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Redazione TirrenoNews

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La Svimez è arrivata ad una prima conclusione e cioè che la spesa per le cure in Calabria ha un impatto fortemente negativo.

Ed i più gravati di spese sono gli abitanti di Amantea e del suo Hinterland

Ma dimentica la seconda, ben più drammatica e cioè che in Calabria chi non ha soldi NON SI RIESCE A CURARE!

“Una sanità svuotata, che impoverisce e, paradossalmente, abbassa la qualità della vita dei pazienti.

Questo nelle regioni del Sud e in una Italia a doppia trazione.

Dalle regioni meridionali si scappa per farsi curare altrove sempre di più, mentre la spesa sostenuta dalle famiglie per accedere ai servizi sanitari non coperti dal pubblico continua ad aumentare.

Questo dicono i dati contenuti nell’ultimo rapporto Svimez in merito alla spesa sanitaria.

Cifre che, lette sotto una lente puramente calabrese, certificano anche del sistema sanità sia sui Livelli essenziali di assistenza che sul recupero del debito “monstre” del sistema sanitario.

«Gli indicatori sugli standard dei servizi pubblici - si legge nel rapporto - documentano un ampliamento dei divari Nord-Sud, con particolare riferimento proprio al settore dei servizi socio-sanitari, che maggiormente impattano sulla qualità della vita e incidono sui redditi delle famiglie».

LEA – A partire dai Lea.

Le cifre, seppur in leggero miglioramento (tranne in Calabria, che sui dati relativi al 2016 è addirittura peggiorata) mettono nero su bianco l’inadempienza delle regioni meridionali.

E poi ci sono i dati sulla mobilità ospedaliera «la fotografia più chiara delle carenze del sistema ospedaliero meridionale, soprattutto in alcuni specifici campi di specializzazione, e della lunghezza dei tempi di attesa per i ricoveri».

La Calabria, stando agli ultimi dati, avrebbe accumulato un debito di oltre 310 milioni di euro solo in questo settore.

TEMPI DI ATTESA ENORMI – A questa situazione vanno aggiunti i tempi di attesa per le prestazioni specialistiche e ambulatoriali.

Questo fattore secondo Svimez è alla base dell’aumento di spesa delle famiglie.

L’ALTRA VERITA’ NON SVELATA

I tempi di attesa sono diversi da ospedale ad ospedale e da poliambulatorio a poliambulatorio.

Puoi avere risposta sanitaria in tempi ben decenti solo se accetti di spostarti con un mezzo tuo da una parte all’altra ; per esempio da Amantea a Paola( quando va bene) , o da Amantea a Cetraro, o da Amantea a Cosenza, o da Amantea a Rogliano, o a Amantea a Cosenza , od addirittura da Amantea a Praia a Mare

Ma devi muoverti con un mezzo personale perché non ci sono mezzi pubblici di collegamento.

E devi stare attento perché ci sono i vergognosi tutor di Paola e Belvedere autorizzati da un Prefetto molto distratto!

IMPOVERITI – «Strettamente collegato a ciò – continua il rapporto - è il fenomeno della cosiddetta “povertà sanitaria”, secondo il quale si verifica sempre più frequentemente, soprattutto nel Mezzogiorno, che l’insorgere di patologie gravi costituisca una delle cause di impoverimento delle famiglie».

In Italia, nel 2015, l’1,4%% delle famiglie italiane si è impoverito per sostenere le spese sanitarie non coperte dal servizio sanitario, in Calabria questa percentuale sfiora quasi il 3% (2,8). Peggio di noi fa solo la Campania con il 3,8%, mezzo punto più in basso di noi invece c’è la Sicilia.

Sequestrati 45 tonni sottomisura

Domenica, 11 Novembre 2018 14:55 Pubblicato in Economia - Ambiente - Eventi

Sequestrati 45 tonni rossi sottomisura

Nell’ambito della costante attività di vigilanza sulla filiera della pesca, personale della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, ha accertato ieri mattina, presso un esercizio commerciale

 

cittadino, la presenza di 45 esemplari di tonno rosso (Thunnus Thynnus) allo stato giovanile e privi della documentazione idonea a garantirne la rintracciabilità e la legittimità della cattura.

