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Ieri notte gli abitanti di via Dogana nord dormivano tranquilli quando sono state lanciate le due bombe.

Era da poco passata l’una quando gran parte di loro sono stati svegliati da un boato.

 

“Ero in dormiveglia- ci ha detto uno di loro- e svegliatomi di soprassalto ho pensato ad un grosso tuono. Ma non era così. I tuoni non sono mai soli” E continuando: “ Dopo un po’, alcune voci mi hanno svegliato ed alzatomi ho visto i Carabinieri davanti ad una casa del nostro quartiere”.

 

Il nostro interlocutore e molti altri del quartiere sono rimasti impauriti.

E questa paura si è espansa in ogni dove nelle ore successive, man mano che la notizia si diffondeva e che la comunità non riusciva a comprenderne le ragioni.

Una casa era stata presa di mira dagli attentatori che hanno lanciato due bombe rudimentali, una contro la svetrata delle scale e che non è esplosa ed una contro il portone di casa e che invece è esplosa.

 

Ignote le ragioni di questo attentato.
Gli investigatori sono comunque alla ricerca delle stesse oltre che degli attentatori.

Proprio per questo sono state acquisite le immagini delle telecamere ed osservando le stesse si spera di riuscire a scoprire gli autori del gesto

La stampa più qualificata ha ricordato gli altri episodi occorsi nella zona tra cui l’incendio della pizzeria sul lungomare di Amantea e quello dell’officina di Belmonte Calabro, e, poi, la bomba sotto l’auto davanti alla pizzeria La Grotta e la molotov sotto l’auto di un medico in Via Baldacchini.

 

Episodi per di cui ancora si cercano autori e ragioni.

Ovviamente le indagini vanno in tutte le direzioni.

Ancora una volta la politica resta silente quasi che sia impotente ma soprattutto indifferente.

Fino a quando durerà questo silenzio ?

Si aspetta forse il morto?

 

A chi se non alla politica chiedere, anzi pretendere, il potenziamento delle forze dell’Ordine , una tenenza dei carabinieri ed un presidio della Polizia di Stato?.

E dov'è la DDA?

Pubblicato in Cronaca

Era pomeriggio del 20 febbraio 1943, un sabato di sole, quando il rombo di un aereo spezzò il silenzio del pieno pomeriggio.

Non era la prima volta che gli aerei solcavano il cielo di Amantea

E non era la prima volta che Amantea veniva colpita da proiettili e bombe

Ma quel giorno il rombo era particolarmente forte e fece alzare gli occhi al cielo

(il sito della vecchia lapide)

Molti videro, così, l’aereo lanciare la bomba che iniziò la sua discesa e sibilando colpì la casa Del Giudice distruggendola.

L’obiettivo strategico era il ponte di via Indipendenza la cui distruzione avrebbe creato problemi al ritiro dei tedeschi che già muovevano verso il nord Italia( al tempo non esisteva la attuale SS18)

Le schegge si diffusero violentemente dappertutto.

Ebbe a dire Wanda Iorno

“Furono tredici bambini, tre giovani, sei madri, di cui due incinte, dieci uomini, le vittime innocenti di una perversa logica di guerra, rimaste sotto le Case Sciollate. Così chiamiamo quell’ammasso di macerie- mai rimosse- sotto cui potrebbero ancora giacere dei poveri resti umani, forse”.

E poi continuando” Ma sotto di esse giacciono, certamente, i giochi interrotti dei bambini, i sogni infranti dei giovani, gli affanni e le speranze delle madri e dei padri”.

Dai primi di febbraio si succedevano i bombardamenti in tutta Italia e quello stesso giorno non una ma 23 bombe e decine di spezzoni incendiari colpirono Cittanova facendo danni ingenti , distruggendo 150 abitazioni ed uccidendo 105 persone.

Per ricordare la guerra ed i suoi effetti e per ricordare i nomi venne apposta una lapide.

Domani quella lapide sarà rimossa per essere sostituita da una nuova lapide

Restano invece eterni i ruderi della vecchia casa che continuano a cadere a pezzi bloccando perfino la strada che porta al centro storico, palese esempio della incoerenza dell’uomo che ricorda gli errori passati ma non quelli di oggi.

Nelle foto il vecchio sito della lapide rimossa ed il nuovo sito per la nuova lapide

Il sito della nuova lapide

           

Pubblicato in Politica

Paola, Scalea, San Nicola Arcella. E chissà cos’altro ancora dopo.

Ma che sta succedendo sul tirreno cosentino che invero ormai era da tempo che non avvertiva più eventi intimidatori di siffatta forza e così contestuali 13 bottiglie incendiarie a Paola, ora la bomba alla Rotondaro costruzione, l'importante immobiliare che negli ultimi anni sta espandendo i suoi contatti anche in Russia e nei Paesi dell'Est. E contestualmente un altro lido che subisce un incendio (bruciati pedalò, attrezzature e piccoli elettrodomestici).

Casualità spaziali, casualità temporali, mancanza cioè di strategia della attenzione? Difficile dirlo. Si è usi ritenere che “dall’altra parte” non vi sia intelligenze mostruosamente perverse e tali da derivarne vere e proprie strategie e cioè, al contrario, si è portati a ritenere che si tratti di fatti staccati l’uno dall’altro e senza una vera e propria logica Basterà aspettare pochi giorni e verificare che non avvenga altro ( altrove) per capire se dietro questi fatti ci siano strategie ed intelligenze uniche.

Certo non sarebbe strano che si voglia dimostrare la perdurante vitalità della “mala del Tirreno”, tutt’altro che finita pur in presenza di brillanti operazioni giudiziarie, quasi a lanciare un monito a chi non voglia intendere che questa mala pianta alligna sempre e che con essa occorre ancora fare i conti.

Pubblicato in Alto Tirreno
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