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Redazione TirrenoNews

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Da quando è stato aperto il Canale di Suez il mediterraneo è diventato “terra di conquista” da parte di molte specie ittiche dei mari del sud.

Dal Canale di Suez sono entrate nel Mediterraneo circa 700 specie aliene invasive.

Ora il raddoppio dell'opera fa scattare l'allarme degli ambientalisti dell'Iucn(Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) il cui presidente Genovesi avverte che è a rischio l'ecosistema del Mediterraneo perché "raddoppiare il Canale potrebbe portare anche al raddoppio del numero di specie aliene in arrivo"

Un altro effetto del canale di Suez è l’aumento della temperatura del mediterraneo. Il Mediterraneosta, infatti, cambiando. Le temperature si stanno innalzando sensibilmente, con la conseguenza che tanti esseri animali e vegetali – definiti alieni perché diversi dal naturale habitat del mare – stanno sempre più invadendo il Mare Nostrum. E ciò mette in pericolo non solo le specie autoctone, ma anche gli esseri umani stessi, che potrebbero ritrovarsi morsi o punti da animali fino a poco fa ivi inesistenti, andando incontro a spiacevoli conseguenze.

Delle 700 tipologie individuate dall’apertura del canale – realizzata dalla compagnìa francese diretta da Ferdinand de Lesseps nel decennio compreso fra il 1859 e il 1869 – oltre la metà provengono da migrazioni dal mar Rosso.

Molte di queste specie risultano nocive per l’habitat e minacciano la salute, mentre altre fagocitano famiglie ittiche nutrienti per la catena alimentare umana. Noto, perché studiato da varie università, il caso del “lagocephalus sceleratus” (le sue carni sono altamente tossiche) ha attirato l’attenzione dei ricercatori per l’alta percentuale tossica (tetrodotoxin) presente nelle sue carni (più di un mese fa un pescatore di Pozzallo ne aveva trovato uno, morto, issando le proprie reti). Il Lagocephalus sceleratus o pesce palla maculato, originario del Mar Rosso è arrivato nel Mediterraneo negli ultimi anni attraverso il Canale di Suez ed è stato trovato anche al largo dell'isola di Lampedusa. (VEDI FOTO)

Poi ci sono pesci erbivori che devastano i fondali di alghe.

Infine ci sono gigantesche meduse (come la “rhopilema nomadica”) che non permettono alcuna attività balneare negli spazi di mare da esse infestate . Possono essere lunghe mezzo metro e pesare fino a 50 chilogrammi.Hanno fatto la loro comparsa già a Tripoli ed a Malta. Si tratta di una medusa urticante che forma banchi enormi. (veDI FOTO iniziale)

Maggiore è il rischio che il Mediterraneo diventi sempre più simile al Mar Rosso, dunque, maggiore è il pericolo di invasione delle specie aliene tra cui la Rhopilema nomadica.

Ah. Dimenticavamo di dirvi che dovessero in futuro arrivare una buona amministrazione comunale saprà come garantire la trnquilla fruizione del mare!

Vicende kafkiane di Amantea!

La storia.

L’Enel di Catanzaro in data 16 luglio 2015 ha chiesto giudizialmente al comune di Amantea per forniture di energia elettrica risalenti a prima del 26.5.2009 la somma di euro 446.268,27 oltre interessi di mora.

La ragioniera comunale dottoressa Maercuri contesta il debito ed afferma che il comune di Amantea ha pagato

Non solo, ma il decreto ingiuntivo emesso a carico del comune di Amantea non fa riferimento a fatture o note dalle quali è possibile ricostruire l’eventuale e reale esistenza del debito ed accertarne la reale entità

Ci si chiede,a tal punto, come sia possibile che da un lato l’Enel possa chiedere somme non dovute e come il Tribunale possa dare esecuzione ad un atto ingiuntivo ingiustificato

Da qui l’incarico all’avvocatessa Rosaria Zaccaria

La comunità ha appreso la notizia con sorpresa e curiosità ed attende gli esiti del procedimento per sapere chi dei due abbia o meno ragione e si chiede chi al tempo fosse il revisore dei conti al comune di Amantea.

Ci chiediamo anche cosa abbia visto( o non visto) la Corte dei Conti

Vi faremo sapere

Fogna a mare. Indagato Basilio Ferrari sindaco di Paola

Giovedì, 06 Agosto 2015 19:45 Pubblicato in Paola

La Procura tirrenica da tempo ha messo sotto controllo alcuni impianti di depurazione del Tirreno cosentino

Ed ecco i primi risultati.

Chiusa una prima parte dell'indagine su alcuni sversamenti di liquami provenienti dal depuratore di Paola partono i primi avvisi di garanzia

Inquisiti Basilio Ferrari sindaco di Paola , Graziella Marra responsabile tecnico dello stesso comune di Paola ed il geometra Marcelo Forte, legale rappresentate della Lao pools srl .

L'azienda Lao Pools srl ha sede in via Faro n 13 di Scalea e gestisce le reti fognarie ed è subentrato alla Smeco.

Diversi i reati contestati, tra cui per la prima volta l'inquinamento ambientale – norma varata appena due mesi addietro dal Parlamento – che prevede pene da da 2 a 6 anni e multe da 10.000 a 100.000 euro per chiunque abusivamente cagioni una compromissione o un deterioramento «significativi e misurabili» dello stato preesistente «delle acque o dell'aria, o di porzioni estese o significative del suolo e del sottosuolo».

In altre parole la fogna finiva direttamente nel torrente Licciardo e da qui in mare.

In particolare, nel corso dei controlli avvenuti tra fine giugno e i primi di luglio scorso gli inquirenti avrebbero notato alcuni sversamenti – in almeno due casi – talmente inquinanti da far colorare il mare di nero.

A Marcelo Forte contestati frode nelle forniture e danneggiamento ambientale.

Al sindaco di Paola ed al responsabile dell'Ufficio tecnico è stato contestato di non aver vigilato sulla corretta gestione del depuratore paolano

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