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I Bruzi della Sila non ci stanno e gridano: ““Non saremo la nuova Terra dei Fuochi”.

Dallo scorso 12 marzo l’incubo è tornato per le popolazioni della Presila cosentina.

La Regione Calabria ha riaperto da quel giorno la discarica di Celico e la scorsa settimana è iniziato il via vai di camion.

Stavolta però non sono rifiuti dei comuni calabresi ma si tratta di rifiuti privati provenienti dalla Campania e precisamente da una ditta di Casalnuovo di Napoli, area che ricade nella zona tristemente nota come “terra dei fuochi”.

Per l’impianto della Mi.Ga non ci sono dispositivi per il conferimento di rifiuti pubblici e dunque non sono rifiuti calabresi quelli che arrivano alla discarica.

I rifiuti pubblici no, ma quelli privati si.

A trasportarli, mezzi recanti il logo della Maya Ecologia di Casalnuovo di Napoli, che pare siano resti della lavorazione di rifiuti non differenziati.

A spiegare la situazione allarmante ai microfoni di Rlb, Italo Romano, del Comitato Ambientale Presilano

Il Comitato Ambientale Presilano che da anni si batte per la chiusura definitiva dell’impianto, ha realizzato foto e video di questi mezzi che da una settimana transitano e approdano alla discarica sottolineando come la situazione stia tornando, dall’apparente normalità di questa estate all’allarmante situazione di anni di lotta per difendere il territorio diventando stavolta la pattumiera della Terra dei Fuochi.

Se prima arrivavano i rifiuti pubblici calabresi, ora arrivano quelli ‘privati’ dalla Campania. “L’impatto è invasivo come sempre – spiega Italo Romano, rappresentante del Comitato Ambientale Presilano – e noi abbiamo rifiutato il piano di monitoraggio e controllo proposto dalla Regione Calabria che prevede, ai primi “odori sospetti” il blocco dell’impianto.

Ma qui gli odori non c’entrano nulla: la puzza è l’ultimo dei problemi perchè le sostanze tossiche che vengono emesse da una discarica non hanno odori.

Le sostanze più pericoloso sono quelle emesse in forma gassosa e liquida.

Il risultato non cambia: noi vogliamo che l’impianto venga chiuso”

Il Tar intanto, nei giorni scorsi ha rigettato il ricorso dei sindaci di Rovito, Celico, Lappano, Spezzano Sila e del Parco Nazionale ma i sindaci hanno già annunciato l’intenzione di rivolgersi al Consiglio di Stato.

Il Comitato Ambientale Presilano lo scorso 22 Marzo, ha anche inviato una pec ad Arpacal e al Dipartimento per chiedere dei controlli sul traffico mezzi e sugli sversamenti in discarica ma ad oggi non è arrivata risposta.

E così in attesa che prosegua l’iter per il ricorso al Consiglio di Stato, il Comitato Ambientale Presilano non resta certo a guardare e a subire “immobile, la devastazione finale delle nostre amate montagne”.

Domani infatti, mercoledì 28 Marzo alle ore 18 presso la Villetta Comunale di Celico (nella Sala consiliare del Comune in caso di pioggia), si terrà una assemblea pubblica, in cui saranno pianificate e discusse le azioni da mettere in pratica per difendere la nostra terra.

E l’intento potrebbe anche essere quello di tornare, come già accaduto, a bloccare l’arrivo dei camion di rifiuti: “I nostri boschi non saranno la pattumiera della Campania”.

Quicosenza

Pubblicato in Cosenza
Nel rapporto edito dal Ministero della sanità si legge che la mortalità generale «è in eccesso rispetto alla media regionale, in entrambi i gruppi di Comuni, sia tra gli uomini che tra le donne».
Parliamo delle province di Napoli e di Caserta
Varie le neoplasie per le quali si registra un maggiore rischio in queste aree.
Ma l’allarme riguarda innanzitutto i più piccoli: «Eccesso di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori ed eccessi di tumori del Sistema nervoso centrale nel primo anno di vita e nella fascia di età 0-14 anni - afferma l’Istituto Superiore di Sanità parlando di «quadro critico» - sono stati osservati in entrambe le province» di Napoli e Caserta.
Ed ancora: l’Iss rileva pure «un’elevata prevalenza alla nascita di malformazioni congenite in aree caratterizzate anche dalla presenza di siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi». 
Le patologie più frequenti

Il gruppo di patologie per le quali sussiste un eccesso di rischio in entrambi i generi per tutti i 3 gli indicatori utilizzati (incidenza tumorale, mortalità, ricoveri), disponibili per la sola Provincia di Napoli, è costituito da:

tumore maligno dello stomaco,

tumore maligno del fegato,

tumore maligno del polmone,

tumore maligno della vescica,

tumore maligno del pancreas (tranne che nell’incidenza fra le donne),

tumore maligno della laringe (tranne che nella mortalità fra le donne),

tumore maligno del rene (tranne che nell’incidenza fra gli uomini),

linfoma non Hodgkin (tranne che nella mortalità fra gli uomini).

Il tumore della mammella è in eccesso in tutti i 3 indicatori. I

n Provincia di Caserta, invece, eccessi in entrambi i generi per i due esiti disponibili (mortalità e ricoveri) riguardano i

tumori maligni dello stomaco e del fegato;

i tumori del polmone, della vescica e della laringe e le leucemie risultano in eccesso tra i soli uomini (mortalità e ricoveri);

tra le sole donne sono in eccesso la mortalità e le ospedalizzazioni per infarto miocardico acuto.

Pubblicato in Italia

La terra dei fuochi è il segreto olocausto degli italiani del sud, per sud inteso quella parte dell’Italia di volta in volta usata come serbatoio di risparmi, o serbatoio di manodopera, o semplicemente per sversare i rifiuti pericolosi delle aziende del nord .

Una palese dimostrazione che l’Italia non è una nazione, ma almeno due.

Quella che usa e dove lo Stato esiste e quella che viene usata e dove lo Stato non esiste

Ma anche il sud non è una nazione ma almeno due.

Quella dove il popolo si accorge di morire più degli altri “italici” per via della diossina e di quante altre sostanze inquinanti e pericolose sono state sversate nei propri terreni, che contaminano le acque, gli animali ed i prodotti agricoli che vi si coltivano, e quella che non se ne accorge, o fa finta di non accorgersene.

Ed ora anche il procuratore capo di Reggio, Federico Cafiero de Raho, che per anni a Napoli si è occupato dei casalesi , di Carmine Schiavone e del traffico dei rifiuti, dai microfoni di Radio 24 lancia l'allarme e dichiara :"Sono convinto ci sia un equivalente della Terra dei fuochi campana anche in Calabria".

Poi continua : "Le mafie si sono arricchite sui rifiuti. Varie sono le notizie sui rifiuti sversati intorno al territorio di Reggio Calabria e un'attività di contrasto su questo ancora non è stata compiuta, è da fare. Legambiente nel suo rapporto dipinge un quadro preoccupante. Ma mi chiedo: come mai nulla è stato fatto visto che questo sversamento di rifiuti è avvenuto tanti anni fa? Noi solo oggi cominciamo a muoverci".

NdR. Già ce lo chiediamo anche noi, Dr Cafiero. Forse lei è in grado di scoprirlo, di scoprire quali sono state le sicure connivenze, i certi silenzi, le superficialità dello Stato e dei suoi organi. Vada avanti. Si ricordi che questa Calabria è da sempre ridotta al silenzio. Questa Calabria non ha nemmeno avuto un Masaniello!

Pubblicato in Calabria
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