
Sullo stato delle acque marine si discute spesso, seppur come abbiamo sostenuto sempre, in modo parziale ed approssimativo, se non distorto.
Ed anche i dati che ci sono offerti ci appaiono parziali ed approssimativi.
E’ ovvio che le acque sono quasi sempre eccellenti ed alcune amministrazioni se ne fanno addirittura vanto, salvo, poi, scoprire che le acque di molti torrenti e fiumi sono fortemente inquinati da escherichiacoli che poi si diluiscono nelle immense quantità di acque marine così che sembrano scomparire.
Per non parlare delle reti fognarie e parafognarie che talora scaricano direttamente nel mare senza alcun controllo.
Ora però sul nostro territorio interviene il Reparto Operativo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto con uno dei suoi L.A.M., cioè “Laboratorio Ambientale Mobile”.
E’ la prosecuzione dell’azione del progetto “Quant’è profondo il Mare”, che vede impiegati gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore del polo scolastico di Amantea con la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, con la supervisione della Direzione Marittima di Reggio Calabria, è stato possibile far intervenire direttamente dal Reparto Operativo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto uno dei tre L.A.M. - “Laboratorio Ambientale Mobile” - sulle foci dei fiumi Catocastro, Oliva e Savuto, per l’esecuzione di prelievi di acque e successive analisi “fisico”, “chimico-fisico” e “microbiologiche” (escherichiacoli).
La componente LAM (Laboratorio Ambientale Mobile) trae vita da uno studio congiunto tra il Corpo delle Capitanerie di Porto ed I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), mirato al potenziamento delle capacità operative della Guardia Costiera nel campo della tutela ambientale.
Ne è scaturito un programma articolato che ha permesso al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di acquisire uno strumento importante per le proprie finalità istituzionali.
Infatti l’impiego dei LAM permette l’accertamento di violazioni che possano causare danni o situazioni di pericolo per l’ambiente marino e costiero, il cui accertamento ricade tra i vari compiti istituzionali del Corpo delle Capitanerie di Porto.
I LAM sono coordinati dal 3° Reparto del Comando Generale e vengono impiegati sull’intero territorio Nazionale su richiesta dei comandi Guardia Costiera periferici. Grazie alla possibilità di raggiungere in maniera rapida la zona interessata e di ottenere i risultati delle analisi di laboratorio in tempi molto brevi, i LAM risultano adeguati per fornire risposte immediate sullo stato delle acque analizzate.
Essi permettono di individuare in acqua dolce, di mare e reflue inquinamento da metalli e da altre sostanze chimiche, da sostanze organiche e di tipo fecale. A bordo dei LAM, come in questo caso, sono impiegati militari della Guardia Costiera, laureati in discipline scientifiche ed in possesso di abilitazione alla professione di Biologo.
Nella giornata odierna il Maresciallo Stefano LEPPE ed il Sottocapo SINESI, entrambi alle dipendenze del Comando Generale, hanno eseguito le attività di campionamento alla presenza degli studenti partecipanti al progetto “Quant’è profondo il Mare”.
Grazie a questa attività gli studenti, che hanno manifestato estremo interesse per l’attività, hanno potuto testare con mano una delle eccellenze dei mezzi in uso al Corpo delle Capitanerie di Porto, in due distinte fasi: la prima teorica nella quale l’equipaggio del LAM ha illustrato con una lezione specifica le potenzialità del mezzo e la seconda pratica relativa ai campionamenti e alle successive fasi di analisi di laboratorio.
Intanto i complimenti all’IIS di Amantea ed al Corpo delle Capitanerie di Porto nelle sue varie componenti ed ecco le foto.
Non c’è Pace tra gli Ulivi e nemmeno ad Amantea.
Ed infatti ecco un altro accadimento. Anche questa volta di quelli tosti.
La calma notte del16 maggio è stata violentata da un attentato incendiario.
Erano da poco iniziati i lavori di ampliamento della Via Neto progettati dall’ingegnera Laura Conte ed appaltati alla ditta Eurostrade srl.
Una grande ruspa da alcuni giorni stava realizzando i movimenti terra progettualmente previsti e necessari per l’allargamento della strada ed era stata parcheggiata nei pressi dell’unica casa di abitazione nei pressi della nuova arteria.
E stanotte l’attentato le cui derivate fiamme hanno letteralmente divorato la costosa attrezzatura.
Il fumo denso è stato spinto verso est ed ha avvolto le soprastanti abitazioni
Lì abita un anziano che affetto da malattia bronchiale ha avvertito problemi respiratori ed ha dato l’allarme.
Sul posto l’ intervento dei carabinieri della locale caserma guidata dal maresciallo Cerza.
Poche ore dopo la città era interamente presidiata dalle forze dell’ordine, presenti con numerosi automezzi ed agenti.
Le indagini muovo in tutte le direzioni.
Tra queste la richiesta di tangenti.
La notizia è rimasta quasi senza eco.
I lavori stamattina risultavano sospesi.
