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I carabinieri di Luzzi hanno arrestato per rapina impropria una donna di 49 anni.

I militari, la notte scorsa, su segnalazione dei familiari della vittima hanno rintracciato e bloccato la donna che, poco prima, dopo aver aspettato che il suo assistito, un 87enne, si addormentasse, gli avrebbe sottratto le chiavi della cassaforte asportando la somma in contanti di 15.750 euro e vari monili in oro.

Quindi, prima di fuggire, avrebbe chiuso a chiave la vittima all'interno della camera da letto portando con sé le chiavi.

La donna è stata trovata in possesso delle chiavi di case, della cassaforte e della refurtiva, che è stata restituita all'anziano

Per un caso la donna era di nazionalità romena.

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Ne ha parlato Michele Presta su Il corriere della Calabria scrivendo “Che il comparto dei forestali sia quello più consistente della Regione Calabria lo si capisce subito entrando nel cinema San Nicola di Cosenza.

 

All’assemblea convocata per i lavoratori a “nord” i posti a sedere sono esauriti e in molti stanno in piedi sui lati e sul fondo. Numeri, in termini di presenze, che lo storico cinema cosentino non ha fatto neanche con l’ultimo film di Checco Zalone”.

Non siamo stati vedere il film di Checco Zalone ma la foto postata dal Corriere conferma le presenze del giornalista.

Una presenza che non è certamente derivata dal fatto che non si pagava per entrare come per il film di Zalone.

Ma sicuramente dal fatto che i 4000 forestali sono andati ad ascoltare il governatore mentre dichiarava:

Che per il pagamento dei loro salari «C’è un impegno con il governo centrale per il biennio 2018-2020 di 130 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i 70 che verranno impiegati dalla regione».

Che, ben sapendo che molti ritengono Calabria verde un “carrozzone” alimentato da politici e assessori che negli anni hanno governato la Calabria, «La nostra bussola è il lavoro. Poniamo fine a chi tra intrallazzi e accordi vari ha fatto della forestale una mammella attraverso la quale succhiare risorse».

Che «L’eredità dell'Afor è così pesante che se avessi proceduto alla liquidazione la Calabria sarebbe fallita».

Gli fa eco il commissario straordinario di Calabria Verde, Aloisio Mariggiò dichiarando che «Con estrema chiarezza vi annuncio che procederemo alla riorganizzazione dell’ente e lo faremo senza raccomandazioni»

Ed ancora «Chi ha diritto riceverà, ma sui licenziamenti sono intransigente. Non possiamo accettare che persone che hanno lavorato pochi giorni negli ultimi dieci anni lavorino ancora per noi. Anche perché ci sono lavoratori onesti che dopo 30 anni sono ancora di seconda fascia. Inizieremo proprio da loro».

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Ecco il comunicato con il quale Graziano spiega i fatti che hanno motivato la sentenza della Corte d’Appello in base alla quale so trova fuori dal Consiglio.

Riceviamo e pubblichiamo

CORIGLIANO-ROSSANO – Venerdì, 10 Novembre 2017 – È solo per un cavillo burocratico che mi trovo fuori dal Consiglio regionale.

Il mio posto è legittimo.

Il rammarico più grande è per la sentenza che cancella la volontà chiara di diecimila cittadini calabresi.

Che hanno fatto confluire la loro preferenza personale su di me dando, di riflesso, fiducia e sostengo alla lista della Casa delle Libertà e quindi anche agli altri candidati dello schieramento.

È quanto dice il leader nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, già Segretario questore del Consiglio regionale della Calabria, che ritornando sulla decisione assunta dalla Corte d’Appello, spiega i motivi che hanno spinto i giudici a confermare la sentenza di ineleggibilità emanata dal Tribunale civile di Catanzaro.

All’epoca della mia candidatura al Consiglio regionale nella lista della Casa della Libertà – spiega Graziano – essendo dipendente di una Forza di polizia, ho dovuto presentare domanda di aspettativa. Istanza che è stata formalizzata, così come si evince da tutti i documenti depositati in fase di escussione e dibattimento, nei tempi e nei modi previsti dalla legge. Il problema sarebbe sorto nel momento in cui le pratiche di concedo sono state assunte dall’Amministrazione di riferimento che avrebbe risposto con ritardo.

Dunque, se errore c'è stato, non sarebbe da imputare a Giuseppe Graziano bensì a chi doveva compiere nei tempi prescritti gli adempimenti burocratici e non lo ha fatto. E di questo ne dovrà tener conto, sicuramente, la Corte di Cassazione presso la quale lo stesso Graziano ha annunciato ricorso.

Uscire fuori dal Consiglio regionale - aggiunge il Presidente nazionale del CCI - dopo un’affermazione così importante – essendo stato il candidato più votato nel centro destra in provincia di Cosenza ed il primo della Casa della Libertà in Calabria – chiaramente dispiace.

Anche perché le battaglie condotte in questi anni a sostegno dei cittadini e dei territori sono state tante.

Questo dispiace ma continueremo ugualmente – conclude Graziano - con più forza e determinazione a portare avanti le nostre battaglie per favorire la crescita dei territori calabresi e a far sì che si abbia il coraggio di cambiare le sorti di questa regione".

Graziano .

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