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Si legge in un comunicato di Coldiretti Calabria : “Le piogge torrenziali  che si sono abbattute con particolare violenza in sole due ore tra le 13 e le 15 di ieri venerdì 27 novembre, sulla fascia tirrenica del catanzarese in particolare nel territorio compreso tra Nocera Terinese e San Pietro Lametino a causa dell’esondazione di alcuni torrenti tra i quali Fosso Sciabica (Nocera T.) ( vedi foto) e Cottolo in località Terzi (Lamezia T.) hanno causato diversi danni alle colture stagionali in atto e a quelle perenni come gli agrumeti.

 

Ad essere compromessi, da una prima stima non definitiva fatta dalla Coldiretti, sono oltre 220 ettari di colture tra cipolla, grano, ortaggi, agrumeti, pescheti e anche vivaismo che nella zona è particolarmente vitale.

Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria commenta “Si ripropone il tema della prevenzione sul territorio contro questi fenomeni poiché l’esondazione dei torrenti principali compromette tutto il sistema di scolo”.

Poi prosegue. “ Siamo stati in contatto costante con diversi imprenditori agricoli della zona che tra l’altro scrupolosamente attuano misure di drenaggio dei terreni ma questo non è bastato a contenere gli allagamenti.

Bisogna mettere in campo subito le risorse disponibili e candidiamo i Consorzi di Bonifica a fare quello che altri Enti da anni non hanno fatto.

 

La Coldiretti è impegnata con una apposita azione sindacale a far compilare agli agricoltori colpiti modelli di segnalazione che via, via saranno consegnati ai comuni interessati in modo da avere una mappatura pressoché certa che potrà permettere agli organi competenti di accertare i danni per le eventuali azioni conseguenti”.

In sostanza il problema sempre lo stesso e via, via più grave.

Non si puliscono fossi e torrenti di competenza dei comuni e delle province con il classico risultato che i campi si allagano, le colture marciscono e si interiene solo successivamente quando si potrebbe ben intervenire prima.

Molti danni sono quelli avuti dalla cooperativa Le Macchie di de Luca (prima foto).

Fosso con basse spallette di contenimento

 

Interventi di pulizia postumi agli eventi

Pubblicato in Lamezia Terme

La Xylella fastidiosa è un batterio fitopatogeno capace di attaccare oltre all’olivo, diversi tipi di piante fra le quali la vite, il pesco, il mandorlo, diverse specie di agrumi, l’oleandro e diverse altre. In totale le specie di piante ospiti di Xylella fastidiosa sono oltre 150, fra le quali molte infestanti.

Occorre ricordare che la Xylella fastidiosa è stata a lungo conosciuta esclusivamente come agente della ben nota e devastante malattia di Pierce (PD) della vite (le prime viti ammalate sono state osservate negli anni ’80 del 1800, nella zona di Anaheim, Contea di Orange, in California).

Solo di recente si sono aggiunte, nel continente americano (Nord e Sud America, in particolare), le segnalazioni della presenza di Xylella fastidio su altre piante oltre che sulla vite.

Ad esempio, la presenza di Xylella fastidiosa nell’olivo, con la sintomatologia tipica di una brusca parassitaria e l’aggiunta di più o meno estesi disseccamenti di rametti e branche, è stata segnalata, in California, solo nel 2007 (ma le indagini erano cominciate nel 2003, 2004 dopo le prime segnalazioni di piante ammalate).

Nel 2008 c’è stato un incremento della mortalità di piante di olivo colpite da “leaf scorch” nella contea di Los Angeles e le indagini sono state riprese.

Nell’estate del 2013 sono stati segnalati in alcuni oliveti pugliesi diversi casi di disseccamento di piante di olivo coltivate in una zona a sud di Gallipoli nella Provincia di Lecce.

Le piante colpite presentavano la seguente sintomatologia:

-disseccamenti estesi della chioma che interessavano rami isolati, intere branche e/o l’intera pianta;

-imbrunimenti interni del legno a diversi livelli dei rami più giovani, delle branche e del fusto;

-foglie parzialmente disseccate nella parte apicale e/o marginale.