La mente degli amante ani però è andata immediatamente al 15 ottobre del 2013 quando un automezzo di una cooperativa locale è stato parimenti avvolto dalle fiamme e le cui indagini a distanza di ben più di 2 anni e mezzo è ancora avvolta nel mistero.
Questa volta l’amministrazione e le forze politiche( posto che ancora ce ne siano )non potranno sottrarsi alle necessarie azioni a tutela della sicurezza della città.
Un lavoratore della Despar scrive a Iacchitè a seguente lettera:
“Vi spiego la truffa ai lavoratori dei supermercati Despar”.
Salve, mi chiamo Francesco Calabrò e vi scrivo da Corigliano Calabro (CS) per denunciare la seguente truffa.
Io sono un ex lavoratore (Direttore) di un noto supermercato della zona a marchio Despar, che aveva un contratto a tempo indeterminato e ben 13 anni di anzianità aziendale.
Con il mio ex datore di lavoro non v’erano e non vi sono mai stati problemi di nessuna natura; e tra l’altro, anche quando il pagamento dello stipendio non avveniva con la cadenza consueta, ma a volte anche dopo diversi mesi, non ho mai pensato di alzare la voce o di protestare o di rivendicare mai qualcosa.
Ad Agosto 2014 però, succede quello che non mi sarei mai aspettato, ed a me, come a tutti gli altri miei colleghi, comunicano che il supermercato, causa ristrutturazione, e solo per un determinato periodo di tempo, dovrà effettuare una chiusura; finita la quale però, tutto il vecchio personale sarebbe stato interamente ripreso.
Ed è partito quindi il licenziamento collettivo con la conseguente messa in mobilità di tutti i lavoratori del suddetto supermercato. In virtù di queste garanzie quindi, il mio ex “bravo” datore di lavoro mi fa firmare (e ci fa firmare) un verbale di conciliazione in cui oltre a riconoscermi quanto ancora come stipendio mi doveva, mi impegnavo a prestare acquiescenza al licenziamento ed a rinunciare (testuali parole) “ad ogni e qualsiasi pretesa promossa e/o promovenda azione in sede sindacale, amministrativa e/o giudiziale”: vera e propria clausola vessatoria.
Arriviamo ai giorni nostri però, e al motivo perché ho intitolato questo articolo “chiudo e riapro, e cosa ti faccio?: non ti riprendo”, questa è la risposta.
Giorno 29-04-2015 ha riaperto infatti il mio ex supermercato e del precedente organico ovviamente nemmeno l’ombra, tutta gente nuova. Stesso tragico destino è toccato anche ai supermercati di Castrovillari, Bisignano, Amantea e Rossano: “non vi preoccupate che tanto riapriremo e vi riassumeremo”.
Ditemi Voi se non è una truffa bella e buona questa, un piano studiato da tempo e nei minimi particolari. Ed è per questo motivo quindi che vi chiedo aiuto, proprio per denunciare e rendere pubblica questa losca vicenda.
Sapete che c’è poi? Il fatto che lo stato continua a pagarmi la mobilità ed io continuo ad essere un peso/costo per la collettività e loro invece cosa fanno? Riaprono e riassumono ad esclusivo loro piacimento senza nessun obbligo verso i precedenti lavoratori. D’altronde che ci vuole: basta cambiare una virgola alla nuova ragione sociale ed il gioco è fatto.
Peccato però che l’insegna è rimasta la stessa, che la dirigenza è rimasta la stessa, che chi era raccomandato è stato riassunto, e che per nasconderlo è stato spostato a pochi chilometri di distanza rispetto a prima, che la nuova società è composta da due ex lavoratori della dismessa società, e via discorrendo.
Avrei accettato qualsiasi offerta pur di lavorare, anche una riduzione dello stipendio, anche uno spostamento territoriale, ma nulla di tutto questo è avvenuto, senza dimenticare che non avrei avuto bisogno di nessuna formazione per riprendere a lavorare (d’altronde dopo tredici anni di esperienza da Responsabile…). Se avessi intuito la puzza della truffa che c’era in aria avrei sicuramente contrastato in tutti i modi questo licenziamento ammantato di finto buonismo, attraverso scioperi individuali e collettivi, coinvolgimento delle istituzioni ecc., ma ciò avrebbe causato ovviamente un rallentamento dei loro loschi piani.
Purtroppo mi sono fidato e ne ho pagato le conseguenze. Ho moglie e due figli a mio esclusivo carico (il primo di quasi quattro anni ed il secondo di nove mesi) mutuo e finanziamenti accesi, e tantissima rabbia credetemi, perché nessuno dovrebbe permettersi il lusso di giocare con la vita delle persone e dei lavoratori. Distinti saluti, Francesco Calabrò.
Ci domandiamo, ma è legittimo questo comportamento? E se non lo è, a chi deve chiedere aiuto questo ( e gli altri) lavoratore con moglie e figli a carico? Ad un avvocato, ad un investigatore delle Forze pubbliche, ad un procuratore della repubblica,alla mafia, al Signore?