Migliaia di manifestanti sono scesi per le strade di Hong Kong sfidando la polizia con una marcia non autorizzata.
Vestiti di nero e molti mascherati nonostante il divieto, i manifestanti hanno invaso Causeway Bay, popolare quartiere dello shopping.
La manifestazione segue l'avvertimento della Cina che venerdì ha detto che non avrebbe tollerato alcuna sfida al sistema di governo di Hong Kong.
La polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere la protesta.
Molti manifestanti hanno intonato gli inni nazionali britannici e statunitensi, sventolando bandiere straniere con alcuni che hanno chiesto l'indipendenza.
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“…lo sanno anche i cani disperati e senza gloria
che l’ultimo a saltare in aria passerà alla storia
Sono sogni maledetti per niente sicuri.
Tempi Duri.”
Un individuo sfruttato che non ha coscienza di essere sfruttato e che non fa nulla per liberarsi, è veramente un essere sfruttato. Ma quando un uomo che ha coscienza di essere tale e che lotta per liberarsi già non è più sfruttato, ma uomo libero. Mi dicono: “se trovi uno schiavo addormentato, non svegliarlo, forse sta sognando la libertà”. Ed io rispondo: “se trovi uno schiavo addormentato, sveglialo e parlagli della libertà”. Se vi è mai stata una civiltà di persone sfruttate, questa è esattamente la civiltà moderna. Nessuna civiltà tradizionale vide mai masse così grandi condannate ad un lavoro buio, disanimato, automatico: schiavitù, che non ha nemmeno per controparte l’alta statura e la realtà tangibile di figure di signori e di dominatori, ma che viene imposta anodinamente, attraverso la tirannia del fattore economico e delle strutture di una società più o meno collettivizzata. cioè che non prende posizione, quasi intontita, sonnolenta, che per inerzia non si esprime in maniera netta e agisce fiaccamente - con ripercussioni sull'intera popolazione, come succede dopo una generosa fumata d'oppio. La prima metà del Novecento infatti è stata un'epoca durante la quale si è schiavizzato, disumanizzato e si sono uccisi settanta milioni di esseri umani, un'epoca che non si può semplicemente giudicare, andrebbe analizzata in tutta la sua colpevolezza, nella sua follia, a volte lucida e razionale, altre volte ottenebrata ed irrazionale. Se nei tempi passati in cui i tiranni mettevano a ferro e fuoco una città per la sua gloria, in cui il nemico veniva gettato alle belve davanti ad un popolo assetato di sangue, festante per spettacoli macabri e raccapriccianti, il giudizio era fermo e saldo, nei tempi dei campi di concentramento, dei campi di schiavi sotto la bandiera della libertà in cui i massacri venivano giustificati dall' “amore” per l'uomo o dal sogno di una super-razza, il giudizio perde la propria fermezza, perde le proprie coordinate; nell'epoca della follia esso diventa confuso, semplicemente disarmato. Se nel Mito di Sisifo l'assurdo appartiene alla dimensione individuale, ora esso si espande fino ad abbracciare la collettività, tutta la società. Sisifo per la sua grande astuzia ad un certo punto venne condannato da Ade a trascinare un enorme masso lungo un ripido pendio di una collina per farlo rotolare dall'altra parte ma, una volta giunto in prossimità della cima, il masso, come spinto da una forza divina, rotolava nuovamente a valle e Sisifo doveva ricominciare da capo, con il sudore che gli bagnava la fronte mentre nuvole di polvere lo circondavano. E questo per l'eternità. Questa punizione nota come "la fatica di Sisifo" è rimasta nei detti popolari a indicare un lavoro inutile, un lavoro che comporta una grande fatica con pochi risultati per chi lo fa. Diceva lo scrittore Franco-algerino Albert Camus che: “le grandi idee arrivano sempre nel mondo con la dolcezza delle colombe.” E che si ascoltasse attentamente, “udiremo, tra il frastuono degli imperi e delle nazioni, un debole frullio d'ali, il dolce fremito della vita” e del desiderio di una esistenza diversa. In un mondo privo di valori che orientino l'azione umana, non è possibile distinguere tra ciò che è vero e falso, tra ciò che è buono e cattivo, l'unica norma vigente è quella dell'efficacia, ossia la legge del più forte. Gli uomini a questo punto non si dividono più in giusti ed ingiusti, ma in padroni e servi. Tutto ciò è inaccettabile, ed è per questo motivo che il senso dell'assurdo deve essere attivo. Nel momento in cui una persona grida di non accettare più tutto questo, non può dubitare del suo grido, non può dubitare della sua protesta, della sua rivolta.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
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E’ il ritornello di una famosa canzone del grande Giorgio Gaber. Ma, ahimè, non tutti la conoscono ed in tanti la ignorano; non soltanto la canzone ma, soprattutto, la qualcosa è molto più grave, il significato puro del termine “partecipazione”.
