stabilità economica e finanziaria dell'impresa stessa» ed il pregiudizio per gli ottanta lavoratori dipendenti impiegati nei due impianti e in altri servizi.

 

Se il blocco fosse attuato si potrebbe verificare unaemergenza per tutta l'area centrale della Calabria.

La Daneco ha pertanto intimato alla regione il pagamento entro il 10 dicembre.

 

Il management della società ha evidenziato di sperare che «la situazione possa risolversi entro il termine indicato, sicché venga evitato nocumento alla comunità locale e grave pregiudizio per la stabilità del posto di lavoro di ottanta lavoratori dipendenti e delle maestranze varie altrove impiegate».

 

Tra i comuni interessati anche Amantea.

Per fortuna che la gestione è affidata alla Multiservizi.

Dovrà vedersela questa società

Pubblicato in Politica

Lamezia Terme – Ci sono anche il presidente della Daneco impianti Srl Francesco Colucci (che lo scorso 1 gennaio ha incorporato la Unendo Spa) e l’amministratore della società Daneco Bernardino Filipponi tra gli arrestati dalla Dda di Milano quest’oggi nell’operazione “Black smoke” contro il traffico illecito di rifiuti dell'area industriale ex Sisas in provincia di Milano. La Daneco, che è proprietaria della discarica di Pianopoli, della grande piattaforma di trattamento rifiuti nell'area industriale di Lamezia e gestisce la discarica di Alli a Catanzaro, sarebbe dunque al centro dell'inchiesta sullo smaltimento illecito di rifiuti tra nord e sud Italia denominata "Black Smoke" portata a termine oggi dalla Dda di Milano. L'attività, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano - Direzione Distrettuale Antimafia, dai sostituti Piero Basilone e Paolo Filippini e Paola Pirrotta ''ha previsto perquisizioni presso le abitazioni e gli uffici degli arrestati, nonché l'esibizione di documenti presso le sedi Arpa di Brescia e Milano, l'Istituto superiore di Sanità e il ministero dell'Ambiente a Roma''.

L'indagine porta a conclusione l'attività investigativa avviata nel 2011 che ha interessato il sito di bonifica di interesse nazionale di Pioltello e Rodano.

Oltre a Colucci e Filipponi è finito in carcere anche Luigi Pelaggi, dirigente del Ministero dell'Ambiente, all'epoca dei fatti commissario delegato per la bonifica del sito.

Altre tre misure cautelari, agli arresti domiciliari, sono state decise a carico di Fausto Melli, membro del Cda della Sogesid spa, all'epoca dei fatti direttore dei lavori e responsabile per la sicurezza del cantiere realizzato nel sito;

Luciano Capobianco, membro del Cda della Sogesid spa, all'epoca dei fatti direttore operativo del cantiere;

Claudio Tedesi, all'epoca dei fatti consulente tecnico del Commissario Straordinario.

''Ulteriori 38 persone - precisa una nota - sono state denunciate in stato di libertà per attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti: tra questi, funzionari pubblici e titolari di società operanti nel settore del movimento terra e del ciclo dei rifiuti''.

IL PROLOGO

A seguito della procedura d'infrazione avviata dall'Unione Europea nei confronti dell'Italia per la mancata bonifica del sito d’ interesse nazionale di Pioltello e Rodano, la presidenza del Consiglio aveva nominato commissario delegato Luigi Pelaggi. L'ufficio del commissario ha poi aggiudicato l'appalto alla società Daneco Impianti, per un importo complessivo di oltre 35 milioni di euro, autorizzando nel contempo l'avvio dei lavori e l'intervento di messa in sicurezza e rimozione del "nero fumo".

La "truffa delle etichette"

I rifiuti del sito sarebbero, secondo gli inquirenti, stati poi smaltiti in modo illecito, attraverso la cosiddetta ''truffa delle etichette''. Dopo aver cambiato il codice dei rifiuti pericolosi in rifiuti speciali, infatti, la Daneco ha potuto indirizzare i rifiuti negli impianti in varie parti d'Italia, ma anche in Germania, che invece non li avrebbero potuti trattare. Dieci gli episodi contestati di traffico illecito di rifiuti: in un caso, l'azienda si sarebbe così garantita un profitto illecito di oltre 10 milioni di euro.

L'assenza del certificato antimafia all'epoca dell'appalto

Tra l'altro, quando la Daneco si aggiudicò l'appalto per la bonifica di quel ''sito di interesse nazionale'' non aveva nemmeno, secondo le indagini condotte dalla Dda milanese, il certificato antimafia necessario.

LE INDAGINI

Le indagini condotte avrebbero dimostrato come i titolari della Daneco Impianti, Francesco Colucci e Bernardino Filipponi, corrompendo il commissario con 700.000 euro, avevano ottenuto illegittimamente l'aggiudicazione della bonifica del sito pur non avendo i necessari requisiti e la declassificazione dei rifiuti da pericolosi a non pericolosi, agevolando lo smaltimento dei materiali in siti di proprietà. Il tutto con la complicità di Fausto Melli e Luciano Capobianco, responsabili della stazione appaltante, Sogesid, società partecipata dal ministero dell'Ambiente, nonchè del consulente Claudio Tedesi, che avevano omesso le opportune verifiche sulla regolarità delle operazioni di smaltimento. Come accennato poco più sopra sono stati anche denunciati in stato di libertà altri 38 soggetti per attività organizzate nel traffico illecito di rifiuti, da nord a sud: tra questi, funzionari pubblici e titolari di società operanti nel settore del movimento terra e del ciclo dei rifiuti. Mercoledì 22 Gennaio 2014  

http://www.lametino.it/Cronaca/lamezia-proprietario-e-amministratore-daneco-arrestati-per-smaltimento-illecito-rifiuti.html

