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sequestro richiami RendeSegnalazione giunta da diversi cittadini disturbati dai suoni

COSENZA 3 novembre 2016 -  Due cacciatori sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria del reato continuato di esercizio venatorio con l’utilizzo di richiami elettroacustici. L’attività del Comando Stazione di Cosenza si è intensificata a seguito di segnalazioni di alcuni cittadini di Rende (cs) i quali in località “Difesa”venivano continuamente disturbati durante la notte dai suoni emessi dai richiami elettroacustici utilizzati per tale illecita attività di caccia, che possono raggiungere in alcuni casi i 120 decibel. A tal riguardo gli uomini del Corpo Forestale dello Stato del Comando Stazione di Cosenza e del Comando Stazione di Spezzano della Sila hanno monitorato attentamente tale zona riuscendo ad individuare e sorprendere due persone di anni 58 e 67, residenti a Rende, mentre svolgevano tale attività venatoria utilizzando, per molte notti, richiami elettroacustici per attirare l’avifauna come il Tordo Bottaccio (Turdus philomelos) e le Quaglie (Coturnix coturnix) oggetto di caccia poi durante le battute diurne. Dopo aver individuato i richiami si è provveduto ad installare delle telecamere che hanno permesso di monitorare per diversi giorni la zona ed individuare l’attività illecita posta in essere dai due soggetti. Il richiamo veniva attivato e occultato la sera, per poi essere disattivato la mattina prima della battuta di caccia. I due sono stati sorpresi in flagranza di reato. Agli stessi sono stati sequestrati 3 richiami elettroacustici perfettamente funzionanti di cui uno riproducente il canto della Quaglia ed altri due quello del Tordo bottaccio, 2 fucili calibro 12 e 115 munizioni.

Pubblicato in Calabria

Incredibile ma una pattuglia della Guardia di Finanza ( e meno male che c’è !!) durante un normale controllo sulle strade di Rizziconi scopre nel cofano della macchina di un incensurato i finanzieri hanno trovato un arsenale spaventoso.

Nel bagagliaio dell’auto di Marino Belfiore (di Gioia Tauro), un nome sconosciuto alle forze dell’ordine, sono saltati fuori dieci kalashnikov, due mitragliette, cinque pistole con il numero di matricola punzonato e relative munizioni.

Un armamento da guerra, ben più di quanto necessario per armare un gruppo di fuoco capace di dare l'assalto a qualsiasi obiettivo.

Sono armi capaci di fare a pezzi la corazze delle macchine blindate, di sventrare lamiere, di sparare proiettili inarrestabili.

Sorpresa nella Procura di Reggio Calabria che ha ben presente che nella Piana non ci sono guerre di ‘ndrangheta in corso.

Per questo la preoccupazione.

Era un semplice trasferimento di merce verso luoghi più sicuri o verso mercati più redditizi od invece si preparava qualcosa di grosso?

Che cosa si stava preparando?

Il sospetto è che questo incredibile armamentario dovesse servire per un agguato in grande stile, per una cosa eclatante, che facesse rumore e servisse da esempio.

Si doveva colpire un personaggio “importante”, un uomo dello Stato e doveva essere un attentato che lasciasse il segno.

Il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho è preoccupato: «Come obiettivo non posso pensare altro che a un soggetto istituzionale sotto protezione».

A rischio in tanti : Carabinieri, poliziotti, finanzieri, magistrati, apparati investigativi.

Il procuratore Federico Cafiero de Raho ricorda che negli ultimi mesi «l'attività intimidatoria è diventata sempre più forte», e nel mirino sono finiti imprenditori che iniziavano ad alzare la testa, ma anche esponenti delle forze dell'ordine.

L’area di interesse sarebbe quella tra San Ferdinando, Gioia tauro, Rizziconi e Rosarno.

Per capire ora le armi saranno sottoposte ad indagini per capire se e dove hanno già colpito, dove hanno sparato.

Ora, conclude Cafiero De Raho “è indispensabile che venga convocato immediatamente da Angelino Alfano un vertice del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica”.

Forse è indispensabile che qualcuno si accorga che è in atto una guerra sommessa che non esclude nulla e nessuno e che occorre potenziare la presenza ed il lavoro delle Forze dell’Ordine in Calabria. Nessuno dimentichi che le armi sono state trovate per caso, da una qualsiasi pattuglia che effettua un posto di blocco finalizzato alla sostanza e non alla forma

Pubblicato in Calabria

Lamezia Terme. Viaggiavano in auto con armi e munizioni. Gianpaolo Varone, di 23 anni, di Limbadi, e Alessandro Ciancio (32), di Costigliole d'Asti, entrambi con precedenti, sono stati arrestati dalla Polizia con l'accusa di porto e detenzione di armi.

I due sono stati sorpresi dalla Polizia a Lamezia Terme sull'A3. Durante una perquisizione sulla vettura sono state trovate le pistole nascoste una sotto la tappezzeria e le altre due nella presa d'aria del vano motore.

Dopo una prima perquisizione Varone e Ciancio, assieme all'auto sulla quale stavano viaggiando in direzione sud, sono stati condotti a Gioia Tauro dalla Polstrada e da personale del Commissariato di quella città e della squadra mobile di Reggio Calabria.

L'attività è stata condotta nel contesto degli interventi mirati al contrasto del fenomeno delle rapine in autostrada. Le tre pistole, di cui due clandestine, calibro 9X21 e un revolver calibro 44, risultata rubata, sono state trovate nell'ambito di un controllo più accurato della vettura.

Successivamente, a casa di Varone a Limbadi, sono state trovate due cartucce per Kalashnikov (munizionamento da guerra).

Analogo controllo, ma con esito negativo, è stato fatto nell'abitazione di Ciancio a Costigliole d'Asti.

Pubblicato in Lamezia Terme

Erano le prime ore del mattino di ieri 23 dicembre quando Amantea è stata invasa da circa 60 carabinieri. Presenti anche le unità cinofile

Una operazione ”preventiva” e di “pulsione” , che ha dato luogo ad un vero e proprio presidio della città.

Era il sesto anniversario delle operazione “Nepetia” che portò all’arresto di una quarantina di persone.

Posti di blocco in ogni zona cittadina per controllare i movimenti delle auto.

Una sessantina di auto controllate e circa una novantina di persone identificate.

Una ventina invece le perquisizioni , tutte espletate su persone già note alle forze dell’ordine.

Perquisizioni mirate alla ricerca di armi, munizioni, fuochi di artificio non consentiti

Di particolare interesse la ricerca di sostanze stupefacenti

E’ stato interessato l’intero territorio compresa la frazione di Campora SG

A condurre l’operazione il comandante della compagnia di Paola, capitano Luca Acquotti.

La notizia si è diffusa subitaneamente per tutta la città che raramente ha visto un siffatto spiegamento di forze dell’ordine.

Non sono noti rinvenimenti di armi e droghe.

Tantomeno di arresti o denunce

Pubblicato in Cronaca
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