Auspice- ormai è una sana abitudine- l’editore Mannarino ,ecco un neofita che si affaccia sulla platea della cultura locale. Parliamo di Giuseppe Cicero, quarantasettenne amanteano, nato nel Quebec dove ha studiato fino ai 14 anni prima di rientrare in Italia. Divulgatore agricolo dell’Arsac. “Aforismi e poche parole” è la sua prima opera
Prima di avviarci alla sua lettura forse è utile ricordare che “un aforisma o aforismo (dal greco ἁφορισμός, definizione) è una breve frase che condensa - similmente alle antiche locuzioni latine - un principio specifico o un più generale sapere filosofico o morale”.
Poi ognuno esplica il tutto a proprio modo. O meglio legge questo significato come gli pare: ed in questo sta la forza dell’aforismo.
Per esempio , come peraltro ricorda l’autore, Karl Kraus affermava che «L'aforisma non coincide mai con la verità; o è una mezza verità o una verità e mezza».
Da qui la forte curiosità della ricerca “dell’al di qua o dell’al di là della verità” e la necessità di riflessione; il che, di questi tempi, è veramente difficile.
Dall’altra parte della barricata c’è chi sussurra che, al contrario, «Un aforisma non ha bisogno di esser vero, ma deve scavalcare la verità. Con un passo solo deve saltarla» (Detti e Contraddetti, Adelphi Editore).
Ed infine sembra utile ricordare Umberto Eco ed i suoi Aforismi "cancrizzabili" ( da granchio, cioè reversibile nel suo procedere) « L'aforisma cancrizzabile è una malattia della tendenza al wit, in altre parole una massima che, pur di apparire spiritosa, non si preoccupa del fatto che il suo opposto sia egualmente vero. »
Buona lettura, allora.
Forse quelle di Cicero sono aforismi “semplici” per quanto attenti al mondo intorno e profondi alle sue verità , ma non mancheranno di sorprendere. Provate per credere!
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Cronaca