Pubblicato in Lamezia Terme

Meno male che ancora non è arrivata l’estate. E per certi versi forse è bene che non arrivi. L’ultima( ma era già successo) è che la Daneco è chiusa perché non paga gli operai e questi scioperano. Ma la Daneco non paga gli operai perche i comuni non pagano il servizio della Daneco servizio del quale si potrà fare a meno solo se si effettua la raccolta porta a porta e questa arriva a regime

Una situazione gravissima che rischia di lasciarci questa estate con i rifiuti in strada.

La Multiservizi ha informato in una nota che "nella giornata di oggi tutti i nostri mezzi non hanno potuto scaricare i rifiuti solidi urbani presso l’impianto di selezione di proprietà della Daneco, sito nell’area industriale di Lamezia Terme. La circostanza si è verificata a causa della proclamazione di uno sciopero degli addetti all’impianto che non ne ha consentito la normale apertura e operatività per cui la nostra attività di raccolta risulta totalmente bloccata. Allo stato non è dato sapere quando le operazioni di scarico potranno riprendere stante l’impossibilità di utilizzare tutti i nostri mezzi che sono tuttora bloccati e colmi di rifiuti davanti ai cancelli dell’impianto Daneco. Al momento non siamo in condizione di informare con esattezza quando il normale servizio di raccolta”

Gli operai della Daneco, la societa' che gestisce gli impianti per il conferimento dei rifiuti di Catanzaro, Pianopoli e San Pietro Lametino, hanno manifestato questa mattina davanti alla Prefettura di Catanzaro. Il presidio ha bloccato il conferimento dei rifiuti. I lavoratori lamentano i ritardi nei pagamenti degli stipendi, le carenze di sicurezza sui luoghi di lavoro e la possibilità' che la gestione delle strutture possa passare ad altra ditta con conseguenze per l'occupazione. Una delegazione, composta anche da rappresentanti sindacali, ha incontrato il prefetto di Catanzaro, Antonio Reppucci, che ha avviato le opportune verifiche sulle situazioni denunciate. Dai sindacati e' arrivata anche la proposta di istituire un tavolo tecnico per seguire la vicenda ed evitare ulteriori problematiche.

Pubblicato in Primo Piano

Ormai la situazione italiana è grave. Non come la Grecia, la Spagna od il Portogallo, ma certamente è grave. E la cosa peggiore di tutti è che la verità viene raccontata quando va bene in modo tardivo e comunque parziale. Una mancata o parziale o tardiva verità finalizzata a non impaurire, utilizzata per giustificare il sistema politico attuale, resa obbligatoria dalla paura che se venisse detta sarebbe facile scoprire i responsabili e poiché la attuale classe politica e dirigente è quasi tutta responsabile è ovvio che partiti ,ministri, onorevole, presidenti, sindaci, commissari, dirigenti fanno come “Ministero della cultura popolare” fascista , cioè raccontino la loro verità. Tanto è difficile, Grillo a parte, che la verità venga detta.

E la situazione è talmente grave in Italia che se la verità venisse detta sarebbe difficile od impossibile crederle.

Per esempio parliamo dei rifiuti in Calabria?

C’è un commissario per la emergenza Vincenzo Speranza che si è auto prorogato in mancanza di decisioni governative( ma certamente con la tolleranza governativa) e nessuno contesta siffatto comportamento. Nemmeno la regione. Tantomeno la regione.

C’è una situazione grave che è stata addormentata perché adesso, pochi giorni prima delle elezioni , la Daneco & c. fanno entrare i rifiuti, ma si sospetta( ed è più che un sospetto) che siccome i comuni non pagano quanto dovuto, subito dopo le elezioni la spazzatura continuerà a restare in mezzo alla strada

I comuni sono debitori di milioni e milioni di euro e per quanto sollecitati dal commissario non pagano la Daneco e gli altri.

Ed allora Vincenzo Speranza scrive , cioè mette nero su bianco, racconta senza peli sulla lingua la “sua”verità. Lo dice al Segretario del Consiglio dei Ministri Antonio Catricalà( perché lo legga il prossimo CdM), lo dice al capo della protezione Civile Franco Gabrielli( probabilmente perché la situazione è ancora più grave di quanto si sospetti,al punto che si imporrà il riuso dei poteri della protezione civile per tentare una seppur impossibile soluzione), lo dice a Giuseppe Scopelliti( perchè se resta al governo della Calabria lo sappia e se se ne va lo sappia il prossimo governatore).

I comuni non pagano i servizi di trattamento e conferimento dei rifiuti.( Non paga nemmeno lo Stato)

Mancano le discariche, al punto che i rifiuti sono inviati in Puglia.

Manca l’inceneritore in provincia di Cosenza, quello che nessuno ha voluto, che la sinistra non ha voluto e che domani invece appena avrà responsabilità di governo andrà ad accettare.

Non si fa quella salutare e necessaria raccolta porta a porta che sola potrebbe anche migliorare il turismo calabrese.

I poteri sporchi ( politici e mafiosi) sono pronti ad entrare nel nuovo & vecchio business dei rifiuti

Pubblicato in Calabria
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy