
Redazione TirrenoNews
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Ieri mattina 17 febbraio i Carabinieri hanno acceduto alle ville confiscate
Giovedì, 18 Febbraio 2016 15:43 Pubblicato in PoliticaA distanza di meno di un mese dal Venerdì 22 gennaio 2016, quando a Reggio Calabria, il Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata, Prefetto Umberto Postiglione, alla presenza del Componente del Consiglio direttivo dell’ANBSC il Procuratore Nazionale Antimafia dott. Franco Roberti, ha proceduto alla consegna dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ecco che entra in campo anche il comune di Amantea..
In quel caso gran parte dei beni sono andati al comune di Reggio Calabria.
Ma ci sono tanti altri beni ancora disponibili e rientranti nella competenza dell’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata per la Calabria.
Alcuni sono anche nel territorio di Amantea.
E ieri mattina davanti ad una di esse diverse macchine dei carabinieri.
Nessun comunicato è stato emanato né dall’Arma dei carabinieri , né da parte dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati, né da parte del comune di Amantea pur interessato al destino dei beni esistenti nel territorio di Amantea
E’ facile, comunque, supporre che si sia proceduto ad un accertamento della possibilità di loro utilizzo quale nuova caserma e sede della stazione carabinieri di Amantea.
La supposizione diventa quasi certezza alla luce delle disponibilità finanziarie disposte dal governo per il necessario adeguamento degli immobili alle nuove destinazioni d’uso, ivi compresa la messa in opera dei sistemi di sicurezza
Non tutti gli immobili però saranno destinati all’Arma dei carabinieri.
Qualcuno sarà destinato ad altre esigenze pubbliche ed in particolare sociali.
Invero, nessun decreto specifico di destinazione e di assegnazione fino ad ora è stato emanato, ma la visita preventiva si colloca proprio in questa ottica
L’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati, infatti, dovrà avere prima il via libera da parte dell’Arma dei carabinieri conseguente all’accesso di questi giorni.
Basta aspettare con pazienza e prima o dopo parte delle ville sulla SS18 diventeranno sede dei Carabinieri.
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La Sanita' in Calabria e gli inaccettabili favoritismi alla sanita' privata
Mercoledì, 17 Febbraio 2016 15:04 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiSostenere che la sanità in Calabria è da rifondare non è affatto peregrino.
Lo dimostra, anche, quanto sta succedendo in tante parti della regione, Amantea compresa.
Come noto il laboratorio di analisi cliniche presso il poliambulatorio di Amantea ( ex ASL ed ex Distretto) è un fiore all’occhiello, da potenziare , da sviluppare, mentre è noto che il commissario Scura, emissario della “reina sanitas” Beatrice Lorenzin, ne vuole la chiusura in nome della “spending rewiew”( Decreto commissario ad Acta n 84 del 21 luglio 2015), ma a tutto danno della utenza che è costretta a pagare la inefficienza della nostra sanità.
Ecco cosa succede ad Amantea.
Arrivano ogni giorno al laboratorio di analisi cliniche , anche da altre province, decine e decine di pazienti , spesso, con doppie ricette sanitarie, una di colore rosso, cioè appartenenti al sistema sanitario pubblico , ed una di colore bianco, emesse da un medico generico o da un medico specialista.
Grande e grave è l’imbarazzo degli addetti che possono accettare soltanto la ricetta rossa e non quella bianca, pur essendo anche essa valida per la erogazione del farmaco o della prestazione.
Come spiegare all’utente che il laboratorio pubblico di analisi cliniche non può prestare i servizi indicati su ricette bianche, pur provenienti, magari, da uno specialista, nemmeno quando il cittadino intende pagare il servizio laboratoristico .
Incredibile!
Ed è ancora peggio quando occorre spiegare all’utente che il laboratorio pubblico non può operare in forma intramoenia, come tanti medici del sistema pubblico.
Ed fortissime sono le reazioni degli utenti quando viene loro detto che dopo aver fatto il prelievo per gli esami indicati nella ricetta rosa devono andare in un laboratorio privato e farsi fare un altro prelievo per le Analisi indicate sulla prescrizione bianca.
Utenti, uomini e donne, trattati come animali da macello, avviati come animali al pascolo. E questo in aperto spregio del diritto alla salute, del diritto alla sanità
E tutto per 10 euro! Eh si, perché con la ricetta rosa si preleva un ticket aggiuntivo di 10 euro introdotto dal 17 luglio 2011, prima a carico delle regioni «spendaccione» come Puglia, Abruzzo, Calabria, Lazio, Campania, Liguria, Molise, Piemonte, Sardegna e Sicilia e poi esteso a tutte, ticket che non può essere esatto con la ricetta bianca, così che il servizio non viene reso.
Ma quello che è inaccettabile è che una analisi come l’azotemia fatta presso un laboratorio privato costa 4 euro e presso uno pubblico 14 euro perché deve essere pagato il ticket aggiuntivo!
Ma perché non si autorizza il laboratorio pubblico di Amantea od altrove ad eseguire le analisi su ricetta bianca alle stesse condizioni dei laboratori privati?
Perché questa inaccettabile differenza tra pubblico e privato? Già! Perché ?
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Antonello Savaglio presenta il suo ultimo libro.
Mercoledì, 17 Febbraio 2016 14:53 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaVenerdì 19 febbraio in largo Paolina Gervasi, con inizio alle ore 18.00, la presentazione dell’ultimo libro di Antonello Savaglio.
“Oltre il confessionale. Castità e peccato nella storia della chiesa”
Ad introdurre e moderare il giornalista del quotidiano Alessandro Chiappetta
Porgeranno i saluti il direttore dell’archivio di stato di Cosenza Giovanni battista Scalfari e l’editore di questa ultima opera di Savaglio Eugenio Carratelli della casa editrice Carratelli editore
Le relazioni saranno tenute da don Pasquale Russo, parroco e deputato di storia patria per la Calabria e la scrittrice Rosella Cucunato ordinaria di storia dell’università della Basilicata.
Le conclusioni a Vito de Filippo storico e viceministro alla sanità
Nella occasione sarà presentata una selezione di atti notarili menzionati nel libro.
Il libro fa conoscere una storia nuova della Chiesa meridionale di età medievale e moderna dove, insieme ai santi e ai beati, convive un clero peccatore sopraffatto dalle situazioni trasgressive vietate dalla fede e con uno stile di vita turbolento e decisamente mondano.
È un passato "scomodo" ricostruito attraverso i documenti di archivio, che presenta la vicenda umana di una schiera di secolari e regolari i quali, nonostante i divieti del Concilio di Trento e i richiami all'austerità morale delle autorità diocesane, abiurarono al voto di castità per dedicarsi alla lussuria, al piacere e agli idoli della carnalità.
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