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Redazione TirrenoNews

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Il consigliere Sergio Ruggiero scrive al sindaco e per conoscenza a tutti i consiglieri comunali”:

Come Ella saprà, un dipendente in forza a una Cooperativa che svolge servizi per conto del Comune è stato di recente licenziato, dal proprio Datore di lavoro, con la motivazione secondo la quale il Comune avrebbe cessato la richiesta del servizio di meccanico motorista Livello C1.

 

Ora, da persona sensibile quale reputo Ella sia, sa che il licenziamento di una persona andrebbe evitato a meno che non sia strettamente necessario. Sa che è un fatto traumatico, mortificante,un evento che mina l’identità professionale del lavoratore, le sue certezze, le relazioni sociali. Un dramma. E tanto più grave può essere l’impatto quanto più anziano è il soggetto che lo subisce. La informo che la persona licenziata ha quasi settant’anni, e che, per quanto a mia conoscenza, ha sempre lavorato con impegno e flessibilità fornendo alla causa un validissimo contributo professionale.

Se il Comune non intende affidare alle Cooperative il servizio di manutenzione meccanica è questione tecnica che al momento non intendo esplorare. Verificherò eventualmente che questo corrisponda al vero. Ovviamente noi non possiamo entrare nelle questioni interne alle Cooperative, che auspicabilmente devono restare Soggetti autonomi rispetto alla politica. E d’altra parte se il lavoratore lo ritiene, avrà modo di difendersi nelle opportune sedi.

A meno che, Sindaco, le ragioni del licenziamento siano dovute ad altro, ad esempio, e questo si racconta, alle pressioni che qualche esponente della Maggioranza abbia esercitato sul Responsabile della Cooperativa per colpire il meccanico “reo” di avere espresso pubblicamente un parere negativo sull’operato dell’Amministrazione comunale.

Se ciò fosse vero noi non possiamo che condannare fermamente l’accaduto. Perché, ed Ella sarà d’accordo con me, non è accettabile che la politica lanci messaggi minacciosi, usi il linguaggio della vendetta a fronte della libera espressione di un parere e impieghi l’arma della ritorsione per tenere sotto ricatto chi ha bisogno di lavorare. Come Ella m’insegna, il potere politico deve essere uno strumento funzionale allo svolgimento di un servizio e non un’arma autoritaria da brandire contro chi esprime un’opinione. Le critiche, purchè espresse educatamente, vanno accettate, anche se non ci piacciono. Non è accettabile, dunque, che la libertà di espressione subisca pregiudizio da parte di chi invece la deve difendere. Tenga presente che il lavoratore interessato ha sempre svolto il proprio compito, peraltro con assoluto rendimento, in condizioni ambientali che non possono definirsi propriamente accettabili dal punto di vista della sicurezza del lavoro, e forse, proprio per questo aveva qualche ragione di cui lamentarsi. Si tratta di persona operosa, intraprendente ed educata, con l’unico “difetto” di dire quel che pensa.  

Sindaco, Ella è persona per bene, Sa che La stimo e che provo per Lei sincero affetto, e d’altra parte posso testimoniare che io stesso ho sempre espresso pubblicamente dissensi e perplessità sull’operato dell’Amministrazione comunale senza mai subire minacce o pregiudizio, e senza che mai mi sia stato tolto il saluto da qualcuno. Ma a differenza del meccanico in questione, io sono un Consigliere eletto, per vivere non ho bisogno dell’Amministrazione comunale, non ho bisogno di politici o di funzionari, mi spiego?

E allora, in nome dell’Autorità che rappresenta e che ovviamente Le riconosco, Le chiedo di verificare se ciò che si racconta corrisponda al vero, se, dunque, esista la possibilità che l’ombra di un potere crepuscolare torni ad insidiare l’emancipazione democratica di questa città. Sarebbe cosa gravissima. In tal caso La invito ad esprimere un severo giudizio di condanna.

