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Pubblicita' “mafiosa”: acquisiti documenti in nove comuni del Tirreno Cosentino
Martedì, 16 Maggio 2017 19:27 Pubblicato in PaolaI Carabinieri di Paola acquisiscono documenti in nove comuni del tirreno cosentino.
Esiste sempre più la speranza che la procura di Paola si ponga all’avanguardia della azione penale nei confronti della Pubblica amministrazione.
Quella Pubblica amministrazione che si è supposta onnipotente, intangibile, o quantomeno al di sopra della legge, se non peggio.
Un fenomeno che poi si è riverberato a cascata sul popolo che man mano si è considerato figlio della stessa logica e si è convinto che tanto anche lui sarebbe stato non emendabile.
In questa nuova visione della legge non sorprende che stamattina i Carabinieri della Compagnia di Paola, su disposizione della Procura della Repubblica di Paola, si siano recati in diverse sedi comunali ricadenti nella territorio della Compagnia al fine di acquisire della documentazione finalizzata a verificare l’affidamento del servizio pubblicitario e la regolarità nella costruzione di maxi impianti pubblicitari che insistono nei territori dei comuni interessati.
Si tratta del prosieguo investigativo dell’attività condotta dai carabinieri di Guardia Piemontese della Compagnia di Paola e relativa al sequestro preventivo d’urgenza, operato lo scorso 18 marzo, di tutti gli impianti pubblicitari che insistono nei territori dei Comuni di Guardia Piemontese ed Acquappesa e più specificamente di 17 impianti pubblicitari di grosse dimensioni (6 metri per 3 metri).
A seguito di tale attività d’indagine il sostituto procuratore presso il Tribunale di Paola, Anna Chiara Fasano, iscrisse nel registro degli indagati 12 soggetti tra i quali anche amministratori comunali, tecnici e funzionari comunali.
Il PM contestò i reati di : turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, depistaggio, concorso di abuso d’ufficio, rifiuto di atti d’ufficio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.
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Sei nuovi indagati nella inchiesta Robin Hood
Martedì, 16 Maggio 2017 16:08 Pubblicato in Vibo Valentia“Robin Hood” è quella inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro che nel febbraio scorso ha portato in carcere l’ex assessore regionale al Lavoro, Nazzareno Salerno e Ortensio Marano, due dei principali indagati dell`inchiesta, entrambi sono accusati di essersi appropriati indebitamente dei fondi del Credito Sociale.
Nazzareno Salerno da ex assessore regionale al Lavoro avrebbe infatti favorito Marano e una sua società nella gestione dei fondi del Credito sociale in cambio del versamento di denaro a titolo di tangenti.
Emanati nuovi avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta.
Si tratta di un troncone investigativo relativo alle assunzioni di Saverio Spasari e Damiano Zinnato, entrambi di Nicotera, in un progetto della Regione Calabria.
Indagini che già avevano portato a muovere delle specifiche contestazioni sia nei confronti di Damiano Zinnato, (cognato del boss Luigi Mancuso di Limbadi), sia nei confronti di Saverio Spasari di Nicotera in merito alla loro inclusione in un progetto.
I nuovi indagati sono:
Michele Parise,
Patrizia Nicolazzo e
Maria Francesca Cosco,
componenti della commissione selezionatrice di un progetto per il Dipartimento “Politiche sociali” della Regione Calabria e
Antonella Torchia,
Sonia Libico e
Eugenio Mercuri,
componenti della commissione per i progetti di verifica degli standard normativi delle strutture sanitarie calabresi.
Sono tutti accusati di aver abusato del loro ufficio per favorire determinati candidati a scapito di altri in concorso con Pasqualino Ruberto, ex guida della fondazione Calabria Etica (ente in house della Regione Calabria), dell’ex consigliere ed assessore regionale Nazzareno Salerno, dei vibonesi Claudio Isola, Damiano Zinnato (cognato del boss Luigi Mancuso di Limbadi), Vincenzo Spasari e del figlio Saverio Spasari, gli ultimi due di Nicotera.
