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Redazione TirrenoNews

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Il masso fisioterapista Pino Suriano approda al Milan di Massimiliano Mirabelli e Gennaro Gattuso. Da lunedì 1° luglio sarà inserito nello staff dei fisioterapisti e riabilitatori della società rossonera e lavorerà al fianco di mister Gattuso

 

diventando il suo punto di riferimento principale per il recupero dei calciatori.

Aumenta così il gruppo dei cosentini nella società rossonera, dove lavora anche Giuseppe Mangiarano.

Pino Suriano, amanteano doc, lavora nel mondo del calcio ormai da molto tempo.

Ha iniziato con il Rende e poi ha legato molti anni della sua carriera al Cosenza Calcio, prima nei tre anni di Paletta, Chianello e Mirabelli e poi dal 2011 con il presidente Guarascio, fino all’inizio dello scorso campionato, quando aveva deciso di tornare a Rende.

Tra i migliori professionisti del settore, aggiunge alla sua esperienza anche il suo passato di atleta, che gli consente di interpretare al massimo le esigenze dei suoi calciatori.

Anno dopo anno ha affinato le sue conoscenze e Massimo Mirabelli, che sa riconoscere le professionalità e lo conosce profondamente per averlo avuto col suo staff a Cosenza, l’ha voluto al suo fianco nell’avventura rossonera che sta per conoscere nuovi scenari.

A Pino Suriano i nostri complimenti.

Tragica morte sulle nostre montagne. Si lancia nel vuoto dalla cima e si schianta con la tuta alare

Non si arrestano le morti in montagna legate alla pratica del base jumper, lo sport estremo che spinge a sfidare le cime lanciandosi nel vuoto con una tuta alare e atterrando con un paracadute.

La prima vittima in Veneto del 2018 è un turista britannico di 49 anni, Robert Haggarty, che si era gettato da Cima della Busazza, nell'Agordino, a 2.894 metri di quota nel gruppo del Civetta. Secondo il racconto di due testimoni che hanno assistito alla disgrazia - un escursionista e un alpinista - l'uomo, che alloggiava al Rifugio Monti Pallidi di Canazei insieme ad un gruppo di 25 amici, si è buttato dallo spigolo della cima, ha aperto il paracadute ma si è schiantato meno di 200 metri a valle.

Per gli uomini del Soccorso alpino bellunese le operazioni di recupero della salma sono state molto laboriose, perchè l'incidente è avvenuto in un luogo impervio e con condizioni meteo non facili.

Un elicottero ha raggiunto la zona e fatto scendere tre tecnici che hanno recuperato il corpo trasportandolo con un verricello di 20 metri sino al rifugio Capanna Trieste, a quota 1.135 metri. Con il jumper britannico si allunga l'elenco degli sportivi morti negli ultimi anni praticando base jumper sulle Dolomiti venete.

L'ultima vittima era stata nel luglio 2017 Siegfried Schenk, un chirurgo ortopedico di Vienna di 48 anni, che aveva abbracciato il vuoto da Punta Tissi, sempre sul Civetta.

Se l'era cavata con numerose ferite, invece, l'uomo che si era gettato il 31 agosto dalle Tre Cime di Lavaredo, davanti agli occhi impietriti della moglie.

Medesimo il copione: saltato dalla Cima Grande, il giovane aveva aperto il paracadute ma non era riuscito ad atterrare, cadendo rovinosamente in un ghiaione.

Gli incidenti si susseguono ormai da alcuni anni, nonostante la morte dei novelli Icaro sia stata vissuta dal popolo di internet anche in diretta Facebook, come nel caso del base jumper Armin Schmieder, 28 anni di Merano, precipitato nell'agosto del 2016 durante un volo con la tuta alare sull'Alpschelehubel, montagna sopra Kandersteg, nel Cantone di Berna.

Il giovane stava riprendendo tutto con il telefonino per documentare l'impresa, filmando in realtà i suoi ultimi momenti di vita.

«Oggi volate con me, ma sentirete solo qualcosa. Ciao, ciao» aveva detto prima del lancio.

Poi solo il sibilo del vento, un urlo, infine lo schianto.