Amantea, 06.07.2015                                    Cordialmente     Sergio Ruggiero

Coreca Atto V. di Gigi El Tarik

Lunedì, 06 Luglio 2015 13:17 Pubblicato in Comunicati - Sport - Giudiziaria

Scrive Gigino Pellegrini: Ora l'inverno del mio e del vostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di Coreca, e tutte le nuvole che incombevano minacciose su tutti noi sono sepolte nel petto profondodel mare di Ulisse. Ora le fonti saranno cinte di ghirlande di vittoria, le matite malconce appese come trofei, le mani rattrappite riposeranno in pace. Forse.

 

Ricordando lo scrittore americano e premio Nobel John Steinbeck e il suo ultimo romanzo: “L'inverno del nostro scontento”.

Nell’ambito dei beni pubblici, i beni appartenenti al demanio marittimo sono oggetto di una disciplina propria, desumibile oltre che dai principi generali contenuti nel codice civile dalle specifiche norme dettate dal codice della navigazione.

Quello che in questo caso interessa è accertare se sia possibile ravvisare la sdemanializzazione tacita di beni facenti parte del demanio marittimo o se al contrario sia necessario un esplicito atto di sdemanializzazione, affinché un bene venga sottratto alla relativa disciplina pubblicistica. Questo è quanto si sta chiedendo da oltre due mesi alle autorità competenti, senza ancora ricevere risposta soddisfacente che determini una volta per tutte che, i circa 2000 metri quadri demaniali, rivendicati dai gestori dell’albergo “La Scogliera” come loro proprietà in via Corica, siano in realtà proprietà dello Stato.

Lo strumento principe per incrementare e sviluppare le utilità ritraibili dalle spiagge è la concessione amministrativa che consente alla Pubblica Amministrazione di affidare a privati la gestione di determinate porzioni di lidi marittimi verso il pagamento di un determinato canone mensile consentendo a questi di lucrare sui servizi offerti agli utenti. Con lo strumento concessorio la pubblica amministrazione attua, in definitiva, anche due importanti norme costituzionali, ossia l’art. 9, che impone allo Stato la tutela del paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, e l’art.41, secondo comma, che sancisce la libertà dell’iniziativa economica se non contrastante con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.

A conferma di quanto si va dicendo da troppo tempo, la categoria del demanio marittimo è individuata dall’art. 28 cod. nav. ai sensi del quale “Fanno parte del demanio marittimo: a) il lido, la spiaggia, i porti, le rade; b) le lagune, le foci dei fiumi che sboccano in mare, i bacini di acqua salsa o salmastra che almeno durante una parte dell’anno comunicano liberamente con il mare; c) i canali utilizzabili ad uso pubblico marittimo”.

La norma compie una specificazione ed un ampliamento di quanto disposto dall’art. 822, comma 1, c.c. che qualifica come appartenenti al demanio pubblico il lido del mare, la spiaggia, le rade ed i porti. Altra certezza è che il lido del mare comprende la zona di riva bagnata dalle acque fino al punto che viene coperto dalle ordinarie mareggiate, estive ed invernali, escluse quelle dei momenti di tempesta.

I porti e le rade (spazio di mare prossimo al porto) sono quelle strutture permanentemente utilizzate per il riparo e l’approdo delle navi. Per demanio statale in generale si intendono tutti i beni appartenenti allo Stato, destinati per natura o per legge al soddisfacimento di una funzione pubblica e perciò sottratti al commercio, con i quali la collettività entra in rapporto di fruizione diretto e gratuito. Più in particolare, il demanio destinato a soddisfare gli usi pubblici del mare, riconducendo a tale categoria non solo quelli concernenti le attività in connessione diretta col mare (pesca, navigazione, ecc.) ma anche quelli che presuppongono l’utilizzazione indiretta a favore della collettività (diporto, balneazione, ecc.), rientra nella categoria del demanio marittimo.

I beni demaniali marittimi fanno parte del demanio necessario. Il demanio necessario comprende tutti quei beni immobili che devono essere demaniali ipso facto: sono in altre parole demaniali per natura, questi beni sono tutti di proprietà dello Stato, e solo eccezionalmente delle Regioni (ad es. nella Regione Sicilia il trasferimento dei beni demaniali marittimi è avvenuto col D.P.R. n. 684/1977). Il regime giuridico cui sono sottoposti i beni demaniali prevede, come conseguenza derivante dalla loro natura di res extra commercium, l’esclusione dalla sfera dei rapporti patrimoniali privati.