In seguito alle indagini svolte dal Servizio Fitosanitario della Puglia con il supporto dell’Università degli Studi di Bari e del CNR, nell’area colpita sono stati individuati diversi agenti parassitari che associati costituiscono il cosiddetto “Complesso del disseccamento rapido dell’olivo” ;

Essi sono:

-il batterio fitopatogeno da quarantena Xylella fastidiosa;

- il lepidottero Zeuzera pyrinao Rodilegno giallo;

-alcuni miceti lignicoli vascolari ( Phaeoacre-monium parasiticum , P. rubrigenun , P. aleophilum

, P. alvesii e Phaemoniella spp.) noti per causare disseccamenti di parti legnose di piante arboree e di vite.

Sembra che il batterio della Xylella Fastidiosa sia stato individuato per la prima volta in Francia- dove si teme per i vitigni-, nel mercato all’ingrosso di Rungis, alle porte di Parigi. A sostenerlo in una nota il ministero dell’Agricoltura. Il batterio è stato individuato su una pianta di caffè arrivata dal Sudamerica attraverso l’Olanda

La diffusione nel mondo

La Xylella fastidiosa è presente in varie parti del mondo :Canada, Messico, Usa, Costarica, Brasile, Argentina, Paraguay, Venezuela, Taiwan, Italia, Iran.

La Xylella fastidiosa colonizza lo xilema delle piante ospiti e il suo sviluppo nella pianta sembra condizionato dalla temperatura: valori compresi fra 25 e 32°, le temperature più idonee per la moltiplicazione del batterio, sarebbero favorevoli ad uno sviluppo epidemico della malattia; al contrario, temperature al disotto di 12-17°C e superiori a 34°C potrebbero influire negativamente sulla sopravvivenza del batterio nelle piante ospiti. La sensibilità di Xylella fastidiosa alle basse temperature invernali spiega in parte la sua distribuzione geografica che appare limitata alle aree tropicali e subtropicali. Tuttavia la Xylella fastidiosa è stata segnalata anche in Canada (Ontario),

dove le temperature possono essere piuttosto rigide. Xylella fastidiosa si moltiplica nei vasi xilematici della pianta ospite provocandone l’ostruzione.

L’Europa ha deciso che per fermare l’epidemia dovranno essere abbattute anche le piante sane

Nella zona del focolaio del batterio killer, infatti, sarà creata una zona "cuscinetto" di 100 metri dove saranno abbattute tutte le specie vegetali presenti.

Attualmente non vi sono focolai di Xylella in Calabria.

Nel frattempo il Ministero delle Politiche agricole ha approvato un Decreto che da' la possibilità di richiedere lo stato di calamità per gli ulivi colpiti dal batterio con una dotazione iniziale pari a 4 milioni di euro per l'anno 2015 e a 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017.

Dopo una lunga e difficile discussione-maratona durata due giorni, il Comitato Ue per la salute delle piante ha deciso che "le nuove misure Ue richiedono agli stati membri di notificare nuovi focolai, di condurre test ufficiali e di demarcare le aree infette in cui rigide misure di eradicazione sono state messe in piedi ed includono la rimozione e la distruzione delle piante infette e di tutte le piante ospiti in un raggio di 100 metri, a prescindere dal loro stato di salute".

La Coldiretti reagisce e Roberto Moncalvo presidente della Coldiretti dice che “Non è possibile accettare passivamente la strage degli ulivi sani proposta dalla Commissione Europea dalla quale si attendono peraltro ancora misure concrete di sostegno agli agricoltori colpiti da una calamità di cui i veri responsabili sono i mancati controlli alle frontiere dell’Unione. Questa soluzione avrebbe costi improponibili e causerebbe danni economici e ambientali inaccettabili, oltre a rischiare di spazzare via centinaia di anni di storia delle aree del Salento. Bisogna ricordare a tutti i cittadini che la xylella non mette minimamente in dubbio la qualità e la sicurezza alimentare dell’olio extravergine”.

Pietro Molinari, presidente della Coldiretti calabrese, invece, invita a potenziare le funzioni dell'ufficio fitopatologico della Regione Calabria per rendere più efficaci i controlli soprattutto nel Porto di Gioia Tauro dove arrivano centinaia di container da tutto il mondo e quindi bloccare oltre alla droga anche le piante infestate.

Pubblicato in Italia

La vicenda parte dalla decisione del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica di Lamezia di bloccare l’erogazione dell’acqua agli utenti morosi da troppi anni.

Sulla problematica scende in campo la Coldiretti Calabria ed il suo presidente Pietro Molinaro dichiara: ”Il Consorzio di bonifica di Lamezia fa bene: l’acqua ad uso irriguo deve essere pagata”

Poi continua : “E’ davvero assurdo che in uno dei sistemi irrigui più avanzati della Calabria (la valle del Savuto) con prelievo attraverso tessera elettronica ci possa essere chi sobilla con argomentazioni fatue e vane per non pagare la tariffa idrica. Sono agitatori di pseudo-piazze che evidentemente pensano di farla franca e purtroppo trovano sponda in chi, senza costrutto, pensa di avere consensi ed invece non sa che sta penalizzando numerosi imprenditori onesti che in ossequio a leggi e regolamenti pagano il dovuto”.

Chiarisce la Coldiretti denunciando che “ Nel comprensorio del Savuto, ci sono 650 contratti irrigui e 350 utenti, circa il 10% sono utenti morosi. L’acqua erogata con tessera elettronica risulta essere pari a 1.195.00 mc, mentre il consumo che viene rilevato ai contatori è di circa 3milioni di metri cubi” Evidentemente –chiarisce Molinaro- vi è un prelievo abusivo di circa 1.990.00 mc e questo non può essere assolutamente tollerabile.”

Continua ancora il presidente che “Combattere l’evasione e l’elusione, oltre ad essere un principio sempre valido, è un impegno che da sempre fa parte del programma elettorale della Coldiretti per i Consorzi di Bonifica e quindi non si fanno sconti a nessuno. In questi anni  non vi è stato alcun aumento della tariffazione per l’acqua che rimane ferma al 2003 (12 anni fa) e quindi gli agitatori e i loro ispiratori, difendono gli utenti morosi a danno della stragrande maggioranza che paga con regolarità, creando tra l’altro una sorta di concorrenza sleale.”

Infine Molinaro conclude evidenziando che “Nessuno, dico nessuno, pensi di intimorire il Consorzio e i suoi saggi amministratori, nemmeno ricorrendo ad atti vandalici (che sono stati denunciati alle autorità di polizia per ora contro ignoti) che poi devono essere riparati aggravando i costi di gestione. Coldiretti ribadisce il rispetto delle regole e chiedendo controlli alle forze di polizia vigilerà attentamente e non permetterà che alcune, per ora deroghe, si risolvano a tarallucci e acqua  o con l’uso della carota. Davvero fa rabbia che mentre ci battiamo per piani di investimento per le reti irrigue avanzate c’è chi, pensando di farla franca, diventa invece una zavorra”.

“Si mettano l’anima in pace , chi non paga deve farlo ; su questo la Coldiretti non transige”.

Pubblicato in Campora San Giovanni

Il presidente del consorzio di bonifica ‘’Valle Lao’’ è Davide Gravina già commissario straordinario uscente.

E’ stato eletto nella lista della Coldiretti che ha conquistato 15 seggi sui 15 disponibili

Gravina è stato il candidato più votato, con oltre 700 preferenze.

Il neo presidente Davide Gravina nella nota diramata dal consorzio di bonifica ‘’Valle Lao’’ ha dichiarato : “La lista Coldiretti ha conquistato e ha vinto, di fatto, le elezioni, svoltesi regolarmente, per il rinnovo degli organi consortili per il quinquennio 2014/2019”. 

