Redazione TirrenoNews
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Reggio Chiesto il processo per Falcomatà e la sua giunta
Lunedì, 07 Gennaio 2019 17:49 Pubblicato in CalabriaReggio Calabria Il rinvio a giudizio, per abuso e falso, del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà è stato chiesto al gup dal pm di Reggio Walter Ignazitto nell’ambito dell’udienza preliminare per l’inchiesta sull'ex hotel Miramare.
Stessa richiesta è stata fatta per gli assessori comunali Armando Neri, Saverio Anghelone, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca e Antonino Zimbalatti, gli ex assessori Agata Quattrone e Patrizia Nardi, per il segretario comunale Giovanna Acquaviva, la dirigente Maria Luisa Spanò e l’imprenditore Paolo Zagarella, presidente dell’associazione "Il Sottoscala".
L’ex assessore ai Lavori pubblici Angela Marcianò, che aveva sollevato dubbi sull'operazione anche con iniziative pubbliche, ha scelto il rito abbreviato, fissato per il 18 marzo.
Falcomatà e la giunta, secondo l’accusa, avrebbero tentato di assegnare con una delibera i locali dell’ex hotel Miramare, chiuso da anni, alla società di cui è titolare Zagarella, «amico personale del sindaco» scrivono gli inquirenti, tentativo non andato in porto.
L’udienza del gup riprenderà l’11 febbraio.
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Donna in coma da 14 anni partorisce un bimbo di Francesco Gagliardi
Lunedì, 07 Gennaio 2019 17:33 Pubblicato in MondoAmici di Tirreno News oggi vi voglio raccontare una vicenda sconcertante che mi ha fatto rabbrividire, che mi ha turbato, disorientato, sconvolto.
Ho provato rabbia, tristezza, turbamento.
Forse non sono riuscito a trovare la parola adatta e vi chiedo scusa.
Può una donna in coma partorire?
Certamente sì.
Lo hanno fatto tante donne assistite da medici molto bravi nei nostri ospedali.
Può una donna in coma avere rapporti sessuali?
Come è difficile rispondere a questa domanda.
Li può avere, però abusare di una donna in coma che giace inerme in un lettino di un ospedale è una cosa ignobile, abominevole.
Nemmeno gli animali farebbero quello che sto per raccontarvi.
Una donna in stato vegetativo da oltre 14 anni, dico 14 anni, ha dato alla luce un bambino di sesso maschile prettamente sano.
Nessuno si era accorto che la donna fosse incinta.
I medici e gli infermieri dell’ospedale dove la donna era ricoverata se ne sono accorti troppo tardi, quando la donna ha iniziato a lamentarsi per le doglie del parto.
E del pancione che si gonfiava sempre di più per nove mesi nessuno del personale se ne è accorto? Questa sconcertante e triste vicenda non si è verificata in Italia, meno male.
Ma in un ospedale di Phoenix in Arizona negli Stati Uniti d’America.
Adesso il Dipartimento della Salute dello Stato di Arizona e la polizia stanno indagando su quanto avvenuto in quell’ospedale.
La Direzione dell’ospedale ora ha preso urgenti e drastici provvedimenti. Nessun medico, infermiere, dipendente maschio può entrare nelle stanze di una paziente donna se non accompagnato da colleghe donne.
A questo punto mi è venuto in mente un antico adagio:- Dopo che hanno stuprato santa……… i monaci hanno costruito una porta in ferro -.
Se questa sconcertante e abietta vicenda si fosse verificata in un ospedale italiano chissà cosa avrebbero scritto i giornali americani, pronti a vedere la pagliuzza negli nocchi degli altri quando nei loro c’è una trave.
Secondo voi chi è stato quel vigliacco, quel mascalzone, quel verme, quel porco, quell’animale che ha abusato di una donna in stato vegetativo immobile in un letto di un ospedale?
La risposta è semplice e non ci vuole il mitico Sherlock Holmes. E’ stato qualcuno dell’ospedale che aveva libero accesso nelle stanze dove c’erano le degenti.
E chi sarebbe questo qualcuno?
Non certo l’Arcangelo Gabriele e neppure lo Spirito Santo, ma un infermiere o un medico.
Basta eseguire al più presto il test del DNA del bambino e poi compararlo con quello di tutti i dipendenti dell’ospedale di sesso maschile.
E’ stata una brutta storia, amici, quella che vi ho raccontato.
L’unica buona notizia è che il bambino è perfetto, sta bene, gode buona salute, non ha bisogno di cure particolari.
La sua mamma, però, non può guardarlo, accarezzarlo, coccolarlo, baciarlo, allattarlo.
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Meglio i morti che i vivi. Ditelo alla CEI, ditelo al Papa, ditelo ai sindaci del PD
Lunedì, 07 Gennaio 2019 13:21 Pubblicato in ItaliaVelletri, 60enne ricava un giaciglio al cimitero: coperte e lenzuola tra le tombe per ripararsi dal freddo
Nel cimitero di Velletri c’è chi non riposa in eterno e, dato il freddo di questo periodo, sicuramente neanche in pace.
Un uomo di circa 60 anni, da tempo disadattato e noto a Velletri, ha ricavato un giaciglio tra due tombe nella struttura cimiteriale a tre livelli che sta in prossimità dell’ingresso principale di via Lata.
La zona è la più riparata possibile ed è anche vicina ai bagni pubblici, quindi è il meglio che il cimitero può offrire ad una persona viva.
Aspetta l’orario di chiusura del cimitero e vince la paura dei morti con la necessità di sopravvivere al freddo e alle intemperie coricandosi in un ambiente illuminato dalla luce fioca dei lumini.
Tutti sanno della sua presenza anche perché la mattina lascia il suo letto tra le due tombe per tornavi la sera all’ora di chiusura del Camposanto.
Una abitudine ormai tollerata anche perché non infastidisce la gente: “E’ un poveraccio” dicono di lui.
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