Di conseguenza i beni demaniali sono inalienabili, imprescrittibili ed inespropriabili . la loro natura non commerciabile non può formare oggetto di negozi giuridici e dunque non può essere oggetto di trasferimento a terzi, la violazione del divieto implica la nullità dell’atto di trasferimento. “Il possesso delle cose di cui non si può acquistare la proprietà è senza effetto” dunque i beni demaniali sono indisponibili, dunque inusucapibili.

La totale sottrazione dei beni demaniali al regime di circolazione privatistico, non ne esclude la trasferibilità secondo le regole di diritto pubblico purché ciò non venga ostacolato dalla natura del bene.

Lo Stato, quindi, deve, attraverso tutte le autorità competenti, impedire l’alienabilità di tali beni, destinati ad una determinata funzione d’interesse pubblico, anche se consente, invece, lo sfruttamento di tali aree demaniali per finalità turistiche e commerciali purché non si comprometta la destinazione primaria ed intrinseca del bene pubblico. I cittadini di Amantea sono stanchi delle “orecchie da mercante” da parte delle Autorità e chiedono alle stesse di chiarire definitivamente questa situazione vergognosa venutasi a creare in questi lunghi anni.

“Io che nulla amo più dello scontento per le cose mutabili, così nulla odio più del profondo scontento per le cose che non possono cambiare.” Bertolt Brecht. Gigino A Pellegrini & G el Tarik.

PD Amantea: Lettera al presidente Oliverio

Lunedì, 06 Luglio 2015 10:09 Pubblicato in Primo Piano

Il PD di Amantea scrive al Presidente Oliverio: “ Caro Presidente, siamo consapevoli del fatto che abbiamo davanti giorni decisivi per il futuro della nostra Regione e del nostro Partito.

I fatti emersi in seguito alla conclusione delle indagini della magistratura di Reggio Calabria, relative al finanziamento dei gruppi consiliari nella passata legislatura, non solo sono gravi ma fanno emergere – se confermati – un deficit di moralità che investe l’intera classe politica regionale.

Una prospettiva che ci preoccupa molto, perché crediamo nella “buona politica” e perché ad Amantea da qualche mese – partendo dalla fase preparatoria del Congresso di Circolo – siamo alle prese con un’importante e finora proficua iniziativa di coinvolgimento di cittadine e cittadini. Un’opera che rischia davvero un calo di motivazione, se non si dà un’immagine diversa del Partito e delle nostre rappresentanze istituzionali.

Quanto sta avvenendo in questi giorni, non solo lede la nostra sensibilità di dirigenti politici, ma rischia di allontanare quanti hanno iniziato a mostrare simpatia ed interesse verso l’azione del Partito e che oggi rischiano di essere riassorbiti dall’antipolitica.

Noi riteniamo che la partecipazione sia linfa vitale per il Partito Democratico, e che questa possa dare sostegno anche alla tua opera. Per tale ragione come Circolo di Amantea chiediamo - nel caso specifico - maggiore trasparenza e controllo delle risorse assegnate ai gruppi consiliari, e – in generale – che questo governo regionale possa caratterizzarsi nel segno della moralità.

Anche noi - in sintonia con quanto espresso nei giorni scorsi dalla Conferenza Episcopale Calabra - attendiamo che il Governo regionale inizi ad operare con maggiore incisività in una regione in cui è necessario ricostruire, prima di ogni cosa, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, e nutriamo una forte aspettativa nel fatto che l’etica non resti vuota parola ma si traduca in comportamenti, atti amministrativi, scelte politiche.

Conosciamo la tua storia e la tua sensibilità, ed è per tale ragione che esprimiamo un sincero e profondo sostegno al tuo intento di cambiare passo ed aprire una stagione nel segno della discontinuità e del cambiamento già dalla nomina della futura giunta regionale.

Amantea, 1 luglio 2015 PD Amantea

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