Dizionario Treccani :”partecipazione” ; In generale, il fatto di prendere parte a una forma qualsiasi di attività, sia semplicemente con la propria presenza, con la propria adesione, con un interessamento diretto, sia recando un effettivo contributo al compiersi dell’attività stessa…………………..
In particolare, nella vita pubblica delle società democratiche, la collaborazione e l’intervento diretto dei cittadini al funzionamento degli organi di governo o di determinate istituzioni, mediante l’esercizio del diritto di voto e di altri diritti loro riconosciuti.
Ma i nostri amministratori ignorano il termine “Partecipazione”anzi lo conoscono molto bene, ma lo usano solo a proprio uso ed abuso.
Il Geom. Giò Alberto Arlia , gia candidato alla carica di Sindaco,richiamando giustamente la Legge regionale N° 19 /2002 ed opportunamente l’art.2 comma1 dei Piani Strutturali Associati,nella lettera –manifesto ai cari amici belmontesi,evidenzia appunto la necessità che lo strumento di pianificazione territoriale passi attrverso la “partecicazione-concertazione-discussione”.
Ma tutto ciò si è verificato nel nostro Comune ? Senza ombra di smentita posso affermare categoricamente di
NO!
E ve lo dimostro.
Il 30/09/2014 è stato portato,come punto all’o.d.g del Consiglio Comunale di Belmonte Calabro,convocato in seduta straordinaria ed urgente,l’adozione del Piano Strutturale Comunale Associato.
Udite udite cosa ha chiesto il Consigliere di minoranza Pellegrino: “ per quello che ho capito questo è uno strumento che sostituisce il PDF.Ebbene devo rilevare che questo è un fatto importante.Poichè non ho avuto modo di vedere gli elaborati e di prenderne compita cognizione, chiedo un breve rinvio dell’adozione. Anche per darne più compiuta cognizione ai cittadini”.
Il Sindaco:capisco il punto di vista del Consigliere Pellegrino,ma con questo piano si è già in ritardo.Daltra parte,per come detto si è solo difeso l’esistente”.
Il Consigliere Provenzano:i tecnici incaricati in questi anni hanno tenuto costantemente informati i cittadini dando conto di ciò che stavano facendo.Le persone hanno avuto tutte le possibilità di vedere verificare ,constatare,suggerire.Hanno avuto modo di interloquire a tutela degli interessi propri e volendo di tutti.Non è il caso di procrastinare . Il ritardo è gia tanto”.
Mentre il Sindaco capisce bene il punto di vista del Consigliere Pellegrino(forse perché l’argomento era carente degli elaborati , come al solito non avendoli allegati agli atti) evidenziando che si è difeso l’esistente(di chi? Giudicate voi! ),quello che risalta di più in negativo è l’ntervento del Consigliere Provenzano. Con arroganza e spocchia afferma che i cittadini sono stati informati (da chi,da lui? Forse,infatti lui è anche tecnico!!!!!!!!!!), le persone hanno avuto la possibilità di vedere,verificare e constatare ,(informati ,coinvoli, eruditi da chi,sempre e solo dal Consigliere/tecnico Provenzano?) e ,dulcis in fundo, hanno interloquito a tutela degli interessi propri e…………………….. volendo………………………………………………………di tutti!
Ma non è che il Consigliere Provenzano unitamente al Sindaco se la suonavano e se la cantavano da soli ? E tutte le” persone “ che hanno avuto le possibilità di vedere,verificare,constatare e suggerire dove sono e sprattutto chi sono?
Tra tutti i cittadini belmontesi,”persone” informati ,gli unici due, e non solo, a non saperne niente, forse perché distratti oppure ………. ,eravamo io e il Geom. Giò Alberto Arlia; che combinazione!
Vi siete chiesti il perché?
Avete mai sentito parlare di assemblee pubbliche,incontri-dibbattiti e quant’altro?
Eppure stiamo parlando del Piano Strutturale Comunale che dovrà sostituire il Programma di Fabbricazione!
E la difesa dell’esistente a cosa si riferisce ? Chi ha orecchie di intendere ,intenda!
Di partecipazione manco l’ombra,forse dovremmo parlare, piuttosto, di” convergenze parallele”, tra pochi eletti o unti ,che dir si voglia!
Ah dimenticavo, il punto è stato approvato a maggioranza, ahimè la maggioranza, con il solo voto contrario del Consigliere Pellegrino,che rispecchiava ,interpretando la sua lettera ai belmontesiva,anche la volontà del Geom.Giò Alberto Arlia, e della stragrande maggioranza dei cittadini tenuti ,ingiustamente ,all’oscuro del problema.
Una considerazione ultima a completamento del mio ragionamento.Se l’informazione,la partecipazione,l’informazione,la discussione è stata omessa in precedenza,opportunamente ,può essere invocata alla fine della giostra ma non applicata e messa in pratica !
E’ utile solo difendere l’esistente ,lo ha detto il Sindaco,altro che prospettive e futuro!!!!!!!!!!!!!!!!!
Nessuno deve sapere!
Belmonte Cal. li 22/01/2015
Dott. Giancarlo Pellegrino
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