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Panettieri: un mare di condanne per le licenze da noleggio false
Martedì, 16 Maggio 2017 09:21 Pubblicato in CosenzaRicordiamo la vicenda.
Nel 2011 la polizia stradale di Cosenza infatti scoprì che numerose società di noleggio avevano la sede proprio nel paese di Panettieri.
Scattarono le indagini.
L’accusa, infatti, sostenne che i mezzi non avrebbero avuto i requisiti di sicurezza previsti dalla legge.
Peraltro le imprese interessate all'operazione erano dislocate su tutto il territorio nazionale.
Il sindaco e altri amministratori del Comune patteggiarono la pena.
Il sindaco di Panettieri Salvatore Parrotta accusato di presunti illeciti nel rilascio di licenze di noleggio autobus venne condannato a 1 anno e sei mesi di carcere.
Otto mesi la pena comminata a
-Pasquale Bilotta, dipendente del Comune addetto al rilascio delle licenze autobus;
-al comandante dei vigili urbani di Panettieri, Pietro Paolo Torchia;
-al geometra del Comune, Mario Mancuso, ed
-al responsabile di una cooperativa del settore autotrasporti, Alessandro Tal.
Secondo l'accusa, rappresentata dai pm Giuseppe Cozzolino e Giuseppe Cava, gli amministratori e i funzionari del Comune di Panettieri si sarebbero associati allo scopo di commettere reati di falso in autorizzazioni amministrative, rilasciando licenze di noleggio autobus con conducente senza che ne sussistessero i requisiti previsti dalla legge.
Ieri la sentenza di primo grado per coloro che non avevano scelto il rito abbreviato.
Queste le condanne comminate dal giudice del Tribunale di Cosenza Claudia Pingitore
-Vitala Gentile a 6 mesi di reclusione,
-Antonino Pappalardo e Nicolò Altavilla a 5 mesi di reclusione,
-Pietro Giorgianni a 8 mesi di reclusione,
-Alfio Giusa a 7 mesi e 15 giorni di reclusione,
-Massimo Indorato, Antonio Di Pace, Antonino Liuzzo Sparadritto, Vincenzo Barresi, Antonio Chiappetta, Roberto Carchedi, Vincenzo Curcio, Niccolò Parrinello, Annamaria Chiavello, Antonio Manca, Francesco Martino, Sebastiano Paolo Brancato, Rosaria Grillo, Giuseppe Crescente, Giuseppe Ivan Caruso, Antonino Di Stefano ed Enrico Currenti a 3 mesi di reclusione;
-Giuseppe Federico, Tiziano Andreoli, Sebastiano Finocchiaro, Carmelo Madonia, Salvatore Politi, Caterina Spadaro, Gaetano Russo, Antonio Emmanuele Costantino Rapotez, Paolo Galato, Angela Landro, Salvatore Valastro, Antonio Simili, Ida Leto, Massimo Lucenti, Concetta Maria Rita Carfì, Salvatrice Franchino, Giorgio La Terra, Nunzio Volpe, Salvatore Ippolito e Giuseppe Romano a 3 mesi e 15 giorni di reclusione;
-Giuseppe La Rosa, Carmelo Pennise, Antonino Puleo, Michele Maialino, Antonio Cosma Storniolo e Rosa Giuffrè a 4 mesi di reclusione;
-Giuseppe Ferrara, Sebastiano Corso, Antonio Tripodi e Giovanni Greco a 4 mesi e 15 giorni di reclusione.
Pena sospesa per tutti gli imputati ad eccezione di Antonio Emmanuele Costantino Rapotez, Vincenzo Curcio, Alfio Giusa, Gaetano Russo, Rosa Giuffrè e Nunzio Volpe.
Sono stati prescritti 25 capi d’imputazione.
È stata dichiarata anche la falsità delle licenze, per le quali è stata disposta la confisca.
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