Vietare la pesca di esemplari di misura inferiore alle taglie minime individuate per le diverse specie è particolarmente importante per la tutela delle risorse biologiche, in quanto significa consentire loro di raggiungere lo stadio di crescita nel quale possono riprodursi ed incrementare così la loro diffusione nei mari, a beneficio dell’ecosistema, ma anche dei pescatori e dei consumatori.

La normativa vigente regolamenta in maniera particolarmente rigida la pesca del tonno rosso, non permettendone, tra l’altro, la cattura al di sotto di una specifica taglia minima (fissata in 115 centimetri o, alternativamente, in 30 chilogrammi di peso).

Questa specie di tonnide è infatti da tempo minacciata dall’eccessivo sfruttamento degli stock presenti nel Mediterraneo e negli Oceani, ed è, pertanto, particolarmente tutelata dall’Ordinamento internazionale tramite l’lCCAT (International Commission for Conservation of Atlantic Tuna), un’organizzazione internazionale di cui è parte anche l’Unione Europea.

Il tonno rosso, a differenza delle altre specie simili più comuni nel mediterraneo (alalunga, alletterato, palamita, tombarello) se lasciato crescere, può arrivare a superare i quattrocento chili di peso ed i tre metri di lunghezza.

Al trasgressore vibonese è stato elevato un verbale amministrativo per l’irrogazione della sanzione amministrativa di 24.000 euro, la chiusura al pubblico per otto giorni lavorativi ed il sequestro dei tonni.

Dopo gli accertamenti di rito da parte del personale sanitario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, che ne ha attestato l’idoneità al consumo umano, il prodotto ittico è stato devoluto in favore di un ente benefico che opera sul territorio.

La Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina coglie l’occasione per ribadire che l’attività di controllo mirata a contrastare la pesca abusiva del tonno rosso e di altre specie proseguirà in maniera costante sia in mare, sia tramite le verifiche condotte a terra, a partire dallo sbarco, lungo tutta la filiera della pesca.

Sfiorato il record mondiale di parapendio

Domenica, 11 Novembre 2018 14:36 Pubblicato in Mondo

Riceviamo e pubblichiamo dall’ Associazione Nazionale Italiana Volo Libero il seguente comunicato stampa:

Nuova impresa di Aaron Durogati, pilota di Merano, che ha sfiorato il record mondiale di volo libero in parapendio volando per 509,6 chilometri.

Teatro della ammirevole prestazione l’immenso territorio tra gli stati brasiliani del Rio Grande del Nord e quello del Piauì dove ha toccato terra dopo oltre undici ore di volo in una zona denominata Chapada do Frio nei pressi di Paquetá, piccolo comune di sole 4.000 anime

Era decollato alle sei del mattino nei pressi di Caicó, cittadina di 60.000 abitanti sita nella regione del Seridó Ocidental, stato Rio Grande.

Durante il lungo volo verso ovest il parapendio di Durogati ha viaggiato a oltre 46 km/h di media, toccando la quota massima di metri 3.096 con il notevole guadagno di ben 2.900, essendo decollato da un’altitudine di soli 196.

Nei giorni precedenti il pilota aveva eseguito più voli alcuni anche oltre i 400 chilometri.

Gli attuali record del mondo maschile e femminile sono appannaggio di piloti brasiliani e stabiliti nel loro paese.

Il più recente quello rosa di Marcella Uchoa che nello scorso ottobre ha superato i 414 chilometri.

Più sostanzioso quello maschile realizzato nel 2016 da Donizete Baldessar Lemos con ben 572 chilometri.

La carriera del trentunenne pilota sud tirolese è costellata di successi a partire dal titolo europeo conquistato con il team azzurro nel 2010 per passare alle coppe del mondo del 2016 e del 2012 e finire alle molte altre vittorie.

È anche uno specialista di hike & fly, cioè la pratica del volo in parapendio alternata all’escursionismo, come dimostrano le sue partecipazioni alla X-Alps, la più lunga e dura gara di questa specialità.

Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL (registro CONI n. 46578)

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