La stessa overdose di adrenalina costata la vita, nello stesso mese a quattro giorni di distanza, all'altoatesino Uli Emanuele, 29 anni, e ad Alexander Polli, l'italo-norvegese di 31 anni, il cui motto era 'Non fissate mai dei limiti alle vostre capacità'.

E’ di ieri che i vertici della Provincia di Brescia sono nei guai e che otto tra politici e dirigenti sono inquisiti (il funzionario dell’ex ufficio Caccia del Broletto Raffaele Gareri, l’ex presidente dell’Ambito territoriale di caccia Oscar Lombardi,

i direttori (attuale e precedente) dell’Ufficio territoriale della Regione Giulio Del Monte e Alberto Cigliati). Tuttiinquisiti a vario titolo per peculato (appropriazione della fauna selvatica, di proprietà dello Stato),animalicidio, smaltimento indebito di carcasse in centri non autorizzati, inquinamento ambientale.

Se il problema cinghiali a Brescia è più sentito che altrove, non è certo meno sentito qui in Calabria, tanto che la minoranza del comune di Belmonte scrive la seguente lettera:

“Al Sig. Sindaco

e.p.c. On. Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste Catanzaro

Comando del   Corpo Forestale Dello Stato Longobardi

Comando Stazione Carabinieri

Belmonte C.

Oggetto: Interrogazione a risposta scritta ex art 20 del Regolamento Comunale

Il sottoscritto Dott. Giancarlo Pellegrino, Consigliere di Minoranza e Capogruppo del Gruppo Consiliare “Insieme…si può”

Premesso che:

E’ stata posta alla mia attenzione e dell’intero gruppo la problematica relativa alla presenza di branchi di cinghiali nel Centro Storico rione Serra e Uliveto, nelle Frazioni Cava-Petrone, Vadi, Spineto-Palombelli-Salice, S. Barbara, Buda-Fosse ,Parte e nella frazione Marina con numerose ed insistenti lamentele di cittadini e coltivatori, correlate con foto e video;

tale incomoda presenza è stata registrata in svariate ore del giorno e della notte , invadendo anche aree abitative e terreni circostanti ,distruggendoli e rendendoli incoltivabili, con associati episodi di aggressione , dei suddetti animali, a persone e bambini;

la presenza di detti animali turba la tranquillità dei luoghi interessati ; deturpa l’estetica dei luoghi stessi in quanto resi ,dalla loro furia distruttiva, incoltivabili e pieni di crateri e voragini; arrecano grosso danno alla coltivazione ed al lavoro nei campi e soprattutto determinano uno stato di difficoltà degli abitanti-lavoratori ,sentendosi ,altresì, minacciati anche dalla possibile aggressione degli stessi animali .

Considerato che i luoghi su menzionati rappresentano la fonte di lavoro e relativo guadagno dei contadini interessati al problema e che le strutture abitative sono compromesse e minacciate dal punto di vista della civica sicurezza;

TANTO PREMESSO

Con la presente si chiede:

Come intende procedere l’Amministrazione Comunale relativamente alla bonifica delle aree evidenziate in premessa dalla presenza di branchi di cinghiali incontrollati e pericolosi per l’incolumità Pubblica?

Se l’Amministrazione Comunale ritiene opportuno e non procrastinabile la segnalazione all’Assessorato all’Agricoltura e Foreste del grave disagio civico unitamente alla sollecitazione dello stesso per approntare misure tali da rendere più sicuri i luoghi battuti da detti animali selvaggi.

Se l’Amministrazione Comunale intende sensibilizzazione e sollecitare l’intervento del Corpo Forestale dello Stato per esercitare un controllo mirato e quotidiano a salvaguardia di tutti i cittadini interessati.

Se l’Amministrazione Comunale intende mettere a conoscenza la collettività tutta dell’avvenuta messa in sicurezza e bonifica dei luoghi su richiamati.

Con la speranza che questa mia non rimanga lettera morta, avendo fatte nostre le lamentele e le preoccupazioni di tanti cittadini interessati dal problema evidenziato, si resta in attesa di Vostra risposta e si inviano cordiali saluti.

Alle forze dell’Ordine Pubblico che ci leggono per conoscenza ogni opportuna azione di competenza.

Belmonte Calabro li 23/06/2016

Dr. Giancarlo Pellegrino

                                                                                        Capogruppo “Insieme…si può”

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