Le elezioni giungono dopo vicende che hanno visto la Cia e la Confagricoltura denunciare gravi irregolarità e rivolgersi alle autorità competenti.

In particolare le due Associazioni ed i candidati hanno contestato al Commissario Gravina la contraffazione dell’articolo 16 dello Statuto con l’aggiunta di un comma, assente nella versione approvata dalla Regione Calabria, che riduce dal 30% al 15 % il quorum per la validazione delle elezioni dell’Assemblea dei delegati in caso di commissariamento del Consorzio; la mancata predisposizione degli elenchi elettorali nei tre mesi antecedenti la scadenza del mandato, nonché la riapertura dei termini, addirittura sino a 20 giorni prima della data fissata per le elezioni; l’esclusione da parte del Commissario della sezione 3 della lista “INSIEME PRO LAO CIA CONFAGRICOLTURA”, poiché, in tale occasione, ha giocato la partita sia come giocatore, in quanto candidato, che come arbitro, ricorrendo tra l’altro ad una motivazione priva di qualsiasi fondamento giuridico.

Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria ha dichiarato “Chiediamo al Comando dei Carabinieri di Scalea, dove pare è stata presentata la querela, che proceda velocemente nell’accertare i paventati abusi e reati commessi; ai nostri candidati, ai consorziati ed in genere all’opinione pubblica non si può lasciare alcuna ombra poiché questo sarebbe un grave attentato alla democrazia e all’esercizio libero del voto.

Probabilmente, viene il sospetto, che a qualcuno piacerebbe appropriarsi dell’intera diserzione dal voto! Nel merito ricordiamo che tra l’altro la L.R. 11/2003 che è sovraordinata allo Statuto e regola la materia dei Consorzi di Bonifica e irrigazione, prevede all’art. 34 (Elezioni dei delegati al Consiglio) il comma 13 bis che così recita: L’elezione dei delegati è valida con il 15% e non con il 30% come previsto dal precedente comma 13 solo nei Consorzi di bonifica commissariati.

Tale comma (basta fare una semplice ricerca) è stato aggiunto dall’art. 18, comma 3 della L.R. 21 agosto 2006, n. 7 e successivamente l’art. 9, comma 10 della L.R. 12 dicembre 2008, n. 40 sostituisce la parole “10%” con le parole “15%” e sopprime le parole “da almeno tre anni”.

“Tutti gli atti amministrativi, propedeutici all’elezione del Consiglio dei Delegati, sono stati approntati nei tempi stabiliti e diffusi tempestivamente, tra l’altro attraverso il sito web del Consorzio.

Ci sembra attuale, in questo caso, la favola di Esopo “ la volpe non arriva all’uva e dice che è acerba”. Dopo quattro anni di commissariamento durante il quale i rappresentanti delle organizzazioni hanno partecipato attraverso la prevista consulta alla vita del Consorzio, oggi, e solo oggi, si rivolgono accuse di dispotismo e arroganza al Commissario Gravina. Ci chiediamo: perché prima non è stato fatto? Perché alla Regione non è stata segnalata la gestione commissariale di quattro anni del’Ente Consortile? Il nostro candidato Gravina e la struttura dell’Ente, sapranno sicuramente valutare le gravi affermazioni e mettere in atto tutte le tutele del caso: Coldiretti Calabria è e sarà al loro fianco.

Certamente non è stato Gravina a rompere il sodalizio tra le associazioni, bensì una visione diversa del ruolo e delle prospettive dei Consorzi che Coldiretti Calabria ha scelto da oltre cinque anni e che hanno visto gli altri solo come avversari e senza mai una proposta. A noi è sempre piaciuto il confronto democratico e per questo abbiamo presentato e diffuso un programma elettorale ambizioso e impegnativo. Da altri invece deserto assoluto e polemiche!

Noi siamo tranquilli e con noi i nostri candidati, i sindaci e i tantissimi consorziati che ci hanno già manifestato il loro consenso e che invitiamo tutti a dare forza al consorzio con l’autogoverno esercitando il proprio diritto di voto.

Pubblicato in Alto Tirreno

Amantea. Prenderà il via martedì prossimo 17 dicembre alle 9,30 il Forum Regionale della Coldiretti Calabria giunto alla nona edizione dedicato ai temi dell'agricoltura e dell'alimentazione che spazierà sulle tematiche delle agromafie, della contraffazione e tutela del "Made in Italy", della nuova programmazione Comunitaria 2014-2020 e nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC) e sulle iniziative dei giovani imprenditori che si confronteranno con le Istituzioni. Il Forum, che si svolgerà al "Centro Congressi La Principessa" a Campora San Giovanni -i Amantea(CS) è una idea coraggiosa e innovativa che in questi anni, la Coldiretti Calabria sta portando avanti, chiamando a discutere esperti e rappresentanti delle Istituzioni su temi rilevanti dell'agricoltura e dell'alimentazione per cogliere indicazioni e sostenere il progetto per una Calabria vincente. Il Forum prenderà l'avvio con l'apertura dei lavori da parte del Presidente Regionale Pietro Molinaro. Saranno presenti tra gli altri, il sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione, gli assessori regionali all'agricoltura Michele Trematerra e al bilancio Giacomo Mancini, il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Mario Spagnuolo, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Napoli Donato Ceglie, i parlamentari Nicodemo Oliverio e Antonio Caridi, i consiglieri Regionali Candeloro Imbalzano e Giuseppe Giordano, il presidente di UnionCamere Lucio Dattola, i vertici del Corpo Forestale dello Stato, dirigenti dei dipartimenti della Regione Calabria, della Coldiretti nazionale e regionale e di primarie strutture economiche, agricole ed agroalimentari, rappresentanti di forze sociali e associazioni. Il Forum, è ormai un appuntamento fisso nell'agenda dei più importanti responsabili delle imprese calabresi appartenenti alla filiera agro-alimentare e si caratterizza con una intensa giornata di studio sui temi che nell'attualità hanno un impatto per l'economia e la società.

Pubblicato in Primo Piano

Presidio di agricoltori ed allevatori italici e calabresi mercoledì 4 e giovedì 5 dicembre p.v., saranno in almeno 10.000.

Tutti armati anche di trattori.

Verificheranno autobotti, camion frigo e container “per smascherare il "finto Made in Italy" diretto sulle tavole in vista del Natale, all’insaputa dei consumatori per la mancanza di una normativa chiara sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti”.

Sarà la “battaglia di Natale: scegli l’Italia” per difendere l’economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane.

Dice Pietro Molinaro che guiderà la delegazione: “La Calabria ha 1400 kilometri di ottime ragioni.

Infatti, attraverso le frontiere, giungono in Italia miliardi di litri di latte, cagliate e polveri ma anche milioni di quintali di carne di maiale, conserve di pomodoro, succhi di frutta concentrati, olio di oliva e altri prodotti che, stanno provocando la chiusura delle stalle e delle aziende agricole con la perdita, nella nostra Regione, di diverse centinaia di posti di lavoro e l’impossibilità da parte delle imprese ad investire e fare reddito.

In Calabria poi, arrivano anche animali vivi, che come è stato riscontrato, causano anche focolai di epizozie che non permettono alla regione di essere dichiarata ufficialmente indenne con la conseguenza dell’impossibilità ad esportare alcune nostre produzioni di eccellenza. “La misura insomma è colma!”.

Vi è un inaccettabile grande calo di tensione nei controlli sul Made in Italy, che comporta una crisi del mercato determinata da importazioni che quotidianamente ingannano il consumatore e non fanno fare reddito. Si registra una assenza di trasparenza sui flussi di importazione dei prodotti agroalimentari e tutto ciò con il duplice devastante danno di avere imprese che non fanno bilancio e consumatori alla mercè dell’inganno a tavola”.

Pubblicato in Calabria
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