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birra

Le bionde non sono tutte uguali. Se le birre bionde sono lo stile brassicolo che preferite, oggi cercheremo di fare un po' di ordine, per suggerirvi quale fa più al caso vostro. Così, ogni volta che ordinerete una birra, non direte più solo “una bionda”, generando imbarazzo visibile nei vostri amici cultori.

Caratteristiche della birra bionda

La birra bionda si riconosce per il suo sapore leggermente acerbo e per il retrogusto che lascia in bocca, rinfrescante e quindi ideale anche nei mesi più caldi. Non esiste una birra bionda per eccellenza, né una nazionalità di provenienza.

La birra bionda si riconosce ovviamente anche per il colore biondo dorato intenso, e perché leggermente speziata. Il suo profumo è floreale e speziato, e un sentore secco al palato.

Oktoberfest
L'Oktoberfest è il paradiso per gli estimatori della birra bionda. A ottobre, per due settimane, decine e decine di stand servono proprio questa tipologia di birra, accompagnata da balli e musica senza fine. La prima edizione di questo evento risale al 1810, in occasione delle celebrazioni del matrimonio del principe Ludwig I di Baviera.

La birra bionda che potrete assaggiare a Monaco di Baviera viene servita in enormi boccali da un litro, insieme a piatti bavaresi, come il bue arrosto o la cotoletta accompagnata da purè e salsa di mirtilli, formaggi, salumi e il classico pane a forma di fiocco.

Le tipologie di bionde

Le bionde, come dicevamo, possono essere di diverse tipologie. Una delle più famose è sicuramente la Weisse, bionda di origine tedesca, riconoscibile per il suo aspetto torbido, perché non viene filtrata e il lievito rimane in sospensione, e il gusto amarognolo. Questa tipologia di birra solitamente viene apprezzata soprattutto durante i mesi estivi, perché risulta essere particolarmente dissetante.

Le weisse, o weizen, sono prodotte con una miscela di cereali, come orzo e frumento, e lieviti ad alta fermentazione. Questo stile di birra solitamente viene prodotto in tre diverse tipologie: Hefeweizen, chiare con lievito, Dunkelweizen, scure con lievito, e Kristallklar, sembre bionda, ma senza lievito in sospensione, che viene filtrato. Le weisse, come dicevamo, vengono prodotte in Germania, ma non solo. Anche in Belgio, dove però prendono il nome di Blanches.

Anche le Lager possono essere considerate birre bionde, a bassa fermentazione. La loro colorazione è pallida, con una schiume persistente. Il loro gusto è piuttosto amaro.

In passato la Lager veniva preparata in autunno, per poi farla invecchiare nei magazzini, appunto “lager” in tedesco, a basse temperature. In questo modo, a primavera era pronta per essere bevuta.

Le Pilsner invece hanno un gusto particolarmente amaro, dovuto all'alta presenza di luppolo. La Pilsner è una birra bionda caratterizzata da una colorazione pallida. Anche in questo caso, come per la Lager, si tratta di una birra a bassa fermentazione, con molta schiuma, piuttosto persistente.

La Pilsner è uno degli stili più celebri di bionda, originario della Repubblica Ceca, rispetto a quella tedesca ha una minore quantità di anidride carbonica.

Altra birra bionda che assolutamente non potete perdervi è la Marzen. Si tratta di una delle classiche birre da Oktoberfest. Infatti viene solitamente prodotta a marzo, per essere poi consumata durante la festa autunnale. Si tratta di una birra bionda chiara, con riflessi dorati. Il suo contenuto alcolico è basso, e si aggira attorno al 5%.

Infine, l'ultima birra bionda che vi suggeriamo è la Ale. È la classica birra tradizionale inglese.

Le sue caratteristiche sono: alta fermentazione, poca schiuma e gradazione alcolica moderata. Esiste anche un'altra versione belga, più alcolica rispetto a quella inglese.

Pubblicato in Viaggi e Tempo Libero

Erano la soddisfazione dei giardinieri anche più sprovveduti, così semplici da piantare, subito rigogliose e infine carine da seccare per i centritavola delle nonne: rischiano adesso di diventare coltivabili in quantità minima a uso personale, fiori fuorilegge quanto la marijuana. La scoperta l'hanno fatta per primi i ragazzi tedeschi, che da qualche anno aspettano le piogge d'inizio primavera per saccheggiare giardini e parchi pubblici, e trasformare petali e foglie di ortensia in spinelli floreali. La nuova «droga» rischia ora di fare adepti anche oltrefrontiera, con pericoli non trascurabili per la salute. L'allarme è scattato nel nord della Francia, dove da qualche settimana, i giardini della zona di Hucqueliers, vicino a Boulogne-sur-mer, vengono sistematicamente spogliati. Nel mirino dei ladri, esclusivamente i gambi, con foglie e fiori, delle belle ortensie, particolarmente rigogliose in questi giorni di pioggia. Alcuni giardinieri svaligiati si sono rivolti alle gendarmerie locali, che non hanno tardato a capire che il reato non era da collegarsi a un commercio clandestino di fiori ma al nuovo uso dell'ortensia-marijuana.

I PRECEDENTI

In Baviera, lo scorso anno, molti giardini pubblici sono stati saccheggiati con l'arrivo delle temperature più miti, tanto che le autorità di alcune città del sud hanno pensato di vietare la pianta almeno nei parchi. Le proprietà dei bei petali multicolori dell'ortensia e delle sue foglie sono ormai note anche a chi non ha il pollice verde: essiccati, mescolati al tabacco e inalati, provocano effetti allucinogeni ed euforizzanti. Peccato che la bellezza apparentemente inoffensiva delle ortensie, nasconda insidie gravi per la salute. «È strettamente sconsigliato fumare le parti aeree essiccate di questa pianta» ha dichiarato qualche tempo fa Kurt Hostetmann, professore di farmacologia a Losanna. Gli effetti secondari sarebbero infatti più gravi dello spinello «tradizionale»: «problemi gastrointestinali, respiratori, accelerazione del ritmo cardiaco e perdita di coscienza». In dosi elevate, l'ortensia può addirittura rivelarsi fatale: «alcune sostanze contenute nella pianta si trasformano in acido cianidrico, più noto come Zyklon B, che i nazisti usavano nelle camere a gas e che può provocare una rapida morte per soffocamento». Per Thierry Buclin farmacologo francese, la moda degli spinelli floreali è quasi sempre effimera. «Nel passato - ha detto - ci sono state mode più inquietanti dell'ortensia, in particolare con l'uso delle piante della famiglia della belladonna, che oggi è scomparsa dai giardini proprio a causa del rischio d'intossicazione, accidentale o volontaria».

Se on line corrono consigli per trovare nei giardini alternative vegetali e non illegali alla cannabis (in particolare menta e lamponi) i farmacologi mettono tutti in guardia dai rischi che anche le piante più familiari e magari commestibili possono provocare se inalate. In Baviera l'uso «deviato» dell'ortensia ha però raggiunto un tale grado di diffusione che le autorità hanno preso seriamente in considerazione l'ipotesi di vietare la pianta in tutti gli spazi pubblici.(F. Pierantozzi Il Mattino)

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