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Redazione TirrenoNews

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Genova Marassi. Marocchino di 22 anni si impicca in carcere

Venerdì, 08 Febbraio 2019 12:11 Pubblicato in Italia

E' stata dichiarata la morte cerebrale del giovane detenuto di 22 anni che ieri sera ha tentato di togliersi la vita nel carcere Marassi a Genova impiccandosi nella sua cella.

Il ragazzo, soccorso dalla polizia penitenziaria e dai sanitari, era stato trasportato in condizioni disperate all'ospedale San Martino di Genova.

Il ragazzo, di origini marocchine, si trovava solo al momento del gesto

Ignote le ragioni del suicidio.

Il Sappe della Liguria evidenzia che nel solo 2018 nel carcere di Marassi ci sono stati diciotto tentati suicidi e 213 colluttazioni.

Il Sappe della Liguria ha reso noti i dati delle carceri liguri nell'anno 2018.

I problemi delle carceri liguri sono contraddistinti da un elevato affollamento con una presenza al 31/12/2018 di ben 1.490 detenuti 90 in più rispetto al trascorso anno. La Liguria dispone di una capienza di 1.128 posti il che origina un sovraffollamento di 370 detenuti.

Capienza e numero di detenuti nelle carceri della Liguria

  • Genova Marassi 730 detenuti su una capienza di 546 posti;
  • Sanremo 256 detenuti su una capienza di 238 posti;
  • La Spezia 220 detenuti su una capienza di 150 posti;
  • Imperia 97 detenuti su una capienza di 53 detenuti;
  • Genova Pontedecimo 145 detenuti dei quali 73 donne su una capienza di 96 posti dei quali 43 nel reparto femminile;
  • l'unico istituto stellato risulta quello di Chiavari, che a fronte di soli 45 posti ospita 42 detenuti quindi l'unico non sovraffollato.

I detenuti stranieri sono 788. Il carcere d'Imperia detiene la percentuale più elevata di stranieri reclusi con il 67% seguito da La Spezia con 57,27%, Sanremo con il 54,12%, Genova Marassi con il 53,58%, Genova Pontedecimo con il 42,11 % infine l'istituto di Chiavari con il 43,78%. La popolazione straniera vede 436 detenuti provenienti dai paesi africani, 206 dall'Europa, 112 dal continente americano, 34 da quello asiatico. La popolazione detenuta più numerosa è del Marocco con 200 detenuti, 107 sono dell'Albania 80 della Tunisia.

«È quindi l'elemento sovraffollamento la caratteristica negativa della Liguria che si è maggiormente accentuata – afferma il Sappe della Liguria - a causa della chiusura del Provveditorato regionale che accorpandosi con quello del Piemonte ha di fatto costituito una macro Regione penitenziaria ed era prevedibile che questo causasse una caduta negativa sulla piccola Liguria, e i dati odierni ci danno ragione - protesta il segretario ligure Michele Lorenzo -. Ma è il disinteresse sul carcere di Savona, soppresso il 28 dicembre del 2015 a destare maggiore preoccupazione. Quel carcere serve e anche con procedura d'urgenza. Sembra assurdo che in Italia si progettino nuovi istituti penitenziari sempre più moderni e aderenti alle esigenze sociali con rispetto della dignità del recluso e del rispetto di chi all'interno presta il suo quotidiano servizio, vedi ad esempio il progetto nel nuovo istituto di Nola (Napoli), e si consenta che una importante provincia come quella savonese resti priva del suo istituto penitenziario. L'effetto che produce il sovraffollamento delle carceri liguri (tranne Chiavari che è un caso più unico che raro) afferma il Sappe ligure - è causa di una serie di eventi critici che inficiano la quotidianità operativa del poliziotto penitenziario e della sua incolumità».

Nel 2018 la Polizia penitenziaria in Liguria ha sventato 30 tentativi di suicidio. «I tentati suicidi sono purtroppo una dolente realtà - continua nella sua analisi il segretario nazionale per la Liguria Lorenzo - ai quali bisogna prestare elevata attenzione perché ogni morto in carcere rappresenta una sconfitta per lo Stato. Oggi solo la Polizia penitenziaria può sventare i suicidi ma c'è bisogno di maggior personale e maggiore formazione, elementi questi carenti in Liguria».

Il quadro degli eventi critici registrati nella carceri liguri nel 2018 dati si raccontano in: 444 azioni di autolesionismo, 343 colluttazioni, 46 ferimenti, 142 scioperi dei detenuti, 28 rifiuto del vitto, 167 danneggiamenti a celle, 295 proteste, 50 proteste per le pessime condizioni di detenzione, 127 proteste con battitura alle inferriate, 11 rifiuti di rientrare nelle celle. 1 evaso dal permesso, 1 evaso dalla licenza premio ed 1 evaso dall’attività lavorativa esterna. Nota dolente è rappresentata dai 4 suicidi ed un morto nelle celle liguri oltre ai 30 detenuti salvati dalla Polizia Penitenziaria dal compimento del gesto estremo.

Cosa è accaduto nelle carceri liguri nel 2018

Istituto -            autolesioni - decessi - suicidi -tent. - suicidi - colluttazioni - ferimenti
Marassi            242 -              1 -          1 -         18 -                213 -              36
Pontedecimo     32 -                0 -          1 -          2 -                    32 -                6
Imperia           13 -                0 -          0 -          2 -                  14 -                0
La Spezia         42 -                0 -          2 -           5 -                  15 -                4
Sanremo         115 -              0 -          0 -         3 -                    69 -                0

Da genovatoday

Muore paziente operato in una struttura privata catanzarese

Venerdì, 08 Febbraio 2019 11:41 Pubblicato in Calabria

La Regione avvia le indagini per oggi 8 febbraio con una visita ispettiva

Massimo Luppino era stato ricoverato in una clinica privata catanzarese per un’operazione all’anca.

Tutto sembrava essere andato per il meglio

 

 

Ma improvvisamente Luppino dà segni di malessere ed entra in coma.

Sembra che il suo cuore non risponda alle sollecitazioni.

E così viene trasferito al Pugliese dove viene ricoverato in rianimazione.

Ma la situazione del paziente si aggrava.

Il decesso è avvenuto lo scorso 3 febbraio.

Allo scopo di chiarire tutti gli aspetti della vicenda il Dipartimento tutela della salute della Regione Calabria ha attivato l’equipe regionale che si occuperà di acquisire tutti gli elementi utili relativi a quanto accaduto.

«La visita ispettiva - è detto in un comunicato dell’ufficio stampa della Giunta regionale calabrese - è prevista per domani, 8 febbraio, e dovrà servire a chiarire tutti gli aspetti della vicenda»

È stato richiesto dalla Procura di Locri il rinvio a giudizio dell’ex ministro per gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta.

I fatti risalgono al periodo in cui la Lanzetta era sindaco di Monasterace.

 

 

 

 

La richiesta riguarda complessivamente 13 persone, accusate, a vario titolo, di falso, occultamento di documenti, peculato e distrazione di risorse.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Ezio Arcadi, nella quale figurano anche tecnici, dirigenti comunali e regionali, imprenditori, riguarda un finanziamento regionale ottenuto per l’ottimizzazione del sistema fognario di Monasterace tramite il depuratore consortile di Camini.

Per la Procura di Locri sarebbe stato speso circa un milione di euro senza che «nessun risultato sia stato conseguito per l'interesse pubblico. Tant'è che ancora oggi - scrive il pm - Monasterace Superiore sversa per intero i liquami ubicati in pozzi al di sotto del ponte che attraversa la fiumara Assi» e «la condotta di collegamento tra la frazione Campomarzo e Monasterace Centro è seriamente danneggiata all’altezza della fiumara Assi».

Altro contesto simile quello a Monasterace Centro che «continua a smistare i liquami nel vetusto depuratore ubicato in contrada Lambrosi.

Una parte di questi - aggiunge il pm - viene sversata in una stradina interpoderale da dove poi finisce nella fiumara Stilaro».

Gli indagati dovranno comparire dinnanzi al gup di Locri il 21 febbraio